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mercoledì 8 luglio 2020

Il Principe Lestat

Mi alzai e misurai a grandi passi lo stesso tappeto scuro, poi tornai sul balcone e guardai il cielo sempre più chiaro. stava arrivando l'alba. L'inesorabile, implacabile alba. Così confortante per il mondo delle creature mortali e animali, le piante che spuntavano ovunque dal terreno e gli alberi che sospiravano attraverso un miliardo di foglie. E così letale per noi.
TITOLO: Il principe Lestat
SAGA: Le Cronache dei Vampiri
AUTRICE: Anne Rice
EDITORE: Longanesi 
TRAMA: Dolenti e magnifici, specchio oscuro delle nostre più ancestrali paure del nostro eterno e inappagabile desiderio di immortalità, i vampiri sono tra noi. Vittime delle loro passioni, si muovono nel mondo di oggi come in quello di ieri, scavalcando le ere e i confini geografici nello spazio di un giorno, pronti a succhiare il sangue umano per vivere... Se non può essere considerata vita la loro eterna dannazione.
Ma ora qualcuno (qualcosa?) sta colpendo il mondo cristallizzato e terribile dei Non Morti. Da Parigi a Mumbai, da Hong Kong a Kyoto a San Francisco, una Voce misteriosa spinge i Bevitori di Sangue a combattersi tra loro, e sembra essere tornato il tempo dei Grandi Roghi.
Anche il principe Lestat la sente sussurrare e piangere nella propria mente... Che cosa vuole la Voce? Come potrà la tribù dei Non Morti sconfiggere questa forza immane che ha gettato tutti nel panico?

RECENSIONE:
Correva l'anno 1985 quando, per la prima volta, un impetuoso bevitore di sangue ebbe l'ardire di rivelare a tutto il mondo silenzioso dei Non Morti la vera storia della Genesi del Sangue.
L'intera vicenda venne narrata in un libro scritto direttamente dalla mano irrequieta di questo vampiro, uno dei più celebri di tutti i tempi, conosciuto e soprannominato dai suoi pari come Brad Prince o l'enfant terrible... 
Sì, mon cher, ci siamo capiti benissimo. 
Stiamo parlando esattamente dell'istrionico, incorreggibile, ribelle, beffardo ed elegante vampiro Lestat de Lioncourt
L'unico che, per tutti i disastrosi trambusti ai quali ha dato vita, è riuscito a sopravvivere allo scorrere incessante del tempo e a divenire una vera e propria leggenda della notte.

Gli anni però non smettono di susseguirsi, e giungiamo inaspettatamente nel vicino 2013
Un mondo diverso, caratterizzato dall'avvento di un'epoca ricca di straordinarie rivoluzioni e invenzioni nel campo tecnologico. 
Smartphone, computer, internet, social networks... Un universo che osservato da occhi immortali, occhi che hanno assistito personalmente all'evolversi dell'umanità dalle sue forme più primitive a quelle più progredite, riescono a trasmettere, a noi moderni lettori, un'indubbia sublime inquietudine.

In questa era sbalorditiva gli Homines Nocturni non sono più al sicuro. 
Le possibilità di essere notati dagli umani, che dispongono ora di nuovi  mezzi scientifici capaci di confermare quelle teorie esoteriche sulla loro esistenza, aumentano.
Ma il vero pericolo si diffonde rapidamente nel buio come un virus, un nemico invisibile che si insinua nelle profondità della mente dei Non Morti, sussurrando incessantemente parole raccapriccianti.
L'epoca dei Grandi Roghi sembra ripresentarsi con maggiore violenza: vampiri da ogni parte del mondo vengono bruciati da antichissimi Figli delle Tenebre che, per inspiegabili motivi, sono stati destati dal loro sonno immortale, rivoltandosi contro i più giovani della loro stessa specie e incenerendoli con il crudele dono del fuoco.

Contemporaneamente a questi eventi, una voce misteriosa inizia a far breccia nei meandri dei pensieri di Lestat, tormentandolo ostinatamente senza tregua.
Una voce remota e potente, che ipotizza appartenere a qualche sperduto Figlio dei Millenni (termine che indica un immortale sopravvissuto a più di due millenni), la quale farnetica delirante l'ordine di una feroce vendetta verso tutti i vampiri... un atroce sterminio di massa.
Ignorarla sembra essere l'unico modo che resta a Lestat per escludere tutti i suoi reclami disperati; ma, con maggiore difficoltà, può fingere di non percepire le grida di supplica dei suoi fratelli di sangue, che invocano disperatamente il suo aiuto. 
Non sarà semplice questa volta fronteggiare una minaccia senza volto, incorporea, ma il timore di poter perdere per sempre i suoi amati lo preoccupa terribilmente. 

Alcuni anni prima, immediatamente dopo la sua disavventura con il Ladro di Corpi, Lestat ebbe l'opportunità di incontrare dei Figli delle Tenebre davvero inconsueti: Fareed e Seth.
Per la prima volta vediamo inseriti nello scenario vampiresco due vampiri che si intendono di medicina e scienza, materie, a detta di Lestat, sconosciute e incomprensibili al suo animo romantico.
Lestat, come altri prima di lui, rimane affascinato dai numerosi esperimenti che conducono nei loro laboratori segreti e dalle rivelazioni sconcertanti a proposito della loro specie... e, naturalmente, non resiste all'allettante proposta di sottoporsi egli stesso ad una conturbante sperimentazione scientifica.

Il frutto di tale esperienza sfida ogni legge umana e preternaturale, tanto da richiamare alla mia memoria alcune immagini del Frankenstein di Mary Shelley
Lestat, però, ne rimarrà totalmente all'oscuro per un bel po' di anni, senza mai conoscere  l'esito finale. Forse Fareed e Seth temevano inconsciamente una sfuriata del buon Lestat, ben noto per la sua irrascibilità a dir poco estrema quasi quanto per il suo senso dell'umorismo.

In questo nuovo e apocalittico scenario assistiamo al ritorno di molti dei vampiri più amati delle Cronache, che, come ne La regina dei dannati, si riuniscono nuovamente per fronteggiare l'imminente annientamento. Fanno il loro magistrale ritorno Armand, il seducente serafino dai morbidi capelli rossi e dallo sguardo ardente, Marius, il saggio e gentile patrizio romano dall'immensa e infinita cultura, Louis, il tormentato e malinconico giovane dall'espressione perennemente triste, David Talbot, ex superiore generare della congrega segreta del Talamasca, Pandora, Daniel,... e molti altri ancora che nei precedenti libri sono stati solamente delle fugaci comparse senza nomi, e che ne Il principe Lestat  riescono ad assumere una forma più delineata e a raccontare finalmente la loro storia.

Ormai sono tutti pronti per combattere questo nemico comune, manca ancora, però, l'imprescindibile presenza di Lestat, l'unico in grado di poter guidare questa nuova tribù di bevitori di sangue e di scoprire quale recondito segreto si nasconde dietro l'incessante Voce che infesta le menti di tutti loro.


Il principe Lestat è l'undicesimo capitolo delle Cronache dei vampiri di Anne Rice, ed è stato pubblicato ben dieci anni dopo Blood, che sarebbe dovuto essere il romanzo conclusivo della serie.
Un volume che si presenta in un modo assai differente dai suoi predecessori... e ora scopriremo il perché.

Solitamente Anne Rice tende a dedicare ogni libro delle Cronache ad un vampiro in particolare, narrando la sua storia prima e dopo l'aver ricevuto il Dono Tenebroso
Questo capitolo, invece, pullula di una gran moltitudine di personaggi che intrecciano la loro vicenda personale con quella di altri bevitori di sangue, creando una vera e propria ragnatela ben articolata nella quale ogni singolo personaggio assume un ruolo indispensabile per lo svolgimento della narrazione (similmente a come avvenne ne La regina dei dannati, quando si ritrovarono a dover fermare la pericolosa regina Akasha).

Un altro aspetto innovativo è la creazione, sin dalle primissime pagine, di un'atmosfera più moderna e fresca.  
Tutta la storia è ambientata in un mondo che è il nostro e in un'epoca che è la nostra! 
Questa volta non ci troviamo in luoghi sperduti o in ere lontane, ma il tutto prende piede in un presente a noi ben noto.
Davvero bizzarro è stato immaginare i nuovi vampiri, così diversi dai i più famosi delle Cronache, alle prese con la tecnologia; ed è assai curioso saperli con in mano un iphone intenti a immortalare con delle fotografie il loro beniamino Lestat. 

In questo libro tutti i segreti accumulati nel corso dei volumi precedenti vengono finalmente svelati. Assistiamo a delle vere e proprie RIVELAZIONI che, soprattutto per chi ha letto tutte le Cronache, non possono non apparire scioccanti e illuminanti allo stesso tempo. Per questo particolare motivo consiglio di leggere Il Principe Lestat dopo esservi già approcciati ai precedenti romanzi della saga, sebbene la Rice inserisca abilmente dei mini riassunti durante la narrazione che agevolano il lettore nel ricordare i vari personaggi e avvenimenti passati.  

Nonostante le numerose novità introdotte in questa straordinaria e intricata vicenda, lo stile di Anne Rice rimane perfettamente riconoscibile: elegante, raffinato, sensuale e provocante.
Le sue descrizioni sono così ben calibrate, precise ma mai ridondanti, che riescono a rendere i personaggi e l'intera ambientazione davvero vividi nella mente del lettore.
Il punto forte di questo libro, però, è immancabilmente legato agli oscuri e profondi sentimenti di queste splendide creature delle tenebre, che l'autrice non smette mai di portare alla luce fin dal suo primo romanzo Intervista col vampiro.
Condannati alla vita eterna, i vampiri sono esseri dannati nel sangue, ma questa volta si riesce ad intravedere nel buio uno spiraglio di speranza, la consapevolezza che tutto il dolore e la sofferenza accumulata nei secoli possano una volta per tutte disperdersi per sempre... 
Un nuovo capitolo nella storia dei  Figli delle Tenebre si sta finalmente spalancando.

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mercoledì 25 marzo 2020

Pandora

"Ci vuole tempo, ma anche il dolore peggiore è destinato a finire. La verità è che non si può preparare nessuno al dolore, né farlo comprendere attraverso le parole o il linguaggio. Dev'essere sperimentato. E quello che io patii non lo augurerei a nessuno al mondo."


TITOLO: Pandora
AUTORE: Anne Rice
EDITORE: TEADUE
TRAMA: Nell'ultima oscurità che precede l'alba, una ragazza, appoggiata al parapetto di un ponte sulla Senna, guarda cupamente il fiume. Una figura incappucciata le si avvicina, l'avvolge e, fulminea, le azzanna il collo per succhiarle il sangue e appagare così, anche per un  solo giorno, l'insaziabile sete. Pandora ha ucciso ancora, ma qualcuno ha visto tutto, qualcuno che condivide con lei un'esistenza regolata da un'unica legge: uccidere per vivere. Costui è David Talbot, che, arso dalla curiosità di conoscere la vita di Pandora, splendida Figlia dei Millenni la convince a scrivere la sua storia. Una storia d'amore e di orrore cominciata duemila anni prima...

RECENSIONE:
Roma splende sotto la prosperità dell'Impero di Cesare Augusto: la tanto desiderata pace sembra essere finalmente ristabilita, e un generale clima di quiete e tranquillità pervade ogni aspetto della vita politica e quotidiana della capitale.
Nel cuore di quest'epoca fiorente, quando le donne di alto lignaggio hanno la possibilità di godere di una forma di libertà inaspettata, la storia di Lydia ha inizio.
Figlia di un importante senatore romano, fin dalla più tenera età ha sempre benestato di un'ottima educazione impartitagli dai migliori maestri del tempo, dando prova di una spiccata ed eccezionale intelligenza.
La lettura è la sua occupazione preferita; un passatempo affascinante, una passione straripante che ogni giorno coltiva trascorrendo ore immersa in nuovi libri.
Essi la incantano e attirano la sua più sincera curiosità, prediligendo l'Eneide di Virginio e la Metamorfosi di Ovidio, suo poeta preferito.
La piccola Lydia trascorre così le sue giornate tra poesia e discorsi politici, e di giorno in giorno la sua bellezza cresce sempre di più.
All'età di dieci anni, nel mentre di un discorso tra suo padre e altri uomini di stato tenutosi nella sua dimora, incontra per la prima volta la persona che cambierà per sempre il suo destino: un uomo biondo dagli occhi azzurri e molto alto.
Si tratta proprio di Marius, noto a tutti come una sorta di poeta fannullone, ma dalla straordinaria bellezza.
Immediatamente un inspiegabile e forte legame prende forma tra loro, un legame che neppure il potere del tempo riuscirà a distruggere.
Purtroppo questo sentimento di reciproco amore non sarà mai benedetto da un matrimonio, poiché la mano di Lydia è già destinata ad altri pretendenti.
Due sono state le unioni combinate che la protagonista ha dovuto sopportare, anno dopo anno, con malavoglia, escogitando stratagemmi per indispettire i mariti: aderisce al culto di Iside diventando un'abituale frequentatrice.
Un clima di agitazione comincia a invadere le strade di Roma e dell'impero; varie congiure sono state e stanno per essre messe in atto per eliminare uomini apparentemente nocivi e pericolosi; la famiglia di Lydia, disgraziatamente, è nel mirino di persone malvage.
Costretta ad abbandonare Roma, Lydia si reca segretamente nella città di Antiochia dove decide di cambiare il suo nome in Pandora, così da non essere riconosciuta da nessuno.
Strani sogni cominciano ad popolare e a tormentare il suo sonno; una costante sete di sangue la invade sempre al risveglio; una voce femminile la chiama ossessivamente per nome e un misterioso uomo continua a seguirla.
I suoi giorni da mortale stanno per terminare, e una nuova esistenza nelle ombre l'aspetta... un'esistenza che durerà per lunghi millenni.

Pandora è un personaggio incredibilmente determinato e con una grande forza d'animo; quasi totalmente indipendente dagli uomini che la circondano, diventa il simbolo di ricerca della libertà, ricerca che emerge dai suoi comportamenti intrepidi e, delle volte, anche impulsivi.
È ben aggrappata ai valori della famiglia e dell'amore, ma quel costante desiderio di indipendenza la condurrà verso una lenta e dolorosa solitudine. Esasperata, inoltre, è la sua ricerca di un credo, una fede in cui credere per essere rassicurata nei momenti più difficili. Lo troverà per un periodo nel culto di Iside, poi nel venerare la regina Akasha, la regina di tutti i dannati... Razionalità e fede in lei troveranno un modo per convivere e sarà proprio questo ad allontanarla dal suo amato Marius, intellettuale fedele solo a ciò che i suoi occhi vedono e che la sua mente può spiegare. 
Interessante è il modo in cui viene presentato e descritto il loro rapporto: un legame così forte e intenso, frutto di un sincero e reciproco sentimento di amore, che neppure i secoli sono riusciti a scalfire.
Purtroppo il tempo ha indebolito questo loro affetto e forse anche l'orgoglio da parte di entrambi.
Oscuro, seducente ed emozionante, Pandora è un romanzo che non delude; finemente

L'ambientazione è perfettamente descritta e ha la capacità di avvolgere l'intera vicenda, creando la giusta atmosfera che travolge il lettore trasportandolo tra le antiche vie di Roma e di Antiochia.

Se è presente tra voi qualcuno che ha letto Le cronache dei vampiri di Anne Rice, ricorderà sicuramente il nome di questa Figlia dei Millenni: Pandora.
Il suo, però, è un personaggio che non ha mai avuto una grande rilevanza e considerazione nei libri precedenti, e la si ricorda principalmente per essere stata uno dei più grandi amori di Marius de Romanus, il vampiro dai grandi occhi blu e dai caratteri celti.
Per la prima volta ha la possibilità di poter narrare personalmente la sua storia prima e dopo aver ricevuto il Dono Tenebroso.
Sotto incoraggiamento del vampiro novello David Talbot, si convince a scrivere della propria esistenza in un elegante quaderno in pelle nera.
In questo modo inizia una profonda indagine dentro un lunghissimo e variegato ricordo, che porterà alla luce sentimenti di forte dolore, perdita, rabbia e odio; ma anche l'amore, la gioia e la fiducia sono presenti in questo romanzo.

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lunedì 3 febbraio 2020

La mummia

"Ogni mummia era un mistero. Ogni forma dissecata e preservata costituiva un'agghiacciante immagine della vita in morte. E ogni volta che posava lo sguardo su uno di quegli antichi morti egizi, Lawrence veniva scosso da un brivido."

@thecovenofphantasmagoricalbook



TITOLO: La mummia
AUTRICE: Anne Rice
EDITORE: Longanesi & C.
GENERE: Narrativa/ Suspense
TRAMA: Un tempo Ramses il Grande, faraone d'Egitto, potente, temuto e sicuro che il mondo lo avrebbe ricordato…  Ora è Ramses il Dannato, vivo dopo la morte e costretto a vagare nei secoli per placare una sete che non può essere placata… 
A riportarlo ancora una volta tra i vivi, nella Londra edoardiana ricca e decadente, è l'egittologo Lawrence Stratford che, dopo anni di ricerche, ne riesce a violare la tomba, scoprendo anche, accanto alla mummia del faraone, un misterioso busto di Cleopatra, vissuta almeno mille anni dopo. Affascinato dall'enigma, lo studioso interroga allora antichi papiri che gli narrano una vicenda straordinaria e inquietante: grazie a un elisir, Ramses ha ottenuto l'immortalità, e ha attraversato il tempo, viaggiando, lottando, amando… 

RECENSIONE:
Lentamente discendono le tenebre. 
Immensi e immortali monumenti sepolcrali sono immersi nel buio della notte, e tutto quello che un tempo fu un grande e potente regno si rifugia ora nell'oscurità.
Ogni cosa tace nell'oblio della dimenticanza…  ma non tutto è perduto per sempre: un piccolo luccichio sta rischiarando un remoto passato e l'entusiasmo di un uomo, che ha speso tutti gli anni della sua vita dietro a studi e ricerche, cresce smisuratamente davanti alla consapevolezza di poter assistere alla scoperta più eccezionale del secolo.
L'egittologo Lawrence Stratford è il protagonista di tale ritrovamento straordinario: il rinvenimento della vera tomba di Ramses il Grande, uno dei più magnifici faraoni di tutti i tempi, insieme a svariati manufatti e numerosi papiri.
Inaspettatamente accanto alla semplice scoperta, si affianca la vibrante consapevolezza di aver tra le mani qualcosa di inverosimile e sconcertante. Esaminando accuratamente tutti i reperti all'interno della tomba, si nota come molti di essi presentino delle discrepanze dal punto di vista della struttura e della datazione di realizzazione. Emblematica è l'accoppiata del sarcofago di Ramses con il busto in marmo di Cleopatra (vissuta esattamente mille anni dopo il faraone!).
Com'è possibile una cosa del genere?
Questo è l'interrogativo che inizia a torturare la brillante mente di Lawrence, pronto a tutto pur di portare alla luce la verità che, inevitabilmente, lo condurrà verso qualcosa di assolutamente sconvolgente.
Per non parlare del perché quella mummia, così accuratamente imbalsamata, appare talmente viva e vigorosa sotto gli infiniti strati di bende, tanto da far pensare che il rituale della mummificazione sia qualcosa avvenuto di recente.
Senza perdere altro tempo, Lawrence, con la presenza privilegiata della mummia,  si mette subito al lavoro e, grazie alla decifrazione di alcune parti dei papiri, apprende una stupefacente rivelazione: Ramses è un essere immortale, dannato per l'eternità per aver bevuto un elisir che lo avrebbe reso potente e indistruttibile.
Sembra essere proprio l'inizio di una grande avventura, ma, purtroppo per Lawrence, si rivelerà più corta del previsto.  Proprio nel momento in cui la risposta a questo magico mistero dell'immortalità della mummia inizia a venir fuori, ecco che l'egittologo muore in una situazione ambigua e l'unico testimone presente nel momento del decesso è il nipote Henry, il quale testimonia si tratti di un normale attacco di cuore. Rimane però inconsapevole del fatto che altri occhi e altre orecchie hanno assistito al terribile accaduto e sono pronti a giurare che non si ha a che fare con nessun tipo di morte naturale.
Dalle splendide terre d'Egitto la narrazione prosegue verso la Londra del primo Novecento, in particolare nella grande abitazione di Lawrence, dove la mummia e i numerosi papiri finiscono per essere esposti in una mostra in onore del loro scopritore.
In questo luogo facciamo la conoscenza di altri importanti personaggi, che con i loro segreti più reconditi contribuiscono ad infittire la storia di nuove e inquietanti verità.
La giovane e indipendente Julie Stratford si trova a dover affrontare l'inaspettata perdita del padre e con essa il dovere di assumersi tutte le responsabilità della gestione della Stratford Shipping e dell'ingente patrimonio da lei ereditato, rendendola la vittima perfetta di un mostruoso inganno.
L'intera situazione la costringerà a fidarsi di suo zio Randolph e di suo cugino Henry, e convincersi che il matrimonio combinato con il giovane Lord Rutherford è la cosa migliore da fare, nonostante esso sia un sotterfugio ben costruito per agevolare la riuscita del piano e ottenere il controllo della sua eredità.
Proprio quando ogni cosa sta finendo rovinosamente verso un baratro oscuro, ecco che qualcuno di molto antico e potente si risveglia dalle tenebre per prestare il proprio soccorso all'innocente Julie.
Ramses il Dannato è tornato più forte di prima e ora vaga nelle strade di un nuovo secolo, determinato a far luce sui segreti dell'immortalità e svelare il nome del colpevole dell'omicidio di Lawrence.

Anche questa volta Anne Rice si aggiudica il titolo di aver creato un romanzo unico e senza eguali, nonostante il soggetto mummia viene ripreso continuamente in numerosi libri e film dell'orrore. Tenebroso, passionale, avventuroso, contraddistinto da quella nota di erotismo tipico della Rice e pervaso dal quel suo più grande amore, la storia.
La narrazione si sussegue ad un ritmo molto lesto e incalzante, arricchita dall'avvicendarsi di momenti colmi di azione a improvvise intromissioni di piccoli flashback che, come un lampo a ciel sereno, ci rimandano indietro nel tempo fornendoci degli indizi per far luce sul presente.
Continuamente mi sono ritrovata immersa in tempi e luoghi lontani, ipnotizzata dalla magistrale capacità di non far percepire la distanza di anni, se non di secoli, tra le vicende che si succedono, creando un'omogenea linea narrativa per nulla confusionaria.
I personaggi sono stati tutti ben descritti e caratterizzati, dai protagonisti fino a coloro che posseggono ruolo più marginale.
Se volessi tratteggiare rapidamente i profili dei più notevoli personaggi partirei dalla famigerata mummia.
Ramses il Dannato è modellato sulle sembianze di una divinità: bello e prestante; imponente e regale; dalla carnagione ambrata e dagli occhi blu intenso (sì, è egiziano, ma capirete il perché di questo colore dal romanzo); dalla mentalità malleabile e aperta alle nuove esperienze che il nuovo secolo ha da offrirgli. Viene descritto come un uomo carismatico e coraggioso, che possiede la capacità di emanare un forte fascino ipnotico su chiunque posi gli occhi su di lui.  Molto simile, direi, ai nostri amati vampiri della Rice, soprattutto  per il canonico tormento legato al dono dell'immortalità e alla condanna di vivere per l'eternità il prolungarsi delle sofferenze, delle paure, dell'inquietudine che ogni epoca porta con sé. Unica differenza, e direi fortuna, rispetto ai vampiri è che Ramses può vivere alla luce del sole, anzi da essa riesce a trarre grandi benefici.
Julie Stratford non mi ha appassionato molto come personaggio: un po' ingenua, semplice e, in molte occasioni, sottomessa al volere degli altri, per meglio dire, alla volontà degli uomini che la circondano, trattandola come la più fragile della comitiva senza che lei faccia nulla per far valere la sua posizione… altro che indipendente e autonoma!  Non vi racconto altro per evitare lo spoiler.
Ho trovato, al contrario, molto complesso, curato e ben descritto il personaggio di Henry che, pur essendo uno dei personaggi più negativi del romanzo (alcolizzato, giocatore d'azzardo, spilorcio, uomo senza scrupoli… ), ha avuto la destrezza di delinearsi in maniera limpida nella mia immaginazione, di trasmettermi delle sensazioni e dei sentimenti di umanità e, seppur crudele ed egoista,  non manca di rivelare una piccola natura nascosta che ha tanto bisogno di amore.

In conclusione…  sono rimasta positivamente soddisfatta da La mummia e spero vivamente che questa umile recensione abbia avuto la capacità di incuriosirvi e di accendere in voi la voglia di intraprendere questa avventura fantasmagorica. 

sabato 3 agosto 2019

Lo schiavo del tempo



"Questa è la storia di Azriel, come lui me l'ha raccontata, perché mi ha chiesto di esserne testimone e di registrare le sue parole. chiamatemi Jonathan, come ha fatto lui. Questo è il nome che ha scelto la notte in cui è apparso davanti alla mia porta spalancata e mi ha salvato la vita.
Senza dubbio, se non fosse arrivato in cerca di uno scrivano, sarei morto prima dell'alba"




TITOLO:  Lo Schiavo del Tempo

AUTORE:  Anne Rice
GENERE: Ghost story, Horror Novel, Romanzo Storico
EDITORE: TEA
TRAMA: Mentre si trova bloccato in fin di vita in una baita d'alta montagna, uno studioso dell'antica civiltà sumera viene salvato dall'inattesa quanto provvidenziale visita di un misterioso, bellissimo giovane che dice di chiamarsi Azriel e di essere un demone con una lunga e struggente storia da raccontare. Azriel è lo spirito di un giovane ebreo babilonese che per amore verso il suo popolo prigioniero in Mesopotamia è caduto in un inganno ordito da sacerdoti pagani e negromanti, i quali gli hanno strappato l'anima e ne hanno fatto un angelo del male in balia del mago che di volta in volta possiede le ossa delle sue spoglie mortali. Dalla Babilonia dei mille dèi all'Asia Minore dei filosofi greci, dalla Parigi satanista di fine Ottocento alla New York di oggi, il viaggio di Azriel, attraverso i secoli, sta volgendo al termine...

RECENSIONE
New York, Quinta Strada. Una ragazza, Esther Belkin, viene brutalmente assassinata da alcuni sconosciuti all'interno di un negozio d'abbigliamento.
Il telegiornale è a trasmettere questa breaking news e sembrerebbe essere una delle tante e solite notizie fresche che appaiono sugli schermi e sulle prime pagine dei giornali per giorni e rimangono sulla bocca di tutti per poi finire inevitabilmente nel dimenticatoio per far spazio alle altre più recenti e sconvolgenti.
Questo è ciò che crede anche Jonathan, professore e studioso di storia antica, che non si aspetterà minimamente quanto questa apparentemente insignificante accaduto lo catapulterà in un mondo oscuro e invisibile.
Determinato, poi, a prendersi del tempo da trascorrere in tranquillità per dedicarsi alle sue ricerche e alla stesura del suo nuovo libro, lontano da tutti e dalla frenesia della vita quotidiana, decide di passare dei giorni nella sua baita di montagna  rifugiandosi, così, in una serenità silenziosa.
Purtroppo le cose non vanno come aveva previsto Jonathan e, durante la notte, viene sorpreso inaspettatamente da una brutta febbre che lo rende incapace di prendersi cura di sé.
Quasi in fin di vita viene salvato da un ragazzo dai folti capelli scuri e dall'espressione gioviale e serena e, aggiungerei, rassicurante. 
Non appena la situazione critica del professore sembra essere passata, il giovane affascinante gli rivela essere un potente spirito, il Servitore delle Ossa ( non a caso il titolo originale del romanzo è Servant of the Bones), che il suo nome è Azriel e che si trova lì, assieme a lui, per un motivo ben preciso: voler raccontare la sua lunga storia per poter essere in seguito pubblicata in un libro così da poter rivelare un'agghiacciante verità.
Attraverso le parole di Azriel  veniamo a conoscenza della sua vita passata, non essendo sempre stato uno spirito, e ripercorriamo assieme a lui la sua esistenza tranquilla da giovane ebreo cittadino della splendente Babilonia, descritta magistralmente dando l'idea di un vero e proprio scrigno prezioso, fino ad arrivare ad un momento cruciale: per salvare il suo popolo dalla cattività babilonese è costretto a scendere ad un compromesso e a sottoporsi a terribili supplizi che lo avrebbero portato inevitabilmente ad una morte fatale, ma, viene tratto in inganno e subisce una stregoneria che lo trasforma in uno spirito legato indissolubilmente alle sue ossa, ormai fuse nell'oro, e chiunque vada in possesso di tali ossa diventa conseguentemente il suo padrone al quale deve ubbidire, anche agli ordini più immorali.
Con il passare dei secoli e l'alternarsi di nuovi padroni è giunto fino alla New York contemporanea ritrovandosi coinvolto nei folli piani di distruzione del mondo dell'esaltato e fanatico leader della chiesa Il Tempio della Mente, Gregory Belkin.
Non vi suona famigliare questo cognome?
Ed è proprio in questa situazione che Azriel cercherà in ogni modo di smascherare il suo diabolico complotto e poter essere una volta per tutte uno spirito libero.
Ancora una volta la mia amatissima Regina delle Tenebre Anne Rice è riuscita nell'intento di tenermi letteralmente incollata ad ogni singola pagina di questo favoloso libro che, precisiamolo, è un romanzo singolo e non si ricollega in nessun modo alle Cronache dei Vampiri o alla Saga delle Streghe Mayfair. 
Nonostante questo, il suo stile di scrittura è sempre ben riconoscibile con descrizioni di personaggi, scene e luoghi dettagliate, precise senza mai cadere nella ridondanza o prolissità che renderebbero la storia priva di azione e movimento, cosa che non accade in nessun modo.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, in particolare, Azriel che è una figura davvero complessa, difficile da definire, ma senza alcun dubbio è il buono perfetto che nessuno sarebbe in grado di odiare, benevolo e caritatevole, un essere che è impossibile non immaginare senza un sorriso stampato sul viso nonostante tutte le sofferenze che ha incontrato durante il suo cammino.
Tipico e in perfetto stile Anne Rice è il ricorso all'espediente del racconto da parte di un personaggio ad un altro che funge da ascoltatore e,in seguito, avrà il compito di metterlo per iscritto ( un po' come accade in Intervista col Vampiro e in altri suoi romanzi). 
Inoltre, è impossibile non meravigliarsi del grande lavoro di ricerca storica che si nasconde dietro le quinte di questo romanzo che permette un viaggio temporale davvero realistico dall'antica Babilonia fino ad arrivare alla New York contemporanea, ma cosa distingue questo romanzo da un semplice romanzo storico è la presenza di un mondo supernaturale e paranormale e un grande misticismo di fondo che fa di esso anche una Ghost Story, una Supernatural Novel e una Horror Fiction.
In conclusione, consiglio questo libro a tutti gli amanti delle storie di spiriti e fantasmi e che hanno trovato irresistibili anche gli altri romanzi della Rice, a chi trova piacevole i libri ricchi di elementi storici, ma alla fine credo che sia un libro adatto un po' a tutti i lettori e spero che questa umile recensione vi invogli a scoprire questo romanzo e cosa ha da raccontarvi.
In più voglio lasciarvi una piccola curiosità a riguardo: durante la creazione del personaggio di Azriel, Anne Rice si è lasciata ispirare, come modello fisico, dal famoso attore Antonio Banderas, dichiarandolo durante un'intervista nel 1996 e affermando che era rimasta molto colpita dalla sua grandiosa interpretazione e sensibilità che dimostrò nel film Philadelphia.

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...