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venerdì 17 settembre 2021

LE NOTTI DI SALEM di Stephen King

Tutto attorno, su ali tenebrose si leva la ferinità della notte. Il tempo dei vampiri è venuto.
- Stephen King, Le notti di Salem, 358.

TITOLO: Le notti di Salem
AUTORE: Stephen King
EDITORE: Bompiani
GENERE: Horror
SINOSSI: Una casa abbandonata, un paesino sperduto, vampiri assetati di sangue. Quando il giovane Stephen King decise di trapiantare Bram Stoker nel New England sapeva che la sua idea, nonostante le apparenze, era buona, ma forse neanche la sua fervida immaginazione avrebbe saputo dire quanto. Era il 1975 e, da allora, il racconto dell'avvento del Male a Jerusalem's Lot, meglio conosciuta come 'salem's Lot, non ha mai cessato di terrorizzare milioni di lettori, consacrando il suo autore come maestro dell'horror. 

RECENSIONE:
Provate a immaginare una piccola e tranquilla cittadina del Maine meridionale trasformarsi, da un giorno all'altro, in una città fantasma.
Strade desolate, case abbandonate, negozi chiusi,... e il tutto nel giro di pochissimo tempo!
I giornali ne parlano come di un fenomeno molto frequente e in aumento in quelle zone, eppure nella città di Salem's Lot qualcosa di davvero insolito e spaventoso è accaduto: le persone sono scomparse nel nulla.
Leggende e strane supposizioni aleggiano attorno a questo posto “stregato”. Nessuno ha la minima idea di cosa sia realmente accaduto, ad eccezione di uno scrittore e un ragazzino... gli unici sopravvissuti alle terribili notti di Salem.

Ben Mears era tornato a Salem's Lot per scrivere il suo libro, o meglio, per esorcizzare i demoni del passato e trovare delle spiegazioni a un terrificante episodio vissuto da bambino in Casa Manster.
Questa abitazione, situata nel punto più alto della città, nasconde dentro le sue mura una macabra storia di omicidio e suicidio.
Dopo essere stata disabitata per anni, Ben scopre con sorpresa che Casa Manster è ora la proprietà di due signori, Straker e Barlow, giunti in paese per aprire un negozio di antiquario.
Se del signor Straker si vocifera che sia un uomo dall'eleganza retro e dai modi cordiali, di Barlow non si sa proprio nulla, tranne che è a New York per affari ignoti.

Dal giorno del loro arrivo, però, misteriosi eventi cominciano a verificarsi a Salem's Lot: morti inconsuete, cadaveri scomparsi, inquietanti apparizioni demoniache...
In aggiunta, alcuni abitati iniziano ad avere comportamenti bizzarri e a cambiare aspetto, impallidendo visibilmente e mostrando un paio di canini affilati davvero minacciosi.

Cosa sta succedendo a Salem's Lot? 
Quale terribile male si sta impossessando della città e dei suoi cittadini?

Ben, assieme al professor Burke, al dottor Cody, al reverendo Cahalan, alla giovane Susan e al piccolo Mark, sono decisi a fronteggiare e sconfiggere l'influenza maligna che voracemente si sta insidiando e espandendo tra loro.

Come in un terribile film dell'orrore sui vampiri, i protagonisti, muniti di croci, acqua santa e paletti acuminati, saranno coinvolti nella lotta contro le più temibili e millenarie creature della notte.

Penso che sia relativamente facile per la gente accettare la telepatia, o la precognizione, o gli apporti. Nel caso di queste manifestazioni ESP, la scelta di crederci non ti fa correre alcun pericolo. Non ti impedisce di dormire la notte. Ma, per esempio, l'idea che il male compiuto da determinati individui possa sopravvivere loro è di gran lunga più sconvolgente.
- Stephen King, Le notti di Salem, 150.

Le notti di Salem (Salem's Lot, 1979) di Stephen King rappresenta un magnifico esempio di romanzo in cui anche una leggenda arciconosciuta come quella del vampiro può dar vita a una storia coinvolgente che sa rapirti fin dalle prime pagine.

Come accennato prima, King non inventa nulla di nuovo riguardo alla figura del vampiro; al contrario, si serve dello stereotipo per eccellenza del revenant: un mostro assetato di sangue e allergico all'aglio, che riposa in una bara nascosta nel seminterrato di una vecchia dimora maledetta e che può essere eliminato solo grazie alla luce del sole e a un paletto ben appuntito.
Eppure, è proprio il contesto in cui è inserito a porlo sotto una luce nuova, e questo è fondamentalmente il motivo per cui ho trovato geniale l'idea di un vampiro che si insidia segretamente in un piccolo e dimenticato paesino del New England per trasformarlo in un covo di creature del male.

Innamorarsi dei personaggi in un libro di King è una prerogativa a cui raramente ci si può sottrarre.
La grande capacità dell'autore di caratterizzazione ci permette di empatizzare con loro e di avere la netta sensazione di conoscerli da sempre.
King scava nel profondo del loro animo, soffermandosi in quelle zone d'ombra dove risiedono le fobie e ossessioni più ancestrali.

Tra le numerose personalità che affollano queste pagine c'è un personaggio che raramente in altri libri può essere definito tale: il paese, ovvero Salem's Lot.

Il paese si cura poco delle attività del Maligno, non più di quanto s curi di quelle di Dio o dell'uomo. Conosce la tenebra, e tanto gli basta.
- Stephen King, Le notti di Salem, 227.

Salem's Lot sembra avere una vita propria, costruita nel tempo di generazione in generazione. Ha scorto l'evolversi dell'umanità e ha accumulato in sé tutti i suoi segreti... specialmente i più terrificanti e pericolosi.

Casa Mastern appare come il cuore pulsante della cittadina.
Una misteriosa abitazione che richiama alla mente la famosa Hill House nata dalla penna di Shirley Jackson.
Una dimora infestata da qualcosa di inumano e indefinibile, che fa leva sulle paure più recondite dell'uomo, quei demoni che ci portiamo dietro dall'infanzia e ci fanno temere il buio e quello che nasconde dietro il suo manto oscuro.

Lo stile di King si riconferma spettacolare: attraverso un linguaggio semplice e diretto riesce a narrare una vicenda ricca di suspense che a un ritmo incalzante ci attanaglia alle pagine, spingendo la nostra curiosità a voler scoprire di più.

Un bel libro davvero, che finisce immediatamente nei miei preferiti dell'autore.


martedì 17 agosto 2021

ROOM N.3 di Valeria De Luca

Era stato solo un incubo. Peccato che in quella stanza gli incubi avevano un fondo di verità; come se le anime, i demoni, i dannati o quanto altro, cercassero di comunicare con lei.
 - Valeria De Luca, Room N.3, 38.

TITOLO: Room n.3
AUTRICE: Valeria De Luca
EDITORE: Independet Publishing
SINOSSI: Fatti strani sono accaduti nella Room n.3 situata al 1° piano del Looser Hotel. Si narra che una donna di nome Melinda, dai capelli argentei e i canini affilati, dimori all'interno della stanza. Chiunque abbia messo piede all'interno della Room n.3 è scomparso nel nulla .Alma D'Aleo, una scrittrice di romanzi paranormali, viene subito attratta da questa storia e decide di alloggiare all'interno della stanza maledetta. La Room n.3 rivelerà tanti segreti e misteri alla scrittrice. Una guerra tra il bene e il male, pronta a svolgersi su altre dimensioni e piani astrali. Alma incontrerà Amos Smirnov, un mago misterioso, di cui si innamorerà perdutamente. Ma un mago è bravo a creare illusioni e magie, per incantare e incatenare qualsiasi cosa o persona a lui. Una strega bianca dalla treccia rossa come il fuoco, Miranda, creerà un percorso magico per Alma; per aiutarla a combattere contro Melinda. Un romanzo gotico, che vi trascinerà in spirali argentee alla ricerca delle verità e dei misteri che si celano all'interno della Room n.3. Una storia d'amore che vi spezzerà il cuore, perché a volte un alone di illusione può contornare un cuore nero che brucia di egoismo. Una storia di magia, come ogni strega sa riconoscere. Nella Room n.3 tutto è illusione e tutto è verità, sta al lettore perdersi nelle nebbie dei suoi misteri.

RECENSIONE:
Alma D'Aleo è una scrittrice appassionata di sovrannaturale che, in seguito a una serie di ricerche per la stesura del suo nuovo libro, scopre casualmente un volume molto antico sui misteri sepolti nella città di Torino.
Nello sfogliare queste pagine usurate e incantevoli, la descrizione di un luogo davvero particolare rapisce la sua attenzione: il Looser Hotel.
Ad attrarla sono soprattutto i resoconti di alcune macabre vicende avvenute proprio al suo interno, specialmente nella Stanza N.3.
Si riporta infatti che sia consueta l'apparizione di una donna dai capelli argentei e canini affilati, capace di terrorizzare a morte gli ospiti che soggiornano in questa stanza "posseduta".

Alma è completamente sedotta dal tetro racconto, tanto da volerlo inserire assolutamente all'interno del suo libro; così, senza pensarci due volte, prepara i bagagli per la sua eccitante permanenza nella Stanza N.3.
Al suo arrivo, l'hotel le appare subito come un luogo dall'aura angusta, inospitale e inspiegabilmente inquietante.
Come se non bastasse, anche le persone che lavorano al suo interno, dalla receptionist allo stesso direttore, emanano una strana ambiguità.
Che dire poi della Stanza N.3. 
La sensazione che qualcosa di estremamente minaccioso risieda in quelle mura è forte e innegabile, ma finché rimane una mera impressione non c'è nulla di cui preoccuparsi. 
Il problema è che non ci vuole molto prima che alcune orrende apparizioni comincino a tormentare Alma, la quale si ritrova a essere prigioniera di un incubo ad occhi aperti.
Sembrano non esistere vie di fuga dal pandemonio che prende vita all'interno di questa stanza, e la follia, il delirio e il dolore sono gli unici stati che pervadono quelle pareti.
Riuscirà Alma a trovare la chiave per scappare da questo universo di anime dannate?
Lascio a voi il piacere di scoprirlo.


Room N.3 di Valeria De Luca è un libro dalle tinte dark/horror e dai rimandi fiabeschi molto scorrevole e piacevole.
Un'ottima lettura soprattutto per quei momenti in cui si è alla ricerca di una storia leggera ma intrigante, capace di accontentare anche i lettori dall'animo più macabro.

Ci sono molti aspetti del romanzo che ho apprezzato molto, in particolare l'idea di scandagliare all'interno della vicenda vari elementi che rimandano al mondo delle fiabe, specialmente alla storia di Alice nel Paese della Meraviglie.
Incontriamo personaggi che rievocano, in una versione più macabra, quelli di Carroll: una misteriosa bambina che ricorda la stessa Alice, un'affascinante mago che possiede l'aspetto di un cappellaio matto dark, uno specchio dai poteri fantasmagorici,...

Inoltre, la creazione di un'ambientazione mutevole, che si muove e si articola su più dimensioni, è stata gestita dall'autrice in maniera impeccabile; così come la creazione di atmosfere infernali e surreali, tanto da riportarmi a quelle evocate nei film di Dario Argento e nell'Inferno di Dante.

Lo stile di scrittura è diretto ed essenziale, perfetto per mantenere vivo un ritmo incalzante capace di tenere sulle spine il lettore intento a districarsi tra gli incessanti avvenimenti che si susseguono nella stanza posseduta e non solo.

I personaggi sono tutti interessanti e peculiari. Di alcuni ammetto che mi sarebbe piaciuto approfondire maggiormente il loro background, così da conoscerli meglio e istaurare con loro un rapporto più empatico.
Nonostante questo, sono rimasta molto colpita dalla figura di Miranda, una strega dalle immense conoscenze e potenzialità magiche.

In conclusione, se siete amanti del genere horror e vi affascinano le storie nelle quali sono presenti stante "maledette" o "infernali", in cui assistiamo all'evolversi di un incubo dentro un incubo e in cui la protagonista è costretta a scontrarsi non solo con entità demoniache ma anche con le proprie insicurezze e paure, non posso che suggerirvi questo romanzo.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.





venerdì 16 luglio 2021

TUTTI I DEMONI SONO QUI di Venus Marion

Gli uomini non sapevano cos'era l'inferno. Non l'avevano provato. Ma l'avevano creato, senza neppure saperlo. E ora avrebbero dovuto fare i conti con il fatto che ogni fossa oscura aveva i propri demoni, e se avevano trasformato l'intero pianeta in una fossa - tutti i demoni erano lì.
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 69.

TITOLO: Tutti i demoni sono qui
AUTRICE: Venus Marion
EDITORE: Independently published 
SINOSSI: Nel continente di Kherida, la razza umana ha soggiogato quella dei gula, demoni necrofagi antropomorfi dai poteri sovrannaturali. Usata e ghettizzata, la stirpe dei gula si è fatta pavida al punto da accettare i soprusi degli uomini e la condizione perenne di schiavitù. Ma quattro demoni sono a un passo dall'appiccare il focolaio della ribellione che soverchierà l'umanità. Solo che ancora non lo sanno. L'unica certezza per Tamina, Dimitri, Serpil-Eda e Branden è che l'inferno non esiste, e se esiste è vuoto: tutti i demoni sono qui.

RECENSIONE:
In un mondo in cui umani ed entità demoniache - i così detti gula, demoni necrofagi antropomorfi - convivono da tempi immemori, assistiamo alla completa distruzione dell'equilibrio secolare vigente tra le due specie.
Il comando è detenuto dalla Confederazione, un gruppo di uomini decisi a soggiogare e piegare al loro volere il potere di tutti gli esseri demoniaci esistenti, schiavizzandoli, seviziandoli, studiandoli e logorandoli lentamente.
I gula, oppressi e spogliati di ogni loro libertà, hanno perduto il loro status di esseri superiori, la loro inconfondibile essenza divina; eppure, non tutto è ancora perduto.
Quando sono la sofferenza, la rabbia e la paura ad alimentare un sentimento di pura distruzione e ribellione, non può che nascere la più esplosiva delle vendette. 
Quattro demoni, ognuno con una propria dolorosa storia alle spalle, sono decisi a non soccombere al governo della Confederazione e a  riprendersi tutto ciò che spetta loro di diritto... a costo di dover ridurre in cenere l'intera umanità.

"La parola demone viene da una lingua antica. Sai cosa significa?"[...]
"Essere divino."
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 12.

Tutti i demoni sono qui di Venus Marion è un romanzo breve davvero piacevole e coinvolgente, che ha saputo rapirmi non solo per la sua trama dalle sfumature macabre e truculente, ma anche per quel tocco di leggerezza che mi ha fatto sorridere non poco.

Leggere questo libro è come intraprendere un folle viaggio senza sapere realmente quale sia la destinazione e, soprattutto, come arrivarci.
Ogni capitolo è una sorpresa, il più delle volte inaspettata e imprevedibile, ed è proprio questo aspetto che alimenta la curiosità e spinge a continuare imperterriti fino alla fine.
A contribuire alla scorrevolezza del romanzo, inoltre, vi è lo stile di scrittura dell'autrice.
Semplice, lineare, diretto e caratterizzato da periodi brevi, esso da vita a un ritmo spezzato ma molto incalzante. Non ci sono momenti di stasi all'interno della narrazione, ma il tutto procede rapido senza interruzioni, tanto da giungere all'ultima pagina senza accorgersene.

I personaggi rappresentano un altro punto forte del libro, ed è stato facile entrare in empatia con loro e rimanere coinvolti nelle loro tragiche vicende.
Tamina è il primo gula che incontriamo. 
Per colpa della Confederazione ha perduto per sempre una parte importante della sua vita, divenendo la cavia per un controverso esperimento: cibarsi della carne di altri demoni per trasformarsi in un gula potenziato. Questo tipo di alimentazione, però, l'ha portata a sviluppare una tremenda dipendenza da carne di gula, che diventa di giorno in giorno più difficile da gestire.
La sola cosa che ancora la spinge a resistere è la voglia di vendicare tutto il male subito e sterminare la specie umana.

Ma la vendetta è un sentimento che pervade anche un altro demone, forse uno dei più forti ancora in circolazione: Dimitri.
Nato schiavo nel ghetto dei gula, Dimitri ha sempre tentato di celare il suo immenso potere, dato il brutale destino dei demoni potenzialmente pericolosi per gli umani. 
Ma può un qualcosa di così immenso rimanere a lungo nell'ombra?
Per indebolirlo gli sono state mutilate le tipiche protuberanze cartilaginee simili ad ali che ogni demone possiede. Questa mancanza, però, viene compensata da una rabbia vendicativa che, unita ad una elettrostimolazione sperimentale, riesce a trasformarlo in una forza distruttrice.
Tutto questo è possibile grazie alla genialità di Zelda Pasco (il mio personaggio preferito in assoluto), un'eccentrica dottoressa piena di risorse che ha preso a cuore la causa di Dimitri e il suo piano di polverizzare l'intera umanità.

Un altro gula che dopo anni di sottomissione ha deciso di risorgere dalla sua collera è Serpil-Eda
Un tempo ministra dell'antico culto di Gihtuna, è stata costretta ad assistere alla distruzione di tutto ciò in cui credeva per essere rinchiusa in un bordello di demoni.
Dopo tanta attesa e infinite preghiere a Gihtuna, Sepil-Eda è finalmente pronta per scatenare la sua vendetta.

Se siete curiosi di imbarcarvi in questa folle disavventura demoniaca alla volta della distruzione della specie umana, non posso che consigliarvi questo breve romanzo dalle ottime capacità intrattenitive (vi assicuro che si legge in un soffio) e perfetto per questi caldi pomeriggi estivi.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto che il romanzo fosse stato un po' più lungo, così da poter approfondire meglio alcune dinamiche molto intriganti... ma, con mia grande gioia, ho scoperto che l'autrice progetta un sequel! 
Quindi, non mi resta che attendere.









giovedì 1 luglio 2021

CADAVERE SQUISITO di Poppy Z Brite

Non trovavo spiacevole l'aroma della morte. Era come quello dei fiori recisi lasciati troppo a lungo nell'acqua stagnante, una dolcezza pesante e malata che riempiva le narici e si raccoglieva sul fondo della gola a ogni respiro.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 9

TITOLO: Cadavere squisito
AUTORE: Poppy Z Brite
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUZIONE: Francesca Noto
SINOSSI: Evaso dalla prigione di Painswick, nel Regno Unito, il serial killer Andrew Compton parte alla ricerca di un nuovo posto in cui vivere e poter appagare la sua sete di sangue, che non si è mai placata. Il suo viaggio lo conduce a New Orleans, fra le braccia di Jay Byrne, un fotografo dal fascino oscuro che risveglia il suo istinto omicida, ma si rivela tutt’altro che una vittima sacrificale.È l’incontro fra due anime oscure, che ben presto finirà per coinvolgere Tran, ragazzo vietnamita, ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e in fuga da un amante psicotico. Sullo sfondo del decadente Quartiere Francese, sferzato dalle invettive della radio illegale WHIV, ha inizio così una macabra danza d’amore e morte, di necrofilia, cannibalismo e solitudine. Un’autopsia spirituale che affonda il bisturi nella carne viva per darci in pasto il lato più buio dell’anima.

RECENSIONE:
Londra, fine anni ottanta.
Nella prigione di Painswick risiede uno dei detenuti più pericolosi di tutta l'Inghilterra: Andrew Compton.
Famoso nel mondo della cronaca nera come "l'ospite eterno di Londra" o "il killer gay", per circa undici anni Compton ha ucciso indisturbato più di venti ragazzi.

Ma non è il numero delle vittime a renderlo uno dei peggiori predatori in circolazione, quanto il suo inquietante modus operandi.
Compton non si limita a uccidere i malcapitati, solitamente abbordati in qualche squallido locale, ma ama conservare i loro cadaveri per compiere su di essi atti disgustosi e morbosi.
Questo finché la decomposizione non prende il sopravvento, costringendolo a liberarsi del corpo e a cercarne uno nuovo.

Non sorprenderà sapere che, dopo il suo arresto, Andrew è risultato positivo all'HIV.
Ed è proprio così che il più grande corteggiatore della morte si è lasciato travolgere da questa macabra passione.

Compton, però, coglie quest'occasione per realizzare un tetro stratagemma che gli permetterà di sfuggire dalla reclusione a vita: simulare il proprio decesso.
La messa in scena riesce alla perfezione, e Andrew è nuovamente libero, pronto ad assumere una nuova identità e ha riprendere le sue vecchie abitudini.
Ma "mostro" è un termine medico, che descrive un essere troppo deforme per appartenere ad alcun altro luogo che non sia la tomba. Gli assassini, che invece sanno essere parte di qualsiasi posto, seminano il mondo.
- Poppy Z Brite, Cadavere Squisito, 65

New Orleans, Stati Uniti.
Un misterioso fotografo si aggira per i vicoli scuri del Quartiere Francese alla ricerca del suo spacciatore preferito.
Il suo nome è Jay Byrne, erede di una storica e agiata famiglia di New Orleans.

Se per molti ragazzi del Quartiere la presenza di Jay risulta essere inspiegabilmente inquietante e in qualche modo sgradevole, la stessa cosa non vale per Tran
Di origine vietnamita, Tran è un bellissimo ragazzo poco più che ventenne, il quale arrotonda lo stipendio da cameriere con la vendita di droga.

Per qualche enigmatico motivo, forse dettato dalla recente e dolorosa rottura con il fidanzato Luke, Tran è attratto dal fascino oscuro del suo acquirente migliore.
Ma se solo sapesse quali terribili segreti si celano oltre i cancelli dell'elegante proprietà Byrne...

Jay nasconde un'insaziabile dipendenza, che soddisfa attraverso un sadismo morboso e torbido, rendendolo uno dei più pericolosi cacciatori in circolazione.

Una persona viva aveva sempre la possibilità di abbandonarlo. Teste mummificate e ossa sbiancate non avrebbero mai potuto compiere un simile atto di slealtà. Tutti i suoi ragazzi diventavano parte di lui. Sarebbero rimasti per sempre con lui, carne della sua carne, ad amarlo dall'interno.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 108

Cosa potrebbe mai accadere se, per un perverso scherzo del destino, due dei più spietati serial killer della storia avessero modo di incontrarsi?
Quale tipo di relazione malsana ed esplosiva potrebbe mai nascere?

Quanto lo amai, in quel momento! Gli abissi privi di coscienza dei suoi occhi, le ciocche lisce di capelli biondi sul collo, il carnai di segreti contenuto all'interno della nobile volta del suo cranio.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 172

Cadavere squisito (Exquisite Corpse, 1996) è un romanzo estremamente crudo, violento, ma allo stesso tempo oscuramente poetico e malinconico.
Specifico che non è un libro adatto a tutti, soprattutto per coloro che si impressionano facilmente, poiché per certi versi potrebbe risultare eccessivo.
Il lettore, infatti, è coinvolto in una storia in cui i protagonisti sono degli efferati killer, nonché necrofili e necrofagi, totalmente inibiti e senza scrupoli.
Nessun tipo di violenza ci viene risparmiata, e non mancano scene esplicitamente cruente e splatter.

Il romanzo è ambientato simultaneamente a Londra e a New Orleans, due città completamente diverse che condividono però la presenza di un lato oscuro e perverso.
L'autore riesce magistralmente a delineare e a dare tridimensionalità a questi luoghi, in particolare alla decadente e incandescente New Orleans (città natale dello stesso Brite), inserendoli con altrettanta accortezza in un background storico davvero controverso.
Sono gli anni in cui imperversa e si diffonde l'AIDS, una malattia senza cura che sembra colpire maggiormente gli omossessuali, che cominciano a essere identificati come la causa scatenante.

Tutti i personaggi del libro sono omosessuali, e condividono, ognuno a suo modo, un profondo disagio sociale, dovuto principalmente a questa condizione di emarginazione e al crescente senso di solitudine.
Da una parte troviamo le figure disturbanti di Andrew e Jay, due killer totalmente opposti che finiscono per intessere una folle relazione amorosa; dall'altra ci imbattiamo in una serie di personalità che, attraverso le loro vicende, riescono a fissarsi indelebilmente nella memoria del lettore.

La narrazione si costruisce su una duplice prospettiva.
L'autore, infatti, gioca sull'alternanza del punto di vista.
Da una parte abbiamo un narratore onnisciente, che ci permette di avere un quadro completo dell'intera vicenda; dall'altra, invece, è lo stesso Compton a raccontare la sua storia, immergendoci completamente nel suo mondo morboso ma spaventosamente coerente.
La logica malsana che è dietro le sue azioni depravate è molto più sconcertante del comportamento stesso.
Senza dubbio il suo è un atteggiamento patologico, ma a un certo punto cominciamo quasi a comprendere le pulsioni immonde che lo spingono ad agire in quel modo.
Questo utilizzo della prospettiva interna permette di entrare in profondità nella psiche del killer, così da svelare cosa genera quel desiderio insano di uccidere e violare i cadaveri.

L'attrazione sessuale si accende solo al sopraggiungere della morte, che trasforma quei bellissimi corpi in amanti perfetti.
La loro passività è un qualcosa che eccita il protagonista, ma che lo rassicura che per un po' di tempo non sarà più solo.

Infatti è proprio la solitudine ad accomunare Andrew e Jay.
Questo sentimento di vuoto lacerante, unito a un'ossessiva paura di abbandono, li legherà visceralmente in una relazione intensa ed estremamente morbosa, nella quale entrambi potranno finalmente condividere la loro macabra passione per la morte.

La solitudine è fondamentalmente uno dei temi centrali del romanzo, dal quale poi si diramano altre questioni molto delicate.
La paura dell'abbandono e della perdita, il senso di emarginazione e trascuratezza, la droga come medicina dell'anima.
Attraverso questa storia esploriamo il mondo della dipendenza, conosciamo le problematiche legate alla comunità gay degli anni ottanta (l'espandersi incontrollato dell'AIDS, gli abusi delle autorità nei loro confronti,...), il tutto avvolto in un clima di degrado morale.

Ho amato immensamente lo stile di scrittura, tagliente come la lama di un bisturi.
Poppy Z Brite è riuscita grandiosamente a dar vita a un romanzo poeticamente violento e morboso, divino nel suo orrore: riesce a scuotere nel profondo per la crudezza e la violenza delle immagini che crea, ma ha l'abilità di narrarle con un sensuale lirismo. 

Concludo consigliandovi calorosamente questo romanzo, però eviterei di proporlo a chi è particolarmente sensibile e impressionabile, perché potreste imbattervi in disturbanti scene sanguinose e ricche di sadismo che pullulano in queste pagine. 





 





 

 

venerdì 14 maggio 2021

ZISKA LA STREGA DELLE PIRAMIDI di Marie Corelli

L'orario e il chiaro di luna tramavano il loro mistero: il mistero di un'ombra e di una forma che sfiatò come un sottile vapore dai portali dell'antico tempio della morte e, trascinandosi poco in avanti, si definì nella bellezza visionaria di un profilo di donna - una donna i cui capelli scuri ricadevano pesanti come gli scampoli neri delle bende di un cadavere sepolto ormai da tempo; una donna i cui occhi brillarono di un fuoco sacrilego quando alzò il viso alla luna bianca e segnò l'aria con le sue braccia spettrali.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 9

TITOLO: Ziska La strega delle piramidi
AUTRICE: Marie Corelli
EDITORE: Castelvecchi
COLLANA: Biblioteca dell'immaginario
TRADUTTORE: Marco Bisanti
SINOSSI: Armand Gervase ha tutto ciò che si può desiderare dalla vita: fama, successo, donne, denaro e, come artista, può senz'altro dirsi realizzato visto che le sue opere sono esposte nelle più importanti gallerie del mondo. Il suo quadro più famoso raffigura un'affascinante donna dell'antico Egitto su uno sfondo ricco di particolari, anche se Gervase non ha nessuna conoscenza della storia del regno dei faraoni: come ha potuto dipingere un simile ritratto? L'artista, prigioniero di una vita lussuriosa e decadente, non sembra porsi il problema. Almeno finché al Cairo non incontra la misteriosa principessa Ziska, una donna di straordinaria bellezza in grado di ammaliare chi l'ascolta con appassionanti storie ambientate nella remota antichità egiziana. Catturato dal fascino di Ziska, Gervase sarà presto costretto a fare i conti con un evento soprannaturale: la principessa è identica alla donna del suo famoso quadro e quella inaspettata visione sembra improvvisamente parlargli di esperienze già vissute. Ciò che appare come inspiegabile, allora, si colorerà di inquietudine profonda in una storia in cui il sapiente intreccio dei temi della seduzione, della reincarnazione e della vendetta spiegano lo straordinario successo di questo romanzo nel periodo vittoriano.

RECENSIONE:
Nessun luogo potrà mai competere con il fascino ipnotico e travolgente dell'Egitto.
Una terra di enigmi e magia, di leggende e miti, di arte e meraviglia; eppure, tutta questa intrigante realtà resta oscura alla calca frenetica di inglesi, letteralmente impazziti per il "viaggio alla moda".
Trascorrere la tradizionale "stagione" londinese in questo luogo misterioso e selvaggio sembra procurare a tutta l'alta società vittoriana il brivido della novità: qualcosa di sensazionale e unico, capace di valicare le strette e tanto detestate convenzioni sociali.

Nella grande hall del Gezireh Palace Hotel un gruppetto di rispettabili britannici è in procinto di prepararsi all'imminente ballo in maschera.
Quella sera, affermano, saranno presenti alla festa alcuni ospiti importanti, tra cui spicca il celebre pittore francese Armand Gervase, il quale si trova al Cairo per condurre alcuni studi sulle donne orientali... o per lo meno, questa è la motivazione ufficiale.
Bisogna sapere, infatti, che Gervase deve gran parte della sua fama alla sua indole passionale e focosa, oltre che alle sue indubbie doti pittoriche. 
In aggiunta, non mancherà la presenza di una donna davvero intrigante: la principessa Ziska.
Tanto acclamata per la sua bellezza conturbante, in realtà delle sue origini si conosce ben poco.
Alcuni ritengono che sia la moglie di un principe russo e che sia estremamente ricca, altri, invece, credono che non vi sia nessun marito e che possieda una sorta di attitudine... soprannaturale.
Quest'ultima congettura è da attribuire al dottor Maxwell Dean, uno studioso a dir poco anticonvenzionale.
Tra i suoi numerosi interessi e studi prettamente "ordinari", infatti, si annoverano materie dal carattere occulto ed esoterico, che ruotano attorno all'indagine di "fenomeni strani".
Per alcune sue teorie viene definito un tipo strambo, pur rimanendo un tipo simpatico e affabile.

Quando finalmente iniziano i festeggiamenti, la principessa Ziska entra in scena, confermando tutte quelle voci sulla sua straordinaria bellezza... una bellezza dai tratti marcatamente egiziani.

Gli occhi di tutti sono rapiti da quella ammaliante presenza, eppure un'inspiegabile presentimento turba l'animo di Armand Gervase.
Il pittore non riesce a spiegarsi la sensazione di conoscere Ziska, di averla già incontrata prima di quel momento. 
Ma dove e quando?
Quello sguardo ferocemente attraente, quel corpo leggiadro, quel particolare tono di voce e quella risata cristallina gli sono terribilmente familiari, e lo riconducono a ricordi vaghi e lontani.
Tuttavia, a sconcertare veramente Gervase è la certezza di aver amato questa donna, e di continuarla ad amare impetuosamente tutt'ora!

Non reclamo il titolo di sovrana. Per stasera sono il quadro vivente di una persona un tempo famosa, una poco di buono che aveva quasi il mio nome, una danzatrice del passato nota come Ziska-Charmazel, la favorita dell'harem di un grande guerriero egiziano che storie dimenticate annoverano come "il possente Arasse".
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 41

In seguito a questo incontro, bizzarre coincidenze cominciano a susseguirsi senza tregua nel corso della vicenda, culminando in una scoperta sconvolgente. 
È impossibile non rimanere sconcertati dall'impressionante somiglianza che Gervase e Ziska hanno con i soggetti di un antico bassorilievo egiziano: il forte guerriero Arasse e la sua amante Ziska-Charmazel.

Macabre e violente storie del passato si attorcigliano al presente; vendette silenziose e crudeli prendono vita per dare giustizia ad un torto subito; teorie sull'immortalità dell'anima diventano l'unico modo per spiegare l'inspiegabile. 

Per chi studia le cose con intelligenza non c'è tempo né distanza. Sin dal suo primissimo inizio la storia è come una straordinaria catena in cui nessun anello si spezza mai davvero, e in cui ogni parte è in stretta connessione con l'altra, anche se la ragione stessa dell'esistenza di questa catena è un mistero irrisolvibile.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 137


Ziska La strega delle piramidi (Ziska. The Problem of a Wiked Soul, 1897) è un romanzo straordinario, e non potrebbe essere altrimenti vista la singolarità della sua artefice: Marie Corelli.

Donna dalla personalità eccentrica e fuori dalle righe, duramente criticata per il suo orientamento sessuale e per le sue scelte di vita, Marie Corelli (nome d'arte di Mary Mackay) fu una delle scrittrici più popolari in epoca vittoriana, che anticipò la fantascienza al femminile. 
Tutta la sua produzione letteraria ebbe un immediato e strabiliante successo, e i suoi libri furono letti e amati persino dalla Regina Vittoria e Oscar Wilde!
Anche lo scrittore Henry Miller fu un suo grande fan, definendo il suo lavoro come "straordinario e accattivante" e parlando della Corelli come un'autrice estremamente sensuale, pur non descrivendo mai rapporti erotici.
Alcune recenti indagini dei cultural studies, inoltre, hanno riconosciuto il valore dei suoi romanzi in quanto importanti testimonianze dei gusti, opinioni, abitudini di lettura e dell'ossessione sessista della classe media inglese in epoca vittoriana.  

L'idea maschile dell'amore è prendere tutto ciò che si può da una donna e in cambio non darle altro che infelicità, a volte - e altre volte, morte.
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 91

Da grande appassionata di esoterismo e di egittologia quale era, la Corelli non si è lasciata sfuggire l'occasione di dar vita ad un romanzo dall'ambientazione favolosa.
L'Egitto si presta benissimo come palcoscenico di una bizzarra ma quanto mai singolare vicenda.
Un luogo dalle atmosfere esotiche e misteriose, un luogo in cui lo scorrere del tempo non procede secondo una linea retta, sempre avanti in vista di un futuro senza passato, ma si muove circolarmente, come in un continuo e irrefrenabile eterno ritorno.
Il passato non è morto in queste terre, ma continua a vivere nel presente, come un nonno che non smette di raccontare una storia a suo nipote.
E se a ricordarci di un'epoca remota vi sono le monumentali piramidi e la silenziosa sfinge, esiste anche qualcosa di più terrificante e soprannaturale in grado di riportare a galla eventi dimenticati.

Cosa può esserci di più potente del desiderio di vendicare un torto subito, di pareggiare i conti e punire chi non ha mai pagato per il crimine commesso, tanto potente da non perire neppure nella morte? 
La reincarnazione, la trasmigrazione della anime e l'amore eterno incorporeo sono tutti elementi che si intersecano alla storia della principessa Ziska, e grazie al personaggio dell'erudito dottor Dean veniamo a conoscenza di teorie esoteriche affascinanti e inquietanti.

Anime che sono fatte per stare insieme; anime che continuano ad occupare nuovi corpi, in nuove epoche, per incontrarsi ancora e percepire quell'inspiegabile senso di familiarità. 

Chissà chi è stato il detentore dell'anima di Armand Gervase, un'anima così infuocata e passionale tanto da desiderare ardentemente l'amore di Ziska. 
Il loro rapporto estremamente intimo e intriso di sensualità ci trasmette un senso di languore e struggimento. 
Il tormento accompagna costantemente Gervase, e come una marionetta si lascia manovrare dal potere insidioso della principessa. 

Benché la crudeltà di Ziska possa farla apparire come un personaggio spietato e senza pietà, c'è una spiegazione alle torture inflitte al suo amante: la rabbia di un cuore tradito e infranto. 

Perché, di solito, gli uomini non capiscono l'amore. Capiscono il desiderio, talvolta pari alla spietata cupidigia per ciò che riescono ad ottenere. Ma l'amore, l'amore che resiste lealmente e in silenzio al logoramento del dolore e al passaggio degli anni, l'amore che sacrifica tutto all'amato senza mai cambiare o vacillare, è una passione divina che mai o quasi mai santifica ed ispira la vita di un uomo. 
- Marie Corelli, Ziska La strega delle piramidi, 202

Libera di esprimere se stessa e i suoi sentimenti, il personaggio straordinario di Ziska impersona la donna che non si sottomette alle costrizioni imposte da una società perbenista e maschilista come quella vittoriana. 
Proprio attraverso questo personaggio viene espressa un'aspra critica alla mondo moderno. 

Non posso che concludere consigliandovi questo romanzo sovrannaturale, coinvolgente e intrigante, che saprà trasportarvi in un universo leggendario e affascinante. 


















martedì 4 maggio 2021

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA di H.P. Lovecraft

Certe cose, ne convenimmo, era meglio non raccontarle alla gente, ed io non avrei mai parlato di tutto questo, se non fosse  stato per l'esigenza di fermare la spedizione Starkweather-Moore, o qualsiasi altra, a tutti i costi. E' assolutamente necessario, per la pace e la salvezza dell'umanità, che quegli angoli oscuri e morti della terra e quelle profondità inesplorate vengano lasciate tranquille. Questo per evitare che quelle anormalità dormienti si risveglino a nuova vita, e che incubi blasfemi, ancora oggi sopravvissuti si contorcano e striscino fuori dalle loro tane nere verso conquiste nuove e più vaste.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154
TITOLO: Le montagne della follia
AUTORE: Howard Phillips Lovecraft
EDITORE: RBA Italia
COLLANA: I primi maestri del fantastico
TRADUTTORE: Gianni Pilo, Sebastiano Fusco

RECENSIONE:
Cosa può spingere un uomo a rivelare un terribile segreto, una storia che, se non fosse per la sua accurata e realistica ricostruzione, parrebbe il delirio di un folle?
Il narratore stesso scrive che il suo racconto è un autentico avvertimento; infatti, l'unico modo per distogliere altri imperterriti studiosi dal tentativo di esplorare le fredde terre dell'Antartide è quello di mettere nero su bianco la terribile vicenda che ha vissuto.

1930. La nostra voce narrante, un geologo della Miskatonic University, è alla guida di un'ambiziosa spedizione nel continente antartico.
Il loro scopo principale è quello di riportare alla luce quanto più materiale fossile possibile, per poterlo successivamente studiare e analizzare.
Un ritrovamento inconsueto, però, lascia interdetti alcuni studiosi: un'impronta dalle dimensioni e forme sconosciute.
Tuttavia, la vera peculiarità di questa scoperta risiede in una strana contraddizione tra l'età primitiva della roccia che racchiude l'orma e l'elevato grado evolutivo dell'organismo a cui appartiene.
Un'incongruenza che accende la curiosità di tutti e spinge una parte di studiosi a spostarsi più in là con le ricerche, avvicinandosi maggiormente alle imponenti Montagne della Follia.

Non potevo fare a meno di pensare che quelle cime fossero perverse, vere montagne della follia, il cui opposto versante si affacciava di fronte all'ultimo abisso maledetto. Lo sfondo nuvoloso in fermento e quasi luminoso insinuava l'ineffabile immagine di un altrove incerto e quasi etereo molto più vicino al vuoto cosmico che alla terra, e forniva un ammonimento spaventoso alla distanza assoluta, dell'isolamento, della desolazione e della morte eterna di quel mondo australe smisurato e solitario.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 47

Definire sensazionali le scoperte fatte in quei luoghi sinistri e solitari è davvero riduttivo: singolari e inquietanti esemplari alieni vengono rinvenuti nel ghiaccio.
Un nuovo capitolo della storia sta per essere riscritto,  ma un destino crudele è pronto ad attenderli.

Tutti i membri della squadra nei pressi delle Montagne della Follia vengono ritrovati morti, e, cosa ancor più spaventosa, gli inusuali ritrovamenti sono scomparsi nel nulla. 
Chi o cosa li abbia brutalmente uccisi nessuno lo sa, o meglio... nessuno osa immaginarlo.
Le uniche persone che verranno a conoscenza della verità dietro il raccapricciante massacro sono lo stesso geologo e il pilota Danforth. 
Una verità pagata a caro prezzo...

Bisogna stare attenti alla propria immaginazione, all'ombra di quelle montagne della follia.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154

Con questo romanzo Lovecraft ci catapulta nel suo immenso, straordinario e terrificante universo.

Ci troviamo nel bel mezzo dell'Antartide, nella desolazione più totale. 
Tutto è ghiaccio e roccia, e nulla di umano (ad esclusione degli studiosi) cammina tra queste terre.
Un senso di inquietudine e oppressione si muove con noi durante tutta la narrazione, inevitabilmente generato dalla costante tensione alla prospettiva di scoprire quale oscuro segreto tormenta il povero geologo.

Lo stile di Lovecraft è estremamente descrittivo: ogni minimo dettaglio, anche il più insignificante, viene tratteggiato con minuziosa attenzione; non a caso, la sensazione che si ha leggendo questo macabro resoconto è quella di essere stato effettivamente scritto da un reale geologo, richiamando il modo di esprimersi, schematico e minuzioso, di uno studioso.
Questa particolare caratteristica tende a rallentare il ritmo della narrazione, e, nel mio caso, ad aumentare l'ansia  e la voglia di scoprire cosa si nasconde dietro le morti degli esploratori.

Leggendo questo libro si ha la percezione di discendere nelle profondità della terra, sondando i segreti di civiltà aliene (citate immancabilmente nel mitico Necronomicon) che hanno lasciato la loro enorme testimonianza su spaventose e misteriose sculture.
Allo stesso tempo, in questa discesa siamo costantemente accompagnati da un senso crescente di smarrimento e terrore: una paura sottile, che si insidia silenziosa nelle profondità dal nostro animo,  turbandoci inspiegabilmente.

Una lettura splendida, e se anche voi amate i romanzi in cui terrore si costruisce passo dopo passo, ad un ritmo non sempre lesto, non potete farvi mancare questo libro.




   



mercoledì 28 aprile 2021

IL CIMITERO DEI VIVI di Poppy Z. Brite

Morire: il sussulto finale di dolore e dissoluzione nel nulla che è il prezzo che paghiamo per ogni cosa. Non potrebbe essere l'emozione più dolce, l'unica salvezza che ci spetta...
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 134
TITOLO: Il cimitero dei vivi
AUTRICE: Poppy Z. Brite
GENERE: Splutterpunk
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUTTORE: Francesca Noto e Alessandro Manzetti
SINOSSI: Dalla Regina dello Splatterpunk, una selezione dei suoi racconti più celebri, molti dei quali tradotti in Italiano per la prima volta: La Palude delle Lanterne (Lantern Marsh, 2000); La Sesta Sentinella (The Sixth Sentinel, 1992); Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord of Nerves, 1992); Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia (Mussolini and the Axeman’s Jazz, 1995); La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990); Il Cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002); Risvegli (Self-Made Man, 1996).Tra spettri, fantasmi, voodoo, cannibali, creature, cimiteri e cadaveri, amanti e musei di morte che animano la sua dark New Orleans spesso protagonista, scenario e madre delle storie, l'autrice, vero e proprio cult del genere, canta il suo innovativo, malinconico, brutale e poetico horror dal sapore di assenzio, dipingendolo con decadente e magnetico splendore.

RECENSIONE:
Difficilmente rimango in disparte quando un libro chiama in causa la fantasmagorica New Orleans (e come ben sapete ho una piccola ossessione per questa città).
Di conseguenza non ho potuto assolutamente rinunciare alla lettura de Il cimitero dei vivi di Poppy Z. Brite: una raccolta di sette racconti (la maggior parte inediti in Italia) dal sapore macabro e orrorifico, che mescolano elementi del genere Southern Gothic a quelli dello Splatter più estremo.

Nonostante il carattere eterogeneo delle storie - diverse tra loro per scenari, tematiche e atmosfere - è percepibile un evidente fil rouge che le lega indissolubilmente, suggeritoci direttamente dal titolo della raccolta.  
In questo volume, infatti, la vita e la morte si intersecano, sovrapponendosi e scambiandosi di significato. 
Il netto confine che le separa svanisce, lasciando il posto a una nuova concezione delle due.
I vivi che affollano il romanzo vagano nel mondo senza uno scopo preciso, senza meta, proprio come se fossero dei corpi senz'anima; al contrario, sono proprio i morti (spettri, fantasmi, entità non specificate) che si riappropriano di una ragione di esistere.
Un altro aspetto che ricorre in tutti i racconti è la straordinaria fusione tra elementi soprannaturali e fantastici ad aspetti estremamente quotidiani e nella norma.
Il terzo e ultimo punto di contatto, presente nella maggior parte delle novelle, è l'ambientazione: New Orleans
Una città singolare, eccentrica, folle... dal fascino misterioso e decadente. 
Un luogo che riesce a vestire contemporaneamente i colori più festosi e sgargianti del Mardì Gras e le tinte più tetre e occulte legate alle tradizioni voodoo e alla radicata criminalità. 
Come se non bastasse, a invadere costantemente le sue strade è una soave melodia, un motivo che unisce il sound caldo delle brass band agli inspiegabili e suggestivi suoni delle paludi.

Ma addentriamoci ora nel cuore dei racconti.
 
Rosalie era giunta a New Orleans perché era il posto più a sud dove era riuscita ad arrivare, o almeno, così diceva lei. Stava scappando da un amante a cui si riferiva con indifferenza, soltanto con il nome di Joe Coffespoon. Il ricordo di lui la faceva rabbrividire molto più delle mie dita ectoplasmatiche, e allora cercava il bacio umido delle notti tropicali.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sesta sentinella, 7

La sesta sentinella (The Sixth Sentinel, 1992) narra la bizzarra vicenda di Rosalie "Sfortunata" Smith, che giunge a New Orleans per dimenticare un passato fosco e doloroso.
Non sa, però, che il suo nuovo appartamento, uno degli edifici più vecchi del Quartiere Francese, e già occupato da un altro inquilino... un fantasma!
Nonostante questo, tra la ragazza e Jean (l'entità ectoplasmatica) si instaura una pacifica convivenza.
Questo finché una strana idea non prende il sopravvento nella fantasia del fantasma.
Spinto da un opprimente senso di solitudine e dal ricordo di antichi tesori nascosti, Jean comincia ad intessere un piano contorto per raggiungere il suo macabro scopo.
Un racconto malinconico e nostalgico, una storia di fantasmi e di magia nera, che, grazie a un colpo di scena finale inaspettato, è stato capace di lasciarmi senza parole.

Di giorno, la palude era un luogo di macchie marezzate di luce, cipressi e querce coperti di mucchio spagnolo, punte marroni e vellutate di tifa che scoppiavano in nuvole bianche come neve se le si schiacciava contro la nuca di un amico, e leggende di sabbie mobili piene di scheletri e tesori.
Ma di notte, le lanterne prendevano il sopravvento.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La palude delle lanterne, 33

Uno strano fenomeno prende vita la notte nella palude di Lantern Marsh: le lanterne, scintillanti globi di luce che fluttuano sopra gli acquitrini.
I più razionali ritengono che siano degli innocui fuochi fatui, dovuti ai gas della palude; mentre, i più superstiziosi credono che siano dei fantasmi scintillanti.
Quale che sia la loro reale origine, Phil e Bronwen continuano a non comprendere perché il loro strambo amico Noel ama osservarle durante la Notte di Ognissanti.

Halloween è un vero e proprio giorno di festa nella città di Lantern Marsh. 
Tutti i bambini non aspettano altro che uscire per le strade, orrendamente travestiti, e fare "dolcetto o scherzetto".
Anche per Phil e Bronwen è sempre stato così, ma non per Noel, che per la ricorrenza si reca da solo nella palude deciso a cantare per le lanterne.
Quale segreto lega così profondamente un bambino di dieci anni a delle fiammelle misteriose?
La palude delle lanterne (Lantern Marsh, 2000) potrebbe essere un'ottima storia da leggere durante il periodo autunnale, in particolar modo nella notte di Halloween.
Una vicenda dall'atmosfera sognante e misteriosa, che, attraverso le avventure dei tre piccoli amici, sa come farci scappare dei piccoli brividi. Per non parlare della bellezza del finale, un finale che è allo stesso tempo dolce e amaro.
Calcutta? voi direte. Uno strano posto dove andare, quando i morti avevano già iniziato a camminare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Calcutta, Signora delle Impudenze, 56

Con Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord od Nerves, 1992) abbandoniamo la nostra New Orleans per spostarci nelle povere e squallide strade di Calcutta.
Una città che emana un terribile odore di carne putrefatta, di corpi in decomposizione.
Be', non c'è da stupirsi di questo visto che Calcutta è invasa dai MORTI VIVENTI.
Un numero illimitato di defunti tornati in vita, forse - secondo la teoria più accreditata - a causa di un microbo geneticamente modificato, si nutrono voracemente di carne umana.
Le vittime di questi zombie, però, non sono tutti gli umani, ma solo quelli che hanno smesso da tempo di credere nella vita.
Il protagonista-narratore ci accompagna in un viaggio putrido e disgustoso, alla scoperta di una città, o meglio di un umanità, che sta lentamente abbandonando questo mondo.
Un racconto forte, con descrizione estremamente crude, disgustose per certi versi, e raccapriccianti.
Sicuramente non lo consiglio ai deboli di stomaco.

Non mi hanno mai arrestato, e non lo faranno mai. Non mi hanno mai visto perché sono invisibile, come l'etere che circonda la Terra. Non sono un essere umano, ma uno spirito e un demoe dei più profondi gironi dell'inferno. Io sono colui che voi abitanti di New Orleans e la vostra stupida polizia avete chiamato l'uomo con l'ascia.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia,110

Può mai esistere un collegamento tra la morte dell'Arciduca Francesco Ferdinando, l'ascesa di Mussolini e il terribile assassino, noto come l'uomo con l'ascia, che gettò nel panico New Orleans nel 1919?
Ebbene, sì.
Il suo nome è Cagliostro (vi dice nulla?). 
Un uomo controverso, un mago che ha scoperto il segreto dell'immortalità, ed ora è deciso a ricostruire una nuova umanità, mettendo in atto un piano folle e contorto.

In tutto questo delirio dobbiamo inserire la figura di Joseph D'Antonio, un ex detective del dipartimento di polizia di New Orleans.
D'Antonio di routine trascorre le giornate affogando i suoi ricordi nell'alccol, questo finché lo spettro dell'Arciduca Ferdinando non si materializza nella sua stanza, chiedendogli aiuto.
L'artefice del suo assassinio si trova proprio a New Orleans. Non sa che volto abbia, ma lo spettro necessita di un corpo per poterlo uccidere  una volta per tutte.

Uno dei racconti più intriganti e adrenalinici della raccolta.
L'intreccio è strabiliante e inaspettato, e il legame che unisce grandi personaggi storici, che apparentemente non hanno nulla in comune, a uomini sconosciuti entrati brutalmente nell'immaginario collettivo è assolutamente fuori dalle righe.
Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia (Mussolini and the Axeman's Jazz, 1999) possiede tutti i requisiti per aggiudicarsi il primo posto nella mia classifica personale, ma c'è stata un'altra storia che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Stiamo parlando de La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990).

Ogni tomba ha il suo particolare aroma, proprio come ogni corpo vivente. 
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 126

Louis e Howard sono due amici, due sognatori cupi e irrequieti che condividono la medesima insoddisfazione per la vita intera.
Droghe strane, alcool puro, sesso estremo... nulla di tutto questo riesce a placare la loro tragica insaziabilità.
Ritiratisi per disperazione nella villa di famiglia di Louis, situata in un luogo deserto al confine con la palude, nella noia più totale un'idea perversa inizia a stuzzicare la loro fantasia: saccheggiare tombe per creare un loro personale museo di morte.
La nuova attività di profanatori si rivela essere davvero eccitante: scheletri, bottiglie di assenzio, reliquie e ritrovamenti di ogni genere cominciano rapidamente ad affollare la loro macabra galleria di morte.
A questo punto manca solo un oggetto alla loro collezione per essere perfetta. 
Un amuleto, per la precisione. 
Secondo varie leggende, è nascosto nella tomba di un potente sacerdote voodoo bianco, situata in un vecchio cimitero.
I due amici, però, non sanno che quel misterioso amuleto voodoo è portatore di una terribile maledizione.

Un racconto macabro, allucinante, sensuale, poetico... una storia dal sapore di assenzio, lo stesso che i due protagonisti scovano in una vecchia cripta di New Orleans. 
Sicuramente la mia preferita in assoluto di tutta la raccolta!
I personaggi di Louis e Haward possiedono quel fascino decadente da artisti maledetti, e ricordano molto due bohemien che vivono la vita sul filo della morte. Soprattutto Louis, il più intrigante tra i due, con la sua personalità tenebrosa e alternativa.
Amanti del macabro non potete perdervi questa sublime lettura!

Il cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002)
Matthew Stubbs non era un bambino come tanti. A cinque anni già sognava di diventare un grande scrittore, ma ora il suo cadavere si trova in obitorio per essere sottoposto all'autopsia della coroner. 
Non c'è nulla di strano o violento nella sua morte, se non per la triste e banale causa.
Eppure, qualcosa di assolutamente bizzarro risalta sotto gli occhi della coroner: il suo cuore, infatti, possiede delle incisioni del tutto innaturali.
Cosa significa tutto questo? E per quale il piccolo Matthew era un bambino speciale?

Non sapeva se uccidere fosse definibile come arte, ma era l'unica cosa creativa che sapesse fare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Risvegli, 160

Risvegli (Self-made Man, 1996) è il racconto conclusivo, e direi che non poteva esserci un finale migliore.
La storia appare come una rielaborazione ancora più perversa e soprannaturale del caso dell'efferato serial killer Jeffrey Dahmer, colui che adescava giovani ragazzi per poi ucciderli e ricreare con le parti dei loro corpi degli zombie.
In questa storia truculenta troviamo temi come il cannibalismo, la necrofilia, violenze di vario genere e non mancano descrizioni crude e scene di squartamenti. 
Non è una lettura leggera, per cui la sconsiglio a chi è facilmente impressionabile.
Personalmente lo reputo un bel racconto nel suo genere.











sabato 17 aprile 2021

STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca

Le menti perverse creano le storie più intriganti.
- Michela Mosca, Stories from the other side
TITOLO: Stories from the other side
AUTRICE: Michela mosca
EDITORE: Independently published
GENERE: Gotico, splatter, weird, thriller psicologico
SINOSSI: Una scrittrice diventa famosa grazie a un racconto sulle fate, un bambino narra il suo trasferimento nella nuova città, un giovane riceve una misteriosa videocassetta, un'adolescente ci parla dei suoi primi amori. Tutte storie molto leggere, tranquille. O forse no... la realtà non è oggettiva, tutto dipende da quale prospettiva guardiamo le cose. Stories from The Other Side è una raccolta di racconti dell'orrore, weird, assurdi, allucinanti. Un viaggio nel labirintico mondo della psiche umana, delle ossessioni e della follia. Tra scenari apocalittici e visioni distorte, queste storie vi porteranno dritte dall'altra parte del velo. Ma a pensarci meglio, forse non siete pronti. Fareste meglio a non leggerle.

RECENSIONE:
Dodici racconti
Dodici storie situate al limite estremo della realtà, un luogo dove la quotidianità si scontra violentemente con lo straordinario, l'inspiegabile e l'oscuro.
Follia, delirio, orrore pervadono queste misteriose vicende, e, seppur la scienza e la moderna psicologia vantano le più affermate teorie per spiegarle razionalmente, qualcosa di più "superstizioso", primigenio, ambiguo, che calpesta la logica umana, ci induce a credere nell'esistenza di forze invisibili e, il più delle volte, maligne.
In queste storie siamo indotti ad oltrepassare un confine, a valicare l'ostacolo della ragione, per perderci in un universo in cui le fobie più recondite diventano realtà.
Sta solo a voi lettori decidere quale strada intraprendere, ma se siete squilibrati quanto me, non ci sono dubbi sulla vostra scelta finale.

Parlando di sanità mentale... cosa possono mai avere in comune una nota scrittrice e una malata psichiatrica?

Un legame c'era, il filo rosso che univa due giovani così diverse eppure così unite, e quel filo sarebbe ritornato presto alla sua matassa.
- Michela Mosca, Stories from the other side, La promessa delle fate inquiete, 4

Ophelia Cartwrigh ha riscosso un inaspettato successo con la pubblicazione del suo primo libro Il sentiero delle fate inquieteuna splendida fiaba illustrata dai fini pedagogici.
In realtà all'interno di queste pagine si nasconde un macabro segreto, un segreto connesso ad una promessa firmata col sangue tanti anni addietro.
Quel che appartiene al passato deve rimanere al passato, così vuol credere Ophelia; eppure la notizia del tentato suicidio di Olga Taylor, la famosa malata mentale del massacro di Rain Forest, la riporta inevitabilmente indietro nel tempo, a quando era ancora la giovane e già tormentata Ophelia Atwood, colei che aveva stretto un folle patto con la regina delle fate.

La promessa delle fate inquiete è il racconto di apertura della raccolta, ed è sicuramente uno dei miei preferiti in assoluto.
Un inizio esplosivo, carico di inquietudine e orrore.
La narrazione ci trasporta magicamente in una storia torbida, dalle sfumature macabre e fiabesche, che, grazie alla sua costante ambiguità, ci fa tentennare sulla veridicità di alcuni episodi.

E se la malattia mentale può essere una risposta alle nostre perplessità, un modo per aggrapparci solidamente alla realtà senza incappare in bizzarre teorie, come possiamo spiegarci l'esistenza di hotel infernali, di sette che venerano divinità crudeli e che mettono in atto riti di iniziazione cruenti  e spietati? 
Il nostro buon senso ci suggerisce che potrebbe trattarsi solamente di soggetti perversi e depravati, che pianificano azioni davvero raccapriccianti.

E se vi dicessi, invece, che cosa può celarsi dietro il cancello di un cimitero al calar della notte, voi ci credereste? 

Vendette perfette che prendono alla lettera il detto "dente per dente, occhio per occhio"; popolazioni arcane e dimenticate che continuano a sopravvivere nel bel mezzo del nulla; amori che superano la barriera della morte; sacerdoti che nascondono il male in casa propria; sogni che sembrano trasformarsi in realtà... 
Queste sono solo alcune delle tante conturbanti situazioni a cui ci troviamo ad assistere nel corso della nostra tetra lettura.

Tra un racconto e l'altro, purtroppo giungiamo alla fine.
Ad aspettarci, però, c'è una vicenda estremamente avvincente, che ha come protagonista una sinistra VHS.

Il bibliotecario Tyler Logan conduce una vita tranquilla, fin troppo ordinaria, finché non trova una misteriosa VHS davanti casa sua.
Il mittente è sconosciuto, e l'unico messaggio che reca è SCAVA.
Non passa molto tempo che Tyler è già di fronte al televisore, e inorridito capisce che il video impresso sulla videocassetta non è altro che la ripresa di un atroce omicidio.
La pellicola è davvero troppo realistica per trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto. 
In aggiunta, Tyler ha la sensazione di conoscere la giovane vittima, ma non riesce a ricordare dove l'abbia vista prima...
Enigmi, agghiaccianti verità, forme di intrattenimento perverse,... in questo racconto dai toni forti ci inoltriamo nel mondo oscuro dei film snuff, ma non solo.
Anche qui la psicologia umana entra in gioco, lasciandoci increduli e spaventati davanti al livello di depravazione e crudeltà che viene raggiunta dall'uomo.

Il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, a sua immagine e somiglianza.
- Michela Mosca, Stories from the other side, Il primo figlio, 144

Concludo consigliandovi caldamente la lettura di STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca
Lasciatevi trasportare in questo viaggio oscuro, perturbante ed estremamente coinvolgente, che saprà destare in voi le paure più primordiali e indicibili.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se decidessi di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.


 





   


MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...