mercoledì 28 aprile 2021

IL CIMITERO DEI VIVI di Poppy Z. Brite

Morire: il sussulto finale di dolore e dissoluzione nel nulla che è il prezzo che paghiamo per ogni cosa. Non potrebbe essere l'emozione più dolce, l'unica salvezza che ci spetta...
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 134
TITOLO: Il cimitero dei vivi
AUTRICE: Poppy Z. Brite
GENERE: Splutterpunk
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUTTORE: Francesca Noto e Alessandro Manzetti
SINOSSI: Dalla Regina dello Splatterpunk, una selezione dei suoi racconti più celebri, molti dei quali tradotti in Italiano per la prima volta: La Palude delle Lanterne (Lantern Marsh, 2000); La Sesta Sentinella (The Sixth Sentinel, 1992); Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord of Nerves, 1992); Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia (Mussolini and the Axeman’s Jazz, 1995); La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990); Il Cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002); Risvegli (Self-Made Man, 1996).Tra spettri, fantasmi, voodoo, cannibali, creature, cimiteri e cadaveri, amanti e musei di morte che animano la sua dark New Orleans spesso protagonista, scenario e madre delle storie, l'autrice, vero e proprio cult del genere, canta il suo innovativo, malinconico, brutale e poetico horror dal sapore di assenzio, dipingendolo con decadente e magnetico splendore.

RECENSIONE:
Difficilmente rimango in disparte quando un libro chiama in causa la fantasmagorica New Orleans (e come ben sapete ho una piccola ossessione per questa città).
Di conseguenza non ho potuto assolutamente rinunciare alla lettura de Il cimitero dei vivi di Poppy Z. Brite: una raccolta di sette racconti (la maggior parte inediti in Italia) dal sapore macabro e orrorifico, che mescolano elementi del genere Southern Gothic a quelli dello Splatter più estremo.

Nonostante il carattere eterogeneo delle storie - diverse tra loro per scenari, tematiche e atmosfere - è percepibile un evidente fil rouge che le lega indissolubilmente, suggeritoci direttamente dal titolo della raccolta.  
In questo volume, infatti, la vita e la morte si intersecano, sovrapponendosi e scambiandosi di significato. 
Il netto confine che le separa svanisce, lasciando il posto a una nuova concezione delle due.
I vivi che affollano il romanzo vagano nel mondo senza uno scopo preciso, senza meta, proprio come se fossero dei corpi senz'anima; al contrario, sono proprio i morti (spettri, fantasmi, entità non specificate) che si riappropriano di una ragione di esistere.
Un altro aspetto che ricorre in tutti i racconti è la straordinaria fusione tra elementi soprannaturali e fantastici ad aspetti estremamente quotidiani e nella norma.
Il terzo e ultimo punto di contatto, presente nella maggior parte delle novelle, è l'ambientazione: New Orleans
Una città singolare, eccentrica, folle... dal fascino misterioso e decadente. 
Un luogo che riesce a vestire contemporaneamente i colori più festosi e sgargianti del Mardì Gras e le tinte più tetre e occulte legate alle tradizioni voodoo e alla radicata criminalità. 
Come se non bastasse, a invadere costantemente le sue strade è una soave melodia, un motivo che unisce il sound caldo delle brass band agli inspiegabili e suggestivi suoni delle paludi.

Ma addentriamoci ora nel cuore dei racconti.
 
Rosalie era giunta a New Orleans perché era il posto più a sud dove era riuscita ad arrivare, o almeno, così diceva lei. Stava scappando da un amante a cui si riferiva con indifferenza, soltanto con il nome di Joe Coffespoon. Il ricordo di lui la faceva rabbrividire molto più delle mie dita ectoplasmatiche, e allora cercava il bacio umido delle notti tropicali.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sesta sentinella, 7

La sesta sentinella (The Sixth Sentinel, 1992) narra la bizzarra vicenda di Rosalie "Sfortunata" Smith, che giunge a New Orleans per dimenticare un passato fosco e doloroso.
Non sa, però, che il suo nuovo appartamento, uno degli edifici più vecchi del Quartiere Francese, e già occupato da un altro inquilino... un fantasma!
Nonostante questo, tra la ragazza e Jean (l'entità ectoplasmatica) si instaura una pacifica convivenza.
Questo finché una strana idea non prende il sopravvento nella fantasia del fantasma.
Spinto da un opprimente senso di solitudine e dal ricordo di antichi tesori nascosti, Jean comincia ad intessere un piano contorto per raggiungere il suo macabro scopo.
Un racconto malinconico e nostalgico, una storia di fantasmi e di magia nera, che, grazie a un colpo di scena finale inaspettato, è stato capace di lasciarmi senza parole.

Di giorno, la palude era un luogo di macchie marezzate di luce, cipressi e querce coperti di mucchio spagnolo, punte marroni e vellutate di tifa che scoppiavano in nuvole bianche come neve se le si schiacciava contro la nuca di un amico, e leggende di sabbie mobili piene di scheletri e tesori.
Ma di notte, le lanterne prendevano il sopravvento.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La palude delle lanterne, 33

Uno strano fenomeno prende vita la notte nella palude di Lantern Marsh: le lanterne, scintillanti globi di luce che fluttuano sopra gli acquitrini.
I più razionali ritengono che siano degli innocui fuochi fatui, dovuti ai gas della palude; mentre, i più superstiziosi credono che siano dei fantasmi scintillanti.
Quale che sia la loro reale origine, Phil e Bronwen continuano a non comprendere perché il loro strambo amico Noel ama osservarle durante la Notte di Ognissanti.

Halloween è un vero e proprio giorno di festa nella città di Lantern Marsh. 
Tutti i bambini non aspettano altro che uscire per le strade, orrendamente travestiti, e fare "dolcetto o scherzetto".
Anche per Phil e Bronwen è sempre stato così, ma non per Noel, che per la ricorrenza si reca da solo nella palude deciso a cantare per le lanterne.
Quale segreto lega così profondamente un bambino di dieci anni a delle fiammelle misteriose?
La palude delle lanterne (Lantern Marsh, 2000) potrebbe essere un'ottima storia da leggere durante il periodo autunnale, in particolar modo nella notte di Halloween.
Una vicenda dall'atmosfera sognante e misteriosa, che, attraverso le avventure dei tre piccoli amici, sa come farci scappare dei piccoli brividi. Per non parlare della bellezza del finale, un finale che è allo stesso tempo dolce e amaro.
Calcutta? voi direte. Uno strano posto dove andare, quando i morti avevano già iniziato a camminare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Calcutta, Signora delle Impudenze, 56

Con Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord od Nerves, 1992) abbandoniamo la nostra New Orleans per spostarci nelle povere e squallide strade di Calcutta.
Una città che emana un terribile odore di carne putrefatta, di corpi in decomposizione.
Be', non c'è da stupirsi di questo visto che Calcutta è invasa dai MORTI VIVENTI.
Un numero illimitato di defunti tornati in vita, forse - secondo la teoria più accreditata - a causa di un microbo geneticamente modificato, si nutrono voracemente di carne umana.
Le vittime di questi zombie, però, non sono tutti gli umani, ma solo quelli che hanno smesso da tempo di credere nella vita.
Il protagonista-narratore ci accompagna in un viaggio putrido e disgustoso, alla scoperta di una città, o meglio di un umanità, che sta lentamente abbandonando questo mondo.
Un racconto forte, con descrizione estremamente crude, disgustose per certi versi, e raccapriccianti.
Sicuramente non lo consiglio ai deboli di stomaco.

Non mi hanno mai arrestato, e non lo faranno mai. Non mi hanno mai visto perché sono invisibile, come l'etere che circonda la Terra. Non sono un essere umano, ma uno spirito e un demoe dei più profondi gironi dell'inferno. Io sono colui che voi abitanti di New Orleans e la vostra stupida polizia avete chiamato l'uomo con l'ascia.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia,110

Può mai esistere un collegamento tra la morte dell'Arciduca Francesco Ferdinando, l'ascesa di Mussolini e il terribile assassino, noto come l'uomo con l'ascia, che gettò nel panico New Orleans nel 1919?
Ebbene, sì.
Il suo nome è Cagliostro (vi dice nulla?). 
Un uomo controverso, un mago che ha scoperto il segreto dell'immortalità, ed ora è deciso a ricostruire una nuova umanità, mettendo in atto un piano folle e contorto.

In tutto questo delirio dobbiamo inserire la figura di Joseph D'Antonio, un ex detective del dipartimento di polizia di New Orleans.
D'Antonio di routine trascorre le giornate affogando i suoi ricordi nell'alccol, questo finché lo spettro dell'Arciduca Ferdinando non si materializza nella sua stanza, chiedendogli aiuto.
L'artefice del suo assassinio si trova proprio a New Orleans. Non sa che volto abbia, ma lo spettro necessita di un corpo per poterlo uccidere  una volta per tutte.

Uno dei racconti più intriganti e adrenalinici della raccolta.
L'intreccio è strabiliante e inaspettato, e il legame che unisce grandi personaggi storici, che apparentemente non hanno nulla in comune, a uomini sconosciuti entrati brutalmente nell'immaginario collettivo è assolutamente fuori dalle righe.
Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia (Mussolini and the Axeman's Jazz, 1999) possiede tutti i requisiti per aggiudicarsi il primo posto nella mia classifica personale, ma c'è stata un'altra storia che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Stiamo parlando de La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990).

Ogni tomba ha il suo particolare aroma, proprio come ogni corpo vivente. 
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 126

Louis e Howard sono due amici, due sognatori cupi e irrequieti che condividono la medesima insoddisfazione per la vita intera.
Droghe strane, alcool puro, sesso estremo... nulla di tutto questo riesce a placare la loro tragica insaziabilità.
Ritiratisi per disperazione nella villa di famiglia di Louis, situata in un luogo deserto al confine con la palude, nella noia più totale un'idea perversa inizia a stuzzicare la loro fantasia: saccheggiare tombe per creare un loro personale museo di morte.
La nuova attività di profanatori si rivela essere davvero eccitante: scheletri, bottiglie di assenzio, reliquie e ritrovamenti di ogni genere cominciano rapidamente ad affollare la loro macabra galleria di morte.
A questo punto manca solo un oggetto alla loro collezione per essere perfetta. 
Un amuleto, per la precisione. 
Secondo varie leggende, è nascosto nella tomba di un potente sacerdote voodoo bianco, situata in un vecchio cimitero.
I due amici, però, non sanno che quel misterioso amuleto voodoo è portatore di una terribile maledizione.

Un racconto macabro, allucinante, sensuale, poetico... una storia dal sapore di assenzio, lo stesso che i due protagonisti scovano in una vecchia cripta di New Orleans. 
Sicuramente la mia preferita in assoluto di tutta la raccolta!
I personaggi di Louis e Haward possiedono quel fascino decadente da artisti maledetti, e ricordano molto due bohemien che vivono la vita sul filo della morte. Soprattutto Louis, il più intrigante tra i due, con la sua personalità tenebrosa e alternativa.
Amanti del macabro non potete perdervi questa sublime lettura!

Il cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002)
Matthew Stubbs non era un bambino come tanti. A cinque anni già sognava di diventare un grande scrittore, ma ora il suo cadavere si trova in obitorio per essere sottoposto all'autopsia della coroner. 
Non c'è nulla di strano o violento nella sua morte, se non per la triste e banale causa.
Eppure, qualcosa di assolutamente bizzarro risalta sotto gli occhi della coroner: il suo cuore, infatti, possiede delle incisioni del tutto innaturali.
Cosa significa tutto questo? E per quale il piccolo Matthew era un bambino speciale?

Non sapeva se uccidere fosse definibile come arte, ma era l'unica cosa creativa che sapesse fare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Risvegli, 160

Risvegli (Self-made Man, 1996) è il racconto conclusivo, e direi che non poteva esserci un finale migliore.
La storia appare come una rielaborazione ancora più perversa e soprannaturale del caso dell'efferato serial killer Jeffrey Dahmer, colui che adescava giovani ragazzi per poi ucciderli e ricreare con le parti dei loro corpi degli zombie.
In questa storia truculenta troviamo temi come il cannibalismo, la necrofilia, violenze di vario genere e non mancano descrizioni crude e scene di squartamenti. 
Non è una lettura leggera, per cui la sconsiglio a chi è facilmente impressionabile.
Personalmente lo reputo un bel racconto nel suo genere.











2 commenti:

  1. La cara New Orleans della zia Anne fa affiorare tanti bei ricordi letterari!

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    1. verissimo!! Lei sa dipingerla in una maniera fantastica... ma devo dire che anche Brite è molto bravo

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