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lunedì 30 agosto 2021

MEMENTO MORI di Stella Azzini

La guardai allontanarsi e mi lasciai cadere a peso morto sulla panchina, maledicendo il demone che si era impossessato di me nel momento in cui avevo deciso di voltare le spalle alla ragazza che amavo.
- Stella Azzini, Memento Mori.

TITOLO: Memento Mori
AUTRICE: Stella Azzini
EDITORE: Lis Aganis Publishing House 
GENERE: Paranormal Romance

Un'antica e macabra leggenda abruzzese narra che nelle notti più oscure, quando a risplendere nel cielo vi è solamente la luna piena, una spaventosa figura sbuca dall'oscurità per tormentare il sonno della sua vittima addormentata. 
Il dormiente non può nulla davanti a questo essere che si posiziona sul suo stomaco, immobilizzandolo e sottomettendolo alle torture più terrificanti.
Pandafeche è il nome di questa creatura da incubo, una creatura che un tempo veniva chiamata in causa per spiegare il fenomeno della paralisi del sonno.
Ma quanto può esserci di vero in una così oscura credenza popolare? 
E se ad aggiungersi vi fosse anche una terribile maledizione, cosa potrebbe accadere?

Il giovane Declan sa bene cosa significa essere condannati ad assistere a orribili manifestazioni notturne. Conosce il dolore, la paura e l'impotenza di fronte all'incapacità di mettersi in salvo dalla Pandafeche.
La sua famiglia, o meglio i suoi parenti italiani, sanno che questo mostro non c'entra nulla con delle semplici paralisi notturne, bensì con un qualcosa di molto malvagio: un tormento che si ripresenta in ogni generazione, perseguitando i figli maschi dopo il compimento dei tredici anni.  
Oltretutto Declan possiede l'innata capacità di vedere le anime dei morti e di poter comunicare con loro.

Per gli amici lui è lo strambo; il ragazzo che sembra uscito direttamente da una rock band in stile Black Veil Brides, pieno di tatuaggi macabri e inquietanti, e che vaga silenzioso per i vicoli solitari dei cimiteri.
D'altra parte, la sua fama di bello e dannato non può che attrarre l'interesse di molte ragazze, in particolare quella di Hope.
 
Fin dal loro primo incontro, non propriamente casuale, i due perdono la testa l'uno per l'altra, innamorandosi senza riserve.
La sensazione di entrambi è quella di conoscersi da sempre, forse in un'altra vita avevano già avuto modo di creare un legame così profondo.

Per la prima volta in molti anni, Declan riesce a vedere uno spiraglio di luce illuminare la propria esistenza di ombre, e Hope è stata l'unica capace di zittire i suoi demoni. Almeno per un po'.
Le apparizioni della Pandafeche, infatti, non cessano di perseguitarlo, iniziando a coglierlo anche in pieno giorno e in situazioni del tutto inaspettate.

Per di più una misteriosa donna dai lunghi capelli neri e con un corvo posato sulla spalla si insinuerà  nelle sue visioni, divenendo la portatrice di una qualche ignota verità.
Perché è proprio questo che Declan e Hope cercano disperatamente: la verità.

Avevo capito che ognuno di noi indossa delle maschere, che ognuno di noi ha i suoi demoni interiori. Delle volte nemmeno ci accorgiamo che i veri mostri su nascondono nelle persone che sembrano più normali.
- Stella Azzini, Memento Mori.

Memento mori (2021) di Stella Azzini è un romanzo che si inserisce perfettamente nel genere paranormal romance.
Il fulcro narrativo è rappresentato dalla storia d'amore, a tratti travagliata, tra Declan e Hope, alla quale si intreccia la leggenda abruzzese della Pandafeche.

Ammetto che la love story è la parte che ho apprezzato meno, non condividendo alcune delle scelte e modi di fare dei giovani protagonisti, però questo è un mio giudizio soggettivo, in quanto sono consapevole di non essere molto affine al romance, anzi per nulla.
Nonostante ciò, ci sono numerosi elementi all'interno del romanzo degni di nota.

In primo luogo, la maledizione della Pandafeche. Grazie ad essa la vicenda assume una sfumatura oscura e intrigante, e in più ci catapulta in un mondo in cui le credenze popolari sono ancora ben radicate e vive.
Questo mondo è rappresentato dalle verdi terre d'Abruzzo. 
Non ho potuto non amare le descrizioni che dipingono questo luogo dalla natura incontaminata e dagli infiniti segreti e magie. 
Eppure l'aspetto più affascinante del romanzo è vedere come i personaggi istaurano un rapporto diretto e profondo con l'ambiente circostante, lasciandoci riflettere su quanto noi uomini e donne moderni tendiamo a dimenticare la sua importanza e il suo valore.

La struttura narrativa è caratterizzata da continui spostamenti temporali, grazie ai quali, man mano che la vicenda prosegue, riusciamo a ricostruire il passato e a dare un senso agli eventi presenti.
Questo andirivieni, inoltre, unito allo stile di scrittura lineare e conciso, crea un senso di dinamismo abbastanza coinvolgente.

Vorrei complimentarmi per la splendida estetica del libro, curata fin nei minimi dettagli.
Al suo interno sono presenti anche delle illustrazioni create dalla stessa autrice, che valorizzano ancor di più il romanzo.
In aggiunta, ho adorato l'idea di inserire alla fine di ogni capitolo il titolo di una canzone, che nel complesso andranno a creare la colonna sonora dell'intero romanzo.

Soffermandoci sui personaggi, primari e secondari, li ho trovati sbarazzini, e a modo loro sanno come arricchire il romanzo. Ognuno di loro seguirà una propria crescita interiore, confrontandosi con le proprie paure più profonde.
Come spesso mi accade, alcuni mi sono piaciuti più di altri, che invece mi hanno dato una sensazione di bidimensionalità. 
Fisicamente sono tutti ben caratterizzati (anche se un po' troppo perfetti esteriormente) e non è difficile immaginarli; tuttavia avrei preferito scavare ancora più a fondo nella loro psicologia, così da conoscerli a tutto tonto. 
Naturalmente questo mio piccolo appunto è del tutto personale e conforme ai miei gusti di lettrice.

Infine, a chi mi sento di consigliare questo libro? 
A tutti coloro che sono alla ricerca una storia romantica ben scritta e ricca di elementi folcloristici e misteriosi, e che nasconde tra sue pagine una controversa storia di vendetta, tradimento e passioni proibite.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.

venerdì 14 maggio 2021

ZISKA LA STREGA DELLE PIRAMIDI di Marie Corelli

L'orario e il chiaro di luna tramavano il loro mistero: il mistero di un'ombra e di una forma che sfiatò come un sottile vapore dai portali dell'antico tempio della morte e, trascinandosi poco in avanti, si definì nella bellezza visionaria di un profilo di donna - una donna i cui capelli scuri ricadevano pesanti come gli scampoli neri delle bende di un cadavere sepolto ormai da tempo; una donna i cui occhi brillarono di un fuoco sacrilego quando alzò il viso alla luna bianca e segnò l'aria con le sue braccia spettrali.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 9

TITOLO: Ziska La strega delle piramidi
AUTRICE: Marie Corelli
EDITORE: Castelvecchi
COLLANA: Biblioteca dell'immaginario
TRADUTTORE: Marco Bisanti
SINOSSI: Armand Gervase ha tutto ciò che si può desiderare dalla vita: fama, successo, donne, denaro e, come artista, può senz'altro dirsi realizzato visto che le sue opere sono esposte nelle più importanti gallerie del mondo. Il suo quadro più famoso raffigura un'affascinante donna dell'antico Egitto su uno sfondo ricco di particolari, anche se Gervase non ha nessuna conoscenza della storia del regno dei faraoni: come ha potuto dipingere un simile ritratto? L'artista, prigioniero di una vita lussuriosa e decadente, non sembra porsi il problema. Almeno finché al Cairo non incontra la misteriosa principessa Ziska, una donna di straordinaria bellezza in grado di ammaliare chi l'ascolta con appassionanti storie ambientate nella remota antichità egiziana. Catturato dal fascino di Ziska, Gervase sarà presto costretto a fare i conti con un evento soprannaturale: la principessa è identica alla donna del suo famoso quadro e quella inaspettata visione sembra improvvisamente parlargli di esperienze già vissute. Ciò che appare come inspiegabile, allora, si colorerà di inquietudine profonda in una storia in cui il sapiente intreccio dei temi della seduzione, della reincarnazione e della vendetta spiegano lo straordinario successo di questo romanzo nel periodo vittoriano.

RECENSIONE:
Nessun luogo potrà mai competere con il fascino ipnotico e travolgente dell'Egitto.
Una terra di enigmi e magia, di leggende e miti, di arte e meraviglia; eppure, tutta questa intrigante realtà resta oscura alla calca frenetica di inglesi, letteralmente impazziti per il "viaggio alla moda".
Trascorrere la tradizionale "stagione" londinese in questo luogo misterioso e selvaggio sembra procurare a tutta l'alta società vittoriana il brivido della novità: qualcosa di sensazionale e unico, capace di valicare le strette e tanto detestate convenzioni sociali.

Nella grande hall del Gezireh Palace Hotel un gruppetto di rispettabili britannici è in procinto di prepararsi all'imminente ballo in maschera.
Quella sera, affermano, saranno presenti alla festa alcuni ospiti importanti, tra cui spicca il celebre pittore francese Armand Gervase, il quale si trova al Cairo per condurre alcuni studi sulle donne orientali... o per lo meno, questa è la motivazione ufficiale.
Bisogna sapere, infatti, che Gervase deve gran parte della sua fama alla sua indole passionale e focosa, oltre che alle sue indubbie doti pittoriche. 
In aggiunta, non mancherà la presenza di una donna davvero intrigante: la principessa Ziska.
Tanto acclamata per la sua bellezza conturbante, in realtà delle sue origini si conosce ben poco.
Alcuni ritengono che sia la moglie di un principe russo e che sia estremamente ricca, altri, invece, credono che non vi sia nessun marito e che possieda una sorta di attitudine... soprannaturale.
Quest'ultima congettura è da attribuire al dottor Maxwell Dean, uno studioso a dir poco anticonvenzionale.
Tra i suoi numerosi interessi e studi prettamente "ordinari", infatti, si annoverano materie dal carattere occulto ed esoterico, che ruotano attorno all'indagine di "fenomeni strani".
Per alcune sue teorie viene definito un tipo strambo, pur rimanendo un tipo simpatico e affabile.

Quando finalmente iniziano i festeggiamenti, la principessa Ziska entra in scena, confermando tutte quelle voci sulla sua straordinaria bellezza... una bellezza dai tratti marcatamente egiziani.

Gli occhi di tutti sono rapiti da quella ammaliante presenza, eppure un'inspiegabile presentimento turba l'animo di Armand Gervase.
Il pittore non riesce a spiegarsi la sensazione di conoscere Ziska, di averla già incontrata prima di quel momento. 
Ma dove e quando?
Quello sguardo ferocemente attraente, quel corpo leggiadro, quel particolare tono di voce e quella risata cristallina gli sono terribilmente familiari, e lo riconducono a ricordi vaghi e lontani.
Tuttavia, a sconcertare veramente Gervase è la certezza di aver amato questa donna, e di continuarla ad amare impetuosamente tutt'ora!

Non reclamo il titolo di sovrana. Per stasera sono il quadro vivente di una persona un tempo famosa, una poco di buono che aveva quasi il mio nome, una danzatrice del passato nota come Ziska-Charmazel, la favorita dell'harem di un grande guerriero egiziano che storie dimenticate annoverano come "il possente Arasse".
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 41

In seguito a questo incontro, bizzarre coincidenze cominciano a susseguirsi senza tregua nel corso della vicenda, culminando in una scoperta sconvolgente. 
È impossibile non rimanere sconcertati dall'impressionante somiglianza che Gervase e Ziska hanno con i soggetti di un antico bassorilievo egiziano: il forte guerriero Arasse e la sua amante Ziska-Charmazel.

Macabre e violente storie del passato si attorcigliano al presente; vendette silenziose e crudeli prendono vita per dare giustizia ad un torto subito; teorie sull'immortalità dell'anima diventano l'unico modo per spiegare l'inspiegabile. 

Per chi studia le cose con intelligenza non c'è tempo né distanza. Sin dal suo primissimo inizio la storia è come una straordinaria catena in cui nessun anello si spezza mai davvero, e in cui ogni parte è in stretta connessione con l'altra, anche se la ragione stessa dell'esistenza di questa catena è un mistero irrisolvibile.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 137


Ziska La strega delle piramidi (Ziska. The Problem of a Wiked Soul, 1897) è un romanzo straordinario, e non potrebbe essere altrimenti vista la singolarità della sua artefice: Marie Corelli.

Donna dalla personalità eccentrica e fuori dalle righe, duramente criticata per il suo orientamento sessuale e per le sue scelte di vita, Marie Corelli (nome d'arte di Mary Mackay) fu una delle scrittrici più popolari in epoca vittoriana, che anticipò la fantascienza al femminile. 
Tutta la sua produzione letteraria ebbe un immediato e strabiliante successo, e i suoi libri furono letti e amati persino dalla Regina Vittoria e Oscar Wilde!
Anche lo scrittore Henry Miller fu un suo grande fan, definendo il suo lavoro come "straordinario e accattivante" e parlando della Corelli come un'autrice estremamente sensuale, pur non descrivendo mai rapporti erotici.
Alcune recenti indagini dei cultural studies, inoltre, hanno riconosciuto il valore dei suoi romanzi in quanto importanti testimonianze dei gusti, opinioni, abitudini di lettura e dell'ossessione sessista della classe media inglese in epoca vittoriana.  

L'idea maschile dell'amore è prendere tutto ciò che si può da una donna e in cambio non darle altro che infelicità, a volte - e altre volte, morte.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 91

Da grande appassionata di esoterismo e di egittologia quale era, la Corelli non si è lasciata sfuggire l'occasione di dar vita ad un romanzo dall'ambientazione favolosa.
L'Egitto si presta benissimo come palcoscenico di una bizzarra ma quanto mai singolare vicenda.
Un luogo dalle atmosfere esotiche e misteriose, un luogo in cui lo scorrere del tempo non procede secondo una linea retta, sempre avanti in vista di un futuro senza passato, ma si muove circolarmente, come in un continuo e irrefrenabile eterno ritorno.
Il passato non è morto in queste terre, ma continua a vivere nel presente, come un nonno che non smette di raccontare una storia a suo nipote.
E se a ricordarci di un'epoca remota vi sono le monumentali piramidi e la silenziosa sfinge, esiste anche qualcosa di più terrificante e soprannaturale in grado di riportare a galla eventi dimenticati.

Cosa può esserci di più potente del desiderio di vendicare un torto subito, di pareggiare i conti e punire chi non ha mai pagato per il crimine commesso, tanto potente da non perire neppure nella morte? 
La reincarnazione, la trasmigrazione della anime e l'amore eterno incorporeo sono tutti elementi che si intersecano alla storia della principessa Ziska, e grazie al personaggio dell'erudito dottor Dean veniamo a conoscenza di teorie esoteriche affascinanti e inquietanti.

Anime che sono fatte per stare insieme; anime che continuano ad occupare nuovi corpi, in nuove epoche, per incontrarsi ancora e percepire quell'inspiegabile senso di familiarità. 

Chissà chi è stato il detentore dell'anima di Armand Gervase, un'anima così infuocata e passionale tanto da desiderare ardentemente l'amore di Ziska. 
Il loro rapporto estremamente intimo e intriso di sensualità ci trasmette un senso di languore e struggimento. 
Il tormento accompagna costantemente Gervase, e come una marionetta si lascia manovrare dal potere insidioso della principessa. 

Benché la crudeltà di Ziska possa farla apparire come un personaggio spietato e senza pietà, c'è una spiegazione alle torture inflitte al suo amante: la rabbia di un cuore tradito e infranto. 

Perché, di solito, gli uomini non capiscono l'amore. Capiscono il desiderio, talvolta pari alla spietata cupidigia per ciò che riescono ad ottenere. Ma l'amore, l'amore che resiste lealmente e in silenzio al logoramento del dolore e al passaggio degli anni, l'amore che sacrifica tutto all'amato senza mai cambiare o vacillare, è una passione divina che mai o quasi mai santifica ed ispira la vita di un uomo. 
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 202

Libera di esprimere se stessa e i suoi sentimenti, il personaggio straordinario di Ziska impersona la donna che non si sottomette alle costrizioni imposte da una società perbenista e maschilista come quella vittoriana. 
Proprio attraverso questo personaggio viene espressa un'aspra critica alla mondo moderno. 

Non posso che concludere consigliandovi questo romanzo sovrannaturale, coinvolgente e intrigante, che saprà trasportarvi in un universo leggendario e affascinante. 


















mercoledì 28 aprile 2021

IL CIMITERO DEI VIVI di Poppy Z. Brite

Morire: il sussulto finale di dolore e dissoluzione nel nulla che è il prezzo che paghiamo per ogni cosa. Non potrebbe essere l'emozione più dolce, l'unica salvezza che ci spetta...
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 134
TITOLO: Il cimitero dei vivi
AUTRICE: Poppy Z. Brite
GENERE: Splutterpunk
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUTTORE: Francesca Noto e Alessandro Manzetti
SINOSSI: Dalla Regina dello Splatterpunk, una selezione dei suoi racconti più celebri, molti dei quali tradotti in Italiano per la prima volta: La Palude delle Lanterne (Lantern Marsh, 2000); La Sesta Sentinella (The Sixth Sentinel, 1992); Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord of Nerves, 1992); Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia (Mussolini and the Axeman’s Jazz, 1995); La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990); Il Cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002); Risvegli (Self-Made Man, 1996).Tra spettri, fantasmi, voodoo, cannibali, creature, cimiteri e cadaveri, amanti e musei di morte che animano la sua dark New Orleans spesso protagonista, scenario e madre delle storie, l'autrice, vero e proprio cult del genere, canta il suo innovativo, malinconico, brutale e poetico horror dal sapore di assenzio, dipingendolo con decadente e magnetico splendore.

RECENSIONE:
Difficilmente rimango in disparte quando un libro chiama in causa la fantasmagorica New Orleans (e come ben sapete ho una piccola ossessione per questa città).
Di conseguenza non ho potuto assolutamente rinunciare alla lettura de Il cimitero dei vivi di Poppy Z. Brite: una raccolta di sette racconti (la maggior parte inediti in Italia) dal sapore macabro e orrorifico, che mescolano elementi del genere Southern Gothic a quelli dello Splatter più estremo.

Nonostante il carattere eterogeneo delle storie - diverse tra loro per scenari, tematiche e atmosfere - è percepibile un evidente fil rouge che le lega indissolubilmente, suggeritoci direttamente dal titolo della raccolta.  
In questo volume, infatti, la vita e la morte si intersecano, sovrapponendosi e scambiandosi di significato. 
Il netto confine che le separa svanisce, lasciando il posto a una nuova concezione delle due.
I vivi che affollano il romanzo vagano nel mondo senza uno scopo preciso, senza meta, proprio come se fossero dei corpi senz'anima; al contrario, sono proprio i morti (spettri, fantasmi, entità non specificate) che si riappropriano di una ragione di esistere.
Un altro aspetto che ricorre in tutti i racconti è la straordinaria fusione tra elementi soprannaturali e fantastici ad aspetti estremamente quotidiani e nella norma.
Il terzo e ultimo punto di contatto, presente nella maggior parte delle novelle, è l'ambientazione: New Orleans
Una città singolare, eccentrica, folle... dal fascino misterioso e decadente. 
Un luogo che riesce a vestire contemporaneamente i colori più festosi e sgargianti del Mardì Gras e le tinte più tetre e occulte legate alle tradizioni voodoo e alla radicata criminalità. 
Come se non bastasse, a invadere costantemente le sue strade è una soave melodia, un motivo che unisce il sound caldo delle brass band agli inspiegabili e suggestivi suoni delle paludi.

Ma addentriamoci ora nel cuore dei racconti.
 
Rosalie era giunta a New Orleans perché era il posto più a sud dove era riuscita ad arrivare, o almeno, così diceva lei. Stava scappando da un amante a cui si riferiva con indifferenza, soltanto con il nome di Joe Coffespoon. Il ricordo di lui la faceva rabbrividire molto più delle mie dita ectoplasmatiche, e allora cercava il bacio umido delle notti tropicali.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sesta sentinella, 7

La sesta sentinella (The Sixth Sentinel, 1992) narra la bizzarra vicenda di Rosalie "Sfortunata" Smith, che giunge a New Orleans per dimenticare un passato fosco e doloroso.
Non sa, però, che il suo nuovo appartamento, uno degli edifici più vecchi del Quartiere Francese, e già occupato da un altro inquilino... un fantasma!
Nonostante questo, tra la ragazza e Jean (l'entità ectoplasmatica) si instaura una pacifica convivenza.
Questo finché una strana idea non prende il sopravvento nella fantasia del fantasma.
Spinto da un opprimente senso di solitudine e dal ricordo di antichi tesori nascosti, Jean comincia ad intessere un piano contorto per raggiungere il suo macabro scopo.
Un racconto malinconico e nostalgico, una storia di fantasmi e di magia nera, che, grazie a un colpo di scena finale inaspettato, è stato capace di lasciarmi senza parole.

Di giorno, la palude era un luogo di macchie marezzate di luce, cipressi e querce coperti di mucchio spagnolo, punte marroni e vellutate di tifa che scoppiavano in nuvole bianche come neve se le si schiacciava contro la nuca di un amico, e leggende di sabbie mobili piene di scheletri e tesori.
Ma di notte, le lanterne prendevano il sopravvento.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La palude delle lanterne, 33

Uno strano fenomeno prende vita la notte nella palude di Lantern Marsh: le lanterne, scintillanti globi di luce che fluttuano sopra gli acquitrini.
I più razionali ritengono che siano degli innocui fuochi fatui, dovuti ai gas della palude; mentre, i più superstiziosi credono che siano dei fantasmi scintillanti.
Quale che sia la loro reale origine, Phil e Bronwen continuano a non comprendere perché il loro strambo amico Noel ama osservarle durante la Notte di Ognissanti.

Halloween è un vero e proprio giorno di festa nella città di Lantern Marsh. 
Tutti i bambini non aspettano altro che uscire per le strade, orrendamente travestiti, e fare "dolcetto o scherzetto".
Anche per Phil e Bronwen è sempre stato così, ma non per Noel, che per la ricorrenza si reca da solo nella palude deciso a cantare per le lanterne.
Quale segreto lega così profondamente un bambino di dieci anni a delle fiammelle misteriose?
La palude delle lanterne (Lantern Marsh, 2000) potrebbe essere un'ottima storia da leggere durante il periodo autunnale, in particolar modo nella notte di Halloween.
Una vicenda dall'atmosfera sognante e misteriosa, che, attraverso le avventure dei tre piccoli amici, sa come farci scappare dei piccoli brividi. Per non parlare della bellezza del finale, un finale che è allo stesso tempo dolce e amaro.
Calcutta? voi direte. Uno strano posto dove andare, quando i morti avevano già iniziato a camminare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Calcutta, Signora delle Impudenze, 56

Con Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord od Nerves, 1992) abbandoniamo la nostra New Orleans per spostarci nelle povere e squallide strade di Calcutta.
Una città che emana un terribile odore di carne putrefatta, di corpi in decomposizione.
Be', non c'è da stupirsi di questo visto che Calcutta è invasa dai MORTI VIVENTI.
Un numero illimitato di defunti tornati in vita, forse - secondo la teoria più accreditata - a causa di un microbo geneticamente modificato, si nutrono voracemente di carne umana.
Le vittime di questi zombie, però, non sono tutti gli umani, ma solo quelli che hanno smesso da tempo di credere nella vita.
Il protagonista-narratore ci accompagna in un viaggio putrido e disgustoso, alla scoperta di una città, o meglio di un umanità, che sta lentamente abbandonando questo mondo.
Un racconto forte, con descrizione estremamente crude, disgustose per certi versi, e raccapriccianti.
Sicuramente non lo consiglio ai deboli di stomaco.

Non mi hanno mai arrestato, e non lo faranno mai. Non mi hanno mai visto perché sono invisibile, come l'etere che circonda la Terra. Non sono un essere umano, ma uno spirito e un demoe dei più profondi gironi dell'inferno. Io sono colui che voi abitanti di New Orleans e la vostra stupida polizia avete chiamato l'uomo con l'ascia.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia,110

Può mai esistere un collegamento tra la morte dell'Arciduca Francesco Ferdinando, l'ascesa di Mussolini e il terribile assassino, noto come l'uomo con l'ascia, che gettò nel panico New Orleans nel 1919?
Ebbene, sì.
Il suo nome è Cagliostro (vi dice nulla?). 
Un uomo controverso, un mago che ha scoperto il segreto dell'immortalità, ed ora è deciso a ricostruire una nuova umanità, mettendo in atto un piano folle e contorto.

In tutto questo delirio dobbiamo inserire la figura di Joseph D'Antonio, un ex detective del dipartimento di polizia di New Orleans.
D'Antonio di routine trascorre le giornate affogando i suoi ricordi nell'alccol, questo finché lo spettro dell'Arciduca Ferdinando non si materializza nella sua stanza, chiedendogli aiuto.
L'artefice del suo assassinio si trova proprio a New Orleans. Non sa che volto abbia, ma lo spettro necessita di un corpo per poterlo uccidere  una volta per tutte.

Uno dei racconti più intriganti e adrenalinici della raccolta.
L'intreccio è strabiliante e inaspettato, e il legame che unisce grandi personaggi storici, che apparentemente non hanno nulla in comune, a uomini sconosciuti entrati brutalmente nell'immaginario collettivo è assolutamente fuori dalle righe.
Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia (Mussolini and the Axeman's Jazz, 1999) possiede tutti i requisiti per aggiudicarsi il primo posto nella mia classifica personale, ma c'è stata un'altra storia che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Stiamo parlando de La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990).

Ogni tomba ha il suo particolare aroma, proprio come ogni corpo vivente. 
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 126

Louis e Howard sono due amici, due sognatori cupi e irrequieti che condividono la medesima insoddisfazione per la vita intera.
Droghe strane, alcool puro, sesso estremo... nulla di tutto questo riesce a placare la loro tragica insaziabilità.
Ritiratisi per disperazione nella villa di famiglia di Louis, situata in un luogo deserto al confine con la palude, nella noia più totale un'idea perversa inizia a stuzzicare la loro fantasia: saccheggiare tombe per creare un loro personale museo di morte.
La nuova attività di profanatori si rivela essere davvero eccitante: scheletri, bottiglie di assenzio, reliquie e ritrovamenti di ogni genere cominciano rapidamente ad affollare la loro macabra galleria di morte.
A questo punto manca solo un oggetto alla loro collezione per essere perfetta. 
Un amuleto, per la precisione. 
Secondo varie leggende, è nascosto nella tomba di un potente sacerdote voodoo bianco, situata in un vecchio cimitero.
I due amici, però, non sanno che quel misterioso amuleto voodoo è portatore di una terribile maledizione.

Un racconto macabro, allucinante, sensuale, poetico... una storia dal sapore di assenzio, lo stesso che i due protagonisti scovano in una vecchia cripta di New Orleans. 
Sicuramente la mia preferita in assoluto di tutta la raccolta!
I personaggi di Louis e Haward possiedono quel fascino decadente da artisti maledetti, e ricordano molto due bohemien che vivono la vita sul filo della morte. Soprattutto Louis, il più intrigante tra i due, con la sua personalità tenebrosa e alternativa.
Amanti del macabro non potete perdervi questa sublime lettura!

Il cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002)
Matthew Stubbs non era un bambino come tanti. A cinque anni già sognava di diventare un grande scrittore, ma ora il suo cadavere si trova in obitorio per essere sottoposto all'autopsia della coroner. 
Non c'è nulla di strano o violento nella sua morte, se non per la triste e banale causa.
Eppure, qualcosa di assolutamente bizzarro risalta sotto gli occhi della coroner: il suo cuore, infatti, possiede delle incisioni del tutto innaturali.
Cosa significa tutto questo? E per quale il piccolo Matthew era un bambino speciale?

Non sapeva se uccidere fosse definibile come arte, ma era l'unica cosa creativa che sapesse fare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Risvegli, 160

Risvegli (Self-made Man, 1996) è il racconto conclusivo, e direi che non poteva esserci un finale migliore.
La storia appare come una rielaborazione ancora più perversa e soprannaturale del caso dell'efferato serial killer Jeffrey Dahmer, colui che adescava giovani ragazzi per poi ucciderli e ricreare con le parti dei loro corpi degli zombie.
In questa storia truculenta troviamo temi come il cannibalismo, la necrofilia, violenze di vario genere e non mancano descrizioni crude e scene di squartamenti. 
Non è una lettura leggera, per cui la sconsiglio a chi è facilmente impressionabile.
Personalmente lo reputo un bel racconto nel suo genere.











sabato 17 aprile 2021

STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca

Le menti perverse creano le storie più intriganti.
- Michela Mosca, Stories from the other side
TITOLO: Stories from the other side
AUTRICE: Michela mosca
EDITORE: Independently published
GENERE: Gotico, splatter, weird, thriller psicologico
SINOSSI: Una scrittrice diventa famosa grazie a un racconto sulle fate, un bambino narra il suo trasferimento nella nuova città, un giovane riceve una misteriosa videocassetta, un'adolescente ci parla dei suoi primi amori. Tutte storie molto leggere, tranquille. O forse no... la realtà non è oggettiva, tutto dipende da quale prospettiva guardiamo le cose. Stories from The Other Side è una raccolta di racconti dell'orrore, weird, assurdi, allucinanti. Un viaggio nel labirintico mondo della psiche umana, delle ossessioni e della follia. Tra scenari apocalittici e visioni distorte, queste storie vi porteranno dritte dall'altra parte del velo. Ma a pensarci meglio, forse non siete pronti. Fareste meglio a non leggerle.

RECENSIONE:
Dodici racconti
Dodici storie situate al limite estremo della realtà, un luogo dove la quotidianità si scontra violentemente con lo straordinario, l'inspiegabile e l'oscuro.
Follia, delirio, orrore pervadono queste misteriose vicende, e, seppur la scienza e la moderna psicologia vantano le più affermate teorie per spiegarle razionalmente, qualcosa di più "superstizioso", primigenio, ambiguo, che calpesta la logica umana, ci induce a credere nell'esistenza di forze invisibili e, il più delle volte, maligne.
In queste storie siamo indotti ad oltrepassare un confine, a valicare l'ostacolo della ragione, per perderci in un universo in cui le fobie più recondite diventano realtà.
Sta solo a voi lettori decidere quale strada intraprendere, ma se siete squilibrati quanto me, non ci sono dubbi sulla vostra scelta finale.

Parlando di sanità mentale... cosa possono mai avere in comune una nota scrittrice e una malata psichiatrica?

Un legame c'era, il filo rosso che univa due giovani così diverse eppure così unite, e quel filo sarebbe ritornato presto alla sua matassa.
- Michela Mosca, Stories from the other side, La promessa delle fate inquiete, 4

Ophelia Cartwrigh ha riscosso un inaspettato successo con la pubblicazione del suo primo libro Il sentiero delle fate inquieteuna splendida fiaba illustrata dai fini pedagogici.
In realtà all'interno di queste pagine si nasconde un macabro segreto, un segreto connesso ad una promessa firmata col sangue tanti anni addietro.
Quel che appartiene al passato deve rimanere al passato, così vuol credere Ophelia; eppure la notizia del tentato suicidio di Olga Taylor, la famosa malata mentale del massacro di Rain Forest, la riporta inevitabilmente indietro nel tempo, a quando era ancora la giovane e già tormentata Ophelia Atwood, colei che aveva stretto un folle patto con la regina delle fate.

La promessa delle fate inquiete è il racconto di apertura della raccolta, ed è sicuramente uno dei miei preferiti in assoluto.
Un inizio esplosivo, carico di inquietudine e orrore.
La narrazione ci trasporta magicamente in una storia torbida, dalle sfumature macabre e fiabesche, che, grazie alla sua costante ambiguità, ci fa tentennare sulla veridicità di alcuni episodi.

E se la malattia mentale può essere una risposta alle nostre perplessità, un modo per aggrapparci solidamente alla realtà senza incappare in bizzarre teorie, come possiamo spiegarci l'esistenza di hotel infernali, di sette che venerano divinità crudeli e che mettono in atto riti di iniziazione cruenti  e spietati? 
Il nostro buon senso ci suggerisce che potrebbe trattarsi solamente di soggetti perversi e depravati, che pianificano azioni davvero raccapriccianti.

E se vi dicessi, invece, che cosa può celarsi dietro il cancello di un cimitero al calar della notte, voi ci credereste? 

Vendette perfette che prendono alla lettera il detto "dente per dente, occhio per occhio"; popolazioni arcane e dimenticate che continuano a sopravvivere nel bel mezzo del nulla; amori che superano la barriera della morte; sacerdoti che nascondono il male in casa propria; sogni che sembrano trasformarsi in realtà... 
Queste sono solo alcune delle tante conturbanti situazioni a cui ci troviamo ad assistere nel corso della nostra tetra lettura.

Tra un racconto e l'altro, purtroppo giungiamo alla fine.
Ad aspettarci, però, c'è una vicenda estremamente avvincente, che ha come protagonista una sinistra VHS.

Il bibliotecario Tyler Logan conduce una vita tranquilla, fin troppo ordinaria, finché non trova una misteriosa VHS davanti casa sua.
Il mittente è sconosciuto, e l'unico messaggio che reca è SCAVA.
Non passa molto tempo che Tyler è già di fronte al televisore, e inorridito capisce che il video impresso sulla videocassetta non è altro che la ripresa di un atroce omicidio.
La pellicola è davvero troppo realistica per trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto. 
In aggiunta, Tyler ha la sensazione di conoscere la giovane vittima, ma non riesce a ricordare dove l'abbia vista prima...
Enigmi, agghiaccianti verità, forme di intrattenimento perverse,... in questo racconto dai toni forti ci inoltriamo nel mondo oscuro dei film snuff, ma non solo.
Anche qui la psicologia umana entra in gioco, lasciandoci increduli e spaventati davanti al livello di depravazione e crudeltà che viene raggiunta dall'uomo.

Il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, a sua immagine e somiglianza.
- Michela Mosca, Stories from the other side, Il primo figlio, 144

Concludo consigliandovi caldamente la lettura di STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca
Lasciatevi trasportare in questo viaggio oscuro, perturbante ed estremamente coinvolgente, che saprà destare in voi le paure più primordiali e indicibili.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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venerdì 14 agosto 2020

Affinità

Ho paura di guardare la notte che preme contro il vetro. Poiché la notte racchiude Millbanks, con le sue ombre fitte; e in una di quelle ombre giace Selina... mi fa scrivere il suo nome qui, diventa sempre più reale, più forte e viva a ogni movimento del pennino sulla carta... Selina.
In una di quelle ombre giace Selina. Ha gli occhi aperti e mi sta guardando.

 

TITOLO: Affinità
AUTRICE: Sarah Waters
EDITORE: TEA
COLLANA: Le Rose di TEA
GENERE: Mystery, Thriller, Ghost Story
TRAMA: Londra, 1874. Margaret Prior, giovane donna di buona famiglia, decide di prestare opera di volontariato nella prigione femminile di Millbanks e portare conforto alle detenute costrette a una vita dietro le sbarre. Tra queste incontra la bellissima e conturbante Selina Dawea, una medium dal volto d'angelo, dotata di poteri soprannaturali. L'attrazione tra le due donne è palpabile, ma a mano a mano che le visite di Margaret alla prigione s'infittiscono, misteriosi eventi le accadono: un lucchetto sparito dalla sua stanza, fiori che appaiono dal nulla, quella donna che sembra sapere tutto di lei e del suo passato e che, soprattutto, sembra innamorata di lei. Sullo sfondo della Londra vittoriana, un romanzo di potere e passione, denso di erotismo, ma oscuro e inquietante, dove mystery e atmosfere gotiche si fondono con esito avvincente. 

@thecovenofphantasmagoricalbook

RECENSIONE:
Margaret Prior è una docile e sensibile ragazza, segnata profondamente dalla prematura morte dell'amato padre.
Tutto il periodo successivo alla scomparsa dell'unica persona che le voleva bene, Margaret precipita in un terribile stato di depressione, una situazione emotiva che, lentamente, la conduce verso una morte certa.
Contrariamente alla sua volontà di dipartire e trovare finalmente la pace, i suoi familiari riescono a metterla in salvo ed evitare per un pelo questo cupo destino.
Seguono mesi e mesi di estenuanti cure, sottoponendo Margaret all'assunzione di dosi massicce di cloralio, con l'effetto di renderla più mansueta.

Dopo essersi finalmente ristabilita, Margaret decide di dedicare parte del suo tempo all'occupazione di visitatrice nelle carceri femminili di Millbanks.
 
In questo luogo sinistro e spettrale, dove la luce filtra debolmente attraverso le spesse e sconfortanti sbarre, la missione di Margaret consiste nel recarsi nelle squallide celle delle detenute per conversare assieme a loro. 
L'obiettivo finale, che le è stato destinato dai suoi superiori, è quello di far riflettere queste peccatrici sulla loro vecchia e malevola condotta, sui loro sbagli, e ricordare loro che esiste una forma di redenzione e che possono ancora apprendere il comportamento di una vera signora.
In nessun modo, però, deve far trapelare informazioni riguardo la vita al di fuori di Millbanks, le condizioni della loro famiglia o dei loro conoscenti; e,neppure,devono saltar fuori parole di conforto e di pietà per i terribili misfatti compiuti dalle detenute.

Le condizioni di vita di queste donne sciagurate sono davvero pessime e impensabili.
Esse sono divise per reparti, e, in base alla loro condotta, possono ricevere delle agevolazioni o dei piccoli privilegi (una cella leggermente più spaziosa, un lavoro meno faticoso da svolgere, una maggiore razione di cibo, ...)
Le guardiane, donne dall'aspetto ancora più cupo della stessa prigione, sono distaccate e intransigenti, e non ammettono sgarri alle regole.
C'è chi, però, silenziosamente, riesce ancora a trattare queste donne come esseri umani e non come animali.

Margaret percepisce un'ostinata e forte sensazione di oppressione, e non è totalmente sicura che questo sia un incarico adatto al suo mite temperamento; ma, la vista di una peculiare detenuta le fa cambiare idea.
Immobile, con il viso rivolto verso il pallido spiraglio di luce e con le mani intente ad accarezzare un piccolo fiore, vi è una giovane ragazza dalla bellezza inconsueta e inquietante.

Perché si trova a Millbanks? Quali crimini le sono stati attribuiti? Ma, soprattutto, come è riuscita a ottenere un fiore in questo luogo arido e brullo?

Queste sono le domande senza risposta che assillano la mente agitata di Margaret, e la curiosità inizia ad aumentare a dismisura, finché non le resta che chiedere informazioni sul suo conto.

Il suo nome è Selina Dawes, e dovrà scontare quattro anni a Millbanks per il reato di truffa e aggressione.

A destare l'interesse di Margaret, però, non è tanto la sua pena, bensì la sua carriera passata: Selina è una SPIRITISTA... una medium.
Si vocifera che nel suo campo è una delle migliori, una vera e propria celebrità nel mondo dell'occulto, dalle capacità straordinarie in grado di evocare gli spiriti e metterli in contatto con i loro cari.

Qualcosa, però, andò storto durante la sua ultima seduta.
Da qualche mese gli incontri con gli spiriti si svolgevano nella dimora della signora Brink, protettrice e grande sostenitrice del lavoro di Selina, e quella sera dell'agosto del 1873 doveva partecipare  una giovane ragazza, Madeleine Silvester.
Lo spirito guida di Selina, Peter Quick, però, pare non essersi comportato bene, secondo la testimonianza della medium, spaventando la ragazza, che venne travolta da una crisi isterica, e la signora Brink, morta per infarto.
Naturalmente, in assenza di testimoni oculari a favore di Selina, le accuse caddero tutte su di lei, la sola che avrebbe potuto scatenare questo inferno, danneggiando le sue ospiti e prendendosi gioco della loro ingenuità.

Tra infanticide, prostitute, assassine, borsaiole... esattamente come un fiore nel deserto, c'è Selina. 
Il suo aspetto angelico e innocente richiama un qualcosa di arcano e singolare, destando un profondo interesse in Margaret, che a stento riesce a non portare a casa la sua immagine.

Ogni visita alla prigione viene accuratamente appuntata e descritta nelle pagine di un diario segreto, l'unico confidente di Margaret... il solo a cui può confessare i suoi pensieri e sentimenti più intimi senza essere giudicata.
A fine giornata, prima di coricarsi e di aver preso la medicina che la aiuta a prendere sonno, Margaret racconta dei suoi incontri con le detenute, marcando e dirigendo la sua attenzione sempre sulla misteriosa e impenetrabile Seline.

Al di fuori dalla tetra prigione, Margaret conduce un'esistenza non molto diversa dalle recluse di Millbanks.
L'apparente libertà si annulla completamente al suo rientro a casa, dove è costretta a sottostare alle seccanti consuetudini della madre, una donna estremamente soffocante e irascibile, che le ricorda costantemente quanto sia fragile e inconcludente. In aggiunta, non manca mai nel rammentarle quanto sia una perdita di tempo il suo vagare tra le buie e anguste celle di una prigione, invece di cercare un uomo che può offrirle una buona sistemazione.
In effetti, Margaret è l'unica, tra suo fratello maggiore e sua sorella minore, che non ancora riesce a organizzare un proprio matrimonio; e giungere a quasi trent'anni senza nessun fidanzamento imminente significa solo, in una società come quella vittoriana, essere considerata una zitella.

Amareggiata da tutto ciò che la circonda, Margaret riesce a trovare un briciolo di conforto solamente nel rivolgere i propri pensieri a Selina.

La determinazione nel voler scoprire il suo passato da spiritista e del perché effettivo della sua condanna finisce per trasformarsi in una sorta di ossessione tormentosa, che la porta a spendere gran parte del suo tempo nella cella di Selina oppure in ricerche sul suo conto.
Il fascino enigmatico e struggente della detenuta, in aggiunta alle sconcertanti rivelazioni sul mondo parallelo degli spiriti, non fa altro che accrescere in Margaret un'attrazione sempre più incontrollabile.

Nonostante un apparente scetticismo davanti alle strette confidenze riguardo le misteriose entità invisibili, Margaret rimane sconcertata da fatto che Selina è a conoscenza delle sue vicende personali. Inoltre, iniziano a presentarsi sempre con maggiore frequenza inspiegabili sparizioni di alcuni suoi oggetti, accompagnate dalla comparsa improvvisa di splendidi fiori nelle sue stanze.

Selina le spiega che sono i suoi amici spiriti a fare questo, perché è lei che glielo ordina.

Ma come possono, degli eventi del genere, verificarsi realmente?

Tutto questo la spaventa, ma, allo stesso tempo, la scuote dal torpore che ormai da anni l'accompagna. Una nuova consapevolezza comincia a farsi strada nel cuore di Margaret, la speranza di poter ricominciare a provare dei sentimenti nuovi, e superare il lutto per il padre.

Gli incontri tra Selina e Margaret iniziano a moltiplicarsi, e il legame che le unisce diventa, man mano, sempre più stretto e profondo.
Sarà difficile, a questo punto, mantenere nascosta questa nascente passione agli occhi indiscreti delle guardiane, che potrebbero riferire tutto ai loro superiori, distruggendo il loro rapporto.

La morte è muta quando la vita è sorda 

Affinità è un romanzo che riporta una storia singolare, struggente e spaventosa, avvolta dal cupo mistero della morte.
Una storia, infine, nella quale nulla è realmente ciò che appare

La narrazione non è lineare, e procede andando avanti e indietro nel tempo. 
Si vanno ad alternare, infatti, eventi presenti, riportati nelle pagine del diario di Margaret, e passati, in quelle di Selina.
In questo modo, assistiamo all'intervallarsi continuo di due punti di vista differenti, che regalano al lettore una visione più ampia, seppur non più chiara, dell'intera vicenda.

Ho apprezzato molto questo aspetto del romanzo; in particolar modo, è eccezionale la capacità dell'autrice di evitare il rischio di creare un effetto di "confusione" e di dar vita a due stili di scrittura completamente differenti, in grado di rappresentare distintamente i due personaggi principali.

Molto importante è considerare l'ambientazione e il periodo storico in cui la vicenda prende piede.
Ci troviamo, infatti, a Londra in piena epoca vittoriana, un'epoca caratterizzata da profonde e sconcertanti contraddizioni.
Viene descritta una società ipocrita, divisa in due: da una parte contempliamo un pericoloso perbenismo di facciata, dall'altra cogliamo il lato marcio e oscuro delle persone.
La spontaneità e i sentimenti vengono soffocati e schiacciati sotto il peso di una rigida morale (ben rappresentata dalla madre di Margaret).
L'importanza di apparire perfetti, di nascondere la propria natura sotto una maschera, accompagnata dalla tendenza a condannare il diverso, credo siano gli aspetti del romanzo che più mi hanno fatto rabbrividire.

Sarah Waters, inoltre, è stata davvero brava nel riportare fedelmente e vividamente questa epoca, descrivendone anche la parte che più oscura e interessante: il fenomeno dello spiritismo.
L'attrazione segreta per il mondo dei morti è talmente in netto contrasto con le idee razionali e scientifiche del tempo che è impossibile non rimanerne affascinati e turbati allo stesso tempo.

Centrale ed evidente è l'amore saffico  tra le due protagoniste, Margaret e Seline.
La loro è una relazione che va oltre il pregiudizio, che si ribella alle convezioni sociali e che si nutre della speranza di una futura libertà.
Entrambe sono imprigionate in una gabbia, che le soffoca e tenta di uniformarle a un qualcosa che non appartiene alla loro natura. 

Leggendo i loro diari entriamo completamente nella psiche di Margaret e Seline: viviamo i loro tormenti e angosce, le loro passioni e speranze...
Ci si ritrova ad essere coinvolti personalmente. La rabbia, il dolore, la rassegnazione rinchiusi a Millbanks ci avvolgono e ci risucchiano dal profondo, e si percepisce una sensazione di impotenza davanti a un simile spettacolo grottesco... la stessa che attanaglia Margaret e non la lascia stare.

Concludo con il dire che è stata una lettura forte, struggente e appassionante, che saprà tenervi con il fiato sospeso fino alla fine.
Io, intanto, sono già pronta per avventurarmi in altri romanzi di Sarah Waters.

martedì 17 marzo 2020

L'incubo di Hill House

"Siamo cresciuti con una cieca fiducia nell'equilibrio e nella ragione, e mi pare verosimile che la mente possa lottare strenuamente per mantenere i propri schemi consueti anche di fronte all'evidenza della stortura" 

TITOLO: L'incubo di Hill House
AUTORE: Shirley Jackson
EDITORE: Adelphi
TRAMA: In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa "che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendente dai muratori" un edificio che "drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità"; una costruzione immune da ogni esorcismo; una casa che rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità.

RECENSIONE:
Un silenzio innaturale percorre gli intrigati e labirintici corridoi di Hill House; un'aria fredda si propaga rapidamente da una stanza all'altra, benché tutte le porte siano costantemente chiuse; tutti i mobili e gli oggetti dispersi nell'abitazione sono fissi in una spaventosa mobilità, seppur vigili nell'ascoltare e nell'osservare tutti i movimenti estranei alla casa; e ogni essere umano, che si trova di fronte all'imponente Hill House per la prima volta, viene travolto all'improvviso da un malessere incontrollabile, una disperazione inconscia, perché Hill House è una casa disumana, non certo concepita per essere abitata, un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza.
Che cos'altro si potrebbe dire di Hill House?
Con il passare del tempo, essa ha assunto l'immagine di casa "stregata": un luogo infestato da presenze soprannaturali, da fantasmi.
La sua fama spettrale giunge alle orecchie del professore John Montague, il quale non è uomo da lasciarsi sfuggire una casa del genere.
Laureato in antropologia, il professor Montague consegue il dottorato solo per avere un titolo rispettabile e riconosciuto, poiché le sue indagini non possiedono alcun tipo di valore scientifico.
Le sue analisi di fenomeni paranormali, però, sono ben lontane dalle banali superstizioni riguardo gli spiriti e le loro apparizioni, benché le sue intenzioni riguardo Hill House si ispirano ai metodi dei cacciatori di fantasmi ottocenteschi: soggiornare nell'abitazione per assistere personalmente alle stranezze della casa.
Purtroppo, il professor Montague si trova costretto a dover assumere degli assistenti, questo per poter disporre di una documentazione il più possibile obiettiva, senza inciampare in suggestioni e sensazioni soggettive non vagliate in modo razionale.
Dopo aver stilato un'accurata lista di possibili canditati, solo tre accettano la proposta.
Eleanor Vance - donna di trentadue anni, timida e schiva - ha passato gli ultimi undici anni della sua vita ad assistere la madre invalida, finché, dopo la sua recente scomparsa, si è stabilita dalla sorella e la sua famiglia. Avendo trascorso molto tempo immersa nella solitudine in relazione solo con la madre, senza avere nessun legame con il mondo esterno, le rimane assai difficile interagire con le altre persone senza sentirsi impacciata e ridicola.
Eleanor è finita nella lista del professore perché da bambina, assieme alla sorella, assistette ad un fenomeno di poltergeist: dopo la scomparsa del padre, sulla loro casa si abbatté una violenta tempesta di pietre. Il ricordo di quella vicenda si riduce ad un puntino sbiadito nella memoria di Eleanor, ma quella strana sensazione di terrore e di ansia continua a permanere in lei.
Accettare l'invito del professore Montague rappresenta l'unica occasione di fuggire, una volta per tutte, da questa vita amara e triste, e poter incominciare ad essere una donna felice.
Theodora - Theodora e basta - o, semplicemente, Theo, è un'artista nel vero senso della parla ed è l'esatto contrario di Eleanor: espansiva e spiritosa; colorata e divertente; impulsiva e anticonformista.
Vive assieme ad una sua amica (molto probabilmente la Jackson allude ad una relazione omosessuale) con la quale, però, ha avuto un terribile litigio proprio prima di abbandonare l'appartamento e dirigersi verso Hill House.
Theo viene scelta dal professore perché ha manifestato in molte occasioni una percezione extrasensoriale sbalorditiva.
Luke Sanderson - nipote della proprietaria di Hill House - è un giovane e brillante ragazzo dal buon gusto e dalle buone maniere; unica pecca e difetto è che possiede una particolare inclinazione al rubare e al dire bugie.
Sua zia, Mrs. Sanderson, si è adoperata con tutte le sue forze per far inserire nel gruppo di ricerca suo nipote e, con l'aiuto dell'avvocato di famiglia, è riuscita a costringere il professor Montague alla presenza obbligatoria di almeno un membro della famiglia. In questo modo la zia sarebbe stata molto più tranquilla nel saperlo recluso in un luogo dove non avrebbe potuto continuare i suoi indiscreti passatempi.
Il giorno prefissato per l'arrivo a Hill House, i tre giovani si presentano all'entrata, dove sono accolti dal professore, e tutti e tre restano intimoriti dall'aspetto solenne della dimora; una strana e cupa sensazione viene percepita nel mettere piede al suo interno, un inconscio avvertimento che incita alla fuga immediata.
Intricata e bizzarra, Hill House ama turbare i suoi ospiti e lasciarli disorientati e confusi sulle sue vere fattezze; infatti, come si appresta a narrare il professor Montague, il suo costruttore e primo padrone di casa, Hugh Crain, ha ideato personalmente la particolare pianta dell'abitazione: gli angoli della casa, per quanto possano sembrare retti, in realtà non lo sono, e variano di una frazione di grado in una direzione o nell'altra; gli scalini non sono orizzontali come appaiono; i vani delle porte sono scentrati… ma il tutto è ben occultato agli occhi delle persone che, però, percepiscono il depistaggio architettonico e vengono travolte da uno stato confusionario tremendo. Perdersi per sempre negli infiniti corridoi, alla ricerca della propria stanza, non è affatto qualcosa da escludere.
Che sia questa la causa della perdita del senso dell'equilibrio di chi si trovi ad abitare a Hill House, che genera i tanto noti fenomeni paranormali?
In aggiunta, il professor Montague informa i suoi assistenti del reale motivo della loro permanenza e della storia della prima famiglia di proprietari di Hill House, coloro che le diedero vita: i Crain. Un racconto agghiacciante, ricco e straripante di innumerevoli disgrazie, follie e suicidi.
Eleanor, Theo e Luke, nonostante quel terrore di fondo che la casa regala, cercano di non pensarci e di godersi tranquillamente questa "vacanza", e stringono tra loro un inconsueto legame di amicizia, in particolar modo, Eleanor e Theo: Nell è completamente attratta dalla personalità eccentrica dell'amica, e, un po' maldestra e imbarazzata, tenta in ogni modo di essere accettata da Theo e di piacerle per forza. Questo atteggiamento lentamente comincia a trasformarsi in una sorta di ossessione e i suoi pensieri diventano sempre più cupi e inquietanti.
Non a caso, la prima ad essere maggiormente impressionata dalle ostili influenze della casa è Eleanor.
I primi rumori notturni, l'arrivo di un freddo innaturale e la presenza di strane scritte sul pavimentano cominciano a far esasperare i quattro che temono per loro e per la salute mentale di Nell, che va peggiorando di giorno in giorno.
L'incubo di Hill House è un romanzo straordinario, dallo stile suggestivo e allusivo, che evoca nel lettore una sottile inquietudine e lo avvolge, per tutta la durata del libro, in un clima di ansia e tensione.
La notte a Hill House si trasforma in un vero e proprio delirio: il mondo reale scompare nel buio spaventoso della casa; tutto ciò che alla luce del giorno ha senso ed è normale, nell'oscurità diventa allucinazione pura senza alcuna spiegazione logica razionale e tutte quelle superstizioni, che l'uomo tenta di sopprimere con la verità, emergono dall'inconscio e spiazzano quelle certezze sulle quali reggono le nostre teorie.
In conclusione mi sento di dire che è un bellissimo romanzo che mi ha permesso di scoprire un'autrice dalle capacità fantastiche.


venerdì 18 ottobre 2019

CARMILLA La vampira e il detective dell'occulto

"Mi accingo a raccontarvi qualcosa di così strano che ci vorrà tutta la vostra fiducia nella mia sincerità per crederci. Ciò nonostante, non solo è una storia vera, ma io ne sono stata anche testimone oculare."
@thecovenofphantasmagoricalbook 


TITOLO: Carmilla. La vampira e il detective dell'occulto
AUTORE: J.S. Le Fanu
GENERE: Gotico, Horror, Ghost Story
EDITORE: Universale Economica Feltrinelli/Classici
TRAMA: Carmilla, la prima vampira della storia nella letteratura, e il dottor Hesselius - medico e metafisico tedesco -, il primo detective dell'occulto, sono i due principali protagonisti di questa raccolta di straordinarie storie "gotiche". Un testo chiave, la cui influenza sarà fortissima in tutta la letteratura del Novecento sui fantasmi. Tè verde (1869) è il racconto del reverendo Jennings che, dopo la lettura di "certi volumi antichi, edizioni tedesche di testi in latino medievale", mentre torna a casa con l'omnibus, vede comparire una misteriosa scimmia, che da quel momento in poi, tra improvvise sparizioni e scoraggianti ricomparse, continuerà a seguirlo fissandolo con bramosia maligna. Il giudice Harbottle (1872) è la funesta cronaca della nemesi piombata su Mr Harbottle, uomo malvagio e corrotto. Carmilla (1871-1872), infine, il più famoso dei racconti di Le Fanu, narra le astuzie e i languori della vampira Carmilla. Le storie di questo volume non sono paurose perché fantastiche, bensì paurose perché vere: riflessi del nostro essere, voci della nostra coscienza, proiezioni della nostra angoscia, immagini duplicate del nostro volto inquietante. Le Fanu ci invita a guardare nello specchio del reale con la consapevolezza che quanto vedremo non sarà la verità, ma una sua ombra confusa, il riflesso baluginante di qualcosa che sfugge al controllo della ragione. 

RECENSIONE:
Le Fanu, in questo volume, ci porta a riflettere sul reale potere della scienza che non sempre possiede i mezzi in grado di spiegare tutto ciò che ci circonda.
Accade spesso che, rimanendo folgorati dalla luce, non riusciamo a scorgere l'ombra che si cela dietro di essa, allo stesso modo, molte volte non ci rendiamo conto dell'esistenza di qualcosa che scivola via dalle nostre spiegazioni puramente razionali,  un qualcosa che sfugge dalla nostra normale percezione e che può essere compresa solamente se si è disposti ad abbandonare per sempre tutte le certezze e convinzioni, e si è pronti a discendere nell'oscuro cammino verso l'ignoto, un ignoto che è più vicino di quanto si possa immaginare.
Le Fanu, attraverso i suoi racconti, crea una sorta di disorientamento in chi vive serenamente la propria vita quotidiana e improvvisamente viene travolto dall'irrazionale e condotto verso la follia.
Per accentuare la credibilità di queste storie inventate, i protagonisti scelti sono uomini e donne di cultura e mentalmente equilibrati e, di conseguenza, anche molto attendibili, i quali si vedranno costretti a doversi mettere in discussione davanti alla presenza del soprannaturale.
Se con questa introduzione vi ho convinto a continuare a leggere questa recensione, parliamo di come si incastrano tra loro i racconti presenti nel libro.
Tutte e tre le vicende che si susseguono nel volume prendono avvio da una particolare mansione: sistemare e rilegare un'immensa collezione di documenti e ricerche scritte condotte dal dottor Martin Hesselius, un medico assai peculiare, come vedremo in seguito, il quale affida questo arduo compito al suo fidato segretario che decide di riportarci i casi più inconsueti. 
Come abbiamo detto, il personaggio che fa da filo conduttore è il dottor Hesselius che Le Fanu definisce come "medico filosofo", inaugurando in questo modo la nascita della nuova figura dell'investigatore del paranormale, colui che fa da ponte tra esperienze occulte e scientifiche, proponendosi davanti all'inspiegabile con spirito analitico, dissezionando i fatti con rigorosa razionalità ma, al contempo, si spinge oltre i limiti dell'ordinario formulando nuove ipotesi e teorie.


"Aveva gli occhi socchiusi, ma io li vedevo brillare. Non smettevano di fissarmi. In ogni momento, a ogni ora del giorno e della notte, è desta e mi osserva. E questo non cambia mai."

Nel primo racconto presentato (Tè verde) il dottor Hesselius è direttamente coinvolto, unica volta in tutta la raccolta, in un caso di persecuzione "demoniaca", a detta del suo paziente, il pastore Jennings, il quale afferma di essere seguito in ogni dove da una presenza oscura e malvagia che ha assunto le sembianze di una scimmia nera dagli occhi rosso brillanti, e questa lo costringe a seguire un cammino autodistruttivo che finirà per condurlo verso la pazzia.
La storia offre al lettore una doppia chiave di lettura lasciando libera la scelta di voler interpretare tutto come una sorta di visione delirante del paziente oppure come una reale verità.
Se da un punto di vista religioso, la scimmia è vista come l'incarnazione del male, da un punto di vista psicologico, la sua manifestazione può essere il risultato di malattie psichiche come la schizofrenia, oppure come possibile espressione della propria parte oscura e persecutoria del super-io, o persino il frutto di rimossi intrapsichici, o ancora una visione causata dall'abuso di cibi o bevande allucinogene.
Quale sia la reale natura della questione spetta solo al letture dare la propria interpretazione.


"Qual è il vostro verdetto, signori della giuria, colpevole o non colpevole?", giunse con voce mesta la sentenza: "Colpevole!"

Il secondo racconto (Il giudice Harbottle) ha come protagonista Elijah Harbottle, un giudice crudele e corrotto che ha eseguito sentenze ingiuste e mortali, il quale si trova implicato in una strana sentenza condotta da pericolose anime vendicative.
Il tutto ha inizio una sera quando il giudice viene avvertito da un misterioso anziano signore che è in corso una congiura giacobita contro di lui e rischia di correre un grande rischio se presiederà alla sentenza del droghiere Lewis Pyneweck.
Credendo di essere stato burlato, il giudice Harbottle decide di prendere parte al processo e di mettere a morte il condannato.
Pochi giorni dopo, egli riceve una strana missiva proveniente dal tribunale dell'oltretomba che lo informa di essere accusato di aver falsificato le prove riguardo l'ultimo processo, e non solo.
Tra immagini surreali e grottesche, il giudice viene rapito e arrestato da inquietanti spettri che lo conducono davanti ad una giuria di spiriti che lo reputano colpevole condannandolo alla forca. 
Ma, come in Tè verde, il muro che separa l'irreale dal reale è talmente sottile tanto che le spaventose figure spettrali potrebbero essere la conseguenza di allucinazioni o incubi dovuti agli attacchi di gotta che lo tormenta.


"Ma morire da innamorati… morire insieme, per continuare a vivere insieme. Le ragazze sono come bruchi mentre vivono nel mondo e diventano farfalle quando arriva l'estate; ma frattanto ci sono altri barchi e altre larve, ma tu non li vedi… ognuno con le proprie inclinazioni, necessità e struttura:"

Il terzo e ultimo racconto (Carmilla) narra la storia della misteriosa e sfuggente contessa Carmilla che sarà fonte d'ispirazione per la successiva pubblicazione di Dracula di Stoker, riproponendo il fascino decadente del mostro immortale che ammalia la dolce e ingenua fanciulla. 
La storia si apre con l'informare il lettore degli eventi della vicenda facendo ricorso all'espediente della lettera, conservata negli archivi del dottor Hesselius.
La voce narrante è quella di una giovane donna, Laura, che inizia con il descrivere la sua pittoresca infanzia evocando le romantiche atmosfere delle terre desolate della Stiria, Austria, e raccontando la sua vita assieme al padre vedovo e due governanti. 
Nonostante, però, la natura premurosa del padre, Laura si sente sola e senza amici della sua età in questa landa desolata. 
Durante una passeggiata al chiaro di luna, la giovane e il padre assistono ad un incidente in carrozza da cui emergono una ragazza dalla candida pelle e dai capelli scuri, che sembra essere ferita, e sua madre.
Il padre di Laura si trova a discutere con la donna misteriosa che lo informa che il suo viaggio è talmente urgente che non può preoccuparsi della salute di sua figlia e deve continuare senza di lei. Immediatamente Laura sfrutta questa occasione per poter passare un po' di tempo con una sua coetanea e, magari, trovare una buona amica con la quale confidarsi e suggerisce al padre di tenerla nelle sue cure fino al ritorno della madre.
Con il passare del tempo la loro amicizia si fa sempre più intima, ma cominciano ad emergere alcuni atteggiamenti ambigui di Carmilla e terribili incubi notturni cominciano a turbare profondamente la docile Laura, la quale si fa sempre più debole rimanendo preda di un'attrazione morbosa. Numerose sono le volte in cui Laura cerca di spingere l'amica a rivelare delle informazioni sulla sua vita, ma Carmilla cerca sempre di evitare di rispondere o rimanere sul vago immergendola, in questo modo, nell'ombra di in un mistero spettrale. 
Un giorno, in seguito ad una consegna di vecchi quadri restaurati del papà di Laura, spicca un dipinto che ritrae la giovane contessa Karnstein, che appare come la copia esatta di Carmilla.
Quali misteri nasconde la giovane Carmilla e perché assomiglia così tanto ad una ragazza vissuta nel 1698?
Le Fanu, attraverso spettacolari doti narrative e descrittive, riesce ad esprimere dietro il mito della vampira Carmilla alcuni temi che, per la loro importanza, arricchiscono il valore di questo romanzo breve.
L'autore spicca per essere stato uno dei primi scrittori ad associare costantemente nel suo libro il vampirismo all'erotismo. Il desiderio, mascherato dal vampiro, che Carmilla brama per Laura e per il sangue di giovani donne suggerisce che il desiderio sessuale, in particolar modo quello omosessuale, è intrinsecamente pericoloso.
Nonostante Carmilla definisca la sessualità femminile come negativa, il semplice fatto che Le Fanu ne riconosca l'esistenza è il segno di una divergenza dai tradizionali ruoli di genere del periodo che spesso impediva alle donne di dimostrare qualsiasi tipo di desiderio sessuale.
Carmilla, quindi, come personaggio evoca la sessualità femminile mentre il suo morso letale assume un significato molto più ampio poiché esso provoca la perdita dell'innocenza e la trasformazione da ragazza a donna. Le varie esperienze di Laura con Carmilla la trasformano definitivamente da ragazza innocente in donna adulta, questo sia in termini fisici che emotivi, sia positivamente che negativamente.
In Carmilla , molto spesso, si mette in discussione la distinzione tra amore e desiderio e condanna l'incapacità di dire la differenza tra i due. Attraverso la relazione tra Laura e Carmilla, infatti, le due amozioni diventano sempre più difficili da distinguere, suggerendo che non è solo il desiderio che può essere pericoloso, ma anche l'incapacità di distinguere tra attrazione fisica e amore puro e onesto. In particolare, Carmilla, fa uso della natura confusa delle due emozioni proprio a suo vantaggio.
Infine, come accadeva in molti altri libri della sua epoca, Carmilla esplora il rapporto tra scienza, religione, natura e soprannaturale.

Concludo questa lunga recensione con un brevissimo pensiero personale  affermando che il mio giudizio su questo libro è molto positivo e che, nonostante Le Fanu si serva di un vocabolario ricco di termini arcaici (sapevate cos'era L'OMNIBUS?) , questo regala un valore aggiuntivo alla scrittura assai lussureggiante e le ambientazioni descritte si presentano molto suggestive catapulta di il lettore in un mondo davvero affascinante. 

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...