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sabato 17 aprile 2021

STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca

Le menti perverse creano le storie più intriganti.
- Michela Mosca, Stories from the other side
TITOLO: Stories from the other side
AUTRICE: Michela mosca
EDITORE: Independently published
GENERE: Gotico, splatter, weird, thriller psicologico
SINOSSI: Una scrittrice diventa famosa grazie a un racconto sulle fate, un bambino narra il suo trasferimento nella nuova città, un giovane riceve una misteriosa videocassetta, un'adolescente ci parla dei suoi primi amori. Tutte storie molto leggere, tranquille. O forse no... la realtà non è oggettiva, tutto dipende da quale prospettiva guardiamo le cose. Stories from The Other Side è una raccolta di racconti dell'orrore, weird, assurdi, allucinanti. Un viaggio nel labirintico mondo della psiche umana, delle ossessioni e della follia. Tra scenari apocalittici e visioni distorte, queste storie vi porteranno dritte dall'altra parte del velo. Ma a pensarci meglio, forse non siete pronti. Fareste meglio a non leggerle.

RECENSIONE:
Dodici racconti
Dodici storie situate al limite estremo della realtà, un luogo dove la quotidianità si scontra violentemente con lo straordinario, l'inspiegabile e l'oscuro.
Follia, delirio, orrore pervadono queste misteriose vicende, e, seppur la scienza e la moderna psicologia vantano le più affermate teorie per spiegarle razionalmente, qualcosa di più "superstizioso", primigenio, ambiguo, che calpesta la logica umana, ci induce a credere nell'esistenza di forze invisibili e, il più delle volte, maligne.
In queste storie siamo indotti ad oltrepassare un confine, a valicare l'ostacolo della ragione, per perderci in un universo in cui le fobie più recondite diventano realtà.
Sta solo a voi lettori decidere quale strada intraprendere, ma se siete squilibrati quanto me, non ci sono dubbi sulla vostra scelta finale.

Parlando di sanità mentale... cosa possono mai avere in comune una nota scrittrice e una malata psichiatrica?

Un legame c'era, il filo rosso che univa due giovani così diverse eppure così unite, e quel filo sarebbe ritornato presto alla sua matassa.
- Michela Mosca, Stories from the other side, La promessa delle fate inquiete, 4

Ophelia Cartwrigh ha riscosso un inaspettato successo con la pubblicazione del suo primo libro Il sentiero delle fate inquieteuna splendida fiaba illustrata dai fini pedagogici.
In realtà all'interno di queste pagine si nasconde un macabro segreto, un segreto connesso ad una promessa firmata col sangue tanti anni addietro.
Quel che appartiene al passato deve rimanere al passato, così vuol credere Ophelia; eppure la notizia del tentato suicidio di Olga Taylor, la famosa malata mentale del massacro di Rain Forest, la riporta inevitabilmente indietro nel tempo, a quando era ancora la giovane e già tormentata Ophelia Atwood, colei che aveva stretto un folle patto con la regina delle fate.

La promessa delle fate inquiete è il racconto di apertura della raccolta, ed è sicuramente uno dei miei preferiti in assoluto.
Un inizio esplosivo, carico di inquietudine e orrore.
La narrazione ci trasporta magicamente in una storia torbida, dalle sfumature macabre e fiabesche, che, grazie alla sua costante ambiguità, ci fa tentennare sulla veridicità di alcuni episodi.

E se la malattia mentale può essere una risposta alle nostre perplessità, un modo per aggrapparci solidamente alla realtà senza incappare in bizzarre teorie, come possiamo spiegarci l'esistenza di hotel infernali, di sette che venerano divinità crudeli e che mettono in atto riti di iniziazione cruenti  e spietati? 
Il nostro buon senso ci suggerisce che potrebbe trattarsi solamente di soggetti perversi e depravati, che pianificano azioni davvero raccapriccianti.

E se vi dicessi, invece, che cosa può celarsi dietro il cancello di un cimitero al calar della notte, voi ci credereste? 

Vendette perfette che prendono alla lettera il detto "dente per dente, occhio per occhio"; popolazioni arcane e dimenticate che continuano a sopravvivere nel bel mezzo del nulla; amori che superano la barriera della morte; sacerdoti che nascondono il male in casa propria; sogni che sembrano trasformarsi in realtà... 
Queste sono solo alcune delle tante conturbanti situazioni a cui ci troviamo ad assistere nel corso della nostra tetra lettura.

Tra un racconto e l'altro, purtroppo giungiamo alla fine.
Ad aspettarci, però, c'è una vicenda estremamente avvincente, che ha come protagonista una sinistra VHS.

Il bibliotecario Tyler Logan conduce una vita tranquilla, fin troppo ordinaria, finché non trova una misteriosa VHS davanti casa sua.
Il mittente è sconosciuto, e l'unico messaggio che reca è SCAVA.
Non passa molto tempo che Tyler è già di fronte al televisore, e inorridito capisce che il video impresso sulla videocassetta non è altro che la ripresa di un atroce omicidio.
La pellicola è davvero troppo realistica per trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto. 
In aggiunta, Tyler ha la sensazione di conoscere la giovane vittima, ma non riesce a ricordare dove l'abbia vista prima...
Enigmi, agghiaccianti verità, forme di intrattenimento perverse,... in questo racconto dai toni forti ci inoltriamo nel mondo oscuro dei film snuff, ma non solo.
Anche qui la psicologia umana entra in gioco, lasciandoci increduli e spaventati davanti al livello di depravazione e crudeltà che viene raggiunta dall'uomo.

Il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, a sua immagine e somiglianza.
- Michela Mosca, Stories from the other side, Il primo figlio, 144

Concludo consigliandovi caldamente la lettura di STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca
Lasciatevi trasportare in questo viaggio oscuro, perturbante ed estremamente coinvolgente, che saprà destare in voi le paure più primordiali e indicibili.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se decidessi di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.


 





   


mercoledì 8 luglio 2020

Il Principe Lestat

Mi alzai e misurai a grandi passi lo stesso tappeto scuro, poi tornai sul balcone e guardai il cielo sempre più chiaro. stava arrivando l'alba. L'inesorabile, implacabile alba. Così confortante per il mondo delle creature mortali e animali, le piante che spuntavano ovunque dal terreno e gli alberi che sospiravano attraverso un miliardo di foglie. E così letale per noi.
TITOLO: Il principe Lestat
SAGA: Le Cronache dei Vampiri
AUTRICE: Anne Rice
EDITORE: Longanesi 
TRAMA: Dolenti e magnifici, specchio oscuro delle nostre più ancestrali paure del nostro eterno e inappagabile desiderio di immortalità, i vampiri sono tra noi. Vittime delle loro passioni, si muovono nel mondo di oggi come in quello di ieri, scavalcando le ere e i confini geografici nello spazio di un giorno, pronti a succhiare il sangue umano per vivere... Se non può essere considerata vita la loro eterna dannazione.
Ma ora qualcuno (qualcosa?) sta colpendo il mondo cristallizzato e terribile dei Non Morti. Da Parigi a Mumbai, da Hong Kong a Kyoto a San Francisco, una Voce misteriosa spinge i Bevitori di Sangue a combattersi tra loro, e sembra essere tornato il tempo dei Grandi Roghi.
Anche il principe Lestat la sente sussurrare e piangere nella propria mente... Che cosa vuole la Voce? Come potrà la tribù dei Non Morti sconfiggere questa forza immane che ha gettato tutti nel panico?

RECENSIONE:
Correva l'anno 1985 quando, per la prima volta, un impetuoso bevitore di sangue ebbe l'ardire di rivelare a tutto il mondo silenzioso dei Non Morti la vera storia della Genesi del Sangue.
L'intera vicenda venne narrata in un libro scritto direttamente dalla mano irrequieta di questo vampiro, uno dei più celebri di tutti i tempi, conosciuto e soprannominato dai suoi pari come Brad Prince o l'enfant terrible... 
Sì, mon cher, ci siamo capiti benissimo. 
Stiamo parlando esattamente dell'istrionico, incorreggibile, ribelle, beffardo ed elegante vampiro Lestat de Lioncourt
L'unico che, per tutti i disastrosi trambusti ai quali ha dato vita, è riuscito a sopravvivere allo scorrere incessante del tempo e a divenire una vera e propria leggenda della notte.

Gli anni però non smettono di susseguirsi, e giungiamo inaspettatamente nel vicino 2013
Un mondo diverso, caratterizzato dall'avvento di un'epoca ricca di straordinarie rivoluzioni e invenzioni nel campo tecnologico. 
Smartphone, computer, internet, social networks... Un universo che osservato da occhi immortali, occhi che hanno assistito personalmente all'evolversi dell'umanità dalle sue forme più primitive a quelle più progredite, riescono a trasmettere, a noi moderni lettori, un'indubbia sublime inquietudine.

In questa era sbalorditiva gli Homines Nocturni non sono più al sicuro. 
Le possibilità di essere notati dagli umani, che dispongono ora di nuovi  mezzi scientifici capaci di confermare quelle teorie esoteriche sulla loro esistenza, aumentano.
Ma il vero pericolo si diffonde rapidamente nel buio come un virus, un nemico invisibile che si insinua nelle profondità della mente dei Non Morti, sussurrando incessantemente parole raccapriccianti.
L'epoca dei Grandi Roghi sembra ripresentarsi con maggiore violenza: vampiri da ogni parte del mondo vengono bruciati da antichissimi Figli delle Tenebre che, per inspiegabili motivi, sono stati destati dal loro sonno immortale, rivoltandosi contro i più giovani della loro stessa specie e incenerendoli con il crudele dono del fuoco.

Contemporaneamente a questi eventi, una voce misteriosa inizia a far breccia nei meandri dei pensieri di Lestat, tormentandolo ostinatamente senza tregua.
Una voce remota e potente, che ipotizza appartenere a qualche sperduto Figlio dei Millenni (termine che indica un immortale sopravvissuto a più di due millenni), la quale farnetica delirante l'ordine di una feroce vendetta verso tutti i vampiri... un atroce sterminio di massa.
Ignorarla sembra essere l'unico modo che resta a Lestat per escludere tutti i suoi reclami disperati; ma, con maggiore difficoltà, può fingere di non percepire le grida di supplica dei suoi fratelli di sangue, che invocano disperatamente il suo aiuto. 
Non sarà semplice questa volta fronteggiare una minaccia senza volto, incorporea, ma il timore di poter perdere per sempre i suoi amati lo preoccupa terribilmente. 

Alcuni anni prima, immediatamente dopo la sua disavventura con il Ladro di Corpi, Lestat ebbe l'opportunità di incontrare dei Figli delle Tenebre davvero inconsueti: Fareed e Seth.
Per la prima volta vediamo inseriti nello scenario vampiresco due vampiri che si intendono di medicina e scienza, materie, a detta di Lestat, sconosciute e incomprensibili al suo animo romantico.
Lestat, come altri prima di lui, rimane affascinato dai numerosi esperimenti che conducono nei loro laboratori segreti e dalle rivelazioni sconcertanti a proposito della loro specie... e, naturalmente, non resiste all'allettante proposta di sottoporsi egli stesso ad una conturbante sperimentazione scientifica.

Il frutto di tale esperienza sfida ogni legge umana e preternaturale, tanto da richiamare alla mia memoria alcune immagini del Frankenstein di Mary Shelley
Lestat, però, ne rimarrà totalmente all'oscuro per un bel po' di anni, senza mai conoscere  l'esito finale. Forse Fareed e Seth temevano inconsciamente una sfuriata del buon Lestat, ben noto per la sua irrascibilità a dir poco estrema quasi quanto per il suo senso dell'umorismo.

In questo nuovo e apocalittico scenario assistiamo al ritorno di molti dei vampiri più amati delle Cronache, che, come ne La regina dei dannati, si riuniscono nuovamente per fronteggiare l'imminente annientamento. Fanno il loro magistrale ritorno Armand, il seducente serafino dai morbidi capelli rossi e dallo sguardo ardente, Marius, il saggio e gentile patrizio romano dall'immensa e infinita cultura, Louis, il tormentato e malinconico giovane dall'espressione perennemente triste, David Talbot, ex superiore generare della congrega segreta del Talamasca, Pandora, Daniel,... e molti altri ancora che nei precedenti libri sono stati solamente delle fugaci comparse senza nomi, e che ne Il principe Lestat  riescono ad assumere una forma più delineata e a raccontare finalmente la loro storia.

Ormai sono tutti pronti per combattere questo nemico comune, manca ancora, però, l'imprescindibile presenza di Lestat, l'unico in grado di poter guidare questa nuova tribù di bevitori di sangue e di scoprire quale recondito segreto si nasconde dietro l'incessante Voce che infesta le menti di tutti loro.


Il principe Lestat è l'undicesimo capitolo delle Cronache dei vampiri di Anne Rice, ed è stato pubblicato ben dieci anni dopo Blood, che sarebbe dovuto essere il romanzo conclusivo della serie.
Un volume che si presenta in un modo assai differente dai suoi predecessori... e ora scopriremo il perché.

Solitamente Anne Rice tende a dedicare ogni libro delle Cronache ad un vampiro in particolare, narrando la sua storia prima e dopo l'aver ricevuto il Dono Tenebroso
Questo capitolo, invece, pullula di una gran moltitudine di personaggi che intrecciano la loro vicenda personale con quella di altri bevitori di sangue, creando una vera e propria ragnatela ben articolata nella quale ogni singolo personaggio assume un ruolo indispensabile per lo svolgimento della narrazione (similmente a come avvenne ne La regina dei dannati, quando si ritrovarono a dover fermare la pericolosa regina Akasha).

Un altro aspetto innovativo è la creazione, sin dalle primissime pagine, di un'atmosfera più moderna e fresca.  
Tutta la storia è ambientata in un mondo che è il nostro e in un'epoca che è la nostra! 
Questa volta non ci troviamo in luoghi sperduti o in ere lontane, ma il tutto prende piede in un presente a noi ben noto.
Davvero bizzarro è stato immaginare i nuovi vampiri, così diversi dai i più famosi delle Cronache, alle prese con la tecnologia; ed è assai curioso saperli con in mano un iphone intenti a immortalare con delle fotografie il loro beniamino Lestat. 

In questo libro tutti i segreti accumulati nel corso dei volumi precedenti vengono finalmente svelati. Assistiamo a delle vere e proprie RIVELAZIONI che, soprattutto per chi ha letto tutte le Cronache, non possono non apparire scioccanti e illuminanti allo stesso tempo. Per questo particolare motivo consiglio di leggere Il Principe Lestat dopo esservi già approcciati ai precedenti romanzi della saga, sebbene la Rice inserisca abilmente dei mini riassunti durante la narrazione che agevolano il lettore nel ricordare i vari personaggi e avvenimenti passati.  

Nonostante le numerose novità introdotte in questa straordinaria e intricata vicenda, lo stile di Anne Rice rimane perfettamente riconoscibile: elegante, raffinato, sensuale e provocante.
Le sue descrizioni sono così ben calibrate, precise ma mai ridondanti, che riescono a rendere i personaggi e l'intera ambientazione davvero vividi nella mente del lettore.
Il punto forte di questo libro, però, è immancabilmente legato agli oscuri e profondi sentimenti di queste splendide creature delle tenebre, che l'autrice non smette mai di portare alla luce fin dal suo primo romanzo Intervista col vampiro.
Condannati alla vita eterna, i vampiri sono esseri dannati nel sangue, ma questa volta si riesce ad intravedere nel buio uno spiraglio di speranza, la consapevolezza che tutto il dolore e la sofferenza accumulata nei secoli possano una volta per tutte disperdersi per sempre... 
Un nuovo capitolo nella storia dei  Figli delle Tenebre si sta finalmente spalancando.

 Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
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lunedì 27 aprile 2020

Fantasmi sul Tamigi vol.3

Dubitò che nella spettrale Londra della regina Vittoria si fossero mai visti così tanti fantasmi sul Tamigi o in una qualsiasi altra parte di quella città nera come il carbone.

TITOLO: Fantasmi sul Tamigi
SERIE: Victorian Horror Story
AUTRICE: Mala Spina
EDITORE: CreateSpace Independent Publishing Platform
GENERE: Urban fantasy, Horror, Gotico

L'unico vero potere che conta su questo miserabile pianeta: quello esercitato sugli altri.


Il freddo inverno è pronto ad invadere con il suo sporco candore le sudice strade di Londra, nascondendo i suoi segreti più oscuri e remoti.
Sono passate ormai settimane da quella raccapricciante disavventura nelle buie fogne di Whitechapel e, rinchiusa nell'immobilità della tetra villa di Bishop Road, Guinevere Patel è nuovamente sola e sottomessa agli ordini del suo padrone. Tutti i suoi piani di uccidere Lord Richmond, il demoniaco signore della Londra occulta, sono andati in fumo ed ora si ritrova ancora una volta ad essere succube del suo indomabile potere. 
L'unica persona che veramente teneva a lei e avrebbe potuto aiutarla era Lancelot Huges, il quale - per salvare lei e il signor Wright dalle grinfie di quello strano circolo di cacciatori di mostri, lo Styx - si è sacrificato lasciandosi catturare e rinchiudere in chissà quale angolo buio e sperduto di Londra.
In seguito alle vicende di Whitechapel, Guinevere ha perduto anche un altro fidato alleato e amico, l'irlandese Peter Doyle, scoprendolo un inaspettato membro dello Styx.
Delusa, amareggiata e controllata, Ginny non può rifiutarsi di ubbidire agli ordini di Lord Richmond, il quale è deciso a mandarla a risolvere una questione fastidiosa, se non pericolosa, nei pressi di Oxford Street.
In quella via risiede un bizzarro negozio, il Sweet Doll's Hospital, e il suo compito consisterà unicamente nell'uccidere il proprietario e distruggere tutte le sue bambole.
Senza nessuna ulteriore spiegazione, Miss Patel e il suo collega Wright si dirigono verso il luogo indicato, ignari delle innumerevoli mostruosità e pericoli che incontreranno.

Il Tamigi potrebbe divenire il nostro Stige.

Parallelamente alla vicenda di Ginny, Peter Doyle è ritornato nella sede ufficiale dello Styx.
Il ricordo delle peripezie in quel di Whitechapel, insieme all'affascinante e tenace Ghoul, è ancora ben vivido nella sua memoria. Ogni suo sforzo di dimenticare appare impossibile, così come è impossibile non ammettere di provare qualcosa per quella creatura fuori dal normale.
Purtroppo anche Peter deve fare i conti con i suoi superiori: gli verrà affidato l'incarico di elaborare e dirigere una trappola per catturare il terribile signore dei mostri di Londra, approfittando della fiducia di Miss Patel nei suoi riguardi. Tutto per raggiungere e riportare la pace e la normalità a Londra.
In Victorian Horror Story, però, nulla è come sembra!
Occultato sotto questa messinscena ben orchestrata, si articola un piano a dir poco inquietante... un progetto finanziato e incentivato dalla regina Vittoria in persona!
Lo Styx nasconde gelosamente uno strano essere, chiamato il Mangia Anime. Un enorme Golem che sembra essere il fulcro di un esperimento davvero sconcertante, frutto di menti folli e senza scrupoli.
La volontà vacillante di Ginny sarà messa a dura prova in questo nuovo capitolo. I suoi sentimenti e affetti potrebbero fare la differenza e aiutarla nel continuare a mantenere una parvenza di umanità e di raziocinio, salvandola dalla follia e dall'istinto famelico della terribile bestia che alberga dentro di lei.

Fantasmi sul Tamigi è il terzo dei quattro volumi che compongono la serie Victorian Horror Story.
Se nel primo libro veniamo introdotti nell'oscuro mondo parallelo di Londra e nel secondo cominciamo a familiarizzare con le sue bizzarrie... in questo terzo capitolo siamo sommersi fino al collo da stranezze e orrori inimmaginabili.
Un libro davvero intenso e colmo di colpi di scena.
La vicenda si intreccia sempre di più: nuove rivelazioni assolutamente sconcertanti fanno continuano ad aggiungersi e nuovi personaggi fanno la loro comparsa.
Una nuova guerra tra le creature delle tenebre e gli uomini "futuristici" dello Stige è alle porte e tutti si preparano al peggio... ma proprio nell'odio di questa faida che nascono i sentimenti più profondi: amore, amicizia e fiducia.

In conclusione mi pongo una domanda...Cosa dovrò aspettarmi dal capitolo finale?
La voce di Peter Doyle, il folle irlandese, risuona nelle mie orecchie...
Puoi scommetterci le mutande che ci sarà da divertirsi!!!

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mercoledì 15 aprile 2020

Orrore a Whitechapel vol.2

«Dunque cosa facciamo? Manca poco al tramonto.»
«È il momento migliore per andare a scoprire l'orrore che si cela a Whitechapel.»


TITOLO: Orrore a Whitechapel
SERIE: Victorian Horror Story
AUTRICE: Mala Spina
EDITORE: CreateSpace Independent Publishing Platform
GENERE: Horror, Gotico, Urban Fantasy

Misteriose sparizioni nel fetido quartiere di Whitechapel incuriosiscono e terrorizzano i cittadini londinesi, e Lord Richmond, seducente demone ben noto come il padrone della Londra occulta, comincia a sospettare che vi sia lo zampino di un qualche essere oscuro.
Intenzionato a non attirare attenzioni di fastidiosi nemici, pronti a dare la caccia alle creature delle tenebre, ingaggia, tramite missiva, il signor Wright e il signor Huges, rispettivamente lo studioso di arti arcane e l'uomo bestia, di mettere fine a questa situazione e di riportare tutto all'ordine.
Nel frattempo, Guinevere vive con forte costernazione la sua indesiderata trasformazione, avvenuta in quella maledetta festa. Il suo aspetto non è più lo stesso e quello che il suo specchio le riflette le fa paura e la disgusta.
Ora è un Ghoul: un essere al confine tra la vita e la morte, costantemente affamato di cadaveri e dalla forza immensa.
L'unico appiglio all'ultimo frammento di umanità che le resta, in grado di non farla abbandonare alla pazzia, è il pensiero di vendicarsi di Lord Richmond per quello che le ha fatto.

Aveva perso il conto delle ore passate lì dentro e aveva resistito ma, in quel momento, sentiva il bisogno di uscire. Non capiva se era per il desiderio di mettersi in caccia o per la claustrofobia di vivere in uno spazio così ristretto.

Ginny è decisa a fuggire dalla residenza di Bishop Road, ma incappa accidentalmente, o forse no, nella lettera di Lord Richmond, e, leggendola, viene invasa dalla pressante sensazione che qualcosa di spiacevole sia accaduto a Wright e Huges.
Tra le buie e umide strade della città, tra umani che appaiono più crudeli dei mostri e insoliti fantasmi di fuliggine e fumo, sorvegliati da un misterioso spettro di nome Johnny il Nero, ci sarà l'incontro imprevisto con un giovane e beffardo marinaio irlandese dai capelli rossi, Peter Doyle, che cambierà radicalmente le sorti della ricerca di Ginny.
Nuovi misteri iniziano ad intrecciarsi a sconcertanti scoperte. Un circolo di cacciatori di mostri, armati con strane pistole moderne, compaiono sulla scena e il confine tra chi sono i buoni e chi i cattivi si fa sempre meno netto.
Ginny dovrà trovare il coraggio di fronteggiare tutti i pericoli di Whitechapel e combattere una guerra interiore ben più difficile... una guerra contro il mostro che abita dentro di sé, la piccola cosa morta.

Orrore a Whitechapel è il secondo dei quattro volumi che compongono la serie Victorian Horror Story.
Nell'infinita ricchezza di azione e colpi di scena, la vicenda si sviluppa seguendo un ritmo incalzante e coinvolgente. Tutti i personaggi, da ombre indefinite quali erano nel primo volume, si delineano sempre di più, portando alla luce numerosi segreti nascosti e passati dimenticati. Ognuno di loro combatte costantemente con il proprio terribile demone ed è interessante percepire che, nonostante il loro essere mostri (mutaforma, ghoul, esseri privi di emozioni, ...), tentano allo stremo di non perdere quel briciolo di umanità che ancora, a stento, continua a sopravvive.
In questo capitolo assistiamo ad una crescita del personaggio di Ginny che, da umana un po' impacciata e incapace di muoversi da sola nel mondo dell'occulto, è determinata a trovare il coraggio e la forza di non arrendersi e lottare per salvare sé stessa e i suoi amici.
Un altro personaggio che è entrato ufficialmente nel mio piccolo cuore è il signor Huges. La sua figura, un po' malinconica e un po' romantica, mi affascina tantissimo e la storia che si porta dietro è davvero macabra e inquietante.
Da buona bipolare che sono, ho apprezzato moltissimo il bizzarro e folle irlandese Peter Doyle.
Grazie al suo carisma e al suo spirito ironico, e aggiungo anche grazie al rosso dei suoi capelli, è riuscito ad accendere la vicenda e a darle una piega nuova.
L'alternanza di momenti ironici e leggeri a momenti più macabri e profondi, incastrati e ben combinati tra loro, donano al romanzo quel tocco in più e lo rende ancora più avvincente.
Londra, città tetra e degradata, è immancabilmente anche qui un'ambientazione molto viva e suggestiva, ed accompagna la vicenda dall'inizio fino alla fine.

In conclusione, non vedo l'ora di continuare con il terzo volume della serie, Fantasmi sul Tamigi, per scoprire cosa diavolo accadrà. Sono sicura che non mancheranno mostruose sorprese e spaventose rivelazioni.

Cliccando su Mostri di Londra potete trovare la recensione del primo volume della serie

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sabato 11 aprile 2020

Mostri di Londra vol.1

"La parola era solo un veicolo; 
il fulcro dell'incantesimo era la volontà che vi era incanalato"

TITOLO: Mostri di Londra
SERIE: Victorian Horror Story
AUTRICE: Mala Spina
EDITORE: CreateSpace Independent Publishing Platform
GENERE: Horror, Gotico, Urban Fantasy

Che assurdità! Mostri a Londra. 
Sciocchezze da bambini.

Doveva essere una seduta spiritica come tante. Per essere precisi, la prima per Guinevere Patel, nota nell'Est End di Londra come Ginny e ribattezzata nell'ambiente dell'occulto come Madame Istar. 
Doveva essere la solita messinscena a cui era abituata già nei panni di assistente: qualche trucchetto macabro unito a strampalate invocazioni demoniache capaci di intrattenere i clienti abituali dell'alta nobiltà londinese, ricchi annoiati alla ricerca di fenomeni sensazionali che smuovessero la loro grigia routine.
Tra le facce note, però, vi era la presenza elegante e misteriosa di un indecifrabile gentiluomo: il signor Percival Wright.
Dal fascino irresistibile e conturbante, la pone nella seccante posizione di dover accettare una proposta inconsueta e di seguirlo.
Insieme giungono nell'imponente residenza di Lord Arthur Richmond in Bishop Road, e qui, immersi in un clima tetro e a tratti grottesco, Ginny ha il "piacere" di fare la bizzarra conoscenza di altri due personaggi cardine della vicenda: il claudicante signor Lancelot Huges, un giovane dallo sguardo tagliente e, allo stesso tempo, malinconicamente triste, e l'eccentrico padrone di casa, Lord Richmond, un uomo dai tratti esotici e magnetici e dai modi autoritari.
Rimasta spaesata da quella inspiegabile e sottile energia che ognuno di loro sprigiona (qualcosa di stranamente disumano), Ginny rimane ulteriormente insospettita dall'incarico che deve svolgere per sottostare al loro patto. Quella sera si sarebbe tenuta una festa in una ricca villa di Londra, e il suo unico compito, per ricevere la ricompensa stabilita, si sarebbe suddiviso nell'accompagnare i tre uomini appena sconosciuti e nel presentarsi semplicemente come la spiritista qual è. Tutto questo sarebbe servito a facilitare Lord Richmond nel saldare alcune questioni in sospeso.
La verità, purtroppo, non è come appare. 
Ginny si troverà a dover fronteggiare un mondo oscuro e raccapricciante che pullula si esseri mostruosi e crudeli.
Da questo momento in poi la vita della nostra protagonista cambierà per sempre, e nulla di quello che una volta rappresentava le sue uniche certezze potranno più aiutarla.

Mostri di Londra è il primo dei quattro volumi che compongono la serie Victorian Horror Story.
Seppur lo consideri un romanzo principalmente introduttivo a quelli che poi seguiranno, l'ho trovato davvero ben strutturato sia dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi che dal modo in cui si resta sempre con il fiato sospeso. Si è in continua attesa che tutti quei misteri irrisolti, accumulati durante la lettura, possano trovare finalmente una rivelazione, benché possa apparire davvero sconcertante.
La Londra vittoriana fa da sfondo all'intera vicenda e, già a partire dalle prime pagine, si rivela essere una presenza costante e silenziosa. 
Cupa e affascinante, essa si trasforma in una sorta di personaggio che ci segue e ci accompagna tra le strade buie e tetre di un mondo nascosto nell'ombra.
Un altro aspetto del libro che ammetto di aver apprezzato molto è stato la naturalezza con la quale si entra a contatto, attraverso i pensieri dei personaggi e l'ambientazione, con l'epoca nella quale la storia si sviluppa. Un periodo storico scuro e affascinante, ricco di contraddizioni, nel quale l'istinto e le pulsioni più profonde lottano contro la ragione e la morale, così da rimanere silenti e sottostare alle restrizioni esterne.
Il mostro diventa metafora di colui che riesce a rompere queste catene, riuscendo ad evadere, però, solo nell'ombra. 

In conclusione, non vedo l'ora di continuare la serie per scoprire quali altre avventure hanno da riservarci i nostri nuovi amici.

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venerdì 10 aprile 2020

Lizzie

"Era una sconosciuta in un mondo di sconosciuti ed erano degli sconosciuti anche quelli che si era lasciata alle spalle. A quel punto acquistò urgenza e importanza il fatto di essere una persona in particolare e di esserlo sempre stata; nel vasto mondo in cui stava entrando non c'era nessuno che non fosse dotato di un'identità ben precisa: era vitale essere qualcuno e non qualcun altro."


TITOLO: Lizzie
AUTORE: Shirley Jackson
EDITORE: Adelphi

Una, nessuna e centomila... Chi è Elizabeth Richmond?

Elizabeth Richmond è la giovane protagonista del romanzo Lizzie di Shirley Jackson, pubblicato nel 1954.
Lungi dall'essere un personaggio dinamico ed energico, Lizzie ci viene presentata come schiva, timida e arrendevole, paragonabile ad un'ombra anonima che viene ignorata dal resto del mondo. Nessuno la conosce veramente e nessuno vuole conoscerla.
Il suo carattere piatto e insipido si riflette perfettamente nella monotonia delle sue azioni quotidiane: ogni mattina, da due anni a questa parte, si reca a piedi presso il museo di Owenstown dove lavora come dattilografa, svolgendo semplici e ripetitive mansioni che non richiedono nessuna capacità eccezionale; a sera ritorna a casa, dove ad attenderla c'è la zia Morgen.
Da ormai quattro anni, in seguito alla misteriosa morte della madre, Elizabeth vive a casa di sua zia Morgen, una donna direttiva e appassionata di Sherry, trascorrendo con lei la maggior parte della giornata; ma, nonostante il molto tempo passato insieme, tra le due donne non vi è la presenza di una qualsivoglia forma di legame affettivo che vada oltre le vuote parole di circostanza.
Da qualche mese, però, questo stato di apparente equilibrio ha cominciato a vacillare.
Elizabeth è sempre più tormentata da dolori costanti alla schiena e insopportabili emicranie; in particolar modo, iniziano ad essere sempre più frequenti strani episodi di amnesia: determinati momenti della giornata è come se non venissero registrati nella memoria di Elizabeth, conducendola, di conseguenza, verso la perdita della cognizione del tempo.
Sotto consiglio del dottore di famiglia, Elizabeth viene portata nello studio del dottor Victor Wright, medico e psicologo rispettabile, che cercherà di risalire alla fonte dei problemi attraverso la pratica dell'ipnosi.
Man mano che le sedute si succedono, il dottor Wright incappa in una scoperta a dir poco sconcertante: si rende conto che Miss Richmond è una sorta di gran contenitore che ospita al suo interno molteplici personalità, diversissime tra loro e in continuo contrasto.

Adesso mentre ero là, sbigottito, cantilenò: « Elizabeth, Beth, Betsy e Bess andarono tutte insieme a cercare un nido d'uccello»

Accanto alla nervosa, modesta e riservata Elizabeth scorgiamo la presenza di altre tre indoli:la serena e graziosa Beth, la più dolce e amorevole; la volgare e insolente Betsy, terribilmente odiosa e folle; e infine, forse la più pericolosa, l'avara e cinica Bess, alla quale interessa unicamente prevalere sulle altre ed essere l'unica posseditrice della sua futura eredità.
Ogni personalità desidera prevalere sull'altra, battendosi senza sosta con qualsiasi mezzo possibile; tutto per poter vivere in completa libertà quella vita che da troppo appare "condivisa".
Una terribile guerra prende piede dentro Elizabeth, e solo l'ostinazione e la genialità del dottor Wright potranno condurlo verso una soluzione, così da riunirle in un unico individuo: una sola e completa Elizabeth.

Lizzie è un romanzo che definirei bizzarro e dalle infinite sfumature.
Esso possiede una struttura molto particolare e interessante: ogni capitolo prende il nome di un personaggio (Elizabeth, Il dottor Wright, Betsy, la zia Morgen...), e in ognuno di essi ci sarà un narratore diverso che esporrà il proprio punto di vista riguardo la grottesca vicenda della giovane protagonista.
Proprio qui si può cogliere la notevole capacità di Shirley Jackson nel trovare e individuare, a seconda del narratore, un diverso registro linguistico e un livello stilistico ben definito.
Questa mobilità di punti di vista, associato alla pluralità di stili e registri e all'alternarsi inaspettato delle varie personalità di Elizabeth, crea nel lettore una sensazione di confusione; esso ritrae, secondo me, in modo impeccabile i sentimenti e la sofferenza della protagonista, affetta dal disturbo dissociativo della personalità.
La disperata ricerca di sé stessi accompagna il lettore durante il suo viaggio assieme alla protagonista; Sia Beth che Betsy e Bess lottano per esistere come una singola persona. Tanti piccoli pezzetti di Io, disgregati e lontani tra loro, che tentano in ogni modo di riunirsi.
 Questo costante bisogno di una vera e propria libertà è un tema ricorrente nei libri della Jackson e che perseguita le varie protagoniste (Eleanor, Merricat...), tutte alle prese con figure oppressive e tiranniche.

Lizzie è un libro davvero affascinante che si fa largo nelle profondità dell'animo umano e della sua natura più nascosta e spaventosa.

Elizabeth e Shirley... la nascita di un personaggio

Lizzie nacque dalla penna della Jackson in un momento particolare della sua vita: era il periodo in cui insonnia, paranoia e dolori di testa e di schiena, tutti sintomi manifestati da Elizabeth nel romanzo, affliggevano terribilmente e senza tregua la scrittrice, costringendola ad interrompere la stesura nell'estate del 1953.
Quando, mesi dopo, la Jackson decise di riprendere in mano la scrittura di questo libro, tutti i dolori si ripresentarono nuovamente e la tormentarono fino alla fine del lavoro.

La donna delle tenebre... quando il libro diventa film
Nel 1957 dal romanzo venne tratto il film La donna delle tenebre, diretto da Hugo Haas e interpretato da Eleanor Parker (Elizabeth) e Richard Boone (il dottor Wright). Purtroppo, la trasposizione cinematografica riesce a cogliere solamente alcuni dei temi e e delle caratteristiche principali del romanzo, e tutta la parte centrale nonché cuore della storia, quella narrata dal punto di vista di Betsy, non viene inserita. Delle tre personalità esistenti in Elisabeth solo due appaiono nel film (Betsy e Beth, che vengono rinominate rispettivamente in Lisa e Betty). Devo ammettere che Eleanor Parker è stata fedele nell'interpretare la parte della protagonista del libro, mettendo in risalto le differenze tra le varie indoli non solo attraverso i comportamenti e atteggiamenti, ma anche grazie al modo di vestire, di truccare e di acconciare i capelli di ognuna. Nonostante sia un film molto vintage, con i suoi tempi e i suoi difetti, non mi è dispiaciuto vederlo. 
Se come me vi affascinano i film belli vecchiotti e un po' grotteschi, La donna delle tenebre fa proprio al caso vostro.





giovedì 2 aprile 2020

Abbiamo sempre vissuto nel castello

"Mi chiamo Mary Katherine Blackwood.
Ho diciotto anni e abito con mia sorella Constance.
Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l'anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare.
Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore.
Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l'Amanita phalloides, il fungo mortale.
gli altri membri della famiglia sono tutti morti."


TITOLO: Abbiamo sempre vissuto nel castello
AUTORE: Shirley Jackson
EDITORE: Adelphi
GENERE: Horror, Gotico

RECENSIONE:
Ogni vecchia famiglia che si rispetti nasconde degli scheletri nell'armadio: segreti indicibili e agghiaccianti; vicende spaventose al confine tra realtà e follia; morti turbolente e crimini morbosi rimasti per sempre irrisolti.
I Blackwood, antica famiglia aristocratica, non a caso, appartiene alla suddetta categoria.
Sei anni prima della vicenda narrata, essa fu vittima di un terribile accaduto: i suoi membri vennero avvelenati con dell'arsenico messo nello zucchero.
Le uniche persone che riuscirono a salvarsi e a sfuggire a quel tragico destino furono lo zio Julian, rimasto però invalido, e le sorelle Blackwood, Costance e Mary Katherine.
Nonostante le prime accuse rivolte istintivamente verso Costance, addetta da sempre alla preparazione delle più disparate pietanze, queste caddero velocemente, lasciandola libera. 
Questo verdetto, però, non piacque per niente al resto della popolazione, e per questo i sopravvissuti vennero identificati come dei folli assassini ed esclusi da ogni aspetto della vita sociale del paese. 
Isolati completamente nella loro immensa dimora, ai margini del mondo e di ogni forma di vita, i Blackwood trascorrono le loro giornate all'insegna della ripetitività e della monotonia, scandendo il lento ritmo del tempo dalla regolarità delle loro stesse azioni. 
Tutti questi gesti quotidiani, che in un contesto differente apparirebbero come relativamente normali, all'interno della proprietà Blackwood assumono le sembianze di qualcosa di patologico e, più in generale, di inquietante; questa peculiarità viene evidenziata dai costanti pensieri di Mary Katherine (chiamata Marricat), che ella stessa ci presenta, essendo la voce narrante della storia.
Attraverso le sue parole e la sua fervida immaginazione, veniamo a conoscenza di ogni piccolo aspetto che caratterizza la loro esistenza solitaria, e riusciamo a scorgere più da vicino le loro eccentriche e inusuali personalità.
Inoltre, il bisogno persistente di vivere ossessivamente sempre le stesse situazioni ogni giorno, dalla mattina fino alla sera, racchiude i personaggi in un quadro psicopatologico davvero complesso: lo zio Julian appare molto spesso delirante, costantemente immerso nel passato e nei ricordi della famiglia, poiché è sua intenzione scrivere delle memorie sui Blackwood; Merricat, la cui immensa immaginazione la rende incline a vivere in un mondo tutto suo, è forse il personaggio più sconcertante: teme costantemente che qualcosa o qualcuno possa intromettersi nella loro vita e cambiarla completamente, mandando in frantumi tutti quegli anni di abitudini ormai consolidate; così mette in atto dei piccoli "riti magici" o rituali (sotterrare oggetti intorno alla casa o appendere libri sui tronchi degli alberi) con il fine di proteggerli dal male; infine abbiamo Costance, la sorella maggiore, che rivela essere una ragazza molto silenziosa e impenetrabile, immersa continuamente nei lavoretti manuali della casa, dedicando la maggior parte del suo tempo a cucinare, a curare il suo bellissimo orto, a pulire, a mantenere in ordine tutte le stanze...  tutto questo fa presagire una forte mania di controllo.
Ogni situazione deve essere ben monitorata e non devono esserci sorprese di nessun genere.
Molte cose, però, cominciano a cambiare con l'arrivo inaspettato del cugino Charles Blackwood che, rimasto senza una lira, cerca ospitalità e conforto nella famiglia.
Così l'apparente e costruita tranquillità delle loro vite sarà stravolta completamente, e aspetti sempre più raccapriccianti verranno lentamente alla luce.
Cosa accadde veramente quella sera di sei anni fa, quando la famiglia Blackwood venne crudelmente avvelenata?
Chi fu l'artefice di tutto?
E perché?
Abbiamo sempre vissuto nel castello  non può essere semplicemente inquadrato e circoscritto nel genere horror; esso va ben oltre.
Come nel L'incubo di Hill House, non sono presenti scene violente e sanguinose, o colpi di scena inaspettati e scariche ansiogene; ma tutto si articola nella mente insana dei personaggi, ed ogni capitolo è avvolto da uno stile elegantemente perturbante, capace di tenere in tensione e sconvolgere profondamente il lettore.
Dall'inquietante e affascinante dimora alla folle tranquillità che aleggia al suo interno, si vive in una realtà distorta dalla mente della narratrice, che rende l'intera vicenda così intrigante che è stato davvero difficile allontanarmi dalle pagine del libro.
Scritto nel lontano 1962, Abbiamo sempre vissuto nel castello rimane e rimarrà uno dei tanti capolavori della Jackson, e un classico senza tempo che sarà difficile far passare fuori moda.

mercoledì 25 marzo 2020

Pandora

"Ci vuole tempo, ma anche il dolore peggiore è destinato a finire. La verità è che non si può preparare nessuno al dolore, né farlo comprendere attraverso le parole o il linguaggio. Dev'essere sperimentato. E quello che io patii non lo augurerei a nessuno al mondo."


TITOLO: Pandora
AUTORE: Anne Rice
EDITORE: TEADUE
TRAMA: Nell'ultima oscurità che precede l'alba, una ragazza, appoggiata al parapetto di un ponte sulla Senna, guarda cupamente il fiume. Una figura incappucciata le si avvicina, l'avvolge e, fulminea, le azzanna il collo per succhiarle il sangue e appagare così, anche per un  solo giorno, l'insaziabile sete. Pandora ha ucciso ancora, ma qualcuno ha visto tutto, qualcuno che condivide con lei un'esistenza regolata da un'unica legge: uccidere per vivere. Costui è David Talbot, che, arso dalla curiosità di conoscere la vita di Pandora, splendida Figlia dei Millenni la convince a scrivere la sua storia. Una storia d'amore e di orrore cominciata duemila anni prima...

RECENSIONE:
Roma splende sotto la prosperità dell'Impero di Cesare Augusto: la tanto desiderata pace sembra essere finalmente ristabilita, e un generale clima di quiete e tranquillità pervade ogni aspetto della vita politica e quotidiana della capitale.
Nel cuore di quest'epoca fiorente, quando le donne di alto lignaggio hanno la possibilità di godere di una forma di libertà inaspettata, la storia di Lydia ha inizio.
Figlia di un importante senatore romano, fin dalla più tenera età ha sempre benestato di un'ottima educazione impartitagli dai migliori maestri del tempo, dando prova di una spiccata ed eccezionale intelligenza.
La lettura è la sua occupazione preferita; un passatempo affascinante, una passione straripante che ogni giorno coltiva trascorrendo ore immersa in nuovi libri.
Essi la incantano e attirano la sua più sincera curiosità, prediligendo l'Eneide di Virginio e la Metamorfosi di Ovidio, suo poeta preferito.
La piccola Lydia trascorre così le sue giornate tra poesia e discorsi politici, e di giorno in giorno la sua bellezza cresce sempre di più.
All'età di dieci anni, nel mentre di un discorso tra suo padre e altri uomini di stato tenutosi nella sua dimora, incontra per la prima volta la persona che cambierà per sempre il suo destino: un uomo biondo dagli occhi azzurri e molto alto.
Si tratta proprio di Marius, noto a tutti come una sorta di poeta fannullone, ma dalla straordinaria bellezza.
Immediatamente un inspiegabile e forte legame prende forma tra loro, un legame che neppure il potere del tempo riuscirà a distruggere.
Purtroppo questo sentimento di reciproco amore non sarà mai benedetto da un matrimonio, poiché la mano di Lydia è già destinata ad altri pretendenti.
Due sono state le unioni combinate che la protagonista ha dovuto sopportare, anno dopo anno, con malavoglia, escogitando stratagemmi per indispettire i mariti: aderisce al culto di Iside diventando un'abituale frequentatrice.
Un clima di agitazione comincia a invadere le strade di Roma e dell'impero; varie congiure sono state e stanno per essre messe in atto per eliminare uomini apparentemente nocivi e pericolosi; la famiglia di Lydia, disgraziatamente, è nel mirino di persone malvage.
Costretta ad abbandonare Roma, Lydia si reca segretamente nella città di Antiochia dove decide di cambiare il suo nome in Pandora, così da non essere riconosciuta da nessuno.
Strani sogni cominciano ad popolare e a tormentare il suo sonno; una costante sete di sangue la invade sempre al risveglio; una voce femminile la chiama ossessivamente per nome e un misterioso uomo continua a seguirla.
I suoi giorni da mortale stanno per terminare, e una nuova esistenza nelle ombre l'aspetta... un'esistenza che durerà per lunghi millenni.

Pandora è un personaggio incredibilmente determinato e con una grande forza d'animo; quasi totalmente indipendente dagli uomini che la circondano, diventa il simbolo di ricerca della libertà, ricerca che emerge dai suoi comportamenti intrepidi e, delle volte, anche impulsivi.
È ben aggrappata ai valori della famiglia e dell'amore, ma quel costante desiderio di indipendenza la condurrà verso una lenta e dolorosa solitudine. Esasperata, inoltre, è la sua ricerca di un credo, una fede in cui credere per essere rassicurata nei momenti più difficili. Lo troverà per un periodo nel culto di Iside, poi nel venerare la regina Akasha, la regina di tutti i dannati... Razionalità e fede in lei troveranno un modo per convivere e sarà proprio questo ad allontanarla dal suo amato Marius, intellettuale fedele solo a ciò che i suoi occhi vedono e che la sua mente può spiegare. 
Interessante è il modo in cui viene presentato e descritto il loro rapporto: un legame così forte e intenso, frutto di un sincero e reciproco sentimento di amore, che neppure i secoli sono riusciti a scalfire.
Purtroppo il tempo ha indebolito questo loro affetto e forse anche l'orgoglio da parte di entrambi.
Oscuro, seducente ed emozionante, Pandora è un romanzo che non delude; finemente

L'ambientazione è perfettamente descritta e ha la capacità di avvolgere l'intera vicenda, creando la giusta atmosfera che travolge il lettore trasportandolo tra le antiche vie di Roma e di Antiochia.

Se è presente tra voi qualcuno che ha letto Le cronache dei vampiri di Anne Rice, ricorderà sicuramente il nome di questa Figlia dei Millenni: Pandora.
Il suo, però, è un personaggio che non ha mai avuto una grande rilevanza e considerazione nei libri precedenti, e la si ricorda principalmente per essere stata uno dei più grandi amori di Marius de Romanus, il vampiro dai grandi occhi blu e dai caratteri celti.
Per la prima volta ha la possibilità di poter narrare personalmente la sua storia prima e dopo aver ricevuto il Dono Tenebroso.
Sotto incoraggiamento del vampiro novello David Talbot, si convince a scrivere della propria esistenza in un elegante quaderno in pelle nera.
In questo modo inizia una profonda indagine dentro un lunghissimo e variegato ricordo, che porterà alla luce sentimenti di forte dolore, perdita, rabbia e odio; ma anche l'amore, la gioia e la fiducia sono presenti in questo romanzo.

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martedì 17 marzo 2020

L'incubo di Hill House

"Siamo cresciuti con una cieca fiducia nell'equilibrio e nella ragione, e mi pare verosimile che la mente possa lottare strenuamente per mantenere i propri schemi consueti anche di fronte all'evidenza della stortura" 

TITOLO: L'incubo di Hill House
AUTORE: Shirley Jackson
EDITORE: Adelphi
TRAMA: In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa "che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendente dai muratori" un edificio che "drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità"; una costruzione immune da ogni esorcismo; una casa che rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità.

RECENSIONE:
Un silenzio innaturale percorre gli intrigati e labirintici corridoi di Hill House; un'aria fredda si propaga rapidamente da una stanza all'altra, benché tutte le porte siano costantemente chiuse; tutti i mobili e gli oggetti dispersi nell'abitazione sono fissi in una spaventosa mobilità, seppur vigili nell'ascoltare e nell'osservare tutti i movimenti estranei alla casa; e ogni essere umano, che si trova di fronte all'imponente Hill House per la prima volta, viene travolto all'improvviso da un malessere incontrollabile, una disperazione inconscia, perché Hill House è una casa disumana, non certo concepita per essere abitata, un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza.
Che cos'altro si potrebbe dire di Hill House?
Con il passare del tempo, essa ha assunto l'immagine di casa "stregata": un luogo infestato da presenze soprannaturali, da fantasmi.
La sua fama spettrale giunge alle orecchie del professore John Montague, il quale non è uomo da lasciarsi sfuggire una casa del genere.
Laureato in antropologia, il professor Montague consegue il dottorato solo per avere un titolo rispettabile e riconosciuto, poiché le sue indagini non possiedono alcun tipo di valore scientifico.
Le sue analisi di fenomeni paranormali, però, sono ben lontane dalle banali superstizioni riguardo gli spiriti e le loro apparizioni, benché le sue intenzioni riguardo Hill House si ispirano ai metodi dei cacciatori di fantasmi ottocenteschi: soggiornare nell'abitazione per assistere personalmente alle stranezze della casa.
Purtroppo, il professor Montague si trova costretto a dover assumere degli assistenti, questo per poter disporre di una documentazione il più possibile obiettiva, senza inciampare in suggestioni e sensazioni soggettive non vagliate in modo razionale.
Dopo aver stilato un'accurata lista di possibili canditati, solo tre accettano la proposta.
Eleanor Vance - donna di trentadue anni, timida e schiva - ha passato gli ultimi undici anni della sua vita ad assistere la madre invalida, finché, dopo la sua recente scomparsa, si è stabilita dalla sorella e la sua famiglia. Avendo trascorso molto tempo immersa nella solitudine in relazione solo con la madre, senza avere nessun legame con il mondo esterno, le rimane assai difficile interagire con le altre persone senza sentirsi impacciata e ridicola.
Eleanor è finita nella lista del professore perché da bambina, assieme alla sorella, assistette ad un fenomeno di poltergeist: dopo la scomparsa del padre, sulla loro casa si abbatté una violenta tempesta di pietre. Il ricordo di quella vicenda si riduce ad un puntino sbiadito nella memoria di Eleanor, ma quella strana sensazione di terrore e di ansia continua a permanere in lei.
Accettare l'invito del professore Montague rappresenta l'unica occasione di fuggire, una volta per tutte, da questa vita amara e triste, e poter incominciare ad essere una donna felice.
Theodora - Theodora e basta - o, semplicemente, Theo, è un'artista nel vero senso della parla ed è l'esatto contrario di Eleanor: espansiva e spiritosa; colorata e divertente; impulsiva e anticonformista.
Vive assieme ad una sua amica (molto probabilmente la Jackson allude ad una relazione omosessuale) con la quale, però, ha avuto un terribile litigio proprio prima di abbandonare l'appartamento e dirigersi verso Hill House.
Theo viene scelta dal professore perché ha manifestato in molte occasioni una percezione extrasensoriale sbalorditiva.
Luke Sanderson - nipote della proprietaria di Hill House - è un giovane e brillante ragazzo dal buon gusto e dalle buone maniere; unica pecca e difetto è che possiede una particolare inclinazione al rubare e al dire bugie.
Sua zia, Mrs. Sanderson, si è adoperata con tutte le sue forze per far inserire nel gruppo di ricerca suo nipote e, con l'aiuto dell'avvocato di famiglia, è riuscita a costringere il professor Montague alla presenza obbligatoria di almeno un membro della famiglia. In questo modo la zia sarebbe stata molto più tranquilla nel saperlo recluso in un luogo dove non avrebbe potuto continuare i suoi indiscreti passatempi.
Il giorno prefissato per l'arrivo a Hill House, i tre giovani si presentano all'entrata, dove sono accolti dal professore, e tutti e tre restano intimoriti dall'aspetto solenne della dimora; una strana e cupa sensazione viene percepita nel mettere piede al suo interno, un inconscio avvertimento che incita alla fuga immediata.
Intricata e bizzarra, Hill House ama turbare i suoi ospiti e lasciarli disorientati e confusi sulle sue vere fattezze; infatti, come si appresta a narrare il professor Montague, il suo costruttore e primo padrone di casa, Hugh Crain, ha ideato personalmente la particolare pianta dell'abitazione: gli angoli della casa, per quanto possano sembrare retti, in realtà non lo sono, e variano di una frazione di grado in una direzione o nell'altra; gli scalini non sono orizzontali come appaiono; i vani delle porte sono scentrati… ma il tutto è ben occultato agli occhi delle persone che, però, percepiscono il depistaggio architettonico e vengono travolte da uno stato confusionario tremendo. Perdersi per sempre negli infiniti corridoi, alla ricerca della propria stanza, non è affatto qualcosa da escludere.
Che sia questa la causa della perdita del senso dell'equilibrio di chi si trovi ad abitare a Hill House, che genera i tanto noti fenomeni paranormali?
In aggiunta, il professor Montague informa i suoi assistenti del reale motivo della loro permanenza e della storia della prima famiglia di proprietari di Hill House, coloro che le diedero vita: i Crain. Un racconto agghiacciante, ricco e straripante di innumerevoli disgrazie, follie e suicidi.
Eleanor, Theo e Luke, nonostante quel terrore di fondo che la casa regala, cercano di non pensarci e di godersi tranquillamente questa "vacanza", e stringono tra loro un inconsueto legame di amicizia, in particolar modo, Eleanor e Theo: Nell è completamente attratta dalla personalità eccentrica dell'amica, e, un po' maldestra e imbarazzata, tenta in ogni modo di essere accettata da Theo e di piacerle per forza. Questo atteggiamento lentamente comincia a trasformarsi in una sorta di ossessione e i suoi pensieri diventano sempre più cupi e inquietanti.
Non a caso, la prima ad essere maggiormente impressionata dalle ostili influenze della casa è Eleanor.
I primi rumori notturni, l'arrivo di un freddo innaturale e la presenza di strane scritte sul pavimentano cominciano a far esasperare i quattro che temono per loro e per la salute mentale di Nell, che va peggiorando di giorno in giorno.
L'incubo di Hill House è un romanzo straordinario, dallo stile suggestivo e allusivo, che evoca nel lettore una sottile inquietudine e lo avvolge, per tutta la durata del libro, in un clima di ansia e tensione.
La notte a Hill House si trasforma in un vero e proprio delirio: il mondo reale scompare nel buio spaventoso della casa; tutto ciò che alla luce del giorno ha senso ed è normale, nell'oscurità diventa allucinazione pura senza alcuna spiegazione logica razionale e tutte quelle superstizioni, che l'uomo tenta di sopprimere con la verità, emergono dall'inconscio e spiazzano quelle certezze sulle quali reggono le nostre teorie.
In conclusione mi sento di dire che è un bellissimo romanzo che mi ha permesso di scoprire un'autrice dalle capacità fantastiche.


venerdì 1 novembre 2019

JACK O'LANTERN. La vera storia dei digrignanti lumi di Halloween

"La leggenda cos'è se non una storia vera che ha avuto la sorte di divenire eterna e superare i suoi stessi significati e astanti"
@thecovenofphantasmagoricalbook

TITOLO: JACK O'LANTERN. La vera storia dei digrignanti lumi di Halloween
AUTORE: Francesca Lucidi
EDITORE: Amazon Fulfillment
GENERE: Horror, gotico
TRAMA: La leggenda di Jack O'Lantern, raccontata in veste inedita: con nuovi personaggi, inganni...e malevole presenze. Il fabbro ubriacone Jack, dalla vita dissoluta e oscura, incontrerà il "principe della menzogna": il Diavolo. Entrambi assetati di piacere, e tronfi di vanagloria, si incontreranno grazie alla complicità di un fato dispettoso…
Partite a carte, e bevute di whisky, intratterranno i personaggi che si troveranno scaraventati in un susseguirsi di eventi dai risvolti assai inquietanti, ma anche… assai ironici. Ambientato nell'Irlanda del XIX secolo: tra le strade umide di villaggi oscuri, e cimiteri sussurranti; questo racconto si rivolge agli amanti delle leggende, delle fiabe horror e della strana magia che tutto pervade… la quale può essere bianca, o nera. Fantasmi, carestie; croci d'argento e strane mele… St. Peter è il villaggio che accoglierà la fantasia e i brividi di chi "alloggerà". L'ironia nera non manca… anche perché ci sono assai molte riflessioni a cui invita questa brutta faccenda.

RECENSIONE:

Nella lunga e spettrale notte di Halloween, l'aria sembra impregnarsi della presenza di strane e magiche creature e nature incorporee.
Gli spiriti ritornano ancora una volta per vagare nella terra dei vivi, andando ad affievolire quel già sottile confine che separa questi due mondi... così apparentemente diversi.
In questa notte antiche e lontane leggende riecheggiano nell'aria, per intrattenere una buona compagnia di amici davanti alla calda luce del focolare, ma anche per mettere in guardia, trasformandosi in moniti da tramandare alle generazioni future...  Storie terrificanti che neppure il potere del tempo riuscirà mai a far scomparire.

Succede, più di quanto voi crediate, che tra le anime dei defunti e dei vivi si possa scorgere una misteriosa e autorevole figura con indosso un polveroso mantello di velluto.
Molesta si aggira fra le fredde lapidi dei cimiteri e sentieri sconsacrati, con passo elegante e andatura sicura… stiamo parlando del signor Diavolo in persona! 
E sì, proprio lui. 
Egli trova dilettevole tormentare e angustiare i poveri sciagurati, facendo leva sulle loro debolezze, e, perché no, sperare di incappare in una nuova anima malvagia, perfetta per la sua pregiata collezione di carte blu cobalto.
La particolarità di questo raffinato mazzo di carte è che esse raffigurano accuratamente anime dannate miniate da mani agili e capaci di azioni conturbanti.

Accadde molto tempo fa quando il Diavolo scelse per la sua passeggiata nella notte del 31 ottobre una povera cittadella irlandese che di anime disgraziate ne possedeva fin troppe: St. Peter.

In particolare vi era un uomo, se così possiamo definirlo, più simile a un demone che a un cristiano, il quale conduceva senza vergogna un'esistenza assai dissoluta e ricca di frivolezze, fatta di inganni e di imbrogli, di ruberie e di abusi, di interminabili bevute di Whisky e di notti violente.
Stiamo parlando di un fabbro, noto in paese come JACK IL FABBRO UBRIACONE, scaltro come una volpe e taccagno fino al midollo, talmente orgoglioso che credeva fermamente di essere l'essere più furbo della terra, persino più del Demonio stesso!
Esclamazione che il Principe della Menzogna non fu lieto di udire, anzi, una terribile collera si impadronì di lui promettendosi solennemente di attuare la più spietata punizione delle punizioni.

Tra partite a carte e scommesse azzardate, l'anima di Jack assume il ruolo di vincita di un gioco pericoloso e diabolico che lo costringerà a fare i conti con la furbizia del Demonio; ma, proprio quando tutto sembrava perduto e la fortuna averlo abbandonato, ecco che le carte in tavola prendono una nuova piega, e Jack  riusce a sovrastare il suo satanico avversario.
Sarà solo questione di tempo, poiché Lucifero farà il suo ritorno dieci anni dopo per reclamare ciò che è suo di dovuto accordo.

Jack, grazie alla sua astuzia, la spunta nuovamente riuscendo a passarla liscia, ma questa volta la decisione del Diavolo fu determinate per la sorte dello squallido fabbro: non avrà mai più nulla a che vedere con l'esistenza di questo viscido essere, che può tenersi la sua ANIMA.

Quanto può pesare la consapevolezza di possedere un'anima vera e propria?
Cosa può accadere quando uno spirito perverso viene rifiutato persino dal regno del male?
Questa volta non sarà sufficiente del buon whisky per mitigare questa sofferente oppressione.
Il male non si può cancellare facilmente…
Lascio come sempre a voi lettori il compito di trovare le risposte a queste oscure domande.

JACK O'LANTERN. La vera storia dei digrignanti lumi di Halloween non è solo una rivisitazione da parte dell'autrice di una famosa leggenda, ma è diventato un racconto ricco di preziose e curiose tradizioni, profonde riflessioni e pervaso da tanta, ma tanta magia (la mia caratteristica preferita).
Grazie al talento di Francesca, che con il suo stile di scrittura inconfondibile… elegante, antico, raffinato, ma anche fresco e innovativo, è riuscita a creare un'atmosfera macabra, malsana e spaventosa che ho davvero apprezzato.
Le descrizioni dei luoghi che fanno da sfondo alla vicenda, sono così ben fatte che è difficile non credere di stare passeggiando sotto la pioggia autunnale tra i vicoli di St. Peter e di scorgere le finestre illuminate che riflettono una lugubre luce sui volti degli spiriti immersi nel buio della notte.
Ogni personaggio, che incontriamo durante la narrazione, ci mostra la propria ANIMA (anche chi di anime ne possiede parecchie e chi percepisce il suo peso persistente sulle spalle) e ci raccontano una storia personale… una storia che, in realtà, ci tocca più di quanto pensiamo.

Infine vi lascio il link dove potete facilmente acquistare il libro https://amzn.to/318VI0q e rose.rossa.999 il profilo dell'autrice così da essere sempre informati su tutte le magiche novità.



MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...