sabato 24 ottobre 2020

HALLOWEEN di RAY BRADBURY - Il popolo dell'autunno

In primo luogo era ottobre, un mese eccezionale per i ragazzi. Non che tutti i mesi non siano eccezionali. Ma ce ne sono di buoni e di cattivi, come dicono i pirati.

TITOLO: Il popolo dell'autunno
AUTORE: Ray Bradbury
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Draghi
GENERE: Horror, Weird, Fantastico

RECENSIONE:
HALLOWEEN è un immenso volume che racchiude quattro romanzi e ben trenta racconti nati dalla fantasmagorica penna di Ray Bradbury, e sono tutti contraddistinti dalle macabre e decadenti atmosfere ottobrine e da avvenimenti che sfiorano o toccano il giorno di Halloween. 
Dal sapore tetro, bizzarro e grottesco, questi romanzi e racconti sono preceduti dalle particolari illustrazioni di Joseph Mugnainiartista italo-americano che collaborò in numerose occasioni con l'autore.
Queste miniature riprendono ed esprimono perfettamente il carattere cupo, ambiguo e inquietante del volume, ed è difficile non rimanere turbati di fronte alla loro potenza comunicativa.
Altrettanto evocativa è la copertina. Essa, curata nei minimi dettagli, è fedele e coerente al tema centrale dell'intera raccolta, rispettando ad-hoc l'atmosfera halloweeniana (a partire dalla scelta dei colori molto autunnali fino all'uso delle scritte fluorescenti che brillano al buio).
Assolutamente fantasmagorico!
Unico appunto che mi sento di fare è quello di essere abbastanza accorti nel girare le pagine, essendo queste molto sottili e delicate, proprio come le ali di una falena. 
Non lo identifico affatto come un difetto, in quanto la loro consistenza è piacevole al tatto e idonea a un libro sopra le novecento pagine.
In conclusione, reputo HALLOWEEN un vero pezzo da collezione, in particolar modo se siete amanti del genere e delle splendide edizioni della collana OSCAR DRAGHI.

Giunti a questo punto, direi di dirigere la nostra attenzione verso il romanzo di apertura del volume: Il popolo dell'autunno (Something Wicked This Way, 1962).



Quando i fiumi straripavano, quando il cielo pioveva fuoco, che posto splendido era biblioteca, con le sue sale, i suoi libri. Se eri fortunato, nessuno riusciva a trovarti.
Ottobre, un mese speciale.
Tutto muta. La nostalgia per l'estate comincia a sbiadire nella memoria, e una magica sensazione assume i caldi colori di una nuova stagione: l'autunno.
Fu proprio in questo mese speciale, dalle atmosfere decadenti e suggestive, che due ragazzi, due amici inseparabili, vissero un'esperienza che mai avrebbero potuto dimenticare.

Will Halloway e Jim Nightshade, nati rispettivamente il 30 ottobre un minuto prima della mezzanotte e il 31 ottobre un minuto dopo mezzanotte, sono migliori amici da quando ne hanno memoria... precisamente tredici anni, undici mesi e ventiquattro giorni.
Le loro madri si frequentavano già prima della loro nascita, e, successivamente a questo evento, divennero persino vicini di casa. 
Una vita in simbiosi, si potrebbe dire, poiché non passa giorno senza che Jim e Will si ritrovino a correre senza meta tra le strade di Green Town.

Ora, Will e Jim se ne stanno distesi, tranquilli e indisturbati, sul prato ottobrino, finché un uomo, tutto vestito di abiti che avevano il colore del temporale, non giunge nelle vicinanze.
Come un fulmine a ciel sereno, il bizzarro individuo irrompe nella loro conversazione silenziosa, presentandosi come Tom Fury, il Venditore di Parafulmini.
L'uomo del temporale spiega loro che il suo arrivo in città non è casuale, ma coincide con l'avvicinamento di una terribile tempesta di fulmini, e proprio uno di quest'ultimi si abbatterà su una delle due case lì vicino: quella di Jim. 
Il Venditore, così, gli lascia in dono un parafulmine ricoperto di strani simboli arcaici per scongiurare il pericolo, che dovrà essere posto sul tetto. 
Jim, però, è invaso da una strana eccitazione, un'eccitazione che Will tenta in tutti modi di sminuire incitandolo a sistemare il suo parafulmini il prima possibile.

Contrariamente all'avvertimento del venditore, in lontananza nessuna nuvola lascia presagire l'arrivo di un temporale; eppure, la sensazione che qualcosa di oscuro e pericoloso si stia avvicinando sempre più rapidamente lascia i due ragazzi perplessi.

Something wicked this way... Qualcosa di sinistro sta per arrivare... 

Nel frattempo in città curiosi volantini e cartelloni iniziano a invadere tutte le strade, infilandosi negli angoli più remoti e bui, giungendo persino alle porte della biblioteca, dove il papà di Will, Charles Halloway, si accinge a svolgere il suo lavoro di custode.

Alla fine, la notizia riportata sui volantini raggiunge anche Jim e Will, e, sorpresa sorpresa, un Luna Park è in arrivo a Green Town! 
IL GRANDE SPETTACOLO PANDEMONIO DI COOGER & DARK sarà pronto ad accoglierli il 24 ottobre... praticamente il giorno seguente.
Tra le numerose attrattive ci saranno i fenomeni viventi: l'Uomo Illustrato, lo Scheletro, la Strega della Polvere, il Mostro Mongolfiera,... e la più bella donna del mondo.
In aggiunta, ci saranno a deliziare le loro giornate una giostra meravigliosa e il labirinto degli specchi egiziani.

Ma qualcosa non torna ai due amici. 
Possibile che un Luna Park arrivi in autunno? 
Il loro periodo di attività non si è concluso ormai da tempo?

Al contrario, alle tre di notte precise, la musica sommessa di un organetto suona in lontananza e sveglia contemporaneamente Jim e Will, i quali balzano immediatamente dal letto per correre verso quell'inquietante richiamo notturno.

Giunti nella vasta prateria, proprio davanti ai loro occhi increduli, si staglia nel buio la sagoma di una locomotiva, immersa in dense nuvole di vapore, seguita dai suoi numerosi vagoni. 
Il popolo dell'autunno sta arrivando.
Funeste e rapide sono le ombre silenziose che, sbucate dal treno, si adoperano nello svolgere compiti ignoti. Tutto appare simile a un incubo interminabile, e, in un batter d'occhio, come per una pericolosa magia, i tendoni e tutte le attrazioni del Luna Park sono sistemate e pronte.

Al mattino il ricordo della notte passata appare troppo vivido e reale per essere stato solo un sogno, così Will e Jim devono assolutamente tornare in quel posto per scoprire alla luce del giorno quello che l'oscurità maschera e trasforma.
Il Luna Park è proprio lì, dove lo avevano lasciato la notte scorsa, ma quella strana sensazione di turbamento inspiegabile non è sparita.

Will la sente, e anche Jim; Will percepisce il pericolo ed è spaventato, Jim anche, ma è attratto da esso; Will vuole fuggire alla vista del labirinto degli specchi, Jim, invece, desidera sfidare i miliardi riflessi di se stesso; Will non vuole tornare in quel posto di sera, ma Jim riesce a convincerlo... e, nel silenzio del buio, quando tutte le persone sono rientrate a casa per cena, Jim e Will sono nuovamente nel tetro Luna Park.

Nell'oscurità il Luna Park appare stranamente immobile, ma, nell'immobilità, il desiderio di salire sulla giostra in manutenzione attaglia Jim, spingendolo verso di essa.
Incitato anche Will a seguirlo, entrambi salgono su di essa, perdendosi tra i mille e bizzarri animali in corsa; ma qualcuno, ben nascosto nelle tenebre, li scorge ed è pronto ad afferrarli: il signor Cooger
Proprio in questi istanti di paura e delirio, i due amici fanno anche la conoscenza del signor Dark, il secondo padrone del Luna Park.
La sua è una presenza che disorienta, confonde, e la sensazione di avere di fronte più di una persona è davvero forte.
Il signor Dark, infatti, porta con sé una folla di infinite creature animalesche e mostruose, che si attorcigliano e si avvinghiano strette a tutto il suo corpo.
In quel momento Jim comprende che il signor Dark è l'Uomo Illustrato

Dai modi seducenti ed educati, il signor Dark lascia andare i ragazzi, ma prima, come un diavolo tentatore, offre a Jim, il più loquace dei due, un giro gratis sulla giostra non appena sarà ufficialmente riparata.

Il momento di andarsene e fuggire è arrivato, ma Jim non riesce a trattenere la voglia smisurata di scoprire di più. Così, una volta convinto anche Will, restio nel rimanere ancora un altro minuto in quel posto sinistro, si nascondono su un albero.
Quello che i loro occhi hanno la possibilità di scorgere, però, non lo avrebbero mai immaginato.

Una musica incomprensibile ma conosciuta fuoriesce dall'organetto, e la giostra prende lentamente a girare al ritmo di questa marcia funebre al contrario.
Lì sopra, fermo e in attesa, vi è il signor Cooger.
Ad ogni giro antiorario della giostra l'uomo sembra diventare sempre più giovane, sempre più ragazzo.
Gli anni scivolano via nel macabro girotondo inverso della giostra. La vita fa passi indietro in una situazione passata naturalmente irrecuperabile.
Non è possibile una cosa simile in natura, eppure la loro vista non mente. 

L'uomo-ragazzo, sceso dalla giostra, fugge via, scomparendo nel buio.
E' tutto sbagliato, pensa Will. E' troppo tardi per tornare indietro, pensa Jim.
Dobbiamo scoprire di più, pensano entrambi.

Da questo momento in poi, Halloway e Nightshade si trovano catapultati in una situazione surreale, un incubo a occhi aperti, nel quale una forma di male, insita nel Luna Park e nei fenomeni viventi, comincia ferocemente a dar loro la caccia.

Il popolo dell'autunno ha necessariamente bisogno delle loro anime e della loro paura per continuare ad ardere nella follia e infettare con il dolore l'umanità, e non cesseranno di inseguirli finché non saranno stretti nelle loro grinfie.

Chi può aiutarli a sconfiggerli? Chi può aiutarli a debellare i macabri incantesimi della Strega della Polvere, sempre in agguato sulla sua mongolfiera, e il fiuto mostruoso del signor Dark e dei suoi seguaci?

Gli adulti non credono, gli adulti non sanno più ascoltare perché fissi nelle loro ordinarie preoccupazioni. 
Il vecchio Charles Halloway, però, custodisce dentro di sé, sotto l'apparenza di un uomo stanco dai capelli bianchi e le rughe evidenti, un'anima saggia e fanciullesca, che diventerà indispensabile per la salvezza di Will e Jim.




Reduce dal capolavoro di Bradbury, Fahrenheit 451, non potevo non aspettarmi da questo autore un altra storia fantasmagorica.

Il popolo dell'autunno non è un semplice romanzo dell'orrore che ruota attorno a tutto ciò che di spaventevole e inquietante è legato alla alla festività di Halloween; al contrario, questa atmosfera tetra e decadente si pone perfettamente come lo sfondo di una storia che ha tanto altro da raccontare: un viaggio attraverso la parte oscurità della vita

La grandezza di questo romanzo, infatti, sta proprio nella capacità di trasmettere attraverso le macabre vicende di Will e Jim tematiche importanti e profonde.

Il sentimento di amicizia che unisce i due protagonisti, così profondo e sincero, supera la normale concezione che normalmente si ha di essa. In questo loro rapporto le parole non sono elementi necessari per la comunicazione; tra loro vi è una sorta di telepatia, la stessa che una coppia di gemelli tende abitualmente a sviluppare, che permette loro di discorrere nel silenzio più totale o a distanza di metri.
Will e Jim, però, possiedono due indoli totalmente diverse, due anime che inseguono obiettivi diversi, pur percorrendo la stessa strada.
A tal proposito, è inevitabile sottolineare l'importanza dei nomi all'interno del romanzo, poiché fondamentali per la caratterizzazione dei personaggi.
Jim Nightshade possiede un cognome fortemente evocativo, che immediatamente conduce verso l'immagine di un ragazzo oscuro, misterioso e incline all'azione e alla contemplazione dell'ombra del mondo.
L'esatto contrario è Will Halloway, il cui cognome richiama indubbiamente la festa di Halloween.
Tutto in lui, dall'aspetto fisico alla sua personalità, riflette la bontà e l'innocenza del suo animo, diverso e opposto a quello oscuro e conflittuale di Jim. 
Sempre seguendo questa logica dei nomi, non è un caso che il villain più crudele si chiami proprio signor Dark.

Un altro rapporto molto importante all'interno del romanzo è quello tra Will e suo padre, Charles Halloway.
Un padre che appare terribilmente lontano da suo figlio. Non vi è solo la grande distanza di età a dividerli, ma i mille pensieri che assillano la mente e appesantiscono il cuore di Charles.

Il signor Halloway è un personaggio stupendo, saggio e tanto, ma tanto dinamico. Sicuramente posso considerarlo uno dei miei preferiti in assoluto.
Attraverso le sue riflessioni, i suoi discorsi e le sue azioni ci lascia involontariamente (ma volontariamente l'autore) tanti insegnamenti su cui meditare soli con noi stessi.
Primo tra tutti è il non abbandonarsi o abbattersi di fronte alla paura dell'inevitabile scorrere del tempo, al timore di invecchiare e del sopraggiungere della morte; o, il contrario, il desiderio di ottenere precocemente una forma di maturità non adatta al momento.
Halloway ci dice che non bisogna temere la morte, perché non è cattiva, ma naturale... e che vivere una vita nell'amore e nell'affetto non è mai da considerare un'esistenza buttata.
Il dolore, la tristezza e la paura sono tutte emozioni e sentimenti di cui il macabro Luna Park e il popolo dell'autunno si nutrono... sono il loro carburante.
I sentimenti opposti, invece, li sfiaccano e distruggono queste forze maligne. Charles cerca in tutti i modi, quelli di un padre e di una guida saggia, di farlo comprendere ai giovani ragazzi ancora inesperti nel vasto universo della vita. 
Charles, inoltre, lavorando come custode della biblioteca di Green Town, riesce a ridare luce e vita a questo luogo, che negli ultimi tempi e specialmente nella nostra società si tende ad avvolgere nell'oscurità dell'ignoranza.
La biblioteca diventa un luogo di salvezza, il luogo dal quale trarre la forza e la determinazione per affrontare le intemperie della realtà. 

Concludo dicendo che il mio giudizio su Il popolo dell'autunno di Ray Bradbury è estremamente positivo, e aggiungo che non vedo l'ora di scoprire nel futuro ottobre il romanzo successivo, L'albero di Halloween.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
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