Visualizzazione post con etichetta RAY BRADBURY. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta RAY BRADBURY. Mostra tutti i post

sabato 24 ottobre 2020

HALLOWEEN di RAY BRADBURY - Il popolo dell'autunno

In primo luogo era ottobre, un mese eccezionale per i ragazzi. Non che tutti i mesi non siano eccezionali. Ma ce ne sono di buoni e di cattivi, come dicono i pirati.

TITOLO: Il popolo dell'autunno
AUTORE: Ray Bradbury
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Draghi
GENERE: Horror, Weird, Fantastico

RECENSIONE:
HALLOWEEN è un immenso volume che racchiude quattro romanzi e ben trenta racconti nati dalla fantasmagorica penna di Ray Bradbury, e sono tutti contraddistinti dalle macabre e decadenti atmosfere ottobrine e da avvenimenti che sfiorano o toccano il giorno di Halloween. 
Dal sapore tetro, bizzarro e grottesco, questi romanzi e racconti sono preceduti dalle particolari illustrazioni di Joseph Mugnainiartista italo-americano che collaborò in numerose occasioni con l'autore.
Queste miniature riprendono ed esprimono perfettamente il carattere cupo, ambiguo e inquietante del volume, ed è difficile non rimanere turbati di fronte alla loro potenza comunicativa.
Altrettanto evocativa è la copertina. Essa, curata nei minimi dettagli, è fedele e coerente al tema centrale dell'intera raccolta, rispettando ad-hoc l'atmosfera halloweeniana (a partire dalla scelta dei colori molto autunnali fino all'uso delle scritte fluorescenti che brillano al buio).
Assolutamente fantasmagorico!
Unico appunto che mi sento di fare è quello di essere abbastanza accorti nel girare le pagine, essendo queste molto sottili e delicate, proprio come le ali di una falena. 
Non lo identifico affatto come un difetto, in quanto la loro consistenza è piacevole al tatto e idonea a un libro sopra le novecento pagine.
In conclusione, reputo HALLOWEEN un vero pezzo da collezione, in particolar modo se siete amanti del genere e delle splendide edizioni della collana OSCAR DRAGHI.

Giunti a questo punto, direi di dirigere la nostra attenzione verso il romanzo di apertura del volume: Il popolo dell'autunno (Something Wicked This Way, 1962).



Quando i fiumi straripavano, quando il cielo pioveva fuoco, che posto splendido era biblioteca, con le sue sale, i suoi libri. Se eri fortunato, nessuno riusciva a trovarti.
Ottobre, un mese speciale.
Tutto muta. La nostalgia per l'estate comincia a sbiadire nella memoria, e una magica sensazione assume i caldi colori di una nuova stagione: l'autunno.
Fu proprio in questo mese speciale, dalle atmosfere decadenti e suggestive, che due ragazzi, due amici inseparabili, vissero un'esperienza che mai avrebbero potuto dimenticare.

Will Halloway e Jim Nightshade, nati rispettivamente il 30 ottobre un minuto prima della mezzanotte e il 31 ottobre un minuto dopo mezzanotte, sono migliori amici da quando ne hanno memoria... precisamente tredici anni, undici mesi e ventiquattro giorni.
Le loro madri si frequentavano già prima della loro nascita, e, successivamente a questo evento, divennero persino vicini di casa. 
Una vita in simbiosi, si potrebbe dire, poiché non passa giorno senza che Jim e Will si ritrovino a correre senza meta tra le strade di Green Town.

Ora, Will e Jim se ne stanno distesi, tranquilli e indisturbati, sul prato ottobrino, finché un uomo, tutto vestito di abiti che avevano il colore del temporale, non giunge nelle vicinanze.
Come un fulmine a ciel sereno, il bizzarro individuo irrompe nella loro conversazione silenziosa, presentandosi come Tom Fury, il Venditore di Parafulmini.
L'uomo del temporale spiega loro che il suo arrivo in città non è casuale, ma coincide con l'avvicinamento di una terribile tempesta di fulmini, e proprio uno di quest'ultimi si abbatterà su una delle due case lì vicino: quella di Jim. 
Il Venditore, così, gli lascia in dono un parafulmine ricoperto di strani simboli arcaici per scongiurare il pericolo, che dovrà essere posto sul tetto. 
Jim, però, è invaso da una strana eccitazione, un'eccitazione che Will tenta in tutti modi di sminuire incitandolo a sistemare il suo parafulmini il prima possibile.

Contrariamente all'avvertimento del venditore, in lontananza nessuna nuvola lascia presagire l'arrivo di un temporale; eppure, la sensazione che qualcosa di oscuro e pericoloso si stia avvicinando sempre più rapidamente lascia i due ragazzi perplessi.

Something wicked this way... Qualcosa di sinistro sta per arrivare... 

Nel frattempo in città curiosi volantini e cartelloni iniziano a invadere tutte le strade, infilandosi negli angoli più remoti e bui, giungendo persino alle porte della biblioteca, dove il papà di Will, Charles Halloway, si accinge a svolgere il suo lavoro di custode.

Alla fine, la notizia riportata sui volantini raggiunge anche Jim e Will, e, sorpresa sorpresa, un Luna Park è in arrivo a Green Town! 
IL GRANDE SPETTACOLO PANDEMONIO DI COOGER & DARK sarà pronto ad accoglierli il 24 ottobre... praticamente il giorno seguente.
Tra le numerose attrattive ci saranno i fenomeni viventi: l'Uomo Illustrato, lo Scheletro, la Strega della Polvere, il Mostro Mongolfiera,... e la più bella donna del mondo.
In aggiunta, ci saranno a deliziare le loro giornate una giostra meravigliosa e il labirinto degli specchi egiziani.

Ma qualcosa non torna ai due amici. 
Possibile che un Luna Park arrivi in autunno? 
Il loro periodo di attività non si è concluso ormai da tempo?

Al contrario, alle tre di notte precise, la musica sommessa di un organetto suona in lontananza e sveglia contemporaneamente Jim e Will, i quali balzano immediatamente dal letto per correre verso quell'inquietante richiamo notturno.

Giunti nella vasta prateria, proprio davanti ai loro occhi increduli, si staglia nel buio la sagoma di una locomotiva, immersa in dense nuvole di vapore, seguita dai suoi numerosi vagoni. 
Il popolo dell'autunno sta arrivando.
Funeste e rapide sono le ombre silenziose che, sbucate dal treno, si adoperano nello svolgere compiti ignoti. Tutto appare simile a un incubo interminabile, e, in un batter d'occhio, come per una pericolosa magia, i tendoni e tutte le attrazioni del Luna Park sono sistemate e pronte.

Al mattino il ricordo della notte passata appare troppo vivido e reale per essere stato solo un sogno, così Will e Jim devono assolutamente tornare in quel posto per scoprire alla luce del giorno quello che l'oscurità maschera e trasforma.
Il Luna Park è proprio lì, dove lo avevano lasciato la notte scorsa, ma quella strana sensazione di turbamento inspiegabile non è sparita.

Will la sente, e anche Jim; Will percepisce il pericolo ed è spaventato, Jim anche, ma è attratto da esso; Will vuole fuggire alla vista del labirinto degli specchi, Jim, invece, desidera sfidare i miliardi riflessi di se stesso; Will non vuole tornare in quel posto di sera, ma Jim riesce a convincerlo... e, nel silenzio del buio, quando tutte le persone sono rientrate a casa per cena, Jim e Will sono nuovamente nel tetro Luna Park.

Nell'oscurità il Luna Park appare stranamente immobile, ma, nell'immobilità, il desiderio di salire sulla giostra in manutenzione attaglia Jim, spingendolo verso di essa.
Incitato anche Will a seguirlo, entrambi salgono su di essa, perdendosi tra i mille e bizzarri animali in corsa; ma qualcuno, ben nascosto nelle tenebre, li scorge ed è pronto ad afferrarli: il signor Cooger
Proprio in questi istanti di paura e delirio, i due amici fanno anche la conoscenza del signor Dark, il secondo padrone del Luna Park.
La sua è una presenza che disorienta, confonde, e la sensazione di avere di fronte più di una persona è davvero forte.
Il signor Dark, infatti, porta con sé una folla di infinite creature animalesche e mostruose, che si attorcigliano e si avvinghiano strette a tutto il suo corpo.
In quel momento Jim comprende che il signor Dark è l'Uomo Illustrato

Dai modi seducenti ed educati, il signor Dark lascia andare i ragazzi, ma prima, come un diavolo tentatore, offre a Jim, il più loquace dei due, un giro gratis sulla giostra non appena sarà ufficialmente riparata.

Il momento di andarsene e fuggire è arrivato, ma Jim non riesce a trattenere la voglia smisurata di scoprire di più. Così, una volta convinto anche Will, restio nel rimanere ancora un altro minuto in quel posto sinistro, si nascondono su un albero.
Quello che i loro occhi hanno la possibilità di scorgere, però, non lo avrebbero mai immaginato.

Una musica incomprensibile ma conosciuta fuoriesce dall'organetto, e la giostra prende lentamente a girare al ritmo di questa marcia funebre al contrario.
Lì sopra, fermo e in attesa, vi è il signor Cooger.
Ad ogni giro antiorario della giostra l'uomo sembra diventare sempre più giovane, sempre più ragazzo.
Gli anni scivolano via nel macabro girotondo inverso della giostra. La vita fa passi indietro in una situazione passata naturalmente irrecuperabile.
Non è possibile una cosa simile in natura, eppure la loro vista non mente. 

L'uomo-ragazzo, sceso dalla giostra, fugge via, scomparendo nel buio.
E' tutto sbagliato, pensa Will. E' troppo tardi per tornare indietro, pensa Jim.
Dobbiamo scoprire di più, pensano entrambi.

Da questo momento in poi, Halloway e Nightshade si trovano catapultati in una situazione surreale, un incubo a occhi aperti, nel quale una forma di male, insita nel Luna Park e nei fenomeni viventi, comincia ferocemente a dar loro la caccia.

Il popolo dell'autunno ha necessariamente bisogno delle loro anime e della loro paura per continuare ad ardere nella follia e infettare con il dolore l'umanità, e non cesseranno di inseguirli finché non saranno stretti nelle loro grinfie.

Chi può aiutarli a sconfiggerli? Chi può aiutarli a debellare i macabri incantesimi della Strega della Polvere, sempre in agguato sulla sua mongolfiera, e il fiuto mostruoso del signor Dark e dei suoi seguaci?

Gli adulti non credono, gli adulti non sanno più ascoltare perché fissi nelle loro ordinarie preoccupazioni. 
Il vecchio Charles Halloway, però, custodisce dentro di sé, sotto l'apparenza di un uomo stanco dai capelli bianchi e le rughe evidenti, un'anima saggia e fanciullesca, che diventerà indispensabile per la salvezza di Will e Jim.




Reduce dal capolavoro di Bradbury, Fahrenheit 451, non potevo non aspettarmi da questo autore un altra storia fantasmagorica.

Il popolo dell'autunno non è un semplice romanzo dell'orrore che ruota attorno a tutto ciò che di spaventevole e inquietante è legato alla alla festività di Halloween; al contrario, questa atmosfera tetra e decadente si pone perfettamente come lo sfondo di una storia che ha tanto altro da raccontare: un viaggio attraverso la parte oscurità della vita

La grandezza di questo romanzo, infatti, sta proprio nella capacità di trasmettere attraverso le macabre vicende di Will e Jim tematiche importanti e profonde.

Il sentimento di amicizia che unisce i due protagonisti, così profondo e sincero, supera la normale concezione che normalmente si ha di essa. In questo loro rapporto le parole non sono elementi necessari per la comunicazione; tra loro vi è una sorta di telepatia, la stessa che una coppia di gemelli tende abitualmente a sviluppare, che permette loro di discorrere nel silenzio più totale o a distanza di metri.
Will e Jim, però, possiedono due indoli totalmente diverse, due anime che inseguono obiettivi diversi, pur percorrendo la stessa strada.
A tal proposito, è inevitabile sottolineare l'importanza dei nomi all'interno del romanzo, poiché fondamentali per la caratterizzazione dei personaggi.
Jim Nightshade possiede un cognome fortemente evocativo, che immediatamente conduce verso l'immagine di un ragazzo oscuro, misterioso e incline all'azione e alla contemplazione dell'ombra del mondo.
L'esatto contrario è Will Halloway, il cui cognome richiama indubbiamente la festa di Halloween.
Tutto in lui, dall'aspetto fisico alla sua personalità, riflette la bontà e l'innocenza del suo animo, diverso e opposto a quello oscuro e conflittuale di Jim. 
Sempre seguendo questa logica dei nomi, non è un caso che il villain più crudele si chiami proprio signor Dark.

Un altro rapporto molto importante all'interno del romanzo è quello tra Will e suo padre, Charles Halloway.
Un padre che appare terribilmente lontano da suo figlio. Non vi è solo la grande distanza di età a dividerli, ma i mille pensieri che assillano la mente e appesantiscono il cuore di Charles.

Il signor Halloway è un personaggio stupendo, saggio e tanto, ma tanto dinamico. Sicuramente posso considerarlo uno dei miei preferiti in assoluto.
Attraverso le sue riflessioni, i suoi discorsi e le sue azioni ci lascia involontariamente (ma volontariamente l'autore) tanti insegnamenti su cui meditare soli con noi stessi.
Primo tra tutti è il non abbandonarsi o abbattersi di fronte alla paura dell'inevitabile scorrere del tempo, al timore di invecchiare e del sopraggiungere della morte; o, il contrario, il desiderio di ottenere precocemente una forma di maturità non adatta al momento.
Halloway ci dice che non bisogna temere la morte, perché non è cattiva, ma naturale... e che vivere una vita nell'amore e nell'affetto non è mai da considerare un'esistenza buttata.
Il dolore, la tristezza e la paura sono tutte emozioni e sentimenti di cui il macabro Luna Park e il popolo dell'autunno si nutrono... sono il loro carburante.
I sentimenti opposti, invece, li sfiaccano e distruggono queste forze maligne. Charles cerca in tutti i modi, quelli di un padre e di una guida saggia, di farlo comprendere ai giovani ragazzi ancora inesperti nel vasto universo della vita. 
Charles, inoltre, lavorando come custode della biblioteca di Green Town, riesce a ridare luce e vita a questo luogo, che negli ultimi tempi e specialmente nella nostra società si tende ad avvolgere nell'oscurità dell'ignoranza.
La biblioteca diventa un luogo di salvezza, il luogo dal quale trarre la forza e la determinazione per affrontare le intemperie della realtà. 

Concludo dicendo che il mio giudizio su Il popolo dell'autunno di Ray Bradbury è estremamente positivo, e aggiungo che non vedo l'ora di scoprire nel futuro ottobre il romanzo successivo, L'albero di Halloween.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.





























domenica 19 luglio 2020

Fahrenheit 451

Questa notte ho pensato a tutto il cherosene di cui mi sono servito da dieci anni a questa parte. E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro un libro c'è un uomo.

TITOLO: Fahrenheit 451
AUTORE: Ray Bradbury
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Classici Chrysakide
TRAMA: Non era pura e semplice fantascienza, quella di Ray Bradbury. Il suo è un futuro spaventosamente vicino. Nel futuro di Fahrenheit 451 non si leggono più libri, anzi si bruciano, perché tutti devono essere uguali, e nei libri, invece, si impara la differenza. E' un presente dedito al piacere, ai titillamenti in abbondanza, allo svago per lo svago, a forme di distrazione che sanno di dipendenza. Dove si vuole soltanto essere allegri, spensierati, sereni. Non pensare. Com'è possibile allora, in una simile società felice, dimenticare di essere felici?

RECENSIONE:
Correva l'anno 1951 quando The Fireman comparve per la prima volta sulla rivista di fantascienza The Galaxy. La storia ebbe un immediato successo e riuscì persino ad attirare l'interesse di un importante editore, che propose allo scrittore emergente Ray Bradbury di pubblicare il suo romanzo.
Prima di far ciò, però, bisognava risolvere un piccolo ma delicato grattacapo: ritoccare il titolo dell'opera, che evidentemente non era adatto alle esigenze del pubblico.
A questo punto Bradbury ebbe una geniale intuizione... chiamò il comando dei vigili del fuoco di Los Angeles e chiese: 
Potete dirmi a quale temperatura prende fuoco la carta?
La risposta più ovvia fu: 451 gradi Fahrenheit.
Nacque così Fahrenheit 451.

«Non leggete mai i libri che bruciate?»
Lui si mise a ridere.
«Ma è contro la legge!»
«Oh, già, certo.»

Guy Montag, il protagonista del romanzo, è un vigile del fuoco... un vigile del fuoco, però, assai diverso da come potremmo intenderlo noi. 
Il suo lavoro, infatti, non consiste nel placare e spegnere le fiamme, bensì di appiccarle.
Tutti gli uomini come lui, gli incendiari, uomini marcati dall'intenso e inconfondibile odore di cherosene, lavorano nella milizia del fuocoe il loro unico compito è quello di dar vita a dei veri e propri roghi in tutte quelle abitazioni che nascondono al loro interno dei libri.

La società distopica, descritta nel romanzo, etichetta i possessori di libri come dei terribili malviventi, dei criminali psicopatici, i quali non rispettano la legge che proibisce la lettura, e per questo rinchiusi in manicomi oppure lasciati bruciare assieme alle loro amate biblioteche.
Proprio così... molti dei sovversivi preferiscono una lenta e dolorosa morte tra le fiamme piuttosto che una vita incolore senza libri.

Che strano incontro in una notte strana!

Montag ama il suo lavoro; lo trova davvero appagante e insostituibile, tanto che, dopo ben dieci anni di servizio, non desidera altro al di fuori di ciò che quotidianamente svolge.
Una sera d'autunno, però, la situazione viene capovolta radicalmente.
Montag è di ritorno da lavoro, e, inaspettatamente, incontra una piccola ragazza che passeggia solitaria: Clarisse McClellan, la nuova vicina di casa.
Dopo un primo momento di imbarazzo ed esitazione, dovuto principalmente a un leggero timore verso l'incendiario, i due decidono di passeggiare insieme fino a casa, dialogando in un modo al quale Montag non era più abituato. 
I discorsi strampalati e i pensieri intricati della ragazza, uniti al suo singolare modo di approcciarsi alla vita, lo incuriosiscono notevolmente e risvegliano in lui un vecchio fuoco... un fuoco ben diverso da quello che è solito maneggiare ogni giorno.
Una nuova consapevolezza comincia a far breccia nel profondo di Montag, e tutto il suo mondo, costruito su certezze e verità scontate, lentamente prende a sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Una lunga serie di interrogativi si accumulano e si intrecciano nei suoi pensieri e, ogni qualvolta che tenta di trovare delle risposte, qualcosa sembra sempre sfuggirgli.

Come sempre a casa c'è ad aspettarlo Milfred, sua moglie.
Il loro rapporto appare, fin dalle prime descrizioni, freddo e distaccato, privo di qualsivoglia forma di amore; e potremmo perfettamente paragonarli a due sconosciuti che condividono lo stesso tetto.
Milfred è una donna apatica, e l'unico interesse che possiede lo rivolge al modesto stipendio di Montag, poiché le permette di acquistare tutto ciò che desidera... soprattutto i beni materiali più superflui e futili.
Tra i tanti oggetti indispensabili vi sono tre pareti TV che ricoprono interamente i muri del soggiorno, stanza in cui Milfred trascorre la maggior parte del tempo in compagna della  famiglia.
Chi sono queste persone che quotidianamente invadono le tre pareti/schermo della stanza, parlando e raccontando storielle finte e senza senso?
Si presentano come amici intimi che si conoscono da una vita, ma di confidenziale non hanno assolutamente nulla. 
La loro missione è far divertire gli spettatori, di non condurli verso argute e intricate riflessioni. 
Non deve esserci il tempo per  ragionamenti articolati, per discussioni, per scambi di idee... ogni cosa deve essere rapida e immediata; ogni messaggio deve arrivare diretto alle orecchie dello spettatore, così da poter passare istantaneamente a un altro, e un altro ancora.
Solo in questo modo si può essere davvero felici; solo in questo modo si evita di perdersi in lunghi e contorti ragionamenti, che altro non portano se non dispiacere. 

Montag inizia fortemente a dubitare di questa felicità di facciata, cominciando a vedere la situazione come realmente è: sua moglie sta morendo e non vuole accettarlo; intere librerie bruciano, carbonizzando tutto il sapere che un tempo qualcuno ha reso disponibile all'umanità; scarseggiano sempre di più tutte quelle persone che conoscono la verità, divenute ormai presenze nascoste silenziose nell'ombra che non osano rivelarsi; una guerra misteriosa è alle porte, ma nessuno sa, o meglio si interessa contro chi o perché deve essere combattuta...

Il protagonista, però, già da qualche mese, nasconde un indicibile segreto proprio dentro le proprie quattro mura domestiche...

Montag è determinato ad ottenere tutte le risposte ai suoi interrogativi, e, da un vago ricordo, rievoca un curioso incontro, avvenuto qualche tempo prima, con un anziano signore che un tempo fu un importante professore: Faber.
Decide immediatamente di mettersi in contatto con lui, nonostante non sia stato affatto semplice. 
Faber, dopo le iniziali perplessità rivolte  all'incendiario, si convince a uscire dall'ombra e ad aiutarlo, e insieme iniziano a costruire un piano per riportare la perduta consapevolezza negli uomini.

Tra le mille peripezie, Montag percepisce sempre di più il decadimento morale della società che lo circonda, della indifferenza e passività delle persone di fronte alle crudeltà alle quali, non curanti, assistono... ma non si arrende alle difficoltà della propria ricerca.

L'uomo sa essere estremamente devastante e stolto, ma, allo stesso tempo, possiede un qualcosa che lo rende migliore e lo salva dalla sua stessa autodistruzione: la memoria.
Possiamo evitare di commettere sempre gli stessi errori se siamo bravi a non dimenticare le loro terribili conseguenze...
E quale oggetto meglio dei libri si presta ad essere il migliore scrigno dei ricordi?

Se nascondi la tua ignoranza, nessuno ti darà una bastonata, ma tu non imparerai mai.

Fahrenheit 451 è un romanzo distopico ambientato in un futuro indefinito, nel quale tutte le problematiche della società presente sono portate ad un livello di esasperazione estremo.
Ci troviamo di fronte a una popolazione impaziente e irrequieta,  che ha dimenticato l'importanza del sapere contenuto nei libri; infatti, per tutto il romanzo, viene ribadito che non c'è mai stato il ricorso dittatoriale del Governo a delle vere imposizioni che vietano l'azione del leggere, ma, lentamente, le persone stesse hanno spostato la loro attenzione su altre forme di intrattenimento più immediate, come  quelle fornite dalla tecnologia
In questo modo tutti sono uguali e felici; ogni forma di possibile diversità viene eliminata attraverso i grandi roghi dei libri, poiché solo quest'ultimi sono in grado di dar vita a pensieri unici.

Montag è un uomo identico a tutti gli altri, apparentemente spensierato e felice.
Qualcosa, però, cambia nel suo modo di intendere le cose, e questo lo rende un personaggio assolutamente dinamico e in continua evoluzione
Nel corso dell'intera narrazione, in particolar modo in seguito all'incontro con Clarisse, assistiamo a una sua sorprendente crescita interiore, che lo conduce sempre più vicino ad una nuova e illuminante consapevolezza.
Clarisse è uno personaggi più affascinanti della storia, e la possiamo immaginare come una sorta di guida del protagonista; seppur la sua giovane età, è lei che, con il suo modo insolito di osservare il mondo circostante e di approcciarsi alla vita, lo indirizza verso una libertà sconosciuta.
I personaggi secondari che si susseguono nel corso dell'intera della vicenda, seppure, a volte, presentati con brevi descrizioni, sono sempre ben caratterizzati grazie ai loro personali discorsi e pensieri; in questo modo per il lettore non è difficile delinearli nella propria immaginazione. 

Lo stile di scrittura di Bradbury è davvero singolare e curioso: sono presenti, nel corso della narrazione, dei momenti in cui il narratore si sofferma su piccoli dettagli, suoni o colori particolari, che arricchiscono le descrizioni senza mai farle diventare noiose o superflue.  
La struttura del romanzo, inoltre, è abbastanza lineare: segue sempre un filo cronologico, che delle volte è intervallato da brevi flashback, ricordi di eventi passati, che infittiscono la storia e le donano un alone di mistero.


Infine, Fahrenheit 451 non è solamente un libro che racconta una semplice storia, ma è un vero e proprio manifesto di protesta rivolto a una società che sta perdendo disgraziatamente la propria genuinità.

Leggiamo di case invase da mega schermi, di automobili che sfrecciano alla velocità della luce, di persone che parlano di socialità e poi non hanno neppure la possibilità di esprimere una propria opinione o dar vita a dei confronti e scambi di idee...

Questo è il mondo futuristico descritto in Fahrenheit 451, ma è lo stesso identico mondo in cui viveva Ray Bradbury negli anni 50 e in cui viviamo noi oggi nel 2020.

Siamo totalmente sommersi dal rumore, che ci impedisce di ascoltare tutto ciò che ci circonda: il televisore, il cellulare, il computer, l'iPad... schermi ovunque
Sono tutti strumenti che per certi versi ovattano i nostri sensi, e attraverso i quali riescono a bombardarci di infinite e contraddittorie informazioni, tanto da farci credere di conoscere ogni cosa e di essere informati su tutto. 

Montag rappresenta l'uomo contemporaneo, immerso nel caotico universo di attività freniche a cui deve sottostare per sopravvivere, che finalmente giunge a scoprire la vera importanza del rallentare, del fermarsi e del respirare.

I libri, poi, sono una forte metafora della memoria umana
Bradbury riesce a descriverci attraverso il loro destino le paure più profonde dell'uomo: la perdita totale del ricordo
Questo passo, poi, mi ha fatto fare un piccolo collegamento con un capitolo del Suspiria de Profundis di Thomas de Quincey, nel quale si associa la memoria umana ad un palinsesto.

Ho apprezza tantissimo questo romanzo; in particolar modo le ultime pagine, ricche di azione e momenti di riflessione, che mi hanno davvero commossa.
Una lettura che consiglio assolutamente a tutti.


Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.

 








MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...