sabato 3 aprile 2021

UNIVERSO JODOROWSKY Conversazioni su vita, arte, psicomagia e altri imbrogli sacri di Gilles Farcet

Io sono come l'Universo. Te lo dico senza megalomania, perché è semplicemente normale. Come l'Universo, quindi, sono in perpetua espansione. Ciò che mi interessa più di tutto è vedermi risvegliato. E' come se mi fossi seduto in riva a un fiume con i piedi nell'acqua e lo sguardo che scorre. Vedo passare il fiume della mia vita e mi domando se le mie capacità in qualche modo diminuiscano.
- Universo Jodorowky, Gilles Farcet, 92
TITOLO: UNIVERSO JODOROWSKY Conversazioni su vita, arte, psicomagia e altri imbrogli sacri
AUTORE: Gilles Farcet
EDITORE: Edizioni Spazio Interiore
COLLANA: Nonordinari
TRADUTTORE: Silvia Tusi
SINOSSI: «Piacere, Jodorowsky» e una vigorosa stretta di mano con il noto personaggio sono la sensazione che si trae dalla lettura di questo libro. Attraverso due interviste nell’arco di quindici anni (1989-2004), Gilles Farcet ci mostra l’umanità e le debolezze di Alejandro Jodorowsky, il suo percorso iniziatico e artistico, l’evoluzione della sua consapevolezza fisica e mentale. Un’opera che mette il lettore davanti a un Alejandro «Jodo» Jodorowsky quasi in carne e ossa, presentandolo nei suoi aspetti più intimi e personali. Cosa vuol dire realmente invecchiare? Come si affronta il dolore per la perdita improvvisa di un figlio? Quant’è impegnativo portare avanti un rapporto di coppia davvero evolutivo e profondo? Attraverso le risposte, di Jodo e dei suoi amici e familiari più vicini, si entra in un universo fatto di esperienze forti e spesso violente, illuminazioni repentine e fallimenti colossali: un vero benvenuto nel personalissimo universo jodorowskiano, in cui non ci si prende troppo sul serio e si gioca a carte con le forze più misteriose del cosmo.

RECENSIONE:
Chi è Alejandro Jodorowsky?
Cineasta, fumettista, attore teatrale, romanziere, tarologo,...
Un personaggio estremamente ecclettico e creativo, che a fatica può essere inquadrato in una specifica categoria. 
Jodorowsky sfugge da ogni possibile convenzione: non è mai fermo, ma sempre proiettato verso un costante e continuo mutamento, e questa dinamicità lo rende imprevedibile e indecifrabile agli occhi di molti.
Queste sue caratteristiche si riflettono inevitabilmente nella sua arte, in particolare nei suoi film più iconici: El topo (1970) e La montagna sacra (1973).
Entrambi le pellicole hanno sconcertato e affascinato milioni di spettatori, conferendo ad Alejandro il titolo di personalità conturbante e... magica.
Ad accrescere ulteriormente questa sua fama mistica sono i suoi incontri settimanali, da lui chiamati Gabaret Mystiquedove offre letture gratuite di Tarocchi e prescrive atti psicomagici.
Penserete che il signor Alejandro Jodorowky si esaurisca qui?
Ebbene, non è così.
A mostrarci un'altra parte dell'universo Jodorosky, quella più intima e nascosta, è il giornalista francese Gilles Farcet.

Nel vecchio pianeta, nel mezzo di infiniti stati dell'estasi che popolano l'universo, un signore piuttosto vecchio con un uomo piuttosto giovane.
L'uomo piuttosto giovane chiede cose all'uomo piuttosto vecchio giocando il gioco della non-conoscenza, e l'altro gli risponde con il gioco della conoscenza.
- Universo Jodorowsky, Gilles Farcet, 85

La prima intervista riportata risale al 1989.
Alejandro ha sessant'anni, ed è con immensa benevolenza che accoglie in casa sua il giovane e trepidante giornalista. 
Bueno... 
Così inizia la lunga conversazione che ci condurrà alla scoperta della vita singolare di "Jodo", come viene amichevolmente chiamato da Gilles.
Si comincia questa avventura con una piccola tappa in Cile, la sua terra d'origine. 
Un luogo dall'atmosfera magica e poetica che inevitabilmente ha influenzato la creatività del giovane Alejandro, nonostante, in seguito, abbia deciso di abbandonarlo per rinascere in un nuovo paese: la Francia.
Da qui la sua carriera d'uomo d'arte inizia a evolversi: da scrittore di pantomime si avvicina sempre di più al cinema, dando vita al cinema iniziatico.  

Un cinema nel quale ci si incammina verso una presa di coscienza sempre più acuta. Per me l'iniziazione non è altro che il fatto di diventare più coscienti. Coscienti di che? Della totalità.
- Universo Jodorowsky, Gilles Farcet, 55

I critici lo giudicano un regista d'avanguardia, che sa dar vita a creazioni forti e vive.
In effetti, la visione dell'arte che possiede Jodo è davvero interessante... essa diventa un mezzo che fornisce la possibilità all'uomo di raggiungere la propria ricerca spirituale.

In questa intervista scopriamo come Jodo si è avvicinato al mondo arcano dei Tarocchi, divenendo uno dei più importanti tarologi del nostro tempo, e come sono iniziate le sue prime conferenze a riguardo, note oggi con il nome di Gabaret Mistique.

Lentamente entrano a far parte della sua arte iniziatica anche i fumetti, o comics come ama chiamarli lui, avviando numerose collaborando con importanti disegnatori.
Ma Jodo non si ferma qui, e sperimenta anche la scrittura di veri e propri romanzi!

Sembra un essere instancabile, pieno di energie positive e di infiniti progetti fantasmagorici da realizzare, ma rimane pur sempre un uomo, e nella sua vita non sono mancate delusioni e sofferenze.
Il fallimento del progetto del film Dune di Frank Herbert, seguito dalla prematura e dolorosa scomparsa di suo figlio sono state dure prove per Alejandro, e ci è voluto del tempo per poter metabolizzare questi eventi.


Passano quindici anni, è l'anno 2004, e Gilles decide di cimentarsi in una nuova intervista con il signor Jodorowsky, ormai settantenne.
Molte cose sono cambiate nella sua vita (una nuova casa, una nuova compagna, nuovi progetti), ma non la sua bontà e la sua grande creatività.
La vecchiaia non sembra rappresentare un ostacolo al suo essere dinamico, anzi si trasforma in una nuova consapevolezza di se stesso, che lo spinge a guardare il mondo che lo circonda con un'attitudine diversa.

La terza e ultima parte del libro è dedicata alle testimonianze di alcune persone che hanno condiviso con Jodorowsky esperienze importanti e indimenticabili, persone non legate esclusivamente alla sua famiglia o ai suoi colleghi di lavoro.
Nonostante ognuno di loro abbia vissuto un proprio e memorabile episodio con Jodo, tutti giungono alla medesima conclusione: che Jodorowsky è un uomo coerente con se stesso, dalla grande bontà e generosità.

Ogni romanzo, ogni libro profondo è un regalo dell'autore all'umanità. Lo scrittore investe tutto il suo tempo e tutta la sua energia nella creazione sapendo che non guadagnerà praticamente nulla. Che dono magnifico! Sì, gli scrittori sono dei benefattori del genere umano.
- Universo Jodorowsky, Gilles Farcet, 75

Universo Jodorowsky (2017) è il libro perfetto per chi vuole conoscere o approfondire la figura di Alejandro.
Non c'è il rischio di annoiarsi, se è quello che temete, poiché, a differenza di una semplice biografia o autobiografia, la  vivacità che anima l'intervista rende il lettore estremamente partecipe ai numerosi racconti e aneddoti di Jodo.
Attraverso queste conversazioni abbiamo la possibilità di andare oltre la superficie di questo notorio personaggio, scoprendo chi è veramente: un universo in continua espansione.

Ringrazio di cuore Spazio Editore per la fantasmagorica possibilità di collaborazione!

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.
 

sabato 27 marzo 2021

VENERE IN PELLICCIA di Leopold von Sacher-Masoch

Susciti incendi, e sei di ghiaccio. Avvolgiti nella tua pelliccia da despota, che a nessun'altra si addice come a te, crudele Dea della Bellezza e dell'Amore!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 24

TITOLO: Venere in pelliccia
AUTORE: Leopold von Sacher Masoch
TRADUTTORE: Giulio De Angelis e Maria Teresa Ferrari
EDITORE: SE
COLLANA: Testi e documenti
TRAMA: "Sia principessa o contadina, sia che indossi l'ermellino o il mantello foderato di pelo d'agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l'uomo suo schiavo, è una mia creatura". Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l'ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell'immagine di donna - preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle - che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, la "Venere in Pelliccia", qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Con uno scritto di Gilles Deluze.

RECENSIONE:
Severin von Kusiemski è un aristocratico galiziano, un giovane dal carattere inusuale e dall'animo sensibile, che, per una bizzarra coincidenza, comincerà a narrare una storia eccezionale, al limite della follia... la storia di come una donna è riuscita ha sconvolgere totalmente la sua vita.

La prima volta che Severin posò gli occhi sulla principessa Wanda Dunajew non poteva credere a quello che vedeva.
Davanti a lui non vi era una semplice donna stupenda, seducente e irresistibile, ma si ergeva una vera e propria divinità: una bellissima Venere.

I suoi morbidi e diabolici capelli rossi e suoi luminosi e violenti occhi verdi sono di una magnificenza ultraterrena, che soggioga senza riserve il cuore di Severin.

Nasce in lui un irrefrenabile desiderio: Severin brama il dolore e la sofferenza che solo questa dea, crudele e tirannica, può provocargli, e vuole ad ogni costo diventare il suo schiavo.

Se non posso godere interamente delle gioie dell'amore, voglio gustare sino alla feccia i suoi dolori e i suoi tormenti; voglio essere maltrattato, tradito dalla donna che amo, e più crudele sarà, tanto meglio. Anche questo è un piacere!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 49

Ecco che viene stipulano un contratto.
D'ora in avanti Severin non sarà altro che Gregor, lo schiavo della principessa Wanda, la quale avrà il diritto di fare di lui ciò che vuole: di punirlo, di umiliarlo, di picchiarlo e, addirittura, di ucciderlo se è questo il suo desiderio. E sarà solo lei che potrà decidere quando rendergli la libertà.
Sorge, così, la Venere in pelliccia: la glaciale despota distesa sull'ottomana e avvolta nella morbida pelliccia scura, colei che prova soddisfazione e piacere nello sferzare le più dure frustate sul corpo sofferente del suo martire.

È una potenza dolce, dolorosa e arcana a sospingerci, e noi smettiamo di pensare, di sentire, di volere, ci lasciamo sospingere senza chiedere dove.
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 53

Venere in pelliccia (Venus im Pellz, 1878) viene considerato uno dei più importanti capolavori della letteratura tedesca, e non posso che essere completamente d'accordo.

Lungi dall'essere un romanzo erotico incentrato esclusivamente su una relazione masochista, termine che non a caso deriva dal cognome dell'autore, la storia di Severin e Wanda pullula di interessanti e profondi spunti di riflessione, in primis sul concetto di bellezza e di arte

Il nostro protagonista è un vero e proprio esteta: un uomo che tende a concepire la sua stessa esistenza come arte. 
Difatti, il piacere che ricerca non deriva tanto dalla sofferenza inferta da Wanda e dalle sue frustate, ma quanto nel godere della visione di una donna bellissima e crudele, con indosso la sua pelliccia, che sta per infliggergli dolore. Un'immagine che diventa a tutti gli effetti un'opera d'arte per Severin. 

Come se non bastasse, il romanzo è ricco di riferimenti ad artisti, statue e dipinti famosi, e importanti città d'arte, come Firenze, fanno da sfondo alla vicenda.

L'autore, inoltre, indaga in un modo tutto particolare il rapporto uomo-donna, delineandolo fondamentalmente tramite la metafora per eccellenza del martello e dell'incudine... c'è sempre nella coppia chi prevarrà sull'altro e chi, invece, dovrà sottomettersi al suo volere. 
 
I personaggi sono straordinari e dinamici, e, attraverso le loro parole e le loro azioni, Masoch mostra al lettore alcuni conturbanti aspetti psicologici dell'essere umano.

Tutta la vicenda è narrata dal punto di vista di Severin, che altro non è che l'alter ego dello stesso Masoch, il quale ebbe una vita privata molto curiosa, costellata da relazioni amorose che ricalcano quella tra Severin e Wanda.   
Grazie alle sue parole riusciamo a esplorare una dimensione psichica controversa e affascinante, finendo per trascinarci nel suo costante struggimento e desiderio.
Wanda è sicuramente un personaggio affascinante, singolare e imprevedibile, una figura complessa da descrivere e dalle molteplici sfaccettature.
Ci appare come una divinità pagana, fredda, crudele e lussuriosa, eppure sotto queste vesti c'è qualcosa di più, un qualcosa di inaspettato e diverso dal ruolo che le affida in un primo momento Severin.

Lo stile di Sacher-Masoch è incantevole: elegante, sinuoso e, aggiungerei, baroccheggiante
Nel narrarci questa vicenda turbolenta, intrisa di perversioni e sentimenti di bramosia, non è mai volgare o brutale
Persino nel descrivere le scene più "cruente" e forti non viene meno questa sua raffinatezza. 

Concludo, a mal in cuore, dicendo che Venere in pelliccia è stata una lettura straordinaria e indimenticabile, e le cose da dire a riguardo sarebbero tantissime, ma spero che questa piccola e umile recensione abbia destato la vostra curiosità.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.
 


mercoledì 17 marzo 2021

COTTON TALES, Volume due di Loputyn

Nelle ore più buie e silenziose, quando non ci sono più distrazioni, l'illusione crolla.
Questo posto si mostra per ciò che è, terrificante e sospeso nel silenzio.
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 6
TITOLO: Cotton Tales, vol. 2
AUTRICE: Loputyn
EDITORE: Shockdom
COLLANA: Fusion
GENERE: Fumetto
TRAMA: Alla Villa dei Moran è palpabile l'eccitazione per l'imminente evento, il più atteso dai nobili delle città vicine: il ballo in maschera che si prospetta uno sfarzoso successo. Nicholas, Letizia e Cristopher, ora uniti, si aspettano che la festa sia un'occasione di divertimento che gli permetta di lasciarsi alle spalle preoccupazioni e dolori, ma nella vita dei tre non sembra esserci posto per la tranquillità: alle porte della villa busseranno per Nicholas i fantasmi del passato che, ormai, non possono più aspettare.

RECENSIONE:
I giorni passano e Nicholas continua a non ricordare nulla del suo passato
I segreti all'interno di villa Moran si infittiscono ancora di più, e il mistero che ruota attorno ai bizzarri conigli bianchi, i Sylvilagus, continua a rimanere irrisolto. 
Cosa sono? Perché non tutti possono vederli? Quali sono i loro poteri? 
Nonostante provi a celare la sua sofferenza, Nicholas non riesce a non cadere in un tetro sconforto.
Ad attenuare questa tortura, però, è la profonda amicizia che lo lega a Cristopher e Letizia, i suoi due migliori amici. 
Il loro rapporto così sincero, leale e puro, non solo impedisce a Nicholas di precipitare nell'oblio della follia, ma aiuta ciascuno di loro a prendere coraggio e affrontare i propri demoni, interiori e non solo.

Nel frattempo, l'atmosfera ambigua e minacciosache solitamente regna a villa Moran, sembra mitigarsi dietro l'imminente ballo in maschera
La villa risplende più che mai in questo clima festoso e gioioso, ma, purtroppo, è solo una tetra e triste illusione. 

«Perché non ti vuoi mostrare?» 
«Perché non credo tu sia pronto per vedere il volto di un fantasma».
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 12

A villa Moran ogni cosa è finzione. 
Nulla è ciò che appare, e la verità si nasconde in luoghi che non possono essere visibili, o per lo meno, non a tutti. 

La presa di questa consapevolezza da parte dei protagonisti non sarà semplice, e una lenta e amara discesa nel buio li attenderà... Ma sarà indispensabile per ritrovare la luminosa e inaspettata verità. 

Siamo conigli in un mondo di cacciatori. 
E tu ti sei gettata dritta tra le fauci del peggiore. 
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 83
Cotton Tales Vol. 2 (2019) di Loputyn (Jessica Cioffi) è il capitolo conclusivo di questo splendido e macabro fumetto. 

In questo volume entriamo nel vivo della storia, una storia che incuriosisce e stupisce costantemente il lettore.
L'imprevedibilità degli sviluppi della trama impedisce ogni tipo di previsione e costringe a una lettura incentrata sul momento: si possono costruire ipotesi, ma non si è mai certi di quello che potrebbe accadere nella pagina successiva.
Questo aspetto, che ho apprezzato moltissimo, non fa altro che rendere la storia ancora più coinvolgente e misteriosa.

Inoltre, l'importanza attribuita ai piccoli dettagli è affascinante: essi diventano i portatori di profondi significati. E non vi dico quanto mi abbia colpito questo mondo nascosto. 
È percepibile la presenza costante di forze contrapposte: luce e oscurità; bianco e nero; visibile e invisibile; bene e male. Concetti in eterno contrasto tra loro, sebbene inscindibili. 

Dal punto di vista stilistico si possono notare delle importanti differenze con il precedente capitolo.

I colori, nonostante mantengano una sostanziale tendenza a tonalità  delicate e tinte pastello, sono più intensi e scuri.
Il blu, con tutte le sue sfumature, diventa il protagonista indiscusso del novantanove per cento delle tavole.
Non a caso buona parte della storia si svolge nelle ore notturne, nelle quali solo la luce pallida della luna rischiara e attenua l'intensità di questo colore.
L'uso di queste tonalità evocano un'atmosfera tetra e sognante, che genera contrastanti sensazioni di tranquillità e inquietudine.
Inoltre, gli stessi disegni hanno subito una notevole trasformazione.
Considerando che tra la pubblicazione del primo volume e il secondo sono trascorsi quattro anni, credo sia normale che lo stile dell'autrice abbia subito un'evoluzione in questo arco di tempo.

Una vita rinchiusa in una torre di bugie. "Per proteggermi", dice.
Le menzogne e le illusioni sono diventate il mio mondo, la mia realtà.
Una gabbia le cui sbarre ho rafforzato io stessa.
- Loputyn, Cotton Tales, Vol.2, 95


Anche questa volta la caratterizzazione grafica dei personaggi è strabiliante, e non  ho potuto non amarli tutti. 
In questo volume, però, si sposta l'attenzione da Nicholas alla vera protagonista del volume: Letizia.

Letizia è un personaggio affascinante, magnetico ed estremamente dinamico.
La crescita interiore che compie nel corso della narrazione è davvero interessante e toccante. 
Fin da bambina, Letizia si è nutrita di bugie e illusioni per proteggersi dalla solitudine e dall'isolamento in cui è costretta, trasformandole in una vera gabbia.
Si è sempre aggrappa all'ideale di un amore corrisposto... un amore che la ferirà come la più affilata delle lame.
Qualcosa, però, cambierà in lei, e una nuova e profonda consapevolezza la porterà a distinguere la verità dalla menzogna.
Questa trasformazione è da attribuire anche alla presenza e al sostegno di Cristopher e Nicholas. Assistiamo, infatti, a scene di dolce intimità tra i tre protagonisti, e a momenti in cui lacrime e parole non dette si intersecano a sentimenti di vera amicizia

Spendo un ultima parola per il finale: perfetto!
La storia non si conclude veramente, ma ci lascia con un senso di sospensione. Non sappiamo realmente cosa capiterà ai tre protagonisti, e in questo modo si è liberi di immaginare e fantasticare sul loro futuro e sulla loro vita.

Che altro aggiungere se non che ho amato Cotton Tales e che lo consiglio agli amanti del genere e non solo. 

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.








giovedì 11 marzo 2021

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Luna nera

Sembrava proprio che i mostri preferissero parlare con me, piuttosto che con gli sbirri. E se vi state chiedendo perché diavolo i mostri si sentono così maledettamente a loro agio con me... be', me lo sono chiesta anch'io.
Dopotutto, resuscito gli zombie ed elimino i vampiri. Chi sono, io, per scagliare la prima pietra?

 - Laurell K. Hamilton, Luna nera, 192

TITOLO: Luna nera
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
TRADUTTORE: Alessandro Zabini
EDITORE: Tea Due
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy, Urban Fantasy
TRAMA: La relazione con Richard è la piacevole novità che attraversa la vita di Anita Blake, anche se conciliare il lavoro di risvegliante, la paura di legarsi a una persona e il fatto che quella persona è un licantropo non è poi così semplice. D'altra parte, la Sterminatrice di vampiri è abituata alle situazioni estreme e, per lei, le insidie sono sempre in agguato. In un bosco poco fuori St. Louis, infatti, viene scoperto il cadavere di un uomo mutilato. Convinta che sia colpa di un orso, la polizia vorrebbe archiviare il caso, ma per Anita è evidente che l'assassino è un lupo mannaro e che quella morte è collegata alla serie di sparizioni che sta sconvolgendo la comunità di licantropi. Non a caso, quella stessa notte, Anita viene convocata dal capobranco, Marcus ­ che è anche l'avversario più determinato di Richard ­, il quale le ordina di scoprire il responsabile dei rapimenti. Anita, suo malgrado, viene così coinvolta in un'indagine pericolosa, fitta di personaggi inquietanti e con troppi segreti da nascondere.

RECENSIONE:
Tutto sembra prendere una nuova piega nella vita di Anita Blake, potente Risvegliante e temuta sterminatrice di vampiri.

La sua relazione con Richard comincia a farsi sempre più seria, tanto che l'idea di un eventuale fidanzamento non è completamente da escludere. 
Il solo pensiero, però, le mette i brividi, e a confronto sarebbe meno spaventoso fronteggiare una mandria di vampiri inferociti. 
L'ordinarietà e la stabilità di un rapporto come questo stravolgerebbe radicalmente la sua vita, fatta di pericoli e oscure disavventure. 

Eppure la normalità non è propriamente il punto forte di questa coppia
Cosa potrebbe nascere tra una donna che resuscita morti e un lupo mannaro? 
Sì, gente. Richard è proprio un lupo mannaro, e neppure uno qualunque! 

L'ipotetico fidanzato di Anita, infatti, potrebbe diventare presto il nuovo maschio alfa, un ruolo ancora conteso e mantenuto dall'attuale capo branco, Marcus. 

Oltre il dissidio tra i più forti e potenti lupi mannari, nell'universo dei licantropi qualcosa di molto inquietante sta avendo luogo... E, come sempre, Anita si trova coinvolta in questa macabra e intricata vicenda. 

Otto licantropi sono scomparsi nel nulla,  spariti senza lasciar traccia, e questa situazione non fa altro che alimentare il sospetto che qualcuno abbia aperto una caccia per il loro sterminio. 

Contemporaneamente, un cadavere squartato viene rinvenuto dalla polizia
Anita, che in veste di consulente della  Regional Preternatural Investigation Team (squadra speciale per crimini soprannaturali) collabora alle indagini, è sicura che non si tratti dell'opera di un semplice animale selvaggio, bensì di un qualcosa di più feroce e mostruoso. 

Per completare in bellezza, ad aggiungersi agli infiniti problemi di Anita è la presenza del potente, sensuale e affascinante Master della città, il vampiro Jean-Claude
Perennemente convinto che la sua petit non resisterà a lungo all'attrazione fatale che prova per lui. 

« [...] Lo ami?» 
«In una regione recondita, tenebrosa e perversa del mio cuore, sì» 
- Laurell K. Hamilton, Luna nera, 262

Luna nera (Lunatic Cafe, 1996) è il quarto volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e anche questa volta ci ritroviamo catapultati in una nuova e allucinante disavventura. 

Differentemente dai romanzi precedenti (Nodo di sangue e Resti mortali), nei quali l'attenzione è rivolta prettamente al mondo oscuro dei vampiri, degli zombie e dei necrofagi, in questo capitolo si fa luce sulla complessa società dei licantropi.
Bisogna sottolineare che il termine licantropo non include esclusivamente i lupi mannari, bensì assume un significato più ampio, divenendo una categoria più eterogenea che ingloba diverse tipologie di mutaforma (ratti mannari, leopardi mannari, ecc...). 

Durante la narrazione scopriamo molti intrugli di questo fosco universo, non meno selvaggio e malvagio di quello dei vampiri che popolano la città di St. Louis. 
Ci viene presentata una comunità estremamente gerarchica, nella quale chi occupa i piani alti possiede il diritto di imporre il proprio potere e dominio sui più deboli, anche nei modi peggiori e impensabili. 

Una maledizione è come un estremo atto di volontà. Raccogli tutto il tuo potere, la tua magia o quello che è, e lo concentri su una sola persona; poi, imponendole la tua volontà, la convinci di essere maledetta. Lo fai sempre di persona in modo che l'altro sappia che la maledizione è stata effettivamente lanciata.
- Laurell K. Hamilton, Luna Nera, 73

Una considerazione che mi viene da fare in merito a questo volume è il fatto che l'azione si concentri maggiormente nelle ultime pagine, lasciando particolare spazio alla vita privata di Anita. 

Per la prima volta conosciamo una Anita combattuta a causa dei propri sentimenti... i suoi veri punti deboli. 

Si può amare un mostro e convivere con la sua parte più bestiale e primordiale? 
Troppi dubbi e timori si frappongono tra lei e Richard, il quale possiede l'amara consapevolezza della pericolosità della sua natura animalesca, e sa fin troppo bene come reagirebbe senza controllo a certi impulsi.
Aggiungerei che la presenza del diafano vampiro dagli occhi profondamente blu non aiuta molto Anita nel districarsi nella sua confusione, anzi. 

Sono molto curiosa di scoprire come andrà a finire questa tormentata vicenda amorosa, anche se spero di ritrovare nel prossimo volume un po' più di movimento e azione.

Lo stile della Hamilton anche in questo caso è sempre ben riconoscibile: lineare, scorrevole, diretto e coinvolgente. 
La narrazione segue un ritmo che tende ad accelerare verso gli ultimi capitoli, creando una sorta di tensione nel lettore che non lo abbondona fino alla fine.
Le descrizioni dell'ambientazione e dei personaggi mantengono quel loro tipico carattere macabro e grottesco, ed evocano un'atmosfera molto dark e urbana. 

Concludo dicendo che, nonostante l'inizio un po' lento e ripetitivo, Luna nera riesce ad essere intrigante e coinvolgente, con un finale esplosivo alla Hamilton maniera. 

Vedremo cosa mi riserverà questa lunga saga per il futuro.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.






MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...