martedì 8 settembre 2020

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Resti mortali

Molta gente ha soltanto una vaga paura del buio, teme quello che ci si può nascondere. Io, che resuscito morti e che distruggo una dozzina di vampiri, so esattamente cosa si nasconde nella tenebra e ne ho il terrore. Si presume che la gente abbia paura dell'ignoto, ma l'ignoranza è una benedizione, mentre la consapevolezza è qualcosa di maledettamente spaventoso.


TITOLO: Resti mortali
SERIE: Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
EDITORE: TEA DUE
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy
TRAMA: Resuscitare i morti per Anita Blake, la cacciatrice di vampiri più famosa d'America, è diventata un'operazione di routine. E' il suo mestiere. Ed è anche molto comodo quando si vuole far luce in un caso di eredità contesa o di assassinio. Però se il defunto in questione è tale da trecento anni, la faccenda si complica, poiché occorre un sacrificio umano, e Anita non è disposta a uccidere nessuno, neppure per un milione dollari. Tanto infatti le è stato offerto e tanto lei ha rifiutato. Faccenda chiusa? Tutt'altro. Come consulente della squadra investigativa per i delitti soprannaturali, Anita è stata convocata per dare una mano nelle indagini su una serie di efferati omicidi. La polizia brancola nel buio e anche Anita è perplessa: nessuna delle creature che lei ben conosce – vampiri, licantropi, necrofagi – può aver commesso dei delitti tanto spaventosi. Ma poi un'idea si fa strada nella sua mente: e se qualcun altro avesse resuscitato uno zombie pluricentenario e lo avesse trasformato in un killer disumano?

RECENSIONE:
In seguito alla prima macabra disavventura narrata in Nodo di Sangue, Anita Blake, potente risvegliante e temuta cacciatrice di vampiri, ritorna più carica che mai per raccontarci, in prima persona, le sue nuove e raccapriccianti peripezie nel tenebroso universo soprannaturale di St. Louis.

Essere risveglianti ed essere in grado di esercitare tale professione, riconosciuta e autorizzata da ormai cinque anni, significa possedere una profonda e ampia conoscenza di tutti gli stadi e occorrenti indispensabili per attuare il rituale di resurrezione.
La differenza, però, tra un mediocre e un ottimo risvegliante è data dall'innata affinità con il mondo dei morti... e Anita possiede inevitabilmente questa macabra attitudine.
Non a caso, nel suo ambiente lavorativo è la migliore e in molti si rivolgono a lei per le resurrezioni più ardue e pericolose.

Un giorno viene convocata in casa di un nuovo misterioso cliente, che le fa una proposta particolarmente inquietante.
Il signor Harold Gaynord, un invalido sulla sedia a rotelle dal conto in banca stratosferico, è deciso a offrirle un laudo compenso da un milione di dollari in cambio del ritorno alla vita di un suo antenato.
C'è, però, un piccolo problema che non può essere assolutamente ignorato...
Il morto in questione ha più di trecento anni, e ciò significherebbe effettuare un sacrificio umano per realizzare e portare a termine un rituale di tale calibro.
In questo modo, Anita non solo si troverebbe a remare contro la legge, ma, soprattutto, contro i propri e incorruttibili principi morali. Così, decisa a non sottostare al volere di quest'uomo senza scrupoli e dall'aura malevola, non si lascia intimorire dai suoi imponenti scagnozzi e, con molta nonchalance (tipica della nostra protagonista), saluta tutti alla buona e va via.
Qualcosa in quell'addio, però, le lascia presagire che è solo questione di tempo prima che si ripresenti nuovamente questa offerta... rimasta, per così dire, in sospeso.

Subito dopo questo spiacevole incontro, Anita riceve un'allarmante chiamata da Rudolph "Dolph" Storr, capo dell'unità investigativa la Regional Preternatural Investigation Team, per gli amici semplicemente Spook Squad, con la quale collabora da qualche anno come consulente.
Il compito principale della Spook Squad è quello di occuparsi prettamente di crimini soprannaturali, e, dal sopralluogo della scena del crimine, è impossibile dubitare che non si tratti di una qualche pericolosa creatura della notte.

Uno spettacolo raccapricciante e grottesco si apre sotto gli occhi increduli di di Anita: ci troviamo nella casa della famiglia Reynolds, e brandelli di carne umana, simili a pezzi da macello, sono sparsi per tutta l'abitazione e chiazze di sangue fresco impregnano intere pareti.
Dal modus operandi così violento e distruttivo del killer, Anita esclude a priori il coinvolgimento di vampiri e lupi mannari, ipotizzando, invece, che vi sia lo zampino di uno zombie molto forte. 
Seppure improbabile che un morto vivente usi una tale estrema violenza contro qualcuno, può verificarsi che un risvegliante molto potente possa ordinargli di ubbidire ai suoi ordini, morali o non morali che siano.

L'unica persona che possiede le potenzialità per dar vita ad una macchina della morte del genere è la più temuta sacerdotessa vudù di St. Louis: Dominga Salvador.

Dallo sguardo minaccioso e beffardo, la sacerdotessa accoglie restia Anita in casa sua per essere interrogata in merito alle sue ultime resurrezioni, affermando di non aver mai compiuto un rito simile... negli ultimi mesi.
In quella casa orribili sacrifici sono stati compiuti in passato, e stanze buie chiuse a chiave nascondono qualcosa, o qualcuno, di sbagliato... contro natura.
Anita riesce a percepire la presenza del male, e uno strano stato di sconforto e malessere comincia a pervaderla da capo a piedi.
Perché continua a rimanere soggiogata da quel potere così immenso e oscuro che, in un certo senso, in parte le appartiene?
E' sicura che la sacerdotessa celi un terribile segreto in grado di condurla alla verità sul caso Reynolds, eppure la donna non si rivela essere così collaborativa, e Anita, impulsiva e diretta qual è, la minaccia senza peli sulla lingua.
Per questo si lascia in pessimi rapporti con Dominga, così da aggiungere alla già lunga lista un altro nemico che intende farle del male e dominarla.

Contemporaneamente, Peter Burke, suo collega Risvegliante, è stato assassinato in una situazione non totalmente chiara.
Il colpevole è ancora in libertà, eppure la coincidenza di questa morte con tutti gli eventi che rincorrono Anita le lascia presagire che non sia proprio un caso fortuito.
Assieme a John Burke, fratello del defunto nonché il più grande cacciatore di vampiri, risvegliante e sacerdote vudù di New Orleans, cercano di racimolare possibili indizi, rivolgendosi persino a un chiaroveggente, che possono far luce su questa vicenda ingarbugliata.

Come se non bastasse, ad aggiungersi a tutti problemi e casini di Anita è il bellissimo e affascinantissimo Master della città, il vampiro Jean-Claude, che la reclama come sua schiava mortale... 
Ma, insomma, questi succhiasangue non smettono mai di starti addosso!


Resti mortali è il secondo volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e, proprio come il primo, l'atmosfera macabra e gotica fa da padrone, avvolgendo e catapultando il lettore negli oscuri meandri della città di St. Louis.
Pagina dopo pagina, la narrazione, scorrevole e incalzante, tende a infittirsi sempre di più, creando una matassa quasi indistricabile e impenetrabile.
Ogni singola azione si sussegue ad un ritmo sempre più lesto e ansiogeno, culminando alla fine dove, dopo non aver respirato per capitoli interi, si può tirare un quasi sospiro di sollievo.

Lo stile della Hamilton è ben riconoscibile, riconfermandosi fresco ed elegante con quel tocco retrò che rimanda silenziosamente al passato e ai classici della letteratura fantastica e dell'orrore.

I personaggi, anche qui, sono ben caratterizzati: i cattivi della situazione sono davvero degli “stronzi” psicopatici senza scrupoli, ed è impossibile non odiarli per le loro azioni crudeli e riprovevoli.
In questo capitolo il personaggio di Anita, che già abbiamo conosciuto per la sua determinazione, franchezza, lealtà e forza d'animo, viene approfondito, svelando alcune parti del suo misterioso passato familiare e del suo particolare rapporto con sua nonna Flores.
Schietta, diretta e apparentemente impulsiva (dico apparentemente, poiché ogni suo gesto e piano è studiato fino all'ultimo dettaglio), rimane quasi impossibile non sorridere alle sue battute puntualmente inopportune e pungenti, che la mettono sempre nei guai.
L'odio che prova verso i vampiri è onniscente, eppure il suo rapporto con Jean-Claude lascia sempre della certa perplessità.
Le motivazioni per evitare questo affascinate e fighissimo vampiro sono infinite ed evidenti, tuttavia, tra i due si percepisce palesemente una sorta di attrazione reciproca... un'attrazione che va oltre il legame forzato che Jean-Claude ha instaurato con la nostra risvegliante in seguito all'aver ricevuto i primi due marchi per diventare la sua schiava umana.

Spero vivamente di fiutare nel prossimo volume, Il circo dei dannati, una qualche evoluzione in questa ambigua e insolita relazione.

Vorrei, inoltre, sottolineare una delle differenze più evidenti con il romanzo precedente: in Resti mortali i vampiri non occupano una posizione di rilevo, e non si affermano come i personaggi principali della storia, ma fanno semplicemente da sfondo alla vicenda e dando maggiore spazio alle figure degli zombie; infatti, assistiamo allo sviluppo di elementi che richiamano il vudù e la negromanzia.
Ammetto che, da grande appassionata dell'argomento, non ho potuto non apprezzare il modo in cui la Hamilton è riuscita a inserirlo nel romanzo, ricordandomi vagamente Merrick la strega di Anne Rice.

Continuerei a disquisire all'infinito, ma concludo dicendo che anche questa volta sono rimasta piacevolmente sorpresa per gli sviluppi della trama e dei personaggi, e non vedo l'ora di continuare questa saga davvero darkettosa e accattivante.

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4 commenti:

  1. Sembra più horror delle cronache dei vampiri... O sbaglio?

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    1. Difficile da dire... Perché sono due stili molto diversi. I romanzi della Hamilton sono molto più incentrati sull'azione con la presenza di scene più "splatter". Anne Rice, invece, tende ad indagare e a soffermarsi maggiormente sui pensieri e i sentimenti dei personaggi,nonostante non manchino mai scene macabre e cruente. Mi verrebbe da dire che entrambi sono horror ma con sfumature diverse.

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  2. Capisco, la Rice poi in Memnoch assume anche una connotazione filosofica che ho apprezzato molto... Questa saga sembra bella e dinamica da come la Descrivi tu, la mia lista dei libri aumenta...

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  3. Sai che io non ho trovato tanta affinità con i romanzi del passato con la Hamilton. Lo stile è molto dinamico, moderno, incentrato nel creare suspance e sgomento. Lo paragonerei a quello della Gleason o a quello della Harris. In ogni caso è una saga affascinante, piena di colpi di scena. Sto rallentando nella lettura per cercare di essere in pari con le recensioni o mi ritrovo a leggere tantissimo e a recensire pochissimo XD

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