Susciti incendi, e sei di ghiaccio. Avvolgiti nella tua pelliccia da despota, che a nessun'altra si addice come a te, crudele Dea della Bellezza e dell'Amore!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 24
TITOLO: Venere in pelliccia
AUTORE: Leopold von Sacher Masoch
TRADUTTORE: Giulio De Angelis e Maria Teresa Ferrari
EDITORE: SE
COLLANA: Testi e documenti
TRAMA: "Sia principessa o contadina, sia che indossi l'ermellino o il mantello foderato di pelo d'agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l'uomo suo schiavo, è una mia creatura". Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l'ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell'immagine di donna - preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle - che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, la "Venere in Pelliccia", qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Con uno scritto di Gilles Deluze.
RECENSIONE:
Severin von Kusiemski è un aristocratico galiziano, un giovane dal carattere inusuale e dall'animo sensibile, che, per una bizzarra coincidenza, comincerà a narrare una storia eccezionale, al limite della follia... la storia di come una donna è riuscita ha sconvolgere totalmente la sua vita.
La prima volta che Severin posò gli occhi sulla principessa Wanda Dunajew non poteva credere a quello che vedeva.
Davanti a lui non vi era una semplice donna stupenda, seducente e irresistibile, ma si ergeva una vera e propria divinità: una bellissima Venere.
I suoi morbidi e diabolici capelli rossi e suoi luminosi e violenti occhi verdi sono di una magnificenza ultraterrena, che soggioga senza riserve il cuore di Severin.
Nasce in lui un irrefrenabile desiderio: Severin brama il dolore e la sofferenza che solo questa dea, crudele e tirannica, può provocargli, e vuole ad ogni costo diventare il suo schiavo.
Se non posso godere interamente delle gioie dell'amore, voglio gustare sino alla feccia i suoi dolori e i suoi tormenti; voglio essere maltrattato, tradito dalla donna che amo, e più crudele sarà, tanto meglio. Anche questo è un piacere!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 49
Ecco che viene stipulano un contratto.
D'ora in avanti Severin non sarà altro che Gregor, lo schiavo della principessa Wanda, la quale avrà il diritto di fare di lui ciò che vuole: di punirlo, di umiliarlo, di picchiarlo e, addirittura, di ucciderlo se è questo il suo desiderio. E sarà solo lei che potrà decidere quando rendergli la libertà.
Sorge, così, la Venere in pelliccia: la glaciale despota distesa sull'ottomana e avvolta nella morbida pelliccia scura, colei che prova soddisfazione e piacere nello sferzare le più dure frustate sul corpo sofferente del suo martire.
È una potenza dolce, dolorosa e arcana a sospingerci, e noi smettiamo di pensare, di sentire, di volere, ci lasciamo sospingere senza chiedere dove.
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 53
Venere in pelliccia (Venus im Pellz, 1878) viene considerato uno dei più importanti capolavori della letteratura tedesca, e non posso che essere completamente d'accordo.
Lungi dall'essere un romanzo erotico incentrato esclusivamente su una relazione masochista, termine che non a caso deriva dal cognome dell'autore, la storia di Severin e Wanda pullula di interessanti e profondi spunti di riflessione, in primis sul concetto di bellezza e di arte.
Il nostro protagonista è un vero e proprio esteta: un uomo che tende a concepire la sua stessa esistenza come arte.
Difatti, il piacere che ricerca non deriva tanto dalla sofferenza inferta da Wanda e dalle sue frustate, ma quanto nel godere della visione di una donna bellissima e crudele, con indosso la sua pelliccia, che sta per infliggergli dolore. Un'immagine che diventa a tutti gli effetti un'opera d'arte per Severin.
Come se non bastasse, il romanzo è ricco di riferimenti ad artisti, statue e dipinti famosi, e importanti città d'arte, come Firenze, fanno da sfondo alla vicenda.
L'autore, inoltre, indaga in un modo tutto particolare il rapporto uomo-donna, delineandolo fondamentalmente tramite la metafora per eccellenza del martello e dell'incudine... c'è sempre nella coppia chi prevarrà sull'altro e chi, invece, dovrà sottomettersi al suo volere.
I personaggi sono straordinari e dinamici, e, attraverso le loro parole e le loro azioni, Masoch mostra al lettore alcuni conturbanti aspetti psicologici dell'essere umano.
Tutta la vicenda è narrata dal punto di vista di Severin, che altro non è che l'alter ego dello stesso Masoch, il quale ebbe una vita privata molto curiosa, costellata da relazioni amorose che ricalcano quella tra Severin e Wanda.
Grazie alle sue parole riusciamo a esplorare una dimensione psichica controversa e affascinante, finendo per trascinarci nel suo costante struggimento e desiderio.
Wanda è sicuramente un personaggio affascinante, singolare e imprevedibile, una figura complessa da descrivere e dalle molteplici sfaccettature.
Ci appare come una divinità pagana, fredda, crudele e lussuriosa, eppure sotto queste vesti c'è qualcosa di più, un qualcosa di inaspettato e diverso dal ruolo che le affida in un primo momento Severin.
Lo stile di Sacher-Masoch è incantevole: elegante, sinuoso e, aggiungerei, baroccheggiante.
Nel narrarci questa vicenda turbolenta, intrisa di perversioni e sentimenti di bramosia, non è mai volgare o brutale.
Persino nel descrivere le scene più "cruente" e forti non viene meno questa sua raffinatezza.
Concludo, a mal in cuore, dicendo che Venere in pelliccia è stata una lettura straordinaria e indimenticabile, e le cose da dire a riguardo sarebbero tantissime, ma spero che questa piccola e umile recensione abbia destato la vostra curiosità.
Caro FANTASMAGORICO LETTORE,
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