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martedì 16 febbraio 2021

IL GRANDE CERCHIO di Henry S. Whitehead

Un brivido freddo mi percorse la schiena come un presagio, un monito. Tutt'a un tratto provai la sensazione che lassù, fra i rami, vi fosse qualcosa di minaccioso, di letale.
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 36


TITOLO: Il grande cerchio
AUTORE: Henry S. Whitehead
EDITORE: Edizioni Arcoiris
COLLANA: La Biblioteca di Lovecraft 
TRADUTTORE: Diego Bertelli
GENERE: Weird, Dark Fantasy
TRAMA: "Le opere migliori di Whitehead sono fra i capolavori più efficaci dei nostri tempi" (Lovecraft). Il suo grande cerchio viene proposto per la prima volta in italiano. In edizione illustrata.

RECENSIONE:
Chi avrebbe mai immaginato che una tranquilla escursione in aereo si sarebbe trasformata in una disavventura senza precedenti? 
Che l'affascinante idea di scorgere le antiche rovine Maya dall'alto dei cieli avrebbe condotto i nostri tre protagonisti verso un'esperienza incredibile e sconvolgente?

Sicuramente non Gerald Canevin e i suoi compagni di viaggio, il dottor Pelletier e il pilota Wilkes, che di fronte a quell'insolito scenario non hanno potuto non pensare a una cosa sola, che quel luogo non è un luogo come tanti... un luogo che cela segretamente una forza malvagia.  
Tale sgradevole sensazione non deriva tanto dal fatto di situarsi nel bel mezzo della giungla del Quintana Roo, ma quanto per l'inusuale e bizzarra conformazione di quella zona.

Sotto i loro occhi, infatti, si estende una vasta area perfettamente circolare e priva di qualsivoglia forma di vegetazione, eccetto per un'imponente e maestoso frassino, che si erge precisamente al centro di quel grande cerchio
Sì, un vero e proprio grande cerchio di desolazione!

Un'angosciante atmosfera vige in quel luogo dalle peculiari caratteristiche topografiche: l'aria immobile e un silenzio minaccioso danno vita a un'opprimente sensazione di staticità e inquietudine che sconcerta i tre viaggiatori, ma non tanto da convincerli ad abbandonare quel posto.

A rompere definitivamente questa stasi è un inaspettato colpo di vento.
Quale sia l'origine della sua provenienza rimane un mistero. Forse giunge proprio da un angolo dell'inferno... questo a detta di Wilkes, il quale, a causa di quella folata improvvisa, ha visto volar via la sua affezionata giacca di shantung sui rami del frassino.
L'unico modo per recuperarla è quello di arrampicarsi sull'albero e spingersi alla ricerca tra quel fitto fogliame.

Nessuna risposta che somigliasse a una voce umana giunse da lassù; soltanto un fruscio, palesemente beffardo, o almeno così mi parve: una specie di impercettibile cacofonia provocata da quelle foglie maledette che si muovevano benché non ci fosse vento. Perché non c'era, posso giurarlo, un alito di vento. Eppure quelle foglie...
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 47

Il tempo passa e di Wilkes neppure l'ombra. 
Sembrerebbe come sparito nel nulla, sparito senza lasciare traccia! 
Oltre al timore che qualcosa di terribile possa essere accaduto al loro pilota, a mettere in stato di allarme Canevin e Pelettier sono anche la presenza di innumerevoli e inspiegabili stranezze, che lentamente cominciano a circondarli.

A questo punto l'unica soluzione, secondo Canevin, per ritrovare Wilkes e abbandonare definitivamente quel grande cerchio è di salire anche lui sul frassino.

Nulla, però, avrebbe mai potuto prepararlo a ciò che lo attende oltre quelle foglie. 

Qualcosa, o qualcuno, di pericolosamente potente lo ha scaraventato in una dimensione lontana da ogni possibile concezione umana, una dimensione nella quale divinità elementali, culti dimenticati e civiltà scomparse da secoli continuano la loro esistenza, indisturbati e non sottomessi alle moderne scienze dell'uomo civilizzato.
Era ormai certo e incontestabile che eravamo circondati da qualcosa; qualcosa di vasto, di inconcepibile potenza, come solo può essere un dio o una qualsiasi altra divinità; qualcosa di elementale e remoto, che risiedeva lì da prima della comparsa dell'uomo; qualcosa di completamente inumano, inconcepibilmente Ostile e Nemico.
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 40 

Il grande cerchio (The Great Circle, 1932) di Henry S. Whitehead è la quinta uscita per la collana weird/horror La Biblioteca di Lovecraft, che finalmente porta nelle nostre macabre librerie un romanzo fino a ora inedito in italiano.  
Anche questa volta ci ritroviamo tra le mani un autentico gioiellino: l'edizione è curata alla perfezione e nei minimi dettagli, e, come nella precedente pubblicazione (Il vampiro di Franco Mistrali), è arricchita dalle fantasmagoriche illustrazioni di Michele Carnielli, caratterizzate da uno stile sinuoso e inconfondibile.

Spostando ora l'attenzione sul racconto vero e proprio, ammetto di essere rimasta piacevolmente colpita dalla sua singolarità dalle sfumature bizzarre e misteriose.
Ho trovato davvero affascinante il modo in cui la situazione di partenza, apparentemente "normale", viene capovolta in una totalmente inimmaginabile. 
Si diventa spettatori di un mondo primordiale e fuori dalle righe, nel quale miti di antiche civiltà estinte e culti misteriosi di divinità dimenticate, ma non scomparse, si intersecano alle strambe vicende di tre uomini di avventura, che di stranezze occulte sembrano saperne abbastanza.

Lo stile di Whitehead, lineare seppur estremamente particolareggiante, in un primo momento potrebbe lasciare un po' scombussolati e confusi. Ma non demordete! 
Vi consiglio di continuare, poiché è necessario qualche piccolo istante per entrare a tutti gli effetti nel suo universo surreale e onirico, che prende vita man mano che la narrazione si evolve. 
Le sensazioni che scaturiscono durante la lettura, al confrontarsi con il mondo arcano creato da Whitehead, sono molto simili a quelle che si provano nel lasciarsi trasportare dai nostri sensi più primordiali, gli stessi che molto probabilmente riprendono vita quando stiamo sognando, quando la nostra parte più razionale lascia spazio a quei sistemi nervosi profondi che regolano le nostre emozioni più inconsce.

Con queste insolite sensazioni hanno dovuto fare i conti anche i protagonisti del romanzo, a partire dal grandioso Gerald Canevin.
Canevin è un personaggio difficile da definire: un avventuriero, un combattente, un conoscitore dell'occulto... Un personaggio che, in un certo senso, non conosciamo realmente a fondo, forse a causa della brevità della storia, eppure risulta essere molto energico e capace di entrare in empatia con il lettore. 
Così come il suo amico e compagno di viaggio: il dottor Pelletier.  
Un vero pozzo di conoscenza, un uomo che ha sempre la soluzione giusta per ogni tipo di problema, anche per il più complesso e intricato. 
Potremmo quasi definirlo il mentore di Canevin, colui che, in qualche modo, conosce già dall'inizio la risposta al labirintico rompicapo del Grande Cerchio, ma che lascia la possibilità anche agli altri di poterci arrivarci con un proprio ragionamento.

Sarebbe davvero interessante poter continuare a leggere gli altri racconti dedicati  alle strabilianti disavventure di questi carismatici personaggi, e immergermi nuovamente in quelle atmosfere esotiche e magiche alle quali Whitehead dona un immancabile tocco oscuro e bizzarro.
Amici de La Biblioteca di Lovecraft ci pensate voi a far tornare di nuovo tra noi il buon Gerald Canevin?? 

Concludo col dire che conoscere questo scrittore e leggere la sua opera mi ha permesso di scoprire un universo sconosciuto e di vivere un'esperienza straordinaria, e come sempre ringrazio La Biblioteca di Lovecraft per la fantasmagorica opportunità.

QUI DI SEGUITO VI LASCIO TUTTE LE USCITE DELLA COLLANA:
1. La Biblioteca di Lovecraft (A. Bierce, E.F. Benson, M.R. James, E. Erckmann e A. Chatrian)
2. I racconti della Bestia (A. Crowley)
3. Il giglio nero (M. Laski, W. Hauff, L. Capuana, F. Hume, P. Norton Swet, H. Walpole)
4. Il vampiro. Storia vera (F. Mistrali)
5. Il grande cerchio (H.S. Whitehead)


Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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giovedì 17 dicembre 2020

IL VAMPIRO. Storia vera di Franco Mistrali

Io mi propongo puramente e semplicemente di narrare una vicenda alla quale ho assistito, e di cui non mi uscirà mai dalla mente la dolorosa ricordanza: è un istoria vera che parrà a molti un romanzo, e non è: la storia di un dramma intimo, terribile, spietato.
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 16
TITOLO: Il vampiro. Storia vera
AUTORE: Franco Mistrali
EDITORE: Edizioni Arcoiris
COLLANA: La Biblioteca di Lovecraft
GENERE: Gotico, Storico, Giallo
TRAMA: Il vampiro (1869) è il primo romanzo italiano sul tema dei revenant. Sette segrete, complotti, stregoneria, eros e thanatos sono gli ingredienti di un giallo gotico da riscoprire.

RECENSIONE:
Un misterioso narratore, un'identità oscura eppure estremamente presente, ci rende partecipi di una vicenda straordinaria, al limite tra il reale e il fantastico; un intricato labirinto di segreti e di eventi inspiegabili, legati tra loro dalle più arcane superstizioni, che ha percorso in prima persona.

È l'anno 1862 quando la nostra voce narrante si trova nella sfavillante città di Monaco. Una permanenza, la sua, atta ad affievolire una terribile sofferenza: la perdita della donna amata. 

Gli effetti di questo suo soggiorno non tardano a influire positivamente sul suo animo: trascorrere gran parte del suo tempo al Casino gli ha permesso di distrarsi e di fare  nuove e interessanti conoscenze, nonché di poter instaurare curiose amicizie, in particolar modo con il Conte Alfredo Kostia.

Discendente di una delle più ricche e nobili famiglie della Polonia russa, il Conte Kostia si presenta immediatamente come una persona affabile ed educata che, una volta stretta una ferrea e intima amicizia con il nostro narratore, decide di ospitarlo nella sua dimora.

In questo luogo, elegante e accogliente, il narratore nota con curioso interesse la presenza di uno splendido dipinto nella biblioteca, che il suo amico tende a contemplare in silenzio per lunghe ore.
Il quadro rappresenta una giovane donna dai morbidi capelli biondi, che con leggiadria muove i passi in direzione delle acque di un lago. 
Alcuni suoi particolari lasciano presumere che il pittore si sia ispirato al personaggio di Ofelia dell'Amleto di Shakespeare, eppure, dietro quell'immagine dalla bellezza irreale sembra nascondersi un segreto.
È innegabile che tra il Conte Kostia e il dipinto vi sia un'intesa misteriosa che il nostro narratore stenta a cogliere, e che troverebbe sconveniente domandare a riguardo.

Il mistero del dipinto, però, inizia a infittirsi ancor di più dopo un'incontro inaspettato.

Nel mentre di una loro passeggiata nei boschi, scorgono in lontananza un gruppo di stranieri tra i quali spicca una bella giovane dalla bellezza veramente ideale, che il narratore percepisce aver già incontrato in precedenza... ma in quale altra occasione?
Alla sua vista, però, la reazione del Conte Kostia desta forte preoccupazione nel suo amico, che nota il suo repentino cambio di umore.

Pallido come una fantasma, Alfredo comincia a sollevare insolite questioni che ruotano attorno alla veridicità di alcune superstizioni e alla possibilità che i morti possano ritornare tra i vivi.

I morti tornano e fra il mondo visibile e il mondo invisibile esiste una indissolubile catena, come esiste tra il passato e il presente. 
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 16
Un'insana superstizione prende il sopravvento nei discorsi irrazionali del conte, ma egli ci tiene a puntualizzare che dietro queste sue considerazioni stravaganti vi sia una spiegazione coerente e attendibile. 

Dieci anni prima Pia Ludowiska, nome della donna dipinta nonché della donna amata da Kostia, morì in circostanze non del tutto chiare. 
Ancora più misterioso e inquietante, però, è il fatto che il suo cadavere non si trovi più nel luogo destinato al suo eterno riposo. Kostia sostiene l'ipotesi che sia diventata una revenant, un vampiro, e lo perseguiti.

Di lì a breve, entrambi ricevono l'invito per partecipare a una serata organizzata dalla principessa Metella di Schonenberg, la bella straniera incontrata pochi giorni prima nel bosco.
Signora di mondo dal fascino conturbante, Metella desta un certo turbamento nel narratore e nel Conte Kostia, poiché non sfugge loro un'inconfutabile somiglianza con la defunta Pia.

La superstizione comincia a impossessarsi anche dei pensieri razionali della voce narrante e a guidare la sua fervida immaginazione verso leggende lontane, lasciandolo sempre più sconcertato davanti alle bizzarre coincidenze tra le due donne
Qualcosa gli dice, però, che la macabra vicenda nasconde in realtà un segreto ancora più oscuro e intricato, un enigma che è disposto a scoprire per aiutare il suo caro amico. 

Da questo momento in poi una serie di infinite peripezie accompagneranno le indagini del nostro protagonista, il quale si troverà a districarsi in ricerche che riguarderanno vicende storiche relative alla Russia zarista, occulte e pericolose società segrete, vendette di sangue, arcane religioni e inquietanti alchimisti.
Il sangue diventa il potente motore che muove gli ingranaggi di questo complesso ingranaggio, diventando, in un certo senso, la chiave che apre la porta della verità... una verità avvolta in fitte tenebre.

Il sangue non è soltanto vita, ma è voce; il sangue è l'ago magnetico di quell'immenso mondo ignoto che chiamano la vita.
                                                                                                    - Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 266

Il vampiro. Storia vera (1869) di Franco Mistrali, pubblicato tre anni prima Carmilla di Le Fanu e ben ventotto anni prima Dracula di Stoker, fu il primo romanzo della letteratura italiana a inserire al suo interno la leggendaria figura del vampiro.

La storia di Mistrali è rimasta per lungo tempo nell'ombra, soprattutto a causa della sua difficile reperibilità. 
Fortunatamente, oggi abbiamo la possibilità di leggere quest'opera grazie alla nuovissima edizione curata da La Biblioteca di Lovecraft, la quale è arricchita dalle ipnotiche e conturbanti illustrazioni di Michele Carnielli.

Nonostante il titolo possa richiamare alla mente una determinata categoria di romanzi, questo libro inserisce il tema del vampirismo in un modo tutto particolare e interessante: non si avrà direttamente a che fare con la tipica creatura assetata di sangue, bensì alle sue più curiose e inaspettate declinazioni. 
Il termine vampiro, in questo senso, si collegherà a una misteriosa società segreta caratterizzata da un vero e proprio culto del sangue, e che, per una serie di intricate vicende, si avvilupperà alla macabra storia del Conte Kostia e della sua amata.
Qualcosa di oscuro ha superato la soglia che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, poiché una vendetta di sangue guida da anni uno spirito inquieto, una vendetta che svanirà solamente nel suo adempimento.

In questa atmosfera onirica, nella quale la verità tende a confondersi con la mera superstizione, Mistrali  non si sottrae dall'inserire una parte storica, essenziale per attestare la veridicità delle parole del nostro narratore.  

Amico lettore, tu dirai che fu un sogno di mente inferma ma: io ti dico che fu tremenda realtà: storia vera.
- Franco Mistali, Il vampiro. Storia vera

In tal senso, durante la narrazione il lettore si trova a viaggiare avanti e indietro nel tempo e in diversi luoghi dell'Europa e non solo: da Monaco a San Pietroburgo, da Mosca alla Siberia, da Varsavia a Parigi,...
Una fitta e intricata rete di vicende, apparentemente scollegate tra loro, si incastrano alla storia dell'Impero Russo di Nicolò Romanoff.
Un amore impossibile, contrastato dal volere dei più potenti, diventerà il punto di partenza di un labirinto senza via di fuga, nel quale un susseguirsi quasi infinito di personaggi renderà il torbido mistero del Conte Kostia ancora più impenetrabile e spaventoso.

Alla complessità dell'intreccio si affianca quella dello stile di Mistrali.
Nella prefazione del libro si spiega la volontà da parte dei curatori di rimanere fedeli al testo originale, correggendo esclusivamente evidenti refusi tipografici e uniformando i nomi propri e i luoghi.
Per questo motivo, il lessico e la sintassi risultano essere molto lontani dal nostro quotidiano: l'impiego di alcuni termini caduti in disuso e di un'inusuale punteggiatura potrebbero destare dell'iniziale confusione nel lettore non abituato ad approcciarsi a questo tipo di letteratura.
Personalmente ho trovato davvero piacevole questo stile raffinato, retro ed evocativo, ritenendolo interessante e curioso nella sua singolarità, senza esserne in nessun modo infastidita. La narrazione possiede una sua scorrevolezza, e quel tocco di poeticità presente nelle descrizioni rende il tutto estremamente coinvolgente.
 
L'atmosfera che pervade l'intero romanzo ci riporta indietro nel tempo, in un universo lontano ma non troppo, quando il confine tra scienza e magia non era così netto e chiaro e la superstizione era capace di appropriarsi facilmente delle menti più razionali.

Tutti i personaggi sono estremamente conturbanti ed enigmatici: avvolti da oscuri e cruenti misteri, non si è mai totalmente certi della loro vera identità e della loro storia. 
Il narratore anonimo è l'unico ad avere le possibilità di districarsi in questo contorto gioco di maschere, e scoprire una verità assolutamente inaspettata.

Riscoprire oggi questo romanzo è stata un'esperienza unica e un'ottima opportunità per avvicinarmi alla letteratura ottocentesca italiana che, per mia colpa, tendo a trascurare preferendo quella straniera.
Il vampiro. Storia vera è la prova che nel nostro paese il gotico non ha nulla da invidiare ai più noti romanzi anglosassoni.

In conclusione, mi sento di consigliarvi questa lettura, in particolare a tutti gli amanti del genere gotico, storico e giallo. 

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
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giovedì 27 febbraio 2020

I Racconti della Bestia

Mi sembra di ricordare di essermi chiesto se fossi pazzo e di aver risposto “Certo che lo sono – la sanità è un compromesso. La sanità e qualcosa che ti trattiene”
TITOLO: I Racconti della Bestia
AUTORE: Aleister Crowley
GENERE: Esoterico, Horror, Occulto
EDITORE: Edizione Arcoiris
RECENSIONE:
La Biblioteca di Lovecraft, collana a tema HORROR- GOTICO- WEIRD edita da Edizioni Arcoiris, presenta la sua seconda irresistibile antologia: I Racconti della Bestia di Aleister Crowley, uno dei più famosi occultisti di tutti i tempi.
La raccolta contiene al suo interno ben otto racconti brevi INEDITI in Italia:
  • La Violinista (1910)
  • Al Bivio (1909)
  • Un Ballo in Maschera (2010)
  • Il Cacciatore di Anime (1910)
  • La Volpe (1911)
  • La Faccia (1920)
  • Illusion D'Amoureux (1909)
  • Il Colore dei miei Occhi (2010)
  • Il Furto della Signorina Horniman (1918)
  • Queste Cose sono un'Allegoria (1990)
Immagino che gli appassionati di occultismo ed esoterismo conoscano inevitabilmente la figura alqualto controversa di Crowley (ben noto come Bestia 666), mentre capisco benissimo che per i meno esperti del settore questo nome rappresenti solo un punto interrogativo.
Per cui vi propongo una piccola biografia dello scrittore, così da avere la possibilità di farvi un'idea più chiara di cosa può saltar fuori dalla penna di una personalità tanto singolare ed eccentrica.

Aleister Crowley nacque in una piccola cittadina della Gran Bretagna nel 1875. 
Entrambi i genitori appartenevano ad una setta fondamentalista protestante chiamata Plymouth Brethren, i cui membri credevano fermamente alle sacre scritture e all'imminente venuta di Cristo.
La rigida educazione religiosa, impartitogli fin dal bambino, fece nascere in Crowley una crescente avversione verso tali regole e, con il passare del tempo, i suoi interessi si rivolsero sempre di più verso altre mete, tanto da trasformarsi in un appassionato di esoterismo e tarocchi. Questi eccentrici studi gli costarono il soprannome di “Bestia”, titolo attribuitogli proprio dalla madre.
In seguito entrò a far parte dell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, una società segreta che basava le sue regole sulle tradizioni della Qabalah, che lo porterà a trascorrere un periodo in Egitto dove elaborerà la sua religione/filosofia Thelema e scrisse Il libro della Legge.
Con il passare del tempo la figura di Crowley si arricchì sempre di più di misticismo e magia, divenendo il fondatore del moderno occutismo e figura chiave dei nuovi movimenti magici.

Dal 1909 fino al 1913 portò avanti una serie di pubblicazioni in volumi chiamata The Equinox. Principalmente esse contenevano articoli legati all'occultismo e alla magia, ma erano presenti anche numeri con poesie, opere d'arte, opere teatrali e narrativa.
La Biblioteca di Lovecraft ci offre la preziosa possibilità di entrare, attraverso alcuni dei suoi racconti più significativi, nel mondo inquieto e surreale della Bestia.
Ogni storia ci lascia un attimo interdetti, poiché crea un'atmosfera arcana ricca di simbolismi e metafore che richiamano un mondo nascosto e oscuro. 
Inizialmente questo porta ad identificarci con degli estranei, e non comprendiamo pienamente ciò che lo scrittore tenta di comunicarci ed esprimere; però, proseguendo con la narrazione, egli ci introduce e ci guida passo passo nei meandri della sua mente folle e della sua vita che vediamo filtrata sotto la lente mistica delle sue visioni oscure.
Ispirato dalle sue vicende personali e dagli individui a lui vicini, è riuscito a trasformare la sua esistenza in un universo incredibilmente soprannaturale e irreale.
Lo stile onirico evoca descrizioni di luoghi e personaggi angelici e diabolici, candidi e oscuri, costruiti su immagini simboliche e magiche.
Vorrei spendere, inoltre, due parole per la magnifica grafica del libro: potete subito notare la cura e l'attensione rivolta alle immagini e alle scritte in copertina e alle illustrazioni contenute all'interno, che le rendeno perfette nell'evocare le tenebre e l'inquietudine dell'atmosfera da incubo del libro.
Pur molto diverso dal primo volume, sono rimasta davvero incantata da questa raccolta che mi ha permesso di scoprire lati dell'autore che non conoscevo affatto.
Mi complimento ancora per l'ottimo lavoro e non mi resta che aspettare le prossime uscite!
Infine vi lascio qui il link https://www.edizioniarcoiris.it/la-biblioteca-di-lovecraft/162-i-racconti-della-bestia.html dove potete acquistare questo spettacolare libro e, inoltre, vi consiglio caldamente di seguire labibliotecadilovecraft su Instagram così da rimanere sempre informati e aggiornati su tutte le novità.


giovedì 10 ottobre 2019

La Biblioteca di Lovecraft

La paura però era ancora viva dentro di lei: un misterioso flusso inconscio che scorre per sempre, come un fiume sotterraneo, agitando le nostre vite.”
IL VOLTO~ E. F. BENSON
@thecovenofphantasmagoricalbook 
TITOLO: La Biblioteca di Lovecraft
AUTORE: Vari
GENERE: Horror, Gotico, Weird
EDITORE: Edizioni Arcoiris

RECENSIONE:
La Biblioteca di Lovecraft, collana a tema HORROR- GOTICO- WEIRD edita da Edizioni Arcoiris, presenta la sua prima inquietante antologia contenente ben quattro agghiaccianti racconti citati nei saggi «Supernatural Horror in Literature» e «In Defence of Dagon» di Lovecraft:

  • Il Luogo Ideale di Ambroce Bierce 
  • Il Volto di Edward Frederic Benson
  • Il Conte Magnus di Montague Rhodes James
  • L'occhio Invisibile di Èmile Erckmann e Alexandre Chatrian
Tutti sono introdotti dalle parole dell'indiscusso maestro della weird fiction, che ci spiega con maestria i motivi d'interesse per tali autori e le loro rispettive storie.
Ogni racconto racchiude in sé una tematica ben precisa che l'autore corrispondente riesce ad esprimere e farla presagire al lettore attraverso una forte carica di tensione e trepidazione.
Non vi parlerò direttamente delle trame dei vari racconti per non guastarvi la terrificante sorpresa lasciandovi il piacere di scoprire personalmente cosa questo piccolo volumetto è in grado di offrirvi. Posso, però, rassicurarvi sul fatto che non avrete a che fare con banali storie di fantasmi con i soliti cliché, ma la vostra immaginazione scivolerà in atmosfere macabre e spaventose e ci saranno personaggi che vi accompagneranno verso una lenta discesa nell'abisso della paura.
I vostri occhi rimarranno letteralmente incollati sino all'ultima pagina!
Inoltre, volevo spendere due parole per la grafica e le illustrazioni di questo libricino, davvero un lavoro ben curato ed elegante ed io impazzisco totalmente davanti a tanto sfoggio di raffinatezza e semplicità.
In conclusion, sono rimasta più che soddisfatta di questa prima pubblicazione e non vedo assolutamente l'ora di leggere i prossimi volumi.
Infine vi lascio qui il link https://www.edizioniarcoiris.it/la-biblioteca-di-lovecraft/159-la-biblioteca-di-lovecraft.html dove potete acquistare questo spettacolare libro e, inoltre, vi consiglio caldamente di seguire la-biblioteca-di-lovecraft su Instagram così da rimanere sempre informati e aggiornati su tutte le novità.

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...