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mercoledì 28 aprile 2021

IL CIMITERO DEI VIVI di Poppy Z. Brite

Morire: il sussulto finale di dolore e dissoluzione nel nulla che è il prezzo che paghiamo per ogni cosa. Non potrebbe essere l'emozione più dolce, l'unica salvezza che ci spetta...
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 134
TITOLO: Il cimitero dei vivi
AUTRICE: Poppy Z. Brite
GENERE: Splutterpunk
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUTTORE: Francesca Noto e Alessandro Manzetti
SINOSSI: Dalla Regina dello Splatterpunk, una selezione dei suoi racconti più celebri, molti dei quali tradotti in Italiano per la prima volta: La Palude delle Lanterne (Lantern Marsh, 2000); La Sesta Sentinella (The Sixth Sentinel, 1992); Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord of Nerves, 1992); Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia (Mussolini and the Axeman’s Jazz, 1995); La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990); Il Cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002); Risvegli (Self-Made Man, 1996).Tra spettri, fantasmi, voodoo, cannibali, creature, cimiteri e cadaveri, amanti e musei di morte che animano la sua dark New Orleans spesso protagonista, scenario e madre delle storie, l'autrice, vero e proprio cult del genere, canta il suo innovativo, malinconico, brutale e poetico horror dal sapore di assenzio, dipingendolo con decadente e magnetico splendore.

RECENSIONE:
Difficilmente rimango in disparte quando un libro chiama in causa la fantasmagorica New Orleans (e come ben sapete ho una piccola ossessione per questa città).
Di conseguenza non ho potuto assolutamente rinunciare alla lettura de Il cimitero dei vivi di Poppy Z. Brite: una raccolta di sette racconti (la maggior parte inediti in Italia) dal sapore macabro e orrorifico, che mescolano elementi del genere Southern Gothic a quelli dello Splatter più estremo.

Nonostante il carattere eterogeneo delle storie - diverse tra loro per scenari, tematiche e atmosfere - è percepibile un evidente fil rouge che le lega indissolubilmente, suggeritoci direttamente dal titolo della raccolta.  
In questo volume, infatti, la vita e la morte si intersecano, sovrapponendosi e scambiandosi di significato. 
Il netto confine che le separa svanisce, lasciando il posto a una nuova concezione delle due.
I vivi che affollano il romanzo vagano nel mondo senza uno scopo preciso, senza meta, proprio come se fossero dei corpi senz'anima; al contrario, sono proprio i morti (spettri, fantasmi, entità non specificate) che si riappropriano di una ragione di esistere.
Un altro aspetto che ricorre in tutti i racconti è la straordinaria fusione tra elementi soprannaturali e fantastici ad aspetti estremamente quotidiani e nella norma.
Il terzo e ultimo punto di contatto, presente nella maggior parte delle novelle, è l'ambientazione: New Orleans
Una città singolare, eccentrica, folle... dal fascino misterioso e decadente. 
Un luogo che riesce a vestire contemporaneamente i colori più festosi e sgargianti del Mardì Gras e le tinte più tetre e occulte legate alle tradizioni voodoo e alla radicata criminalità. 
Come se non bastasse, a invadere costantemente le sue strade è una soave melodia, un motivo che unisce il sound caldo delle brass band agli inspiegabili e suggestivi suoni delle paludi.

Ma addentriamoci ora nel cuore dei racconti.
 
Rosalie era giunta a New Orleans perché era il posto più a sud dove era riuscita ad arrivare, o almeno, così diceva lei. Stava scappando da un amante a cui si riferiva con indifferenza, soltanto con il nome di Joe Coffespoon. Il ricordo di lui la faceva rabbrividire molto più delle mie dita ectoplasmatiche, e allora cercava il bacio umido delle notti tropicali.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sesta sentinella, 7

La sesta sentinella (The Sixth Sentinel, 1992) narra la bizzarra vicenda di Rosalie "Sfortunata" Smith, che giunge a New Orleans per dimenticare un passato fosco e doloroso.
Non sa, però, che il suo nuovo appartamento, uno degli edifici più vecchi del Quartiere Francese, e già occupato da un altro inquilino... un fantasma!
Nonostante questo, tra la ragazza e Jean (l'entità ectoplasmatica) si instaura una pacifica convivenza.
Questo finché una strana idea non prende il sopravvento nella fantasia del fantasma.
Spinto da un opprimente senso di solitudine e dal ricordo di antichi tesori nascosti, Jean comincia ad intessere un piano contorto per raggiungere il suo macabro scopo.
Un racconto malinconico e nostalgico, una storia di fantasmi e di magia nera, che, grazie a un colpo di scena finale inaspettato, è stato capace di lasciarmi senza parole.

Di giorno, la palude era un luogo di macchie marezzate di luce, cipressi e querce coperti di mucchio spagnolo, punte marroni e vellutate di tifa che scoppiavano in nuvole bianche come neve se le si schiacciava contro la nuca di un amico, e leggende di sabbie mobili piene di scheletri e tesori.
Ma di notte, le lanterne prendevano il sopravvento.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La palude delle lanterne, 33

Uno strano fenomeno prende vita la notte nella palude di Lantern Marsh: le lanterne, scintillanti globi di luce che fluttuano sopra gli acquitrini.
I più razionali ritengono che siano degli innocui fuochi fatui, dovuti ai gas della palude; mentre, i più superstiziosi credono che siano dei fantasmi scintillanti.
Quale che sia la loro reale origine, Phil e Bronwen continuano a non comprendere perché il loro strambo amico Noel ama osservarle durante la Notte di Ognissanti.

Halloween è un vero e proprio giorno di festa nella città di Lantern Marsh. 
Tutti i bambini non aspettano altro che uscire per le strade, orrendamente travestiti, e fare "dolcetto o scherzetto".
Anche per Phil e Bronwen è sempre stato così, ma non per Noel, che per la ricorrenza si reca da solo nella palude deciso a cantare per le lanterne.
Quale segreto lega così profondamente un bambino di dieci anni a delle fiammelle misteriose?
La palude delle lanterne (Lantern Marsh, 2000) potrebbe essere un'ottima storia da leggere durante il periodo autunnale, in particolar modo nella notte di Halloween.
Una vicenda dall'atmosfera sognante e misteriosa, che, attraverso le avventure dei tre piccoli amici, sa come farci scappare dei piccoli brividi. Per non parlare della bellezza del finale, un finale che è allo stesso tempo dolce e amaro.
Calcutta? voi direte. Uno strano posto dove andare, quando i morti avevano già iniziato a camminare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Calcutta, Signora delle Impudenze, 56

Con Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord od Nerves, 1992) abbandoniamo la nostra New Orleans per spostarci nelle povere e squallide strade di Calcutta.
Una città che emana un terribile odore di carne putrefatta, di corpi in decomposizione.
Be', non c'è da stupirsi di questo visto che Calcutta è invasa dai MORTI VIVENTI.
Un numero illimitato di defunti tornati in vita, forse - secondo la teoria più accreditata - a causa di un microbo geneticamente modificato, si nutrono voracemente di carne umana.
Le vittime di questi zombie, però, non sono tutti gli umani, ma solo quelli che hanno smesso da tempo di credere nella vita.
Il protagonista-narratore ci accompagna in un viaggio putrido e disgustoso, alla scoperta di una città, o meglio di un umanità, che sta lentamente abbandonando questo mondo.
Un racconto forte, con descrizione estremamente crude, disgustose per certi versi, e raccapriccianti.
Sicuramente non lo consiglio ai deboli di stomaco.

Non mi hanno mai arrestato, e non lo faranno mai. Non mi hanno mai visto perché sono invisibile, come l'etere che circonda la Terra. Non sono un essere umano, ma uno spirito e un demoe dei più profondi gironi dell'inferno. Io sono colui che voi abitanti di New Orleans e la vostra stupida polizia avete chiamato l'uomo con l'ascia.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia,110

Può mai esistere un collegamento tra la morte dell'Arciduca Francesco Ferdinando, l'ascesa di Mussolini e il terribile assassino, noto come l'uomo con l'ascia, che gettò nel panico New Orleans nel 1919?
Ebbene, sì.
Il suo nome è Cagliostro (vi dice nulla?). 
Un uomo controverso, un mago che ha scoperto il segreto dell'immortalità, ed ora è deciso a ricostruire una nuova umanità, mettendo in atto un piano folle e contorto.

In tutto questo delirio dobbiamo inserire la figura di Joseph D'Antonio, un ex detective del dipartimento di polizia di New Orleans.
D'Antonio di routine trascorre le giornate affogando i suoi ricordi nell'alccol, questo finché lo spettro dell'Arciduca Ferdinando non si materializza nella sua stanza, chiedendogli aiuto.
L'artefice del suo assassinio si trova proprio a New Orleans. Non sa che volto abbia, ma lo spettro necessita di un corpo per poterlo uccidere  una volta per tutte.

Uno dei racconti più intriganti e adrenalinici della raccolta.
L'intreccio è strabiliante e inaspettato, e il legame che unisce grandi personaggi storici, che apparentemente non hanno nulla in comune, a uomini sconosciuti entrati brutalmente nell'immaginario collettivo è assolutamente fuori dalle righe.
Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia (Mussolini and the Axeman's Jazz, 1999) possiede tutti i requisiti per aggiudicarsi il primo posto nella mia classifica personale, ma c'è stata un'altra storia che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Stiamo parlando de La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990).

Ogni tomba ha il suo particolare aroma, proprio come ogni corpo vivente. 
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 126

Louis e Howard sono due amici, due sognatori cupi e irrequieti che condividono la medesima insoddisfazione per la vita intera.
Droghe strane, alcool puro, sesso estremo... nulla di tutto questo riesce a placare la loro tragica insaziabilità.
Ritiratisi per disperazione nella villa di famiglia di Louis, situata in un luogo deserto al confine con la palude, nella noia più totale un'idea perversa inizia a stuzzicare la loro fantasia: saccheggiare tombe per creare un loro personale museo di morte.
La nuova attività di profanatori si rivela essere davvero eccitante: scheletri, bottiglie di assenzio, reliquie e ritrovamenti di ogni genere cominciano rapidamente ad affollare la loro macabra galleria di morte.
A questo punto manca solo un oggetto alla loro collezione per essere perfetta. 
Un amuleto, per la precisione. 
Secondo varie leggende, è nascosto nella tomba di un potente sacerdote voodoo bianco, situata in un vecchio cimitero.
I due amici, però, non sanno che quel misterioso amuleto voodoo è portatore di una terribile maledizione.

Un racconto macabro, allucinante, sensuale, poetico... una storia dal sapore di assenzio, lo stesso che i due protagonisti scovano in una vecchia cripta di New Orleans. 
Sicuramente la mia preferita in assoluto di tutta la raccolta!
I personaggi di Louis e Haward possiedono quel fascino decadente da artisti maledetti, e ricordano molto due bohemien che vivono la vita sul filo della morte. Soprattutto Louis, il più intrigante tra i due, con la sua personalità tenebrosa e alternativa.
Amanti del macabro non potete perdervi questa sublime lettura!

Il cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002)
Matthew Stubbs non era un bambino come tanti. A cinque anni già sognava di diventare un grande scrittore, ma ora il suo cadavere si trova in obitorio per essere sottoposto all'autopsia della coroner. 
Non c'è nulla di strano o violento nella sua morte, se non per la triste e banale causa.
Eppure, qualcosa di assolutamente bizzarro risalta sotto gli occhi della coroner: il suo cuore, infatti, possiede delle incisioni del tutto innaturali.
Cosa significa tutto questo? E per quale il piccolo Matthew era un bambino speciale?

Non sapeva se uccidere fosse definibile come arte, ma era l'unica cosa creativa che sapesse fare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Risvegli, 160

Risvegli (Self-made Man, 1996) è il racconto conclusivo, e direi che non poteva esserci un finale migliore.
La storia appare come una rielaborazione ancora più perversa e soprannaturale del caso dell'efferato serial killer Jeffrey Dahmer, colui che adescava giovani ragazzi per poi ucciderli e ricreare con le parti dei loro corpi degli zombie.
In questa storia truculenta troviamo temi come il cannibalismo, la necrofilia, violenze di vario genere e non mancano descrizioni crude e scene di squartamenti. 
Non è una lettura leggera, per cui la sconsiglio a chi è facilmente impressionabile.
Personalmente lo reputo un bel racconto nel suo genere.











mercoledì 19 agosto 2020

Le avventure di Tom Sawyer

Proprio allora fece una scoperta, cioè che promettere di non fare una certa cosa è il modo più sicuro per farsi tornare la voglia di farla.


TITOLO: Le avventure di Tom Sawyer
AUTORE: Mark Twain
EDITORE: Giunti Junior
COLLANA: Classici tascabili
GENERE: Avventura, Romanzo di formazione
TRAMA: Tom vive con la zia. E' un vero combinaguai: imbroglia, disubidisce, non studia, ma in compenso è intelligente, coraggioso e vivace. Un giorno, però, si trova coinvolto in un'avventura molto rischiosa: assiste a un omicidio, di cui viene accusato l'innocente Muff...


RECENSIONE:
Nella piccola e tranquilla cittadina di St. Petersburg, situata vicino le rive del Mississipi, il giovane e irrequieto Thomas, “Tom”, Sawyer trascorre le sue esuberanti giornate intento a far divertire e impazzire chiunque gli ronzi attorno, in particolar modo sua zia Polly.

Non passa secondo senza che la sua mente vivace e giocosa escogiti qualche improbabile piano per farla esasperare.

Quante volte lo ha colto con le mani nel sacco mentre rubava di nascosto la sua intoccabile marmellata o marinava la scuola? E quante volte è riuscito a farla franca senza beccarsi neppure una punizione come si deve, sfoderando il suo più grande repertorio di bugie?

La povera zia Polly, donna buona dall'animo gentile, non riesce proprio ad essere severa con suo nipote senza sentire un peso sulla coscienza, essendo consapevole, in fondo, che il piccolo Tom è un diavolaccio burlone, bugiardo e impulsivo, ma, allo stesso tempo, è un monello dal gran cuore e tutto quello che compie è in buona fede... o forse...

Tom si diverte troppo nel prendere in giro le persone e pensare di essere più furbo di loro; è convinto di non avere punti deboli, proprio come i pirati, gli indiani o i banditi delle sue storie preferite, eppure perde completamente la testa per una bambina che frequenta la sua classe: Becky Thatcher.

In ogni modo possibile e immaginabile cerca di attirare la sua difficile attenzione, finché, un bel giorno, Becky ricambia tutti i suoi pavoneggiamenti lanciandogli un fiore.

Il suo cuore batte solo per lei, ma, nonostante questo, Tom è stato capace di dar vita a inconvenienti davvero esilaranti.

Il piccolo Tom è un diavoletto imperterrito, ma insieme a lui conosciamo il suo migliore amico: Huckleberry Finn, protagonista indiscusso del successivo romanzo Le avventure di Huckleberry Finn.

Diversamente da Tom, Huck non frequenta la scuola e vive da solo, come un animale selvaggio, dentro una grande botte vuota, campando alla giornata e in totale libertà. Suo padre, infatti, è un tremendo ubriacone che sperpera tutti i suoi soldi in alcool senza preoccuparsi minimamente di suo figlio.

I due ragazzi, seppur di due classi sociali differenti, condividono lo stesso status di orfani e di scapestrati, e questo legame li unisce indissolubilmente.

Insieme hanno preso parte a numerose ed esilaranti peripezie: la fuga segreta nelle terre più selvagge e incontaminate dell'isola di Jackson per diventare dei veri pirati, facendo credere, senza volerlo, a tutti i paesani di essere morti; la ricerca forsennata di un tesoro nascosto nelle vicinanze di una casa ritenuta stregata; una terribile gita all'interno di una grotta labirintica... 

Eppure l'avventura più intensa e spaventosa ha inizio nel buio e silenzioso cimitero di St. Petersburg.

Tutto nasce dalla proposta di Huck di recarsi soli nel cimitero per provare una magia atta a combattere i porri.

Le uniche precauzioni che non possono essere assolutamente ignorate sono: trovare un gatto morto per il rito, giungere al cimitero al chiaro di luna e, infine, recitare la formula magica.
L'importante, però, è non farsi beccare dai diavoli che si aggirano tetri tra le lapidi, altrimenti lì sono guai.

Tutto è pronto per il loro piano, ma, all'improvviso, tra le fredde e immobili tombe del cimitero, vedono spuntare tre figure oscure.

Saranno i diavoli che tanto temevano di incontrare?
Lentamente, al loro avanzare sotto la luce lunare, i tre soggetti cominciano a prendere una forma più definita e... umana.

Finalmente, Tom e Huck riescono a riconoscerli.

Difficile giudicare da così lontano quali fossero i reali scopi di quella visita notturna al cimitero, ma, sicuramente, si tratta di un'azione losca che, purtroppo, non andò per il verso giusto...

I due ragazzi, in men che non si dica e senza volerlo, sono diventati i soli e gli unici testimoni oculari di un OMICIDIO.

Il terrore di essere scoperti gli attanaglia, e promettono solennemente di non farne parola con nessuno e di mantenere il segreto per salvarsi la pelle.

Purtroppo, però, qualcun'altro ci sta per rimettere la propria al posto del reale colpevole: un innocente sarà presto processato e condannato a morte.

Tom e Huck sono decisi a restare alla larga da questa brutta storia, eppure... non riescono a smettere di pensare come incastrare il colpevole.

Ma il cuore dei giovani è molto elastico e non si lascia comprimere a lungo 

Le avventure di Tom Sawyer è un romanzo scritto nel 1876, e, seppur considerato da molti come un classico della letteratura per ragazzi, esso incorpora e unisce diversi generi letterari.

Leggendolo ricorda molto un romanzo di formazione, poiché seguiamo lo sviluppo del protagonista nel corso dell'intera narrazione.

Tom è un personaggio estremamente dinamico e in continua evoluzione: lo osserviamo nelle prime pagine intento ad elaborare giochi e scherzi infantili, per poi giungere, verso la fine, alla maturazione di una nuova consapevolezza, frutto delle esperienze fatte nelle sue innumerevoli avventure.
Allo stesso tempo, però, viene da considerare il libro come un romanzo picaresco, in quanto Tom si muove da un episodio avventuroso all'altro.
Inoltre, Le avventure di Tom Sawyer si avvicina al genere della satira, della narrativa popolare e alla commedia.

Twain utilizza un linguaggio semplice e colloquiale che riflette e si adatta ai pensieri di un ragazzo come Tom.
Molto interessante è il modo in cui l'autore ricrea dei dialoghi adatti alla mentalità dei piccoli personaggi, così da regalargli quel tocco di genuinità e realismo.

Inizialmente, proprio per questa sua caratteristica, ho incontrato delle difficoltà nell'entrare completamente nella narrazione (aggiungendo il fatto che solo dopo ho scoperto di possedere un'edizione riadattata), trovandola piatta e noiosa.

Solo con il susseguirsi delle vicende buffe e fantasiose attorno a Tom e ai suoi amici, ho ripreso lentamente interesse, e non mi è dispiaciuto continuare a leggere il romanzo.

La parte che ho apprezzato maggiormente dell'intero romanzo è l'atmosfera cupa e macabra che l'autore è riuscito a creare attorno alla vicenda dell'omicidio nel cimitero.

Non sono mancati, inoltre, alcuni momenti nella storia che mi hanno portato a riflettere su quanto possa essere diversa la vita di un ragazzo come Tom Sawyer (vissuto, più o meno, nel periodo successivo alla guerra di secessione) da quella di un ragazzo di oggi.

In passato per divertirsi bisognava ingegnarsi con quel che si aveva (bottoni colorati, tappi di sugheri, monetine, pezzi di vetro colorato...) unito a tanta buona fantasia e immaginazione.

Il contatto con la natura era onnisciente, lo spirito di avventura esuberante e sottintesa era la condivisione di un nuovo gioco con i propri coetanei.
Invece, oggi assistiamo alla scomparsa quasi totale di questi divertimenti così genuini e salutari, che tristemente lasciano il posto alla sempre più invadente tecnologia.
Gli schermi sono ormai i migliori amici dei bambini, accompagnandoli ovunque e cancellando ogni legame con il mondo circostante.

Un sentimento di nostalgia per un tempo passato e quasi del tutto perduto è stato il mio compagno di viaggio nel mondo dimenticato di Tom Sawyer.

Avventuroso e divertente, Mark Twain da vita a un dei personaggi inconfondibili, che, inevitabilmente, ci riportano indietro nel tempo... a quando bastavano piccoli oggetti inutili e uno spazio aperto per essere felici, e seguire instancabilmente l'immaginazione per la creazione delle nostre avventure.

Questo è un romanzo che consiglio particolarmente ai piccoli lettori, ma sono sicura che anche i grandi lettori dall'animo ancora bambino possono apprezzare.


Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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mercoledì 1 gennaio 2020

Altre voci altre stanze

"[…] era casa sua per diritto, disse, perché qualora se ne fosse andato - come aveva fatto una volta - altre voci, altre stanze, voci perdute e fievoli, sarebbero echeggiate nei suoi sogni."


TITOLO: Altre voci altre stanza
AUTORE: Truman Capote
GENERE: Romanzo di formazione, Southern Gothic
EDITORE: Garzanti
TRAMA: Altre voci altre stanze ha per protagonista il tredicenne Joel Harrison Knox, che da New Orleans arriva in campagna, a Skully's Landing, un tempo casa padronale ora decaduta e fatiscente, dove vive suo padre. In questo ambiente isolato e bizzarro, animato da presenze grottesche, quasi anormali, descritto con straordinaria potenza e intensità, popolato da personaggi eccentrici, a cominciare dal cugino Randolph, effeminato e narcisistico, l'adolescente Joel incontrerà i suoi demoni, e potrà misurare la sua solitudine e la sua sete d'amore.

RECENSIONE:
Ogni stanza finisce sempre per assorbire la vita di chi l'occupa: mobili, quadri, fotografie, gingilli di vario genere… ognuno di essi rievocano voci del passato, ricordi che, legandosi fra loro come anelli di metallo, incatenano la vita dei molteplici personaggi rendendoli vittime, consapevoli e inconsapevoli, della loro emarginazione dal mondo.
In questo panorama di atmosfere surreali e grottesche si colloca la curiosa vicenda del tredicenne Joel Knox, protagonista del romanzo, il quale, dopo ben dodici anni, riceve inaspettatamente una lettera con notizie di suo padre, Edward R. Sansom, il quale dichiara la volontà di voler assumere nuovamente i suoi doveri paterni, questo dopo aver appreso della prematura morte della madre di Joel.
Così, dalla festosa città di New Orleans, Joel si mette in viaggio verso la sperduta località di Noom City per raggiungere la residenza di Skully's Landing, situata nelle calde campagne dell'Alabama e indicata nella lettera come la destinazione finale.
Dopo aver ottenuto una serie di passaggi e conosciuto alcuni personaggi stravaganti, giunge nel posto designato: un'enorme maison desolata e fatiscente, aggrovigliata nella natura selvaggia.
Colto da un sospettoso sconforto, Joel non può non rimanere turbato dalla decadenza e dalla trascuratezza dell'intera abitazione; ma non demorde e si auto convince del fatto che, dopo l'imminente incontro con il padre, le sue prime impressioni muteranno per il meglio.
I giorni passano e le aspettative verso il signor Sansom diventano sempre più alte, sebbene di lui non si palesa neppure l'ombra e i pochi abitanti della casa evitano di parlarne.
Al suo posto, però, bizzarri e improbabili personalità fanno la loro inconsueta comparsa: l'esile Miss Amy, nuova moglie del signor Sansom e donna caratterizzata da un'instabilità mentale e dall'umore vacillante; Jesus Fever e sua nipote Zoo, i domestici di colore che si occupano di varie mansioni per la famiglia, contraddistinti da strani atteggiamenti superstiziosi che ancora sopravvivono nelle cultura della popolazione di colore del Sud; e, infine, il cugino omosessuale e di salute cagionevole, Randolph (il mio personaggio preferito!).
Molto simile ad un artista bohémien, egli è tratteggiato da un comportamento eccentrico e molto femminile (divertente è il suo vagare scalzo per casa con indosso solo un chimono), dalla sottile e pungente ironia malinconica e da un modo tutto suo di discorrere curioso e inverosimile, nel quale non esiste un vero confine tra fantasia e realtà. Attraverso queste peculiarità riesce ad ammaliare il giovane Knox, verso il quale prova un profondo e sincero affetto.
Oltre tutto Randolph è un personaggio dalla sensibilità toccante e non ha nessuna paura di esprimere quello che realmente prova, ed è per questo motivo che è molto vicino a comprendere i sentimenti e l'inquietudine di Joel dovuta ai cambiamenti che sta affrontando e alla situazione incomprensibile che aleggia intorno al fantasma di suo padre.
Sebbene tra i vari personaggi vi siano innumerevoli differenze, tutti sono perseguitati e tormentati dalla solitudine: la solitudine che può provare un orfano catapultato in famiglie diverse senza mai adattarsi; la solitudine dovuta alla paralisi fisica e all'incapacità di comunicare con l'esterno; la solitudine frutto di una sensibilità fuori dal normale che la società non riesce a comprendere ed accettare, giudicandola perversa.
Solamente che Joel riesce a superare un ostacolo che, invece, ha braccato tutti gli altri nel loro mondo illusorio e irreale: il passato.
Altre voci altre stanze ci racconta la storia di una rinascita, quella di Joel, che riscopre sé stesso e si riappropria del suo passato familiare che da troppo tempo gli è stato estraneo ed è riuscito a ricominciare dopo aver finalmente affrontato i suoi demoni, dopo aver lasciato alle spalle quello che è stato e non sarà più… giunge il momento di vivere il presente e tutto quello che la vita a da offrirgli.

"[…] lui seppe di dover andar via: senza timore, senza esitazioni, sostò solo al limite del giardino, dove, quasi avesse dimenticato qualcosa, si fermò e guardò indietro al crepuscolo calante, sfiorito, al ragazzo che si era lasciato alle spalle." 

Lo stile inconfondibile e singolare di Capote riesce a rendere ancora più incalzante e surreale l'intera vicenda: i personaggi e i luoghi vengono descritti nei minimi dettagli dando la sensazione di assistere ad una descrizione impressionistica, definendo sia la natura essenziale del luogo stesso sia le emozioni di Joel mentre osserva l'ambiente circostante.
La narrazione ha un ritmo mutevole: incalzante ma, allo stesso tempo, riesce a lasciare sempre un po' di spazio per le riflessioni personali immedesimandosi nelle più variegate situazioni della storia.
Un libro consigliatissimo!




MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...