giovedì 24 settembre 2020

La Storia Infinita

Fissava il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e di freddo. Questo, ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che sempre aveva desiderato da quando era caduto preda della sua passione: una storia che non dovesse mai avere fine. 
Il libro di tutti i libri.
TITOLO: La storia Infinita
AUTORE: Michael Ende
EDITORE: Longanesi
COLLANA: La Gaja Scienza
TRAMA: Bastiano è un ragazzino goffo, grassoccio, soprattutto molto solo. E ha una grande passione: leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo, ma l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge letteralmente, scoprendo che proprio lui non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato di Fantàsia, con le sue mitiche creature e le sue città sospese. Moderno romanzo di formazione, storia di un'anima, folgorante scoperta dell'amore, indimenticabile avventura, ma anche lungo viaggio nell'immaginario e itinerario nell'arte e nella mitologia, "La storia infinita" è uno dei grandi libri per tutti del nostro tempo che ha conquistato, avvinto e incantato generazioni di lettori.


RECENSIONE:
Scappare. Correre via dai problemi. Rifugiarsi per trovare un riparo temporaneo dal pericolo, solamente per poi ritornare silenziosamente nell'ombra, in attesa di fuggire ancora, e ancora. 
Questa, negli ultimi tempi, è la vita di Bastiano Baldassare Bucci, un piccolo, timido e grassoccio bambino di circa dieci anni.

Rincorso per la strada dai suoi compagni di scuola, i quali si divertono a fargli i dispetti e a prenderlo in giro per la sua goffaggine, Bastiano riesce, per un colpo di fortuna, a trovare riparo nell'inconsueto negozio di antiquariato di un certo signor Carlo Corrado Coriandoli.

Bagnato fradicio a causa del temporale che intemperia, Bastiano irrompe violentemente all'interno di questo posto, e, immediatamente, comprende che non si tratta di una semplice botteguccia come tante altre.
Tra gli innumerevoli scaffali che affollano quel luogo sono riposti e sistemati moltissimi libri, tutti diversi l'uno dall'altro. 
File e file di volumi riempiono tutti gli angoli della stanza, e, solo con molta attenzione, è possibile individuare in questo intricato labirinto di libri il signor Coriandoli, il quale appare infastidito dalla presenza del rumoroso e indisciplinato bambino che interrompe la sua lettura.

Nonostante il suo essere scorbutico, il signor Coriandoli intraprende una conversazione con il piccolo Bastiano, scoprendo il perché della sua irruzione, ma anche che, da qualche tempo a questa parte, è venuta a mancare sua madre e che suo padre non si cura più di lui.

Distratto da un telefonata, il signor Coriandoli abbandona la loro chiacchierata e si allontana. 
Bastiano, a questo punto, si ritrova ad essere magicamente attratto dal libro in lettura del proprietario della botteguccia.
Un volume dalla copertina di seta color rubino cupo con sopra rappresentati due serpenti, uno scuro e l'altro chiaro, che si mordono la coda, formando un ovale, al cui centro è posto il titolo, in strani caratteri. 
L'interno è ancor più straordinario della copertina: il testo è in due colori diversi; non vi sono illustrazioni, ma, in compenso, è completo di splendidi capilettera figurati.
Bastiano non può rifiutarsi all'ardente desiderio di leggerlo, così decide di prenderlo e portarlo via.

Spaventato da questo suo gesto avventato, decide di nascondersi nella soffitta della scuola.
In questo luogo umido e freddo, dove gli oggetti più strambi occupano gli angoli più bui, Bastiano inizia a leggere LA STORIA INFINITA.

Signore, ma tu non sai che Fantàsia è il regno delle Storie? Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.

Un imminente e spaventoso pericolo grava sul Regno di Fantàsia: una terribile forza, il Nulla, si muove sempre più rapidamente e silenziosamente, inghiottendo le numerose terre di Fantàsia e i suoi abitanti nel niente più totale.
Ogni popolo del Regno invia il proprio messaggero per riferire questa catastrofica notizia all'Infanta Imperatrice, la quale dimora unicamente nella maestosa Torre d'Avorio, posta nel centro esatto di Fantàsia.

A giungere in questo luogo, oltre agli strambi messaggeri (Mordipietra, Incubino, Fuoco Fatuo, ...), sono anche i medici più famosi di tutta Fantàsia, poiché l'Infanta Imperatrice è gravemente malata e nessuno lì dentro è in grado di fare una diagnosi precisa sul male che la affligge.
Molti ipotizzano che ci sia una connessione tra la sua malattia e il Nulla che sta distruggendo Fantàsia, ma come fermare tutto ciò?
Solo la stessa Infanta Imperatrice, colei che tutto conosce, può avere la risposta adatta.

Decide, così, di inviare un suo portavoce dal più coraggioso dei coraggiosi, il solo che possiede le capacità per portare a termine la Grande Ricerca, e salvare lei e tutta Fantàsia.
Il suo nome è Atreiu.

Atreiu appartiene a un popolo di cacciatori, i pelleverde, che abitano un immensa e vasta pianura, nota come Mare Erboso.
Diversamente da come tutti immaginano, Atreiu non è un uomo adulto, bensì è un bambino di soli dieci anni, proprio come il piccolo Bastiano. 
Nonostante l'aspetto esteriore, sono indubbie le sue qualità d'animo che gli permetteranno di fronteggiare questo viaggio indefinito nell'ignoto alla ricerca di un qualcosa, o qualcuno, che fermerà l'avanzare del Nulla. 
Nessuno può aiutarlo e nessuno può prevedere cosa si troverà ad affrontare.

Atreiu, però, non sarà solo in questa Grande Ricerca.
Porterà con sé il dono dell'Infanta Imperatrice: AURYN.
Conosciuto anche con i nomi di Pantakel, il Gioiello o lo Splendore, AURYN è un grande medaglione d'oro costituito da due serpenti, uno scuro e uno chiaro, che si mordono la coda vicendevolmente, originando, così, un ovale.
Chiunque fosse il portatore di tale amuleto, nonché emblema dell'Infanta Imperatrice, diviene un suo protetto che agisce per suo incarico.
Inoltre, AURYN conferisce a chi lo indossa poteri misteriosi, utili per portare a termine la missione.

A questo punto della storia, Bastiano si rende conto che la descrizione del medaglione coincide perfettamente con la rappresentazione posta sulla copertina del libro.
Una semplice coincidenza...?

Atreiu, assieme al suo fedele cavallo Artax, si mette subito in viaggio, deciso a salvare il Regno di Fantàsia.
Il cammino che dovrà affrontare sarà ricco di innumerevoli avventure e di inconsueti incontri con personaggi positivi e negativi, curiosi e spaventosi, divertenti e malinconici. 
Si imbatterà in uno splendido Drago della Fortuna, Fùcur, il quale gli sarà per sempre riconoscente per avergli salvato la vita; e si troverà ad essere inseguito da un'ombra silenziosa e oscura, che lentamente assumerà una forma animalesca e feroce... 

A ogni nuova esperienza di Atreiu, Bastiano entrerà sempre di più all'interno della Storia Infinita, tanto che il confine che separa l'universo di Fantàsia e il suo mondo tenderà ad assottigliarsi... se non a svanire del tutto.
La Storia di Bastiano, inevitabilmente, comincerà a far parte del grande ciclo della Storia Infinita, e diventerà fondamentale il suo aiuto per riportare la luce a Fantàsia e salvarla dal Nulla.
Ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontate un'altra volta.
LA STORIA INFINITA  è un romanzo che definirei metaromanzo, una storia nella storia, una storia che parla di un'altra storia.
Bastiano, con lo scorrere della narrazione, comincia, lentamente, a far parte di ciò che sta leggendo, diventando lui stesso il protagonista di quella storia... la sua storia.
In questo senso, La Storia Infinita è il titolo di ben tre libri: il libro che abbiamo materialmente sotto i nostri occhi e stiamo leggendo; il libro che Bastiano ha rubato dalla bottega del signor Coriandoli; e, infine, il libro che si trova a Fantàsia nel quale tutto ciò che accade viene scritto e tutto ciò che viene scritto accade.
Questa, a parer mio, è la caratteristica più distintiva, peculiare e magica di tutto il romanzo. 
Il venir meno del netto confine che separa il mondo reale, quello fuori dal libro, dal mondo fantastico, quello nel libro, crea una sensazione di ciclicità, che è alla base di ogni cosa.
Possiamo ritrovare questo andamento ciclico anche nel potente AURYN
I due serpenti che, mordendosi le code, formano un ovale mi hanno ricordato immediatamente l'antico simbolo dell'Uroboro, il serpente che si morde la coda, raffigurante il concetto dell'eterno ritorno


Perfettamente in linea con la definizione di metaromanzo vi è la scelta innovativa dell'autore di inserire un testo bicolore, utilizzando il rosso e il verde-azzurro.
Questa decisione, assolutamente non casuale, ha l'intento non solo di aiutare il lettore a distinguere la duplice ambientazione (le parti scritte in rosso indicano le vicende nel mondo degli uomini, invece, le in verde-azzurro gli avvenimenti nel Regno di Fantàsia), ma anche di aggiungere una nota magica e giocosa all'intero libro.
Assolutamente Fantasmagorico!!

La Storia Infinita si divide in 26 capitoli, ognuno contrassegnato da una lettera dell'alfabeto, seguendo l'ordine dalla A alla Z.
Nella versione italiana, edita dalla Longanesi, sono utilizzati i capolettera disegnati dal pittore Antonio Basoli
Queste splendide miniature sono davvero raffinate e particolareggiate; dal sapore esotico e romantico, rimandano all'immagine di un mondo perduto e incantato.
L'unico peccato è che non sono gli stessi capolettera inseriti nella versione originale, quella tedesca, disegnate da Roswitha Quadflieg, che ho trovato molto più coerenti e adatti al romanzo (poiché creati appositamente).

Solo il nome giusto dà a tutte le cose la loro realtà. 
Il nome sbagliato rende tutto irreale.
A questo punto è impossibile non notare la grande importanza delle lettere e delle parole ne La Storia Infinita
A loro viene attribuito il potere della creazione, in quanto solo grazie all'esistenza di una parola, di un nome, riusciamo a rendere reale e vivo qualcuno o qualcosa.
Senza nome non c'è creazione e il Nulla prende il sopravvento.

Come abbiamo già visto, in questo romanzo è presente una duplice ambientazione: il mondo degli uomini e il Regno di Fantàsia.

Fantàsia è un terra senza confini, nel quale i concetti di "vicino" e "lontano" e di "tempo"si discostano totalmente da quelli a cui siamo abituati, assumendo una valenza del tutto diversa. 
Tutto è mutevole a Fantàsia, e se si vuole giungere in una determinata località bisogna contare solamente sulla propria volontà e sul desiderio di trovarla. 
L'unica certezza è rappresentata dalla centralità della Torre d'Avorio, il cuore di Fantàsia.
Le numerose descrizioni che delineano questo posto sono sorprendenti e curiosedipingendo nella nostra mente immagini surreali e suggestive di una realtà fantastica e dei suoi inconsueti abitanti.
Impossibile da quantificare sono i luoghi all'interno di Fantàsia, abitati da creature fantasmagoriche che ricordano a tratti gli umani, gli animali o gli esseri mitologici.

Come per le descrizioni dei luoghi, anche quelle dei personaggi sono davvero ben fatte.
Non è stato difficile entrare in empatia con loro, in particolar modo con Bastiano e Atreiu.
Si riesce a percepire perfettamente il dolore, la solitudine e la tristezza di Bastiano; così come il coraggio, la forza d'animo e la determinazione di Atreiu. 
Queste sono tutte emozioni e sensazioni che prendono vita grazie alle parole dell'autore, e penetrano direttamente nel cuore del lettore, che le fa proprie ritrovandosi in esse.
Non posso non citare, infine, il mio personaggio preferito in assoluto: Fùcur, il Drago della Fortuna.
Dal corpo sinuoso, con squame color madre perla che brillano di riflessi bianchi e rosati, si muove leggiadro nel cielo come una nuvola.
Fùcur è una delle creature più rare in tutta Fantàsia, un essere che sprigiona e trasmette tanta felicità e gioia. Fortunato è chi riesce ad ascoltare il suo incantevole e magico canto; poiché la sua voce, bronzea e profonda, ha il potere di trasmettere immensa serenità e pace.

Non so come spiegarlo, ma la grandezza di Ende come scrittore sta non solo nell'aver inventato e creato dei personaggi unici, bensì nell'aver donato loro della vita, infondendo loro un'anima vera e propria. 

In conclusione, La Storia Infinita non è un semplice libro, ma è una vera e propria grande ricerca, un viaggio verso la conoscenza di se stessi, verso la propria consapevolezza del sé. 
Essa diviene un grande specchio che riflette chi si nasconde dentro di noi. 
Bisogna, per questo, percorrere un sentiero non semplice e neppure privo di sofferenze, incertezze ed errori. 

Ma La Storia Infinita è anche un viaggio alla riscoperta della nostra fantasia, soprattutto quando ci troviamo a vivere in un'epoca di grandi disillusioni, dove tutto è ragione e materia.

I desideri giocano un ruolo importante per tutto il romanzo.
Essi insorgono inaspettatamente, spontaneamente e uno per volta. Nessuno può prevederne la loro venuta, che si genera a partire dal desiderio precedente.
Ma dove conducono tutti questi desideri?
Alla scoperta di sé e al desiderio di non essere altro che se stessi
Quindi, possiamo immaginarlo come un percorso di accettazione di sè e del proprio aspetto esteriore; e ciò può realizzarsi solamente quando si è liberi da tutte quelle catene che impediscono la nostra crescita personale. 

Non meno importante è il tema dell'amicizia: il sostegno e l'appoggio reciproco sono fondamentali per il raggiungimento della meta della Grande Ricerca.

Definire La Storia Infinita un bellissimo romanzo è assai riduttivo, ma, come insegna il buon Bastiano, possiamo inventare noi la parola adatta.
Voi che ne dite?


Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
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martedì 8 settembre 2020

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Resti mortali

Molta gente ha soltanto una vaga paura del buio, teme quello che ci si può nascondere. Io, che resuscito morti e che distruggo una dozzina di vampiri, so esattamente cosa si nasconde nella tenebra e ne ho il terrore. Si presume che la gente abbia paura dell'ignoto, ma l'ignoranza è una benedizione, mentre la consapevolezza è qualcosa di maledettamente spaventoso.


TITOLO: Resti mortali
SERIE: Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
EDITORE: TEA DUE
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy
TRAMA: Resuscitare i morti per Anita Blake, la cacciatrice di vampiri più famosa d'America, è diventata un'operazione di routine. E' il suo mestiere. Ed è anche molto comodo quando si vuole far luce in un caso di eredità contesa o di assassinio. Però se il defunto in questione è tale da trecento anni, la faccenda si complica, poiché occorre un sacrificio umano, e Anita non è disposta a uccidere nessuno, neppure per un milione dollari. Tanto infatti le è stato offerto e tanto lei ha rifiutato. Faccenda chiusa? Tutt'altro. Come consulente della squadra investigativa per i delitti soprannaturali, Anita è stata convocata per dare una mano nelle indagini su una serie di efferati omicidi. La polizia brancola nel buio e anche Anita è perplessa: nessuna delle creature che lei ben conosce – vampiri, licantropi, necrofagi – può aver commesso dei delitti tanto spaventosi. Ma poi un'idea si fa strada nella sua mente: e se qualcun altro avesse resuscitato uno zombie pluricentenario e lo avesse trasformato in un killer disumano?

RECENSIONE:
In seguito alla prima macabra disavventura narrata in Nodo di Sangue, Anita Blake, potente risvegliante e temuta cacciatrice di vampiri, ritorna più carica che mai per raccontarci, in prima persona, le sue nuove e raccapriccianti peripezie nel tenebroso universo soprannaturale di St. Louis.

Essere risveglianti ed essere in grado di esercitare tale professione, riconosciuta e autorizzata da ormai cinque anni, significa possedere una profonda e ampia conoscenza di tutti gli stadi e occorrenti indispensabili per attuare il rituale di resurrezione.
La differenza, però, tra un mediocre e un ottimo risvegliante è data dall'innata affinità con il mondo dei morti... e Anita possiede inevitabilmente questa macabra attitudine.
Non a caso, nel suo ambiente lavorativo è la migliore e in molti si rivolgono a lei per le resurrezioni più ardue e pericolose.

Un giorno viene convocata in casa di un nuovo misterioso cliente, che le fa una proposta particolarmente inquietante.
Il signor Harold Gaynord, un invalido sulla sedia a rotelle dal conto in banca stratosferico, è deciso a offrirle un laudo compenso da un milione di dollari in cambio del ritorno alla vita di un suo antenato.
C'è, però, un piccolo problema che non può essere assolutamente ignorato...
Il morto in questione ha più di trecento anni, e ciò significherebbe effettuare un sacrificio umano per realizzare e portare a termine un rituale di tale calibro.
In questo modo, Anita non solo si troverebbe a remare contro la legge, ma, soprattutto, contro i propri e incorruttibili principi morali. Così, decisa a non sottostare al volere di quest'uomo senza scrupoli e dall'aura malevola, non si lascia intimorire dai suoi imponenti scagnozzi e, con molta nonchalance (tipica della nostra protagonista), saluta tutti alla buona e va via.
Qualcosa in quell'addio, però, le lascia presagire che è solo questione di tempo prima che si ripresenti nuovamente questa offerta... rimasta, per così dire, in sospeso.

Subito dopo questo spiacevole incontro, Anita riceve un'allarmante chiamata da Rudolph "Dolph" Storr, capo dell'unità investigativa la Regional Preternatural Investigation Team, per gli amici semplicemente Spook Squad, con la quale collabora da qualche anno come consulente.
Il compito principale della Spook Squad è quello di occuparsi prettamente di crimini soprannaturali, e, dal sopralluogo della scena del crimine, è impossibile dubitare che non si tratti di una qualche pericolosa creatura della notte.

Uno spettacolo raccapricciante e grottesco si apre sotto gli occhi increduli di di Anita: ci troviamo nella casa della famiglia Reynolds, e brandelli di carne umana, simili a pezzi da macello, sono sparsi per tutta l'abitazione e chiazze di sangue fresco impregnano intere pareti.
Dal modus operandi così violento e distruttivo del killer, Anita esclude a priori il coinvolgimento di vampiri e lupi mannari, ipotizzando, invece, che vi sia lo zampino di uno zombie molto forte. 
Seppure improbabile che un morto vivente usi una tale estrema violenza contro qualcuno, può verificarsi che un risvegliante molto potente possa ordinargli di ubbidire ai suoi ordini, morali o non morali che siano.

L'unica persona che possiede le potenzialità per dar vita ad una macchina della morte del genere è la più temuta sacerdotessa vudù di St. Louis: Dominga Salvador.

Dallo sguardo minaccioso e beffardo, la sacerdotessa accoglie restia Anita in casa sua per essere interrogata in merito alle sue ultime resurrezioni, affermando di non aver mai compiuto un rito simile... negli ultimi mesi.
In quella casa orribili sacrifici sono stati compiuti in passato, e stanze buie chiuse a chiave nascondono qualcosa, o qualcuno, di sbagliato... contro natura.
Anita riesce a percepire la presenza del male, e uno strano stato di sconforto e malessere comincia a pervaderla da capo a piedi.
Perché continua a rimanere soggiogata da quel potere così immenso e oscuro che, in un certo senso, in parte le appartiene?
E' sicura che la sacerdotessa celi un terribile segreto in grado di condurla alla verità sul caso Reynolds, eppure la donna non si rivela essere così collaborativa, e Anita, impulsiva e diretta qual è, la minaccia senza peli sulla lingua.
Per questo si lascia in pessimi rapporti con Dominga, così da aggiungere alla già lunga lista un altro nemico che intende farle del male e dominarla.

Contemporaneamente, Peter Burke, suo collega Risvegliante, è stato assassinato in una situazione non totalmente chiara.
Il colpevole è ancora in libertà, eppure la coincidenza di questa morte con tutti gli eventi che rincorrono Anita le lascia presagire che non sia proprio un caso fortuito.
Assieme a John Burke, fratello del defunto nonché il più grande cacciatore di vampiri, risvegliante e sacerdote vudù di New Orleans, cercano di racimolare possibili indizi, rivolgendosi persino a un chiaroveggente, che possono far luce su questa vicenda ingarbugliata.

Come se non bastasse, ad aggiungersi a tutti problemi e casini di Anita è il bellissimo e affascinantissimo Master della città, il vampiro Jean-Claude, che la reclama come sua schiava mortale... 
Ma, insomma, questi succhiasangue non smettono mai di starti addosso!


Resti mortali è il secondo volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e, proprio come il primo, l'atmosfera macabra e gotica fa da padrone, avvolgendo e catapultando il lettore negli oscuri meandri della città di St. Louis.
Pagina dopo pagina, la narrazione, scorrevole e incalzante, tende a infittirsi sempre di più, creando una matassa quasi indistricabile e impenetrabile.
Ogni singola azione si sussegue ad un ritmo sempre più lesto e ansiogeno, culminando alla fine dove, dopo non aver respirato per capitoli interi, si può tirare un quasi sospiro di sollievo.

Lo stile della Hamilton è ben riconoscibile, riconfermandosi fresco ed elegante con quel tocco retrò che rimanda silenziosamente al passato e ai classici della letteratura fantastica e dell'orrore.

I personaggi, anche qui, sono ben caratterizzati: i cattivi della situazione sono davvero degli “stronzi” psicopatici senza scrupoli, ed è impossibile non odiarli per le loro azioni crudeli e riprovevoli.
In questo capitolo il personaggio di Anita, che già abbiamo conosciuto per la sua determinazione, franchezza, lealtà e forza d'animo, viene approfondito, svelando alcune parti del suo misterioso passato familiare e del suo particolare rapporto con sua nonna Flores.
Schietta, diretta e apparentemente impulsiva (dico apparentemente, poiché ogni suo gesto e piano è studiato fino all'ultimo dettaglio), rimane quasi impossibile non sorridere alle sue battute puntualmente inopportune e pungenti, che la mettono sempre nei guai.
L'odio che prova verso i vampiri è onniscente, eppure il suo rapporto con Jean-Claude lascia sempre della certa perplessità.
Le motivazioni per evitare questo affascinate e fighissimo vampiro sono infinite ed evidenti, tuttavia, tra i due si percepisce palesemente una sorta di attrazione reciproca... un'attrazione che va oltre il legame forzato che Jean-Claude ha instaurato con la nostra risvegliante in seguito all'aver ricevuto i primi due marchi per diventare la sua schiava umana.

Spero vivamente di fiutare nel prossimo volume, Il circo dei dannati, una qualche evoluzione in questa ambigua e insolita relazione.

Vorrei, inoltre, sottolineare una delle differenze più evidenti con il romanzo precedente: in Resti mortali i vampiri non occupano una posizione di rilevo, e non si affermano come i personaggi principali della storia, ma fanno semplicemente da sfondo alla vicenda e dando maggiore spazio alle figure degli zombie; infatti, assistiamo allo sviluppo di elementi che richiamano il vudù e la negromanzia.
Ammetto che, da grande appassionata dell'argomento, non ho potuto non apprezzare il modo in cui la Hamilton è riuscita a inserirlo nel romanzo, ricordandomi vagamente Merrick la strega di Anne Rice.

Continuerei a disquisire all'infinito, ma concludo dicendo che anche questa volta sono rimasta piacevolmente sorpresa per gli sviluppi della trama e dei personaggi, e non vedo l'ora di continuare questa saga davvero darkettosa e accattivante.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
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mercoledì 19 agosto 2020

Le avventure di Tom Sawyer

Proprio allora fece una scoperta, cioè che promettere di non fare una certa cosa è il modo più sicuro per farsi tornare la voglia di farla.


TITOLO: Le avventure di Tom Sawyer
AUTORE: Mark Twain
EDITORE: Giunti Junior
COLLANA: Classici tascabili
GENERE: Avventura, Romanzo di formazione
TRAMA: Tom vive con la zia. E' un vero combinaguai: imbroglia, disubidisce, non studia, ma in compenso è intelligente, coraggioso e vivace. Un giorno, però, si trova coinvolto in un'avventura molto rischiosa: assiste a un omicidio, di cui viene accusato l'innocente Muff...


RECENSIONE:
Nella piccola e tranquilla cittadina di St. Petersburg, situata vicino le rive del Mississipi, il giovane e irrequieto Thomas, “Tom”, Sawyer trascorre le sue esuberanti giornate intento a far divertire e impazzire chiunque gli ronzi attorno, in particolar modo sua zia Polly.

Non passa secondo senza che la sua mente vivace e giocosa escogiti qualche improbabile piano per farla esasperare.

Quante volte lo ha colto con le mani nel sacco mentre rubava di nascosto la sua intoccabile marmellata o marinava la scuola? E quante volte è riuscito a farla franca senza beccarsi neppure una punizione come si deve, sfoderando il suo più grande repertorio di bugie?

La povera zia Polly, donna buona dall'animo gentile, non riesce proprio ad essere severa con suo nipote senza sentire un peso sulla coscienza, essendo consapevole, in fondo, che il piccolo Tom è un diavolaccio burlone, bugiardo e impulsivo, ma, allo stesso tempo, è un monello dal gran cuore e tutto quello che compie è in buona fede... o forse...

Tom si diverte troppo nel prendere in giro le persone e pensare di essere più furbo di loro; è convinto di non avere punti deboli, proprio come i pirati, gli indiani o i banditi delle sue storie preferite, eppure perde completamente la testa per una bambina che frequenta la sua classe: Becky Thatcher.

In ogni modo possibile e immaginabile cerca di attirare la sua difficile attenzione, finché, un bel giorno, Becky ricambia tutti i suoi pavoneggiamenti lanciandogli un fiore.

Il suo cuore batte solo per lei, ma, nonostante questo, Tom è stato capace di dar vita a inconvenienti davvero esilaranti.

Il piccolo Tom è un diavoletto imperterrito, ma insieme a lui conosciamo il suo migliore amico: Huckleberry Finn, protagonista indiscusso del successivo romanzo Le avventure di Huckleberry Finn.

Diversamente da Tom, Huck non frequenta la scuola e vive da solo, come un animale selvaggio, dentro una grande botte vuota, campando alla giornata e in totale libertà. Suo padre, infatti, è un tremendo ubriacone che sperpera tutti i suoi soldi in alcool senza preoccuparsi minimamente di suo figlio.

I due ragazzi, seppur di due classi sociali differenti, condividono lo stesso status di orfani e di scapestrati, e questo legame li unisce indissolubilmente.

Insieme hanno preso parte a numerose ed esilaranti peripezie: la fuga segreta nelle terre più selvagge e incontaminate dell'isola di Jackson per diventare dei veri pirati, facendo credere, senza volerlo, a tutti i paesani di essere morti; la ricerca forsennata di un tesoro nascosto nelle vicinanze di una casa ritenuta stregata; una terribile gita all'interno di una grotta labirintica... 

Eppure l'avventura più intensa e spaventosa ha inizio nel buio e silenzioso cimitero di St. Petersburg.

Tutto nasce dalla proposta di Huck di recarsi soli nel cimitero per provare una magia atta a combattere i porri.

Le uniche precauzioni che non possono essere assolutamente ignorate sono: trovare un gatto morto per il rito, giungere al cimitero al chiaro di luna e, infine, recitare la formula magica.
L'importante, però, è non farsi beccare dai diavoli che si aggirano tetri tra le lapidi, altrimenti lì sono guai.

Tutto è pronto per il loro piano, ma, all'improvviso, tra le fredde e immobili tombe del cimitero, vedono spuntare tre figure oscure.

Saranno i diavoli che tanto temevano di incontrare?
Lentamente, al loro avanzare sotto la luce lunare, i tre soggetti cominciano a prendere una forma più definita e... umana.

Finalmente, Tom e Huck riescono a riconoscerli.

Difficile giudicare da così lontano quali fossero i reali scopi di quella visita notturna al cimitero, ma, sicuramente, si tratta di un'azione losca che, purtroppo, non andò per il verso giusto...

I due ragazzi, in men che non si dica e senza volerlo, sono diventati i soli e gli unici testimoni oculari di un OMICIDIO.

Il terrore di essere scoperti gli attanaglia, e promettono solennemente di non farne parola con nessuno e di mantenere il segreto per salvarsi la pelle.

Purtroppo, però, qualcun'altro ci sta per rimettere la propria al posto del reale colpevole: un innocente sarà presto processato e condannato a morte.

Tom e Huck sono decisi a restare alla larga da questa brutta storia, eppure... non riescono a smettere di pensare come incastrare il colpevole.

Ma il cuore dei giovani è molto elastico e non si lascia comprimere a lungo 

Le avventure di Tom Sawyer è un romanzo scritto nel 1876, e, seppur considerato da molti come un classico della letteratura per ragazzi, esso incorpora e unisce diversi generi letterari.

Leggendolo ricorda molto un romanzo di formazione, poiché seguiamo lo sviluppo del protagonista nel corso dell'intera narrazione.

Tom è un personaggio estremamente dinamico e in continua evoluzione: lo osserviamo nelle prime pagine intento ad elaborare giochi e scherzi infantili, per poi giungere, verso la fine, alla maturazione di una nuova consapevolezza, frutto delle esperienze fatte nelle sue innumerevoli avventure.
Allo stesso tempo, però, viene da considerare il libro come un romanzo picaresco, in quanto Tom si muove da un episodio avventuroso all'altro.
Inoltre, Le avventure di Tom Sawyer si avvicina al genere della satira, della narrativa popolare e alla commedia.

Twain utilizza un linguaggio semplice e colloquiale che riflette e si adatta ai pensieri di un ragazzo come Tom.
Molto interessante è il modo in cui l'autore ricrea dei dialoghi adatti alla mentalità dei piccoli personaggi, così da regalargli quel tocco di genuinità e realismo.

Inizialmente, proprio per questa sua caratteristica, ho incontrato delle difficoltà nell'entrare completamente nella narrazione (aggiungendo il fatto che solo dopo ho scoperto di possedere un'edizione riadattata), trovandola piatta e noiosa.

Solo con il susseguirsi delle vicende buffe e fantasiose attorno a Tom e ai suoi amici, ho ripreso lentamente interesse, e non mi è dispiaciuto continuare a leggere il romanzo.

La parte che ho apprezzato maggiormente dell'intero romanzo è l'atmosfera cupa e macabra che l'autore è riuscito a creare attorno alla vicenda dell'omicidio nel cimitero.

Non sono mancati, inoltre, alcuni momenti nella storia che mi hanno portato a riflettere su quanto possa essere diversa la vita di un ragazzo come Tom Sawyer (vissuto, più o meno, nel periodo successivo alla guerra di secessione) da quella di un ragazzo di oggi.

In passato per divertirsi bisognava ingegnarsi con quel che si aveva (bottoni colorati, tappi di sugheri, monetine, pezzi di vetro colorato...) unito a tanta buona fantasia e immaginazione.

Il contatto con la natura era onnisciente, lo spirito di avventura esuberante e sottintesa era la condivisione di un nuovo gioco con i propri coetanei.
Invece, oggi assistiamo alla scomparsa quasi totale di questi divertimenti così genuini e salutari, che tristemente lasciano il posto alla sempre più invadente tecnologia.
Gli schermi sono ormai i migliori amici dei bambini, accompagnandoli ovunque e cancellando ogni legame con il mondo circostante.

Un sentimento di nostalgia per un tempo passato e quasi del tutto perduto è stato il mio compagno di viaggio nel mondo dimenticato di Tom Sawyer.

Avventuroso e divertente, Mark Twain da vita a un dei personaggi inconfondibili, che, inevitabilmente, ci riportano indietro nel tempo... a quando bastavano piccoli oggetti inutili e uno spazio aperto per essere felici, e seguire instancabilmente l'immaginazione per la creazione delle nostre avventure.

Questo è un romanzo che consiglio particolarmente ai piccoli lettori, ma sono sicura che anche i grandi lettori dall'animo ancora bambino possono apprezzare.


Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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venerdì 14 agosto 2020

Affinità

Ho paura di guardare la notte che preme contro il vetro. Poiché la notte racchiude Millbanks, con le sue ombre fitte; e in una di quelle ombre giace Selina... mi fa scrivere il suo nome qui, diventa sempre più reale, più forte e viva a ogni movimento del pennino sulla carta... Selina.
In una di quelle ombre giace Selina. Ha gli occhi aperti e mi sta guardando.

 

TITOLO: Affinità
AUTRICE: Sarah Waters
EDITORE: TEA
COLLANA: Le Rose di TEA
GENERE: Mystery, Thriller, Ghost Story
TRAMA: Londra, 1874. Margaret Prior, giovane donna di buona famiglia, decide di prestare opera di volontariato nella prigione femminile di Millbanks e portare conforto alle detenute costrette a una vita dietro le sbarre. Tra queste incontra la bellissima e conturbante Selina Dawea, una medium dal volto d'angelo, dotata di poteri soprannaturali. L'attrazione tra le due donne è palpabile, ma a mano a mano che le visite di Margaret alla prigione s'infittiscono, misteriosi eventi le accadono: un lucchetto sparito dalla sua stanza, fiori che appaiono dal nulla, quella donna che sembra sapere tutto di lei e del suo passato e che, soprattutto, sembra innamorata di lei. Sullo sfondo della Londra vittoriana, un romanzo di potere e passione, denso di erotismo, ma oscuro e inquietante, dove mystery e atmosfere gotiche si fondono con esito avvincente. 

@thecovenofphantasmagoricalbook

RECENSIONE:
Margaret Prior è una docile e sensibile ragazza, segnata profondamente dalla prematura morte dell'amato padre.
Tutto il periodo successivo alla scomparsa dell'unica persona che le voleva bene, Margaret precipita in un terribile stato di depressione, una situazione emotiva che, lentamente, la conduce verso una morte certa.
Contrariamente alla sua volontà di dipartire e trovare finalmente la pace, i suoi familiari riescono a metterla in salvo ed evitare per un pelo questo cupo destino.
Seguono mesi e mesi di estenuanti cure, sottoponendo Margaret all'assunzione di dosi massicce di cloralio, con l'effetto di renderla più mansueta.

Dopo essersi finalmente ristabilita, Margaret decide di dedicare parte del suo tempo all'occupazione di visitatrice nelle carceri femminili di Millbanks.
 
In questo luogo sinistro e spettrale, dove la luce filtra debolmente attraverso le spesse e sconfortanti sbarre, la missione di Margaret consiste nel recarsi nelle squallide celle delle detenute per conversare assieme a loro. 
L'obiettivo finale, che le è stato destinato dai suoi superiori, è quello di far riflettere queste peccatrici sulla loro vecchia e malevola condotta, sui loro sbagli, e ricordare loro che esiste una forma di redenzione e che possono ancora apprendere il comportamento di una vera signora.
In nessun modo, però, deve far trapelare informazioni riguardo la vita al di fuori di Millbanks, le condizioni della loro famiglia o dei loro conoscenti; e,neppure,devono saltar fuori parole di conforto e di pietà per i terribili misfatti compiuti dalle detenute.

Le condizioni di vita di queste donne sciagurate sono davvero pessime e impensabili.
Esse sono divise per reparti, e, in base alla loro condotta, possono ricevere delle agevolazioni o dei piccoli privilegi (una cella leggermente più spaziosa, un lavoro meno faticoso da svolgere, una maggiore razione di cibo, ...)
Le guardiane, donne dall'aspetto ancora più cupo della stessa prigione, sono distaccate e intransigenti, e non ammettono sgarri alle regole.
C'è chi, però, silenziosamente, riesce ancora a trattare queste donne come esseri umani e non come animali.

Margaret percepisce un'ostinata e forte sensazione di oppressione, e non è totalmente sicura che questo sia un incarico adatto al suo mite temperamento; ma, la vista di una peculiare detenuta le fa cambiare idea.
Immobile, con il viso rivolto verso il pallido spiraglio di luce e con le mani intente ad accarezzare un piccolo fiore, vi è una giovane ragazza dalla bellezza inconsueta e inquietante.

Perché si trova a Millbanks? Quali crimini le sono stati attribuiti? Ma, soprattutto, come è riuscita a ottenere un fiore in questo luogo arido e brullo?

Queste sono le domande senza risposta che assillano la mente agitata di Margaret, e la curiosità inizia ad aumentare a dismisura, finché non le resta che chiedere informazioni sul suo conto.

Il suo nome è Selina Dawes, e dovrà scontare quattro anni a Millbanks per il reato di truffa e aggressione.

A destare l'interesse di Margaret, però, non è tanto la sua pena, bensì la sua carriera passata: Selina è una SPIRITISTA... una medium.
Si vocifera che nel suo campo è una delle migliori, una vera e propria celebrità nel mondo dell'occulto, dalle capacità straordinarie in grado di evocare gli spiriti e metterli in contatto con i loro cari.

Qualcosa, però, andò storto durante la sua ultima seduta.
Da qualche mese gli incontri con gli spiriti si svolgevano nella dimora della signora Brink, protettrice e grande sostenitrice del lavoro di Selina, e quella sera dell'agosto del 1873 doveva partecipare  una giovane ragazza, Madeleine Silvester.
Lo spirito guida di Selina, Peter Quick, però, pare non essersi comportato bene, secondo la testimonianza della medium, spaventando la ragazza, che venne travolta da una crisi isterica, e la signora Brink, morta per infarto.
Naturalmente, in assenza di testimoni oculari a favore di Selina, le accuse caddero tutte su di lei, la sola che avrebbe potuto scatenare questo inferno, danneggiando le sue ospiti e prendendosi gioco della loro ingenuità.

Tra infanticide, prostitute, assassine, borsaiole... esattamente come un fiore nel deserto, c'è Selina. 
Il suo aspetto angelico e innocente richiama un qualcosa di arcano e singolare, destando un profondo interesse in Margaret, che a stento riesce a non portare a casa la sua immagine.

Ogni visita alla prigione viene accuratamente appuntata e descritta nelle pagine di un diario segreto, l'unico confidente di Margaret... il solo a cui può confessare i suoi pensieri e sentimenti più intimi senza essere giudicata.
A fine giornata, prima di coricarsi e di aver preso la medicina che la aiuta a prendere sonno, Margaret racconta dei suoi incontri con le detenute, marcando e dirigendo la sua attenzione sempre sulla misteriosa e impenetrabile Seline.

Al di fuori dalla tetra prigione, Margaret conduce un'esistenza non molto diversa dalle recluse di Millbanks.
L'apparente libertà si annulla completamente al suo rientro a casa, dove è costretta a sottostare alle seccanti consuetudini della madre, una donna estremamente soffocante e irascibile, che le ricorda costantemente quanto sia fragile e inconcludente. In aggiunta, non manca mai nel rammentarle quanto sia una perdita di tempo il suo vagare tra le buie e anguste celle di una prigione, invece di cercare un uomo che può offrirle una buona sistemazione.
In effetti, Margaret è l'unica, tra suo fratello maggiore e sua sorella minore, che non ancora riesce a organizzare un proprio matrimonio; e giungere a quasi trent'anni senza nessun fidanzamento imminente significa solo, in una società come quella vittoriana, essere considerata una zitella.

Amareggiata da tutto ciò che la circonda, Margaret riesce a trovare un briciolo di conforto solamente nel rivolgere i propri pensieri a Selina.

La determinazione nel voler scoprire il suo passato da spiritista e del perché effettivo della sua condanna finisce per trasformarsi in una sorta di ossessione tormentosa, che la porta a spendere gran parte del suo tempo nella cella di Selina oppure in ricerche sul suo conto.
Il fascino enigmatico e struggente della detenuta, in aggiunta alle sconcertanti rivelazioni sul mondo parallelo degli spiriti, non fa altro che accrescere in Margaret un'attrazione sempre più incontrollabile.

Nonostante un apparente scetticismo davanti alle strette confidenze riguardo le misteriose entità invisibili, Margaret rimane sconcertata da fatto che Selina è a conoscenza delle sue vicende personali. Inoltre, iniziano a presentarsi sempre con maggiore frequenza inspiegabili sparizioni di alcuni suoi oggetti, accompagnate dalla comparsa improvvisa di splendidi fiori nelle sue stanze.

Selina le spiega che sono i suoi amici spiriti a fare questo, perché è lei che glielo ordina.

Ma come possono, degli eventi del genere, verificarsi realmente?

Tutto questo la spaventa, ma, allo stesso tempo, la scuote dal torpore che ormai da anni l'accompagna. Una nuova consapevolezza comincia a farsi strada nel cuore di Margaret, la speranza di poter ricominciare a provare dei sentimenti nuovi, e superare il lutto per il padre.

Gli incontri tra Selina e Margaret iniziano a moltiplicarsi, e il legame che le unisce diventa, man mano, sempre più stretto e profondo.
Sarà difficile, a questo punto, mantenere nascosta questa nascente passione agli occhi indiscreti delle guardiane, che potrebbero riferire tutto ai loro superiori, distruggendo il loro rapporto.

La morte è muta quando la vita è sorda 

Affinità è un romanzo che riporta una storia singolare, struggente e spaventosa, avvolta dal cupo mistero della morte.
Una storia, infine, nella quale nulla è realmente ciò che appare

La narrazione non è lineare, e procede andando avanti e indietro nel tempo. 
Si vanno ad alternare, infatti, eventi presenti, riportati nelle pagine del diario di Margaret, e passati, in quelle di Selina.
In questo modo, assistiamo all'intervallarsi continuo di due punti di vista differenti, che regalano al lettore una visione più ampia, seppur non più chiara, dell'intera vicenda.

Ho apprezzato molto questo aspetto del romanzo; in particolar modo, è eccezionale la capacità dell'autrice di evitare il rischio di creare un effetto di "confusione" e di dar vita a due stili di scrittura completamente differenti, in grado di rappresentare distintamente i due personaggi principali.

Molto importante è considerare l'ambientazione e il periodo storico in cui la vicenda prende piede.
Ci troviamo, infatti, a Londra in piena epoca vittoriana, un'epoca caratterizzata da profonde e sconcertanti contraddizioni.
Viene descritta una società ipocrita, divisa in due: da una parte contempliamo un pericoloso perbenismo di facciata, dall'altra cogliamo il lato marcio e oscuro delle persone.
La spontaneità e i sentimenti vengono soffocati e schiacciati sotto il peso di una rigida morale (ben rappresentata dalla madre di Margaret).
L'importanza di apparire perfetti, di nascondere la propria natura sotto una maschera, accompagnata dalla tendenza a condannare il diverso, credo siano gli aspetti del romanzo che più mi hanno fatto rabbrividire.

Sarah Waters, inoltre, è stata davvero brava nel riportare fedelmente e vividamente questa epoca, descrivendone anche la parte che più oscura e interessante: il fenomeno dello spiritismo.
L'attrazione segreta per il mondo dei morti è talmente in netto contrasto con le idee razionali e scientifiche del tempo che è impossibile non rimanerne affascinati e turbati allo stesso tempo.

Centrale ed evidente è l'amore saffico  tra le due protagoniste, Margaret e Seline.
La loro è una relazione che va oltre il pregiudizio, che si ribella alle convezioni sociali e che si nutre della speranza di una futura libertà.
Entrambe sono imprigionate in una gabbia, che le soffoca e tenta di uniformarle a un qualcosa che non appartiene alla loro natura. 

Leggendo i loro diari entriamo completamente nella psiche di Margaret e Seline: viviamo i loro tormenti e angosce, le loro passioni e speranze...
Ci si ritrova ad essere coinvolti personalmente. La rabbia, il dolore, la rassegnazione rinchiusi a Millbanks ci avvolgono e ci risucchiano dal profondo, e si percepisce una sensazione di impotenza davanti a un simile spettacolo grottesco... la stessa che attanaglia Margaret e non la lascia stare.

Concludo con il dire che è stata una lettura forte, struggente e appassionante, che saprà tenervi con il fiato sospeso fino alla fine.
Io, intanto, sono già pronta per avventurarmi in altri romanzi di Sarah Waters.

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...