Mi chiamerò la madame di una casa di prostituzione letteraria, la madame di un gruppo di scrittori affamati che producevano letteratura erotica per venderla a un "collezionista". Io fui la prima a scrivere per lui, e ogni giorno davo il mio lavoro da battere a macchina a una giovane donna.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 83.
TITOLO: Il delta di Venere
AUTRICE: Anaïs Nin
EDITORE: Bompiani
TRADUZIONE: Delfina Vezzoli
SINOSSI: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anaïs Nin che aveva bisogno di soldi. “Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità,” ricorda Anaïs Nin. “Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici... Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia...” Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: “Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso.” Nacquero così questi racconti che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.
RECENSIONE:
Tutto ebbe inizio nel 1940, quando un misterioso collezionista di libri offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici.
Inizialmente l'autore del Tropico del Cancro trovò quasi divertente l'idea di scrivere pornografia per dilettare un cliente ignoto, tanto da riferire alla sua cara amica Anaïs Nin di considerare questa opportunità una sorta di esperimento bizzarro.
Alla lunga però Miller ne ebbe abbastanza, stufo di dover piegare la sua arte al piacere di un anonimo patrono, e propose ad Anaïs Nin (in quel periodo in difficoltà economiche) di prendere il suo posto.
La Nin cominciò con l'abbozzare una serie di vicende davvero esagerate e stravaganti, a tratti grottesche, traendo ispirazione dalle avventure sessuali dei suoi amici o attingendo materiale da opere famose come il Kama Sutra.
Il collezionista apprezzò il suo lavoro fantasioso, però le fece un appunto: avrebbe preferito che si concentrasse maggiormente sul sesso, lasciando da parte la poesia e altre descrizioni superflue.
Questa critica irritò molto Anaïs Nin, che non poteva concepire di dover estirpare il sentimento dal sesso.
Nonostante questo, però, continuò imperterrita con la realizzazione di altri racconti erotici, racconti in cui conduceva un'esplorazione della sessualità veramente a trecentosessanta gradi.
Con il passare dei mesi altri scrittori squattrinati si unirono a lei nella creazione di queste gioie perverse destinate al tanto odiato committente, colui che impediva a tutti loro di "operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione".
In questo senso, Anaïs Nin diede vita ad una vera e propria casa di malaffare letteraria, nella quale tutti si davano un gran da fare per la produzione di storie estremamente dissolute e lussuriose.
Raccolsi i poeti intorno a me e tutti insieme scrivemmo della bellissima pornografia. Condannati come eravamo a insistere solo sulla sensualità, ci furono esplosioni violente di poesia. Scrivere pornografia divenne una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 10
Alla fine, stufa di sentirsi ripetere dal committente sempre la stessa seccante lamentela, Anais prese coraggio e decise di scrivergli una bella lettera minatoria (e poi ditemi come non posso adorarla!).
Vi riporto qui di seguito un piccolo estratto.
Caro collezionista, noi la odiamo. Il sesso perde ogni suo potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne abbiano il colore, il sapore, i ritmi e l'intensità. [...]
La raccolta Il delta di Venere (Delta of Venus, 1977) vide la luce solamente molti anni dopo.
Consapevole del fatto che le costrizioni del collezionista avessero snaturato il suo stile e messo a tacere il suo io femminile, Anaïs Nin reputava inizialmente i suoi racconti come un prodotto di intrattenimento omologato al tradizionale modello maschile della letteratura erotica, e non volle pubblicarli.
Eppure, rileggendoli dopo tanto tempo, l'autrice si rese conto che in molti passaggi si percepiscono i primi sforzi di considerare l'esperienza sessuale dal punto di vista di una donna (esclusiva degli uomini all'epoca) e che il suo stile non era stato completamente zittito.
In effetti, non è poi così difficile ritrovare quella raffinatezza, sinuosità e sensualità tipiche della scrittura di Anaïs Nin, che la rendono unica, irripetibile e surreale.
Analizzando nello specifico la raccolta, essa contiene quindici racconti di lunghezza variabile.
Alcuni sono più articolati e complessi di altri più lineari e concisi, presentando una trama più fitta e con un'ampia gamma di personaggi.
Delle volte gli stessi personaggi ricompaiono in più racconti, creando una sorta di continuità all'interno della raccolta. Alcuni di loro sono palesemente ispirati ai conoscenti della Nin (se avete letto i suoi diari non sarà difficile trovare i relativi corrispondenti), altri invece sembrano provenire da un universo parallelo e fantasmagorico.
Naturalmente, come spesso avviene nelle raccolte, ci sono racconti più coinvolgenti e appassionanti di altri, ma ammetto di aver apprezzato anche le storie più fantasiose e morbose.
Vorrei aggiungere inoltre che la Nin descrive le scene più spinte in maniera molto accurata, senza risparmiare i dettagli più focosi.
Il linguaggio che usa è esplicito, inebriante e diretto, ma sempre poetico e ipnotico.
Ed è proprio questo che ammiro e amo della Nin: l'abilita di saper fondere magistralmente la carnalità al sentimento e all'emozione.
Come ogni libro nato dalla penna magnetica di Anaïs Nin, non posso che consigliarvelo, in particolare se siete alla ricerca di storie piccanti e originali che non cadono nello squallido o nel volgare.
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