Io mi propongo puramente e semplicemente di narrare una vicenda alla quale ho assistito, e di cui non mi uscirà mai dalla mente la dolorosa ricordanza: è un istoria vera che parrà a molti un romanzo, e non è: la storia di un dramma intimo, terribile, spietato.
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 16
TITOLO: Il vampiro. Storia vera
AUTORE: Franco Mistrali
EDITORE: Edizioni Arcoiris
COLLANA: La Biblioteca di Lovecraft
GENERE: Gotico, Storico, Giallo
TRAMA: Il vampiro (1869) è il primo romanzo italiano sul tema dei revenant. Sette segrete, complotti, stregoneria, eros e thanatos sono gli ingredienti di un giallo gotico da riscoprire.
RECENSIONE:
Un misterioso narratore, un'identità oscura eppure estremamente presente, ci rende partecipi di una vicenda straordinaria, al limite tra il reale e il fantastico; un intricato labirinto di segreti e di eventi inspiegabili, legati tra loro dalle più arcane superstizioni, che ha percorso in prima persona.
È l'anno 1862 quando la nostra voce narrante si trova nella sfavillante città di Monaco. Una permanenza, la sua, atta ad affievolire una terribile sofferenza: la perdita della donna amata.
Gli effetti di questo suo soggiorno non tardano a influire positivamente sul suo animo: trascorrere gran parte del suo tempo al Casino gli ha permesso di distrarsi e di fare nuove e interessanti conoscenze, nonché di poter instaurare curiose amicizie, in particolar modo con il Conte Alfredo Kostia.
Discendente di una delle più ricche e nobili famiglie della Polonia russa, il Conte Kostia si presenta immediatamente come una persona affabile ed educata che, una volta stretta una ferrea e intima amicizia con il nostro narratore, decide di ospitarlo nella sua dimora.
In questo luogo, elegante e accogliente, il narratore nota con curioso interesse la presenza di uno splendido dipinto nella biblioteca, che il suo amico tende a contemplare in silenzio per lunghe ore.
Il quadro rappresenta una giovane donna dai morbidi capelli biondi, che con leggiadria muove i passi in direzione delle acque di un lago.
Alcuni suoi particolari lasciano presumere che il pittore si sia ispirato al personaggio di Ofelia dell'Amleto di Shakespeare, eppure, dietro quell'immagine dalla bellezza irreale sembra nascondersi un segreto.
È innegabile che tra il Conte Kostia e il dipinto vi sia un'intesa misteriosa che il nostro narratore stenta a cogliere, e che troverebbe sconveniente domandare a riguardo.
Il mistero del dipinto, però, inizia a infittirsi ancor di più dopo un'incontro inaspettato.
Nel mentre di una loro passeggiata nei boschi, scorgono in lontananza un gruppo di stranieri tra i quali spicca una bella giovane dalla bellezza veramente ideale, che il narratore percepisce aver già incontrato in precedenza... ma in quale altra occasione?
Alla sua vista, però, la reazione del Conte Kostia desta forte preoccupazione nel suo amico, che nota il suo repentino cambio di umore.
Pallido come una fantasma, Alfredo comincia a sollevare insolite questioni che ruotano attorno alla veridicità di alcune superstizioni e alla possibilità che i morti possano ritornare tra i vivi.
I morti tornano e fra il mondo visibile e il mondo invisibile esiste una indissolubile catena, come esiste tra il passato e il presente.
Un'insana superstizione prende il sopravvento nei discorsi irrazionali del conte, ma egli ci tiene a puntualizzare che dietro queste sue considerazioni stravaganti vi sia una spiegazione coerente e attendibile.
Dieci anni prima Pia Ludowiska, nome della donna dipinta nonché della donna amata da Kostia, morì in circostanze non del tutto chiare.
Ancora più misterioso e inquietante, però, è il fatto che il suo cadavere non si trovi più nel luogo destinato al suo eterno riposo. Kostia sostiene l'ipotesi che sia diventata una revenant, un vampiro, e lo perseguiti.
Di lì a breve, entrambi ricevono l'invito per partecipare a una serata organizzata dalla principessa Metella di Schonenberg, la bella straniera incontrata pochi giorni prima nel bosco.
Signora di mondo dal fascino conturbante, Metella desta un certo turbamento nel narratore e nel Conte Kostia, poiché non sfugge loro un'inconfutabile somiglianza con la defunta Pia.
La superstizione comincia a impossessarsi anche dei pensieri razionali della voce narrante e a guidare la sua fervida immaginazione verso leggende lontane, lasciandolo sempre più sconcertato davanti alle bizzarre coincidenze tra le due donne.
Qualcosa gli dice, però, che la macabra vicenda nasconde in realtà un segreto ancora più oscuro e intricato, un enigma che è disposto a scoprire per aiutare il suo caro amico.
Da questo momento in poi una serie di infinite peripezie accompagneranno le indagini del nostro protagonista, il quale si troverà a districarsi in ricerche che riguarderanno vicende storiche relative alla Russia zarista, occulte e pericolose società segrete, vendette di sangue, arcane religioni e inquietanti alchimisti.
Il sangue diventa il potente motore che muove gli ingranaggi di questo complesso ingranaggio, diventando, in un certo senso, la chiave che apre la porta della verità... una verità avvolta in fitte tenebre.
Il sangue non è soltanto vita, ma è voce; il sangue è l'ago magnetico di quell'immenso mondo ignoto che chiamano la vita.
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 266
Il vampiro. Storia vera (1869) di Franco Mistrali, pubblicato tre anni prima Carmilla di Le Fanu e ben ventotto anni prima Dracula di Stoker, fu il primo romanzo della letteratura italiana a inserire al suo interno la leggendaria figura del vampiro.
La storia di Mistrali è rimasta per lungo tempo nell'ombra, soprattutto a causa della sua difficile reperibilità.
Fortunatamente, oggi abbiamo la possibilità di leggere quest'opera grazie alla nuovissima edizione curata da La Biblioteca di Lovecraft, la quale è arricchita dalle ipnotiche e conturbanti illustrazioni di Michele Carnielli.
Nonostante il titolo possa richiamare alla mente una determinata categoria di romanzi, questo libro inserisce il tema del vampirismo in un modo tutto particolare e interessante: non si avrà direttamente a che fare con la tipica creatura assetata di sangue, bensì alle sue più curiose e inaspettate declinazioni.
Il termine vampiro, in questo senso, si collegherà a una misteriosa società segreta caratterizzata da un vero e proprio culto del sangue, e che, per una serie di intricate vicende, si avvilupperà alla macabra storia del Conte Kostia e della sua amata.
Qualcosa di oscuro ha superato la soglia che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, poiché una vendetta di sangue guida da anni uno spirito inquieto, una vendetta che svanirà solamente nel suo adempimento.
In questa atmosfera onirica, nella quale la verità tende a confondersi con la mera superstizione, Mistrali non si sottrae dall'inserire una parte storica, essenziale per attestare la veridicità delle parole del nostro narratore.
Amico lettore, tu dirai che fu un sogno di mente inferma ma: io ti dico che fu tremenda realtà: storia vera.
- Franco Mistali, Il vampiro. Storia vera
In tal senso, durante la narrazione il lettore si trova a viaggiare avanti e indietro nel tempo e in diversi luoghi dell'Europa e non solo: da Monaco a San Pietroburgo, da Mosca alla Siberia, da Varsavia a Parigi,...
Una fitta e intricata rete di vicende, apparentemente scollegate tra loro, si incastrano alla storia dell'Impero Russo di Nicolò Romanoff.
Un amore impossibile, contrastato dal volere dei più potenti, diventerà il punto di partenza di un labirinto senza via di fuga, nel quale un susseguirsi quasi infinito di personaggi renderà il torbido mistero del Conte Kostia ancora più impenetrabile e spaventoso.
Alla complessità dell'intreccio si affianca quella dello stile di Mistrali.
Nella prefazione del libro si spiega la volontà da parte dei curatori di rimanere fedeli al testo originale, correggendo esclusivamente evidenti refusi tipografici e uniformando i nomi propri e i luoghi.
Per questo motivo, il lessico e la sintassi risultano essere molto lontani dal nostro quotidiano: l'impiego di alcuni termini caduti in disuso e di un'inusuale punteggiatura potrebbero destare dell'iniziale confusione nel lettore non abituato ad approcciarsi a questo tipo di letteratura.
Personalmente ho trovato davvero piacevole questo stile raffinato, retro ed evocativo, ritenendolo interessante e curioso nella sua singolarità, senza esserne in nessun modo infastidita. La narrazione possiede una sua scorrevolezza, e quel tocco di poeticità presente nelle descrizioni rende il tutto estremamente coinvolgente.
L'atmosfera che pervade l'intero romanzo ci riporta indietro nel tempo, in un universo lontano ma non troppo, quando il confine tra scienza e magia non era così netto e chiaro e la superstizione era capace di appropriarsi facilmente delle menti più razionali.
Tutti i personaggi sono estremamente conturbanti ed enigmatici: avvolti da oscuri e cruenti misteri, non si è mai totalmente certi della loro vera identità e della loro storia.
Il narratore anonimo è l'unico ad avere le possibilità di districarsi in questo contorto gioco di maschere, e scoprire una verità assolutamente inaspettata.
Riscoprire oggi questo romanzo è stata un'esperienza unica e un'ottima opportunità per avvicinarmi alla letteratura ottocentesca italiana che, per mia colpa, tendo a trascurare preferendo quella straniera.
Il vampiro. Storia vera è la prova che nel nostro paese il gotico non ha nulla da invidiare ai più noti romanzi anglosassoni.
In conclusione, mi sento di consigliarvi questa lettura, in particolare a tutti gli amanti del genere gotico, storico e giallo.
Caro FANTASMAGORICO LETTORE,
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
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