martedì 4 maggio 2021

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA di H.P. Lovecraft

Certe cose, ne convenimmo, era meglio non raccontarle alla gente, ed io non avrei mai parlato di tutto questo, se non fosse  stato per l'esigenza di fermare la spedizione Starkweather-Moore, o qualsiasi altra, a tutti i costi. E' assolutamente necessario, per la pace e la salvezza dell'umanità, che quegli angoli oscuri e morti della terra e quelle profondità inesplorate vengano lasciate tranquille. Questo per evitare che quelle anormalità dormienti si risveglino a nuova vita, e che incubi blasfemi, ancora oggi sopravvissuti si contorcano e striscino fuori dalle loro tane nere verso conquiste nuove e più vaste.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154
TITOLO: Le montagne della follia
AUTORE: Howard Phillips Lovecraft
EDITORE: RBA Italia
COLLANA: I primi maestri del fantastico
TRADUTTORE: Gianni Pilo, Sebastiano Fusco

RECENSIONE:
Cosa può spingere un uomo a rivelare un terribile segreto, una storia che, se non fosse per la sua accurata e realistica ricostruzione, parrebbe il delirio di un folle?
Il narratore stesso scrive che il suo racconto è un autentico avvertimento; infatti, l'unico modo per distogliere altri imperterriti studiosi dal tentativo di esplorare le fredde terre dell'Antartide è quello di mettere nero su bianco la terribile vicenda che ha vissuto.

1930. La nostra voce narrante, un geologo della Miskatonic University, è alla guida di un'ambiziosa spedizione nel continente antartico.
Il loro scopo principale è quello di riportare alla luce quanto più materiale fossile possibile, per poterlo successivamente studiare e analizzare.
Un ritrovamento inconsueto, però, lascia interdetti alcuni studiosi: un'impronta dalle dimensioni e forme sconosciute.
Tuttavia, la vera peculiarità di questa scoperta risiede in una strana contraddizione tra l'età primitiva della roccia che racchiude l'orma e l'elevato grado evolutivo dell'organismo a cui appartiene.
Un'incongruenza che accende la curiosità di tutti e spinge una parte di studiosi a spostarsi più in là con le ricerche, avvicinandosi maggiormente alle imponenti Montagne della Follia.

Non potevo fare a meno di pensare che quelle cime fossero perverse, vere montagne della follia, il cui opposto versante si affacciava di fronte all'ultimo abisso maledetto. Lo sfondo nuvoloso in fermento e quasi luminoso insinuava l'ineffabile immagine di un altrove incerto e quasi etereo molto più vicino al vuoto cosmico che alla terra, e forniva un ammonimento spaventoso alla distanza assoluta, dell'isolamento, della desolazione e della morte eterna di quel mondo australe smisurato e solitario.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 47

Definire sensazionali le scoperte fatte in quei luoghi sinistri e solitari è davvero riduttivo: singolari e inquietanti esemplari alieni vengono rinvenuti nel ghiaccio.
Un nuovo capitolo della storia sta per essere riscritto,  ma un destino crudele è pronto ad attenderli.

Tutti i membri della squadra nei pressi delle Montagne della Follia vengono ritrovati morti, e, cosa ancor più spaventosa, gli inusuali ritrovamenti sono scomparsi nel nulla. 
Chi o cosa li abbia brutalmente uccisi nessuno lo sa, o meglio... nessuno osa immaginarlo.
Le uniche persone che verranno a conoscenza della verità dietro il raccapricciante massacro sono lo stesso geologo e il pilota Danforth. 
Una verità pagata a caro prezzo...

Bisogna stare attenti alla propria immaginazione, all'ombra di quelle montagne della follia.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154

Con questo romanzo Lovecraft ci catapulta nel suo immenso, straordinario e terrificante universo.

Ci troviamo nel bel mezzo dell'Antartide, nella desolazione più totale. 
Tutto è ghiaccio e roccia, e nulla di umano (ad esclusione degli studiosi) cammina tra queste terre.
Un senso di inquietudine e oppressione si muove con noi durante tutta la narrazione, inevitabilmente generato dalla costante tensione alla prospettiva di scoprire quale oscuro segreto tormenta il povero geologo.

Lo stile di Lovecraft è estremamente descrittivo: ogni minimo dettaglio, anche il più insignificante, viene tratteggiato con minuziosa attenzione; non a caso, la sensazione che si ha leggendo questo macabro resoconto è quella di essere stato effettivamente scritto da un reale geologo, richiamando il modo di esprimersi, schematico e minuzioso, di uno studioso.
Questa particolare caratteristica tende a rallentare il ritmo della narrazione, e, nel mio caso, ad aumentare l'ansia  e la voglia di scoprire cosa si nasconde dietro le morti degli esploratori.

Leggendo questo libro si ha la percezione di discendere nelle profondità della terra, sondando i segreti di civiltà aliene (citate immancabilmente nel mitico Necronomicon) che hanno lasciato la loro enorme testimonianza su spaventose e misteriose sculture.
Allo stesso tempo, in questa discesa siamo costantemente accompagnati da un senso crescente di smarrimento e terrore: una paura sottile, che si insidia silenziosa nelle profondità dal nostro animo,  turbandoci inspiegabilmente.

Una lettura splendida, e se anche voi amate i romanzi in cui terrore si costruisce passo dopo passo, ad un ritmo non sempre lesto, non potete farvi mancare questo libro.




   



2 commenti:

  1. Un racconto terrificante e sublime. Bellissima recensione!!!

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    1. Ti ringrazio tanto! Sì, un romanzo che ti lascia quel senso di inspiegabile inquietudine

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