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mercoledì 8 settembre 2021

STORIA DI UNA PASSIONE lettere 1932-1953 di Anais Nin e Henry Miller

Non puoi capire quanto io ami scrivere queste lettere pazze, scoordinate, credo che la spinta a farlo mi sia venuta da te.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 138.

TITOLO: Storia di una passione. Lettere 1932-1953
AUTORI: Anais Nin, Henry Miller
EDITORE: Bompiani
SINOSSI: Un dialogo tra due scrittori che mette a nudo, oltre ogni pudore, un rapporto sentimentale che si rivela ben più carnale e terreno di quanto ci si potesse immaginare. L'incontro tra Anais Nin e Henry Miller non è un semplice incontro culturale, basato solo su affinità intellettuali: Storia di una passione racconta dichiarazioni d'amore, ricatti, gelosie e tenerezze del resoconto di un'appassionante amicizia che rimase intatta per tutta la vita tra due scrittori profondamente innamorati della scrittura.

RECENSIONE:
Quello tra Anais Nin e Henry Miller è stato uno scambio epistolare tra i più coinvolgenti e appassionati che abbia mai letto.
Ci ritroviamo tra le mani ventun anni di ininterrotta corrispondenza, un vero e proprio intimo resoconto di un rapporto che va oltre la semplice amicizia e comuni interessi intellettuali, sfociando invece in una passione viscerale, talvolta dolce e talvolta dolorosa.

Attraverso le loro parole ripercorriamo la vita privata di due degli autori più anticonformisti e affascinanti del Novecento, l'ipersensitiva donna-bambina spagnola e lo squattrinato ragazzo di Brooklyn, gli stessi che hanno rivoluzionato il genere della letteratura erotica.

Per te e per me il momento supremo, la gioia massima, la proviamo non quando le nostre menti dominano, ma quando la nostra mente la perdiamo - e tu e io la perdiamo entrambi allo stesso modo, nell'amore.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 45.

Il nostro viaggio comincia con le prime lettere datate 1932, anno successivo al loro casuale incontro, quando entrambi erano scrittori promettenti più che autori veri e propri.

Questo è il periodo in cui i due amanti sono separati: Anais è in Svizzera per riprendere in mano la sua vita dopo il rivoluzionario incontro con June (la seconda moglie di Miller), mentre Henry è a Digione per guadagnarsi qualche spicciolo e sostenere il suo lavoro di scrittore. 
Le loro lettere sono ricche di ricordi nostalgici che richiamano i tranquilli giorni a Clichy (luogo in cui risiedeva Henry), dove i due scrittori si incontravano per confrontare e perfezionare le loro opere, ma anche per consumare il loro incontrollabile amore.

Se questi primi anni di corrispondenza sono caratterizzati da un'intensità travolgente, in quelli successivi ci saranno numerosi ostacoli che cercheranno di mitigare e mettere fine a questo rapporto.
In primis la guerra.
Anais è costretta ad abbandonare la Francia per stabilirsi in America, a New York, dove lavorerà presso lo studio dello psicanalista Otto Rank, mentre Henry rimarrà ancora per un po' a Parigi.
Questa lontananza alimenterà sentimenti di gelosia da parte di Miller, che mal sopporta l'idea di una possibile relazione con Rank.
D'altra parte, Anais ha bisogno di passare un po' di tempo con se stessa, viaggiando e allontanandosi per un po' da tutti gli uomini che fanno parte della sua vita sentimentale, compreso Miller.

In questo senso le lettere iniziano a prendere una nuova inclinazione: la scottante passione iniziale si trasforma lentamente in un sentimento di affetto molto più vicino all'amicizia, nonostante l'amore non abbia mai cessato di unirli.

Perché siamo scrittori e trasformiamo la nostra realtà in arte.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 170.

Questo scambio epistolare non rappresenta solo la testimonianza di un amore che supera ogni convenzione, ma ci conduce anche nei retroscena che riguardano il lavoro di scrittore.
Dalle loro parole comprendiamo quanto sia difficile e duro vivere di letteratura, e quanto sia importante il sostegno reciproco, lo scambio di consigli e suggerimenti.
E' pur vero che sia Anais che Henry non accettavano le critiche molto facilmente (la Nin per il suo stile troppo surreale e Henry per la sua propensione a caricaturare la realtà), ma riuscivano sempre a scambiarsi ottime dritte per migliorarsi costantemente.

Scoprire la genesi e l'evoluzione di alcune delle opere fondamentali della Nin mi ha appassionato tantissimo, e in questo ho trovato fondamentale la presenza di Miller, che la incoraggiava costantemente a rivedere e pubblicare i suoi diari. 
Lo stesso discorso vale per il grande supporto economico che Anais dava a Henry, nonostante anche lei non nuotasse nell'oro, senza il quale non avrebbe mai potuto dedicarsi alla carriera di scrittore.

Concludo consigliandovi caldamente questo volume, nonostante possa non risultare una lettura immediata per coloro che non conoscono e non hanno letto nulla dei due autori. 
Lo reputo però un libro indispensabile per tutti i fan Anais Nin che desiderano approfondire la sua relazione con Miller.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.

venerdì 16 luglio 2021

IL DELTA DI VENERE di Anais Nin

Mi chiamerò la madame di una casa di prostituzione letteraria, la madame di un gruppo di scrittori affamati che producevano letteratura erotica per venderla a un "collezionista". Io fui la prima a scrivere per lui, e ogni giorno davo il mio lavoro da battere a macchina a una giovane donna.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 83.

TITOLO: Il delta di Venere
AUTRICE: Anaïs Nin
EDITORE: Bompiani
TRADUZIONE: Delfina Vezzoli
SINOSSI: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anaïs Nin che aveva bisogno di soldi. “Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità,” ricorda Anaïs Nin. “Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici... Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia...” Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: “Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso.” Nacquero così questi racconti che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

RECENSIONE:
Tutto ebbe inizio nel 1940, quando un misterioso collezionista di libri offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici.
Inizialmente l'autore del Tropico del Cancro trovò quasi divertente l'idea di scrivere pornografia per dilettare un cliente ignoto, tanto da riferire alla sua cara amica Anaïs Nin di considerare questa opportunità una sorta di esperimento bizzarro.
Alla lunga però Miller ne ebbe abbastanza, stufo di dover piegare la sua arte al piacere di un anonimo patrono, e propose ad Anaïs Nin (in quel periodo in difficoltà economiche) di prendere il suo posto.

La Nin cominciò con l'abbozzare una serie di vicende davvero esagerate e stravaganti, a tratti grottesche, traendo ispirazione dalle avventure sessuali dei suoi amici o attingendo materiale da opere famose come il Kama Sutra. 
Il collezionista apprezzò il suo lavoro fantasioso, però le fece un appunto: avrebbe preferito che si concentrasse maggiormente sul sesso, lasciando da parte la poesia e altre descrizioni superflue.
Questa critica irritò molto Anaïs Nin, che non poteva concepire di dover estirpare il sentimento dal sesso.
Nonostante questo, però, continuò imperterrita con la realizzazione di altri racconti erotici, racconti in cui conduceva un'esplorazione della sessualità veramente a trecentosessanta gradi. 

Con il passare dei mesi altri scrittori squattrinati si unirono a lei nella creazione di queste gioie perverse destinate al tanto odiato committente, colui che impediva a tutti loro di "operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione".
In questo senso, Anaïs Nin diede vita ad una vera e propria casa di malaffare letteraria, nella quale tutti si davano un gran da fare per la produzione di storie estremamente dissolute e lussuriose.

Raccolsi i poeti intorno a me e tutti insieme scrivemmo della bellissima pornografia. Condannati come eravamo a insistere solo sulla sensualità, ci furono esplosioni violente di poesia. Scrivere pornografia divenne una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 10

Alla fine, stufa di sentirsi ripetere dal committente sempre la stessa seccante lamentela, Anais prese coraggio e decise di scrivergli una bella lettera minatoria (e poi ditemi come non posso adorarla!).
Vi riporto qui di seguito un piccolo estratto.

Caro collezionista, noi la odiamo. Il sesso perde ogni suo potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne abbiano il colore, il sapore, i ritmi e l'intensità. [...]

La raccolta Il delta di Venere (Delta of Venus, 1977) vide la luce solamente molti anni dopo.
Consapevole del fatto che le costrizioni del collezionista avessero snaturato il suo stile e messo a tacere il suo io femminile, Anaïs Nin reputava inizialmente i suoi racconti come un prodotto di intrattenimento omologato al tradizionale modello maschile della letteratura erotica, e non volle pubblicarli.
Eppure, rileggendoli dopo tanto tempo, l'autrice si rese conto che in molti passaggi si percepiscono i primi sforzi di considerare l'esperienza sessuale dal punto di vista di una donna (esclusiva degli uomini all'epoca) e che il suo stile non era stato completamente zittito.
In effetti, non è poi così difficile ritrovare quella raffinatezza, sinuosità e sensualità tipiche della scrittura di Anaïs Nin, che la rendono unica, irripetibile e surreale.

Analizzando nello specifico la raccolta, essa contiene quindici racconti di lunghezza variabile
Alcuni sono più articolati e complessi di altri più lineari e concisi, presentando una trama più fitta e con un'ampia gamma di personaggi.
Delle volte gli stessi personaggi ricompaiono in più racconti, creando una sorta di continuità all'interno della raccolta. Alcuni di loro sono palesemente ispirati ai conoscenti della Nin (se avete letto i suoi diari non sarà difficile trovare i relativi corrispondenti), altri invece sembrano provenire da un universo parallelo e fantasmagorico.
Naturalmente, come spesso avviene nelle raccolte, ci sono racconti più coinvolgenti e appassionanti di altri, ma ammetto di aver apprezzato anche le storie più fantasiose e morbose. 
Vorrei aggiungere inoltre che la Nin descrive le scene più spinte in maniera molto accurata, senza risparmiare i dettagli più focosi.
Il linguaggio che usa è esplicito, inebriante e diretto, ma sempre poetico e ipnotico.
Ed è proprio questo che ammiro e amo della Nin: l'abilita di saper fondere magistralmente la carnalità al sentimento e all'emozione.

Come ogni libro nato dalla penna magnetica di Anaïs Nin, non posso che consigliarvelo, in particolare se siete alla ricerca di storie piccanti e originali che non cadono nello squallido o nel volgare.


martedì 13 luglio 2021

ANAIS NIN. NEL MARE DELLE MENZOGNE di Léonie Bischoff

Devo tuffarmi dove non si tocca, per trovare le parole... Nel mare delle menzogne.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 40

TITOLO: ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne
AUTRICE: Léonie Bishoff
EDITORE: L'ippocampo
TRADUZIONE: Giovanni Zucca
SINOSSI: In questo graphic novel di grande potenza onirica e sensuale, bello quanto un'opera Arte déco, ipnotico quanto un quadro di Klimt, con l'aiuto di una magica matita dalla mina multicolore Léonie Bishoff illustra la relazione passionale di Anais Nin con Henry Miller, rivelandone la personalità frammentata, in cerca di emancipazione e di assoluto.

RECENSIONE:
Ebbene sì. Alla fine non ho resistito alla tentazione di leggere questa splendida graphic novel dedicata interamente ad Anais Nin, ormai una delle mie scrittrici preferite in assoluto.

ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne (ANAIS NIN. Sur la mer des mensonges, 2020) di Léonie Bishoff è un graphic novel dallo stile unico e coinvolgente, che riprende e illustra le pagine del diario senza censura della Nin, per la precisione quelle tratte da Henry & June (vi lascio il link della mia recensione a riguardo) con l'aggiunta di ulteriori avvenimenti ripresi da altri suoi scritti.

La Bishoff è riuscita con straordinaria abilità a cogliere e a trasmettere la vera essenza delle parole di Anais Nin, trasformandole e animandole in tavole mozzafiato
Esse tratteggiano con grande delicatezza una donna dalla personalità intricata e seducente, in continua evoluzione, che ha scelto di sviscerare la parte più nascosta di sé servendosi dell'immaginazione.

Mi appellerò sempre alla magia e al mistero per esprimere ciò che sento.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 73

In queste pagine ci scontriamo con una Anais divisa, frantumata, che involontariamente ha seminato vari pezzetti di sé nelle mani di persone molto importanti per lei.
Il caro e dolce Hugo, suo marito, il suo amore intramontabile e sicuro; Eduardo, il suo bizzarro cugino, con il quale condivide una sofferta relazione incestuosa; Allendy, lo psicoanalista di suo cugino, un uomo brillante che l'ha aiutata ad osservarsi da una prospettiva diversa, una prospettiva insidiosa e dolorosa: quella di una bambina che non ha mai superato un trauma lontano e nascosto.
Come dimenticare poi l'enigmatica June, la moglie di Henry Miller. Una donna che ha costruito tutta la sua vita su un'infinità di bugie e tanta finzione, dimenticando e distruggendo ogni rimasuglio di verità. 
Infine c'é Henry Miller.

E' un artista non c'è dubbio. Sensibile, curioso e anche allegro.
Strizza gli occhi come un vecchio saggio, e sembra inebriarsi di vita.
E' solido, spontaneo. Intenso.
Henry è come me.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

La relazione che intessono è intrisa di arte, intensa passione e scrittura. 
Le loro personalità e la loro visione della letteratura così opposte si completano vicendevolmente, dando vita ad un'unione unica e irripetibile. 

Non scriverò mai come un uomo. Voglio scrivere come una donna. Scrivere ciò che è indicibile, le intuizioni, i brividi.
Farò della mia vita un'opera d'arte, e inventerò una lingua per raccontarla.
Io credo nella magia.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

Fin da subito ho amato lo stile inconfondibile dell'illustratrice, contraddistinto dall'impiego peculiare di matite dalla mina multicolore
Questa tecnica singolare riesce a creare un'atmosfera molto suggestiva, rarefatta e onirica (una scelta che ho trovato davvero interessante e in linea con la figura di Anais).
Tutte le tavole sono caratterizzate da un tratto morbido, sinuoso, essenziale e minimale, che richiama enormemente la fluidità e l'eleganza della scrittura della Nin.
L'aspetto onirico dell'opera, inoltre, è amplificato dall'inserimento di alcuni disegni chiaramente ispirati al romanzo surrealista per eccellenza dell'autrice, La casa dell'incesto, che Léonie rende meravigliosamente nel suo stile multicolore. 
Questi intervalli surreali si inseriscono di tanto in tanto al defluire dei pensieri e delle vicende racchiuse nella graphic novel, generando una sorta di sospensione del tempo e dello spazio che personalmente ho trovato fantastico.

Concludo consigliandovi sentitamente questa graphic novel, perché saprà come introdurvi, coinvolgervi e appassionarvi alla vita di una donna che non ha mai smesso di credere nella magia, nell'amore e nella forza dell'immaginazione. 

mercoledì 9 giugno 2021

HENRY & JUNE di Anais Nin

Mi siedo davanti a una lettera o a un mio diario con il desiderio di onestà, ma forse alla fine sono la più gran bugiarda di tutti, più bugiarda di June, più bugiarda di Albertine, per via della mia apparenza di sincerità.
- Anais Nin, Henry & June, 49

TITOLO: Henry & June
AUTRICE: Anais Nin
EDITORE: Bompiani
COLLANA: Tascabili Bompiani
SINOSSI: Tratto dal diario non censurato di Anaïs Nin, questo ritratto autobiografico copre il periodo trascorso dall'autrice a Parigi tra il 1931 e il 1932. A quell'epoca risale l'incontro con Henry Miller e sua moglie June: un incontro che segnerà una svolta importantissima nell'evoluzione sentimentale e letteraria della scrittrice. Attratta dal fascino geniale di Miller e turbata dalla fisicità di June, la giovane Anaïs Nin inizia una sorta di educazione erotico-sentimentale che la condurrà alla completa maturazione emotiva e personale. Da questo gioco a tre, sotto la magistrale ''regia'' di Miller, sullo sfondo della Parigi negli anni trenta, si sviluppa un libro dai risvolti morbosiche completa l'immagine provocatoria di una scrittrice ormai consacrata tra i nomi più illustri della letteratura contemporanea. Titolo originale: ''Henry and June'' (1986).

RECENSIONE:
Dopo aver conosciuto una fantasmagorica Anais Nin romanziera, attraverso la sua opera surrealista La casa dell'incesto, mi sono lasciata incantare da una Anais Nin diversa, più intima e confidenziale... l'Anais Nin scrittrice di diari.

Questi quaderni, apparentemente così ordinari, assumono un ruolo fondamentale e imprescindibile nella vita dell'autrice, tanto da considerarli come una vera e propria dipendenza che ha continuato ad alimentare fino alla sua morte, avvenuta nel 1977.

Il diario nelle mani della Nin si trasforma in uno strumento intermediario tra il suo inconscio e la sua razionalità.
La scrittura diventa un mezzo atto a esternare e indagare tutto quello che si contorce dentro di lei: flussi di pensieri, immagini, sentimenti, sofferenza... 
Essenzialmente, tutto il suo mondo tumultuoso e affascinante è racchiuso in queste pagine sacre.

Nelle mani di un individuo ordinario il diario può essere considerato come un semplice rifugio, una fuga dalla realtà, come l'ennesimo stagno di Narciso, ma  Anais si rifiuta di lasciarlo affondare in questo modello...
- Anais Nin, Henry & June, 258

L'autrice conduce senza paura un'esplorazione estremamente profonda di se stessa e delle persone che la circondano, sviscerando fino in fondo l'intensità delle proprie passioni e della propria sessualità. 

Grazie alle sue parole, scopriamo alcuni aspetti interessanti del suo modo di amare: da una parte incontriamo sentimenti genuini, quasi materni, nei confronti del marito Hugo, il suo porto sicuro; dall'altra, invece, ci imbattiamo nei suoi desideri più carnali, quelli rivolti a chi desta in lei le emozioni più forti e incontrollabili.

Per questa sua duplicità, la Nin decide di scrivere due diari parallelamente: uno che potremmo definire ufficiale e un altro segreto.
A differenza della prima tipologia, che conosceva e leggeva anche Hugo, la seconda possedeva un carattere più intimo, in quanto riportava riflessioni sulla propria sessualità e contenuti dettagliati ed espliciti riguardo le sue relazioni extraconiugali e incestuose.
 
In quest'ultima categoria di quaderno "censurato" appartiene il diario rosso (quello che Bompiani inserisce in Henry & June).
Non è un caso che il titolo citi proprio due delle personalità protagoniste di queste pagine, le quali sconvolgeranno completamente l'intera vita di Anais Nin.

Siamo nella Parigi del 1931.
I coniugi Miller appaiono subito come una coppia molto enigmatica, difficile da inquadrare, ma, allo stesso tempo, intrigante.
Nella loro fama controversa c'è qualcosa che cattura l'attenzione di Anais, spingendola ad approfondire questa nuova conoscenza.

Vive nel riflesso di sé negli occhi degli altri. Non osa essere se stessa. Non c'è nessuna June Mansfield.
- Anais Nin, Henry & June, 22

Fin da subito le è chiaro che il suo rapporto con June oltrepassa i sentimenti di una semplice amicizia.
Quello che nasce è un amore alimentato dalle innumerevoli bugie di June, che intesse attorno alla sua persona fatta di tanta apparenza.
Anais non sa mai fino in fondo chi sia questa donna, nonostante riesca a scorgere dietro il suo aspetto da femme fatale una persona fragile e dipendente.
Quello che la Nin scopre di June Mansfield è un qualcosa che neppure suo marito Henry ha mai provato a immaginare, fisso in una concezione sbagliata di lei.

Invece, chi è Henry Miller?
Uno scrittore squattrinato che riversa nelle sue opere la parte più cinica, feroce e realista della sua personalità... quella che non risparmia nessun genere di critica.
Eppure, questo Henry analista è lo stesso uomo che non è riuscito a rimanere immune al fascino seducente di Anais Nin, una donna con la quale adora sia discutere di letteratura e scrittura che amare appassionatamente nella camera del suo appartamento a Clichy.
Ed è la stessa donna che possiede le capacità di farlo sentire smarrito nell'universo delle sue certezze, distruggendo quella corazza di durezza e rabbia che lo protegge dal mondo.

Se inizialmente la loro poteva essere considerata una semplice attrazione carnale, alla fine cogliamo una profonda evoluzione che li conduce verso un amore intenso e viscerale.
Insieme le loro personalità si completano, ed è come se due mondi, uno più razionale e l'altro più sentimentale, si unissero per dar vita a una relazione unica.

Anais inserisce tra le pagine del suo diario alcuni estratti delle lettere che Henry le scriveva quotidianamente, rendendo ancora più coinvolgente la lettura.
Da queste parole possiamo scorgere un uomo completamente innamorato, posto quasi in atteggiamento di divinazione verso questa donna talmente unica da sembrargli irreale.
Il sentimento di ammirazione, inoltre, si rivolge anche alle grandi abilità della Nin di creare uno stile di scrittura innegabilmente singolare.

... Soprattutto è la lingua della modernità, la lingua dei nervi, delle repressioni, di pensieri larvati, di processi inconsci, di immagini non completamente staccate dal loro contenuto onirico; è la lingua del nevrotico, del pervertito, "marmorizzata e venata di verde ramè", come dice Gautier, riferendosi allo stile della decadenza...
Quando cerco di capire a chi devi questo stile, rimango frustrato. Non mi viene in mente nessuno a cui assomigli anche minimamente. Mi ricordi soltanto te stessa...
- Anais Nin, Henry & June, 260

Concordo pienamente con quanto scritto da Miller.
Lo stile di scrittura della Nin  è elegante, sinuoso e surrealista.
Si alternano periodi molto lunghi e articolati, che sembrano rallentare il tempo e lasciare l'azione sospesa, a frasi brevi e spezzate, che creano un ritmo frenetico e ansiogeno.
Questo andamento contrastante e ambiguo riesce a sedurre, stupire e turbare.
Quando crediamo di essere sprofondati nelle contorte, e delle volte contraddittorie, riflessioni della Nin, ecco che qualcosa esplode, cambiando repentinamente la velocità della narrazione.

Anais Nin riflette nelle sue parole il suo amore per la sperimentazione, una particolare audacia che la contraddistingue sia nella sua arte che nella sua vita.
Non tutti, infatti, hanno il coraggio di chiudere gli occhi e vedere se stessi senza maschere.
L'autrice fa uso di uno strumento, il più delle volte sottovalutato, per indagare i meandri del proprio essere: l'immaginazione.
Essa è un qualcosa di così personale che inevitabilmente ci mostra parte di noi. 
Il difficile, però, è saper tradurre questo linguaggio estremamente personale in quello della ragione, sfida che la Nin ha accettato senza esitazioni.

All'interno del libro non possiamo fare a meno di addentrarci sempre di più nella vita interiore della scrittrice, scoprendo ferite che ancora tentano di rimarginarsi.
Anais vuole amare, ma, soprattutto, vuole essere amata
Il motivo per cui si circonda di innumerevoli relazioni amorose è proprio quello di placare il dolore di un vuoto che si porta dentro da quando era bambina: l'assenza di un padre che le ha lasciato solo un ricordo terribile.

Anais sfrutta il suo aspetto peculiare per incuriosire e ammaliare, mascherando quel fisico minuto da eterna bambina sotto un abbigliamento eccentrico e fuori moda, che le conferisce un tocco esotico e magico difficile da ignorare.

Interessante e magnifica è la sua evoluzione nel corso del diario, un'evoluzione che ha preso un evidente avvio dopo la conoscenza di June e Henry, per poi spostarsi sul campo della psicoanalisi.

Personalmente ho trovato questo libro davvero interessante e illuminante.
In primo luogo perché la Nin non si riduce a mostrarci il suo fantasmagorico universo, ma ci lascia intraprendere contemporaneamente un nostro personale viaggio interiore e non solo, in cui siamo quasi costretti a riflettere su noi stessi e a porci domande talvolta scomode.
Ringrazio Anais per avermi spronato ad ascoltarmi con più attenzione e a dare maggiore spazio al potere immenso dell'immaginazione, lasciandolo crescere senza ostacolarlo.

Concludo consigliandovi assolutamente questo libro, in particolar modo agli amanti del genere letterario del diario e a coloro che vogliono approfondire la figura di Anais Nin.
E nulla, io non vedo l'ora di poter leggere tutti i suoi altri diari!

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venerdì 21 febbraio 2020

The Dreamers

"Que reste-t-il de nos amours?
Que reste-t-il de ces beaux jours?
Une photo, vieille photo
De ma jeunesse
Que reste-t-il des billets doux
Des mois d' avril, des rendez-vous
Un souvenir qui me poursuit..."
[Cosa rimane dei nostri amori?
Cosa rimane dei giorni belli?
Una foto, una vecchia foto
Della mia giovinezza
Cosa rimane dei bigliettini dolci
Dei mesi d’aprile, degli appuntamenti
Un ricordo che non mi
Abbandona mai] 
Que reste-t-il de nos amours? Charles Trenet 


TITOLO: The Dreamers, The Holy Innocents
AUTORE: Gilbert Adair
EDITORE: Rizzoli 
GENERE: Narrativa
TRAMA: Parigi, 1968. Matthew, un diciannovvenne americano di provincia, arriva a Parigi per studiare cinema e frequenta il tempio della sua passione, la Cinémathèque Française. Qui conosce una coppia di gemelli, Théo e Isabelle, che lo invitano a trasferirsi nella loro casa. Nella soffocante reclusione di un appartamento tutto per loro, i tre ragazzi esplorano l'amore, il sesso e se stessi: Matthew viene attratto dalla relazione incestuosa che unisce i due gemelli, ed è sedotto sia da Isabelle sia da Théo. un sasso che rompe un vetro dell'appartamento rivela ai ragazzi che è scoppiata la rivolta del Maggio '68. Scendono in strada, e la loro vita sarà travolta dal sogno crudele della rivoluzione. 

RECENSIONE:
Un vecchio disco, tutto graffiato, si è incantato da un po', e ripete instancabilmente la stessa monotona melodia. 
Un lontano e dimenticato ricordo è inciso su quelle note tremanti; sbiadito nella storia di quelli che furono turbolenti e violenti giorni di protesta, che segnarono indelebilmente quella primavera parigina del 1968: rivolte studentesche, lavoratori in sciopero, un popolo manifestante il proprio dissenso politico in piazza e per le strade della città… un'esplosione sociale confusa e frenetica, accompagnata dalla fede ardente e utopistica di poter cambiare per sempre il mondo.
Seppur travolgente e tumultuosa, la storia non è la protagonista di questo romanzo e, restando silenziosa ai margini del libro, fa da sfondo irrequieto alla curiosa vicenda di tre giovani amici - Isabelle, Théo e Matthew – e della loro fanatica passione: il cinema.
Se altrove essa è di solito l'arte meno rispettata, la Cinémathèque Fraçaise non rappresenta solo l'occasione di trascorrere una serata fuori senza spendere troppo, ma assume le autentiche caratteristiche di un luogo sacro, una chiesa frequentata da cinefili estremisti - i cosiddetti rats de Cinémathèque - che, non sopportando l'impensabile idea di non essere i primi a ricevere i fotogrammi dello schermo, darebbero la vita pur di non cedere il proprio posto nella primissima fila della platea.
Inutile dire che i nostri tre protagonisti appartengono proprio a questa categoria.
Sebbene la loro comune ossessione malata per il cinema, la loro amicizia può essere definita come il semplice frutto della bianca ombra dello schermo della Cinémathèque e nulla di più.
Matthew, diciannovenne americano stabilitosi da poco a Parigi per studiare cinema, è un ragazzo molto timido e introverso, insicuro e continuamente spaventato dal pensiero di poter essere abbandonato dai suoi due unici amici; interpreta estenuamente il ruolo di colui che è sempre d'accordo sulle osservazioni dei suoi compagni, sperando di essere ancora accettato da coloro che emanano un ipnotico fascino inquietante.
I diciasettenni gemelli diversi, Isabelle e Thèo, vivono al primo piano di un ampio appartamento nella rue de l'Odéon assieme ai loro eccentrici genitori, un poeta e la sua musa. Seppur le litigate sembrano essere il loro passatempo preferito, tra loro esiste un legame molto saldo che tocca le corde di una profonda intimità fisica e spirituale.
Un pomeriggio, diretti come consuetudine verso la Cinémathèque, scoprono da altri rats una notizia sconcertante: Henri Langlois, il creatore e conservatore della stessa Cinémathèque, è stato licenziato dal ministro della cultura di De Gaulle, Malraux, e fino a nuovo ordine l'edificio rimarrà inacessibile.
La sacra chiesa, unico e solo luogo dove Matthew incontra quotidianamente i suoi amici, ha chiuso i battenti... dunque non li avrebbe mai più rivisti.
Inaspettatamente gli eventi cominciano a prendere una nuova piega: nell'attesa che la Cinémathèque riaprisse le sue porte, Isabelle e Thèo invitano il loro amico americano a cena nella loro dimora e, in seguito alla conoscenza degli strambi genitori dei gemelli (molto singolare e intrigante è la figura paterna, un poeta di quelli che vivono in un pianeta parallelo alla terra) ai quali appare particolarmente simpatico, gli viene proposto calorosamente di prolungare la sua permanenza nella casa. Naturalmente, Matthew, percepisce inconsciamente che questa sua decisione apporterà un radicale cambiamento nel loro rapporto d'amicizia, che diventerà sempre più confidenziale, andando oltre l'iniziale passione per il cinema.
L'occasione perfetta per l'accesso privileggiato al loro mondo segreto, un mondo che fino ad allora era stato escluso, si presenta quando i genitori di Isabelle e Thèo partono in vacanza per un mese lasciandoli completamente soli.
Matthew inevitabilmente entra nel loro pianeta oscuro, scoprendo che l'appartamento comprende una specie di ala abitata esclusivamente dai ragazzi, rendendosi conto quanto le loro camere da letto fossero distanti dal centro della casa. Le hanno persino dato un nome: le quartier des enfants.
Le giornate si susseguono all'insegna di chiacchiere, quiz cinematograzici e di tanto in tanto un vecchio disco di Charles Trenet suona sempre lo stesso brano (Que reste-t-il de nos amours?), ma, fatalmente, la noia comincia a impadronirsi di loro.
Solo un colpo di genio può salvarli... e così un nuovo gioco prende vita: cinema in famiglia.
Il meccanismo è più o meno questo: durante le loro normali occupazioni qualcuno di loro, ispirato dal momento, avrebbe recitato un frammento di un film per gli altri due e avrebbe gridato “In quale film?”, “In quale scena?” o “Dite il nome di un personaggio che...”.
Inizialmente, per chi avesse sbagliato, le penitenze erano di natura puramente pecuniaria, ma ben presto il gioco iniziato in maniera tanto innocua avrebbe assunto un significato del tutto nuovo.
Le punizioni cominciano a coinvolgere l'intimità dei tre ragazzi, desiderosi, consciamente e non, di appagare tutte le loro follie più recondite e, lentamente, una sonnolenta decadenza si appropria di loro e della stessa casa.
Tutti gli orologi sono fermi, i letti perennemente disfatti, vestiti sporchi buttati ovunque, la cucina piena di cibo scaduto e di piatti nel lavandino... ogni stanza è investita da un irrespirabile aria umida.
A poco a poco i giorni del calendario perdono il loro significato e il fluire del tempo è scandito solo dalle loro azioni e dal loro gioco.
Il mondo “normale” è sparito dalle loro preoccupazioni, svanito lontano, dimenticato come remoto ricordo.
Finchè, violentemente, la storia riapparse nelle loro vite... mandando in frantumi il loro sogno.
La normalità distrugge ogni cosa e condurrà verso una tragica e inaspettata fine.

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...