martedì 12 gennaio 2021

IL SANGUE DEL VAMPIRO di Florence Marryat

In me scorre il sangue del vampiro, il vampiro che sugge il respiro dalle sue vittime finché non muoiono.
- Florence Marryat, Il sangue del vampiro, 271
TITOLO: IL sangue del vampiro 
AUTRICE: Florence Marryat
EDITORE: Castelvecchi
COLLANA: Biblioteca dell'immaginario
TRADUTTORE: Alberto Frigo
GENERE: Horror, Gotico vittoriano
TRAMA: Figlia di una sacerdotessa voodoo e di uno scienziato pazzo che pratica la vivisezione, Harriet Brandt lascia la Giamaica, dove è nata, per approdare in Europa. Ospite dell'eccentrica baronessa Gabelli, trova una sistemazione definitiva a Londra. Bellissima e talentuosa, la ragazza affascina tutti coloro che hanno modo di conoscerla. Ma attribuire la carica sensuale e il mistero del suo fascino all'esotico retaggio tropicale non basta a fugare i sospetti che iniziano ad avvolgerne la figura. C'è qualcos'altro di strano in lei e chiunque le si avvicini sembra ammalarsi o morire. Il dottor Phillips ha una teoria: nelle vene di Harriet scorre sangue di vampiro e così la giovane donna sta risucchiando la vita di coloro che ama. Si tratta soltanto dell'esagerata supposizione di un medico ansioso o dietro la silente alterità di Harriet si nasconde davvero lo spettro di una maledizione? Nel capolavoro della grande Florence Marryat, tradotto per la prima volta in italiano, la risposta a questo inquietante interrogativo riposa nelle pieghe occulte della società vittoriana. Una storia carica di magnetismo, in cui il sesso liberato del corpo femminile e la passione per lo spiritismo danno nuova linfa a un tema leggendario, regalando nuovi brividi ai lettori affascinati dall'intramontabile mito del vampiro e del suo bacio mortale. Introduzione di Barbara Baraldi.

RECENSIONE:

Un soggiorno tranquillo, quasi tedioso e prevedibile, è quello che gli ospiti dell'Hotel Lion d'Or si aspettano di trascorrere nella località balneare di Heyst.

Tutti i villeggianti, per la maggior parte inglesi altolocati, condividono al momento del pasto la stessa immensa tavolata, e non potete immaginare quante personalità molteplici e bizzarre si ritrovano sedute l'una di fianco all'altra! Un'infinità di inglesi e forestieri dalle più peculiari caratteristiche e singolari relazioni.
Possiamo iniziare con il citare la stravagante e grottesca baronessa Gobelli, accompagnata dal suo quieto marito e dal suo docile figlio Bobby. Oppure, spostandoci dal lato opposto del tavolo, possiamo incontrare la seriosa e introversa Miss Elinor Leyton in coppia con la gentile e solare Mrs Margaret Pullen e la sua piccolina.  

Una sola sedia continua a rimanere vuota, destando in tutti una certa curiosità e alimentano i più improbabili pettegolezzi.
Magari è riservata ad un ospite speciale? O chissà se non si tratta proprio della principessa tedesca arrivata da poco in città.

A dispetto di ogni ipotesi, il posto viene prontamente occupato da una giovane straniera dall'aspetto davvero singolare, che provoca in tutti gli ospiti un profondo e insano interesse.

Pelle splendidamente pallida, capelli color nero blu, occhi scuri e labbra carnose... una bellezza arcana e sublime, che intimorisce e attrae contemporaneamente. 
Nessuno riesce a staccare gli occhi di dosso dalla nuova arrivata, come se tutti fossero stati colti da un'ipnosi collettiva; eppure, la pressione di ogni sguardo non la imbarazza minimamente, anzi.

Il suo atteggiamento, poi, non fa che sorprendere ancor di più i vacanzieri: con una disinvoltura fuori dal normale e una voracità simile a quella di un feroce predatore, la ragazza divora tutto il cibo nel suo piatto senza lasciare neppure una briciola. Bizzarro e, forse, un po' sconveniente.

Strano è il suo aspetto, strano è il suo comportamento, ma ancor più strana è la sua storia.

Presa una certa confidenza con Mrs Pullen, la giovane straniera, con fare gentile e raggiante, si presenta come Miss Harriet Brandt.
Nata in Giamaica, Harriet ha trascorso gli ultimi dieci anni chiusa in un convento nelle Indie Occidentali. Al raggiungimento della maggiore età ha potuto finalmente disporre della grossa eredità che suo padre, un noto medico e scienziato, le ha lasciato.
Ora, slegata da ogni vincolo, è libera di fare tutto ciò che vuole... anche viaggiare da sola per il mondo!

Ma può una signorina come Harriet, sola e senza nessuno a prendersene cura, disporre di una cifra così immensa e girare per le strade senza accompagnatore?
Non sarebbe poi così opportuno comportarsi e agire in questo modo, secondo il pensiero di Miss Leyton e Mrs Pullen, donne modello della società vittoriana.

Esistono molti casi come questo al mondo. Casi di individui che si nutrono letteralmente delle vite altrui, come il mortale albero del veleno sugge la vita della sua vittima, sprofondandola in un sonno senza più risveglio.
- Florence Marryat, Il sangue del vampiro, 140

Mrs Pullen, al contrario della sua amica, prova una sincera simpatia e tenerezza per Harriet, una ragazza davvero solare ed espansiva che da troppo tempo cova il desiderio di stringere delle vere amicizie.
Eppure, un fatto insolito la lascia perplessa.
Tutti coloro che hanno trascorso molto tempo in compagnia di Harriet sono andate incontro ad una trasformazione: una costante debolezza si impadronisce dei loro corpi, quasi a renderli del tutto inermi.

Chi è in realtà Harriet Brandt? 
Quale terribile maledizione le è stata tramandata dalle più lontane generazioni, e che continua a scorrerle nelle vene?
Perché chi le dona il suo affetto e amore va incontro a una tragica fine? 

Suo padre e sua madre erano assassini che sono stati ammazzati dai loro stessi domestici per vendicarsi delle loro atrocità, e hanno trasmesso la loro maledizione a questa ragazza... la maledizione del sangue negro e del sangue del vampiro, che uccide tutto ciò che accarezza.
- Florence Marryat, Il sangue del vampiro, 140

Ipnotico e affascinante, Il sangue del vampiro (The Blood of the Vampire, 1897) di Florence Marryat è un romanzo che definirei sorprendente e a tratti singolare, proprio come la sua protagonista.

In primo luogo perché, a discapito di quello che potrebbe suggerire ed evocare il titolo, Marryat riprende e trasforma il mito del vampiro, discostandosi totalmente dallo stereotipo del non-morto assetato di sangue a cui siamo abituati a pensare. E con molta probabilità questo rappresenta anche il motivo per cui non riscosse lo stesso successo del Dracula di Bram Stoker, pubblicato nello stesso anno, e non soddisfò i gusti del pubblico dell'epoca.

Il vampiro in questo caso diventa la metafora dell'outsider, del diverso e dell'escluso.
Harriet Brandt, nata in un mondo lontano e selvaggio e cresciuta in una famiglia fuori dagli schemi, non può che essere una straniera agli occhi di tutti.

Il suo aspetto distante dai canoni estetici occidentali, il suo modo di fare esuberante, spontaneo e sfacciato e il suo magnetismo incontrollabile si oppongono completamente alle caratteristiche della donna virtuosa e monastica tipica di quel periodo.
Indipendente da un punto di vista economico e non solo, esprime i suoi sentimenti liberamente, senza reprimerli o curarsi di seguire una qualsivoglia condotta adeguata a una signorina del suo rango.

In aggiunta, fin dalla nascita, Harriet è perseguitata da una terribile maledizione di sangue, insita nel suo corredo genetico, che mette in pericolo la vita di tutti i coloro che le sono vicini.
La ragazza diventa una conoscenza da evitare, una presenza dal malefico influsso dal quale si genera solo malattia e morte. 
Harriet non può amare senza indebolire e annientare
Tuttavia, questa sua anomalia non intimorisce i sentimenti di Anthony Pennel, un'innamorato dell'umanità nonché uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. L'unico uomo che davanti alla sua avvenenza e sensualità si è lasciato incantare anche dalla sua intelligenza e profondità d'animo, una profondità che tutti ignorano, soffermandosi solo davanti alla sua apparenza e al suo oscuro passato.

Quanto poche sono le donne che hanno la schiettezza e il coraggio di dichiarare apertamente il loro amore come fai tu. Mia dolce figlia del sole. Le donne di questo gelido Paese non hanno idea della gioia che un amore reciproco come il nostro ha il potere di conferire. Ci ameremo per sempre, mia Hally, e quando l'età avrà fatto sfiorire i nostri corpi, i nostri spiriti continueranno ad amarsi.
- Florence Marryat, Il sangue del vampiro, 263 

Harriet Brandt, inoltre, non può che essere l'alter ego dell'autrice stessa, una donna estremamente anticonvenzionale e totalmente diversa dalla consueta concezione della figura femminile in epoca vittoriana.
Oltre a essere stata una prolifica scrittrice, Florence Marryat fu anche drammaturga, attrice e cantante.  Fu una grande sostenitrice dello spiritismo ed ebbe la possibilità di incontrare i più noti medium di fine Ottocento. In aggiunta viaggiò moltissimo e trascorrere un lungo periodo in India, luogo che ispirò numerose delle sue opere più celebri.
In conclusione, una personalità eclettica tutta da scoprire! Ed è un vero peccato (infatti mi piange letteralmente il cuore) non poter disporre di altri suoi libri in italiano.

Insomma, trovo Il sangue del vampiro un romanzo davvero coinvolgente e intrigante, tragico e malinconico, con una vicenda che merita di essere letta da tutti, amanti del genere o meno.
I personaggi sono tutti estremamente dinamici e vibranti, dalle personalità uniche e complesse. 
Inoltre, attraverso l'ambientazione, il romanzo ci mostra un fedele ritratto della società vittoriana e di tutte le sue contraddizioni.
 
Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.


giovedì 31 dicembre 2020

BLACK FRIARS L'Ordine della Croce di Virginia de Winter

Era un'oscurità diversa da quella della notte che si era lasciata alle spalle e che ormai volgeva al termine; brulicava di una vita torbida e selvatica che faceva appello a qualcosa nel suo sangue e la chiamava a sé.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Croce

TITOLO: BLACK FRIARS, L'Ordine della Croce Vol.4
AUTRICE: Virginia de Winter
EDITORE: Fazi Editore
COLLANA: Lain
GENERE: Dark Fantasy, Gotico
TRAMA: La Vecchia Capitale non ha pace. Scossa dai tumulti del Presidio, avvelenata dai malefici di Belladore de Lanchale, l’antica città dovrà ora affrontare un nemico senza eguali. L’ultima erede della dinastia Blackmore, garante della tregua con le creature del Presidio, è stata ritrovata, ma le malvagie entità accetteranno che sia proprio la giovane Sophia a custodire un armistizio suggellato dalla sua antenata migliaia di anni prima? Le forze del male hanno destato dal suo riposo l’Ordine della Croce e i cavalieri sono pronti a imbracciare le mitologiche spade per difendere il genere umano dalla minaccia delle nebbie demoniache. Intanto, ancora ignara del pericolo, Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di uno studente dell’Università. Questa volta i suoi poteri di Evocatrice sono vani, ma grazie alle sole conoscenze mediche giunge a una verità inquietante: le ossa rinvenute sono le chiavi di uno scrigno che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale, segreti di personaggi potenti disposti a tutto perché non siano svelati. Eppure, come in un labirinto di delitti e apparizioni dal passato, ogni filo di questa storia passionale e avvincente sembra destinato a ricongiungersi. Virginia de Winter chiude la serie culto Black Friars con una giostra di rocambolesche avventure cappa e spada, di potenti cavalieri e coraggiose eroine che rischieranno tutto per compiere il loro destino.

RECENSIONE:
L'eco di epoche remote, talmente lontane da sconfinare nel mito, riecheggia, ora più che mai, tra le terre del Vecchio Continente

Misteriosi e sconcertanti accadimenti lasciano presagire sempre più marcatamente la caliginosa presenza delle Creature del Presidio: esseri demoniaci arginati da tempi immemori in una regione al centro della Vecchia Capitale al fine di preservare la pace con gli uomini, concedendo loro di oltrepassare questi limiti solamente la notte della Vigilia di Ognissanti.
Un vincolo, questo, che non sembra essere più rispettato come un tempo.

Questa precaria situazione di equilibrio è deteriorata definitivamente a partire dai tragici e controversi eventi della Rivolta, quando la famiglia Blackmore della Reggenza di Altieres, garante della Tregua tra umani e demoni, fu brutalmente sterminata.
In assenza di un erede umano Blackmore ad assicurare la pace, queste creature hanno valicato i cancelli del Presidio senza difficoltà, rispondendo al comando silenzioso di un misterioso padrone.

La speranza di porre fine alle violente incursioni delle Creature del Presidio e di scoprire la verità sulla causa di tutto questo male è tornata a farsi più forte dopo il ritrovamento dell'unica sopravvissuta all'eccidio dei Blackmore, Sophia Blackmore. 

Qualcuno, però, è pronto a mettere in atto le peggiori magie oscure per far sì che ciò non avvenga.

Alcuni fatti sconcertanti cominciano ad aggiungersi alla lunga fila di misteri che avvolgono la Vecchia Capitale, a partire dal rinvenimento di uno scheletro anonimo in un cimitero "maledetto".
Lo stemma presente sul logoro mantello che ancora lo circonda ricorda quello dell'Ordine della Penna, una delle più antiche Fraternitates studentesche esistenti.
Ad essa apparteneva l'enigmatica Clarisse Granville Blackmore, la defunta regina di Altieres. 
Ella disponeva del potere innato di Evocator, lo stesso che permette a Eloise Weiss di dominare le Creature del Presidio. 

L'ipotesi che la stessa Clarisse Granville abbia potuto aizzare i demoni contro la propria famiglia diventa sempre più plausibile, date le numerose coincidenze e sconcertanti rivelazioni; eppure, assieme a lei altri hanno contribuito a scatenare questa catastrofe... e non solo... 
Altri omicidi, che per lungo tempo non sono stati identificati come tali, lentamente cominciano a tornare a galla, rivelando inquietanti verità.

Il sospetto del coinvolgimento di terzi viene confermato dal tentato avvelenamento del vampiro Haydan "Cain" Blackmore, l'unico testimone oculare dello sterminio della propria famiglia.

Sebbene Cain non ricordi assolutamente nulla degli eventi fatali che precedono la sua trasformazione nel sangue, di recente alcune piccole reminiscenze del passato hanno ricominciano a riaffiorare nella sua memoria, rendendolo una pericolosa minaccia per i colpevoli.

Un modo per annientare un vampiro, oltre la luce del sole e il calore del fuoco, è l'avvelenamento da sangue di cadavere... e chi meglio dei necromanti del Granducato di Nalvalle conosce i segreti per rendere vivo un corpo che non lo è più, ingannando anche la vista acuta di un redivivo?

 La prima legge recita che, per dialogare con  la morte, devi abbracciarla ogni giorno.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Croce

Ai cadaveri che camminano si aggiungono scatole musicali dalla musica ineludibilefantasmi irrequieti, continui attentanti alla vita della principessa Sophia e, per concludere in bellezza, il ritorno dei Cavalieri dell'Ordine della Croce.

Nato con il compito di distruggere le Creature del Presidio, L'Ordine della Croce ha convertito le proprie funzioni militari in quelle di una Fraternitas universitaria dopo l'istaurazione della Tregua; ma, con il presentarsi del pericolo di un'imminente guerra, il suo potere originale è riemerso, mettendosi alla ricerca di animi adatti a questo compito.
Sette sono i Cavalieri della Croce, ma la comparsa del settimo segnerebbe la fine di ogni cosa... un tragico epilogo per tutti.

Non avrai una vita facile. Leggi sempre tutti i libri che puoi, suona, ama la musica e vai all'opera, L'arte sarà la tua oasi di bellezza anche nei momenti più bui, e ti consentirà di mantenere intatta la tua anima.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Croce, 134


L'Ordine della Croce (2013) di Virginia de Winter, quarto volume della saga BLACK FRIARS,  potremmo considerarlo il capitolo conclusivo delle vicende che animano le lontane vie del Vecchio Continente, se non fosse per la passione dell'autrice di lasciare sempre alcune porte socchiuse... e chissà se presto qualche nuova e macabra disavventura tornerà a farci compagnia.
Personalmente lo spero proprio. 

Per ben quattro romanzi (L'Ordine della Spada, L'Ordine della Chiave, L'Ordine della Penna) si ha la possibilità di immergersi in un universo arcano dalle atmosfere gotiche e romantiche, popolato da splendide creature della notte, crudeli entità immerse nella nebbia e tanti altri personaggi intriganti, appassionanti e terribilmente divertenti.

Nel lungo corso della narrazione si assiste a una profonda evoluzione dei personaggi: una crescita interiore che li ha costretti a confrontarsi con la parte più oscura del proprio essere, conducendoli verso la conoscenza e l'accettazione delle proprie fragilità, tanto da trasformarle in veri punti di forza.
Una maturazione, quindi, che si origina dalle difficoltà più ardue e che si riflette inevitabilmente nelle loro relazioni, rafforzandosi in  strette amicizie o in autentici amori.
  
Un esempio eccezionale di personaggio che è andato incontro a una metamorfosi costante, pur rimanendo sempre fedele a se stessa, è Eloise Weiss, la nostra cara e onnisciente protagonista.
 
Incontrata per la prima volta nei panni di una brillante studentessa del corso di Medicina, priva di ogni controllo sulle sue facoltà di Evocator e sul suo cuore in subbuglio, Eloise ha lentamente abbandonato le sue insicurezze, raggiungendo una piena padronanza dei suoi poteri. 
Il moto dei suoi sentimenti continua ancora a sfuggirle un po' di mano... ma sappiamo benissimo come l'amore sappia essere davvero ingestibile. 
Molto interessante è stato assistere all'evolversi del suo rapporto con Axel Vandemberg, un rapporto che, nonostante tutto, ha mantenuto quel suo caratteristico tocco turbolento e passionale che fin dagli esordi lo ha reso unico e inimitabile.

Aggiungerei che anche Sophia Blackmore, contemporaneamente al suo acerrimo "nemico" Gabriel Stuart, ha intrapreso una bella crescita personale. 
Gradualmente ha compreso la portata delle sue facoltà e del suo ruolo di erede Blackmore, e l'importanza della fiducia in se stessa e nelle persone che le vogliono bene, senza dover per forza ricorrere a sotterfugi che implicano la magia.

Come loro anche tanti altri personaggi hanno perseguito una propria e particolare evoluzione personale, affrontando paure, verità crudeli, perdite, bugie, pregiudizi (come quello che la poesia è del tutto inutile...).

Il carisma e l'empatia che tutti questi infiniti personaggi sprigionano e trasmettono al lettore è il risultato della grande capacità dell'autrice di definirli molto bene e di renderli vibranti nella nostra immaginazione.

Un'altra caratteristica che apprezzo tantissimo ed è sempre presente all'interno di ogni volume della saga è il modo in cui l'intreccio viene strutturato, rimandando all'idea di un puzzle da comporre.
Numerosi sono i tasselli, apparentemente privi di senso, che ci troviamo tra le mani. Al momento non ci dicono nulla, ma se proseguiamo con pazienza e attenzione notiamo come vanno a incastrarsi perfettamente tra di loro.
Suspense e colpi di scena inaspettati mantengono costantemente viva la nostra curiosità, che  non desidera altro che essere saziata a dovere, rendendo l'intera vicenda davvero avvincente.

Vorrei concludere dicendo che mi sono terribilmente affezionata alla serie BLACK FRIARS (cosa che mi capita molto raramente), e se siete giunti fin qui vi consiglio caldamente di recuperarla.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.

martedì 22 dicembre 2020

BLACK FRIARS L'Ordine della Penna di Virginia de Winter

Nell'ombra qualcuno stava preparando un altare, le candele erano bianche e nere, le statue erano vestite di scuro, una Madonna dal volto invaso di lacrime dava le sue sembianze a una divinità dell'oltretomba con le sue mani scure di terra e il volto rigato di lacrime di sangue. 
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Penna, 445


TITOLO: BLACK FRIARS, L'Ordine della Penna Vol.3
AUTRICE: Virginia de Winter
EDITORE: Fazi Editore
COLLANA: Lain
GENERE: Dark Fantasy, Gotico
TRAMA: Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti. Eloise Weiss deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell'erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo. Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l'ordine là dove ormai esiste solo il caos.

RECENSIONE:
Per lunghi anni Sophia ha vissuto con la consapevolezza di non essere altro che una semplice orfana, una tra le tante ragazze anonime cresciute assieme ai monaci della Nazione di  Aldenor.
Questo finché un vampiro dagli occhi ametista, Ashton Blackmore, non le ha rivelato di essere l'unica superstite mortale della stirpe Blackmore, nonché l'ultima erede della Reggenza di Altieres.

Sophia si ritrova così a far parte di una delle più antiche famiglie del Vecchio Continente, una famiglia dal passato tanto oscuro quanto controverso.

Fin dai tempi più remoti, i Blackmore sono stati i custodi della Tregua tra gli umani e le creature demoniache relegate nel Presidio (isola delimitata al centro della Vecchia Capitale); non a caso, tutti i suoi discendenti godono di poteri soprannaturali, sia coloro che appartengono alla linea umana che a quella di sangue, i redivivi Blackmore.
Questa pace, però, andò incontro a una irrimediabile rovina: le creature del Presidio riuscirono misteriosamente a sconfinare oltre il loro limiti, dando origine a sanguinosi e violenti scontri (ricordati nella storia come i giorni della Rivolta), e l'intera dinastia umana Blackmore fu sterminata atrocemente.
Nessuno di loro riuscì a salvarsi, e l'ultimo erede umano, Haydan Blackmore, venne trasformato in vampiro da suo cugino Adrian quando era ormai in fin di vita, perdendo del tutto la memoria e con essa ogni possibilità di conoscere la verità.

Per quasi sedici anni, nessuno ha mai sospettato che una bambina, nata in un momento così tragico, potesse essere stata messa al sicuro e nascosta segretamente in un orfanotrofio. 
Quella bambina era l'ultima dei Blackmore. 

Ora Sophia è la sola a possedere le capacità per ristabilire quell'equilibrio perduto, assicurando una nuova e solida Tregua; ma, naturalmente, è ancora una ragazzina inconsapevole della grandezza del suo potere, e dovrà imparare a conoscere se stessa, le sue origini e la sua Nazione.

Ogni aspetto della sua vita è andato incontro a radicali cambiamenti, a cominciare dal suo trasferimento nel collegio di Altieres, la sua nuova casa.
In questo luogo sconosciuto non tutti sono bendisposti nel riconoscerle il ruolo di regnante, considerandola una straniera del nord senza alcun riguardo per le tradizioni religiose che animano questa Nazione meridionale.

La presenza di Sophia, inoltre, desta una profonda e intensa ostilità nell'animo di Gabriel Stuart Sinclair, colui che, per lungo tempo, era stato designato successore al trono di Altieres, avendo la parentela più prossima ai Blackmore.
Già in passato, prima che Sophia fosse riconosciuta come legittima erede, tra i due esisteva un forte e violento antagonismo, un'avversione che continua a persistere e ad amplificarsi di giorno in giorno. 
Sophia è determinata a far scontare al suo rivale tutta la sofferenza che le sta causando... 
Ma qual è il modo migliore per vendicarsi di chi la odia dal più profondo del suo essere?
Chiedere l'aiuto di Santa Elienne sembrerebbe essere un buon inizio per la punizione esemplare, se solo qualcosa di insidioso e indomabile non fosse sfuggito al suo controllo. 
Ciò che abbiamo fatto, forse, non è ancora irreparabile.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Penna, 11

Nel frattempo è giunto il mese di novembre, un mese dedicato al culto dei morti, e gli abitanti di Altieres si preparano per la colorata e allegra Festa delle Anime per rendere onore ai loro defunti.
Qualcosa di inconsueto, però, inizia a sconcertare tutte le terre del Vecchio Continente: orde di fantasmi irrequieti affollano le strade delle città e dei cimiteri.
Eloise Weiss, studentessa della Societas di Medicina nonché indiscussa protagonista del primo volume della saga BLACK FRIARS, è certa che non vi sia lo zampino diretto delle creature del Presidio, bensì di qualcuno che sta provando a richiamare dal mondo dei morti un'entità molto potente.

A questa macabra situazione si affiancano altre cupe e bizzarre coincidenze, che, in un modo o nell'altro, riconducono ai misteriosi eventi della Rivolta. 
La vicenda si infittisce ulteriormente di segreti sempre più raccapriccianti, legati all'enigmatica amicizia di tre potenti Evocatores (coloro che, come Eloise, riuscivano a dominare le creature del Presidio) e dei loro affari con Belladore, una controversa vampira dalle origini arcaiche e oscure.

Mito e leggenda si intersecano alla storia più remota del Vecchio Continente, quando la convivenza tra divinità, demoni e uomini non era ancora stata separata da nessun confine, un confine che è diventato necessario per emarginare il male e la possibilità di scontri violenti.
Ma allora perché qualcuno si sta cimentando nel distruggerlo? Chi è desideroso di aprire il sipario a una terribile guerra?
C'erano cose che dovevano restare confinate nel perimetro dei cimiteri. La vita segreta dei morti era qualcosa che non avrebbe mai riguardare i vivi.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Penna, 476

L'Ordine della Penna (2012) di Virginia de Winter, terzo volume della saga BLACK FRIARS, riprende la narrazione a partire dagli ultimi avvenimenti de L'Ordine della Spada (interrotta dall'interludio del secondo libro, L'Ordine della Chiave).

In questo capitolo abbiamo il piacere di fare la conoscenza di nuovi e singolari personaggi, alcuni già precedentemente accennati e altri del tutto inediti, affiancati, comunque, dagli storici protagonisti della saga.
Dalla natura estremamente vibrante ed empatica, anche le new entry non smentiscono la strabiliante abilità di entrare in confidenza con l'animo del lettore.
Questo è un aspetto distintivo dei libri della de Winter, che riesce a dar vita a numerosi individui tutti ben definiti e mai stereotipati
Si percepisce perfettamente la volontà dell'autrice di non fermarsi di fronte alla semplice definizione del personaggio, ma di spingersi dentro il suo universo di luci e ombre, sviscerandolo fino in fondo, così da dar vita a una personalità realistica e concreta.

Assistiamo così alle infinite peripezie di Sophia, impulsiva ed esuberante, che, nonostante tutte le nuove restrizioni e incombenze che spettano a una principessa, non riesce a fare a meno di mettersi nei guai. 
La sua singolare testardaggine non le rende la vita più semplice, soprattutto in un ambiente che chiama casa ma che, al contrario, la identifica come una straniera. 
Come se non bastasse, il gelido e controverso Gabriel Stuart non smette di reclamare ciò che gli appartiene, provocandola i continuo.
Entrambi fermi in una sorta di pregiudizio nei confronti dell'altro, non sanno che è in arrivo un evento inatteso lontano da ogni loro previsione, qualcosa che va oltre la semplice magia di Altieres.
L'evolversi di questo rapporto comporterà, per entrambi, il guardarsi dentro, scoprendo che il più delle volte si preferisce costruire delle bugie piuttosto che avere a che fare con la vulnerabilità dei sentimenti.
 
Per Altieres puoi struggerti di nostalgia anche senza esserci mai stato.
- Virginia de Winter, BLACK FRIARS L'Ordine della Penna, 476

Vorrei spendere alcune parole per la bellezza e il fascino decadente della Nazione di Altieres.
Premettendo che il pezzo forte di questa saga siano le accurate ed eleganti descrizioni delle varie ambientazione, credo che la de Winter abbia dato il meglio di sé nel dipingere questa terra dalle atmosfere arcane e malinconiche, ed è stato impossibile non innamorarmene perdutamente. 
Totalmente differente dalle altre otto Nationes, Altieres appare come un luogo fermo in epoca ormai dimenticata, nel quale l'antico culto degli dèi non è mai stato sradicato completamente, camuffando le proprie divinità nei santi della religione ufficiale. 
In questo posto la concezione della morte si colora di sfumature singolari: le celebrazioni per i defunti perdono quel carattere funereo e cupo che caratterizza il resto del Continente, assumendo una connotazione più festosa e giocosa.
Inoltre, ogni forma di rituale dedicato agli dèi e di evocazioni degli spiriti (che ricordano quelli tipici del Voodoo) sono delle mansioni specifiche delle Madrine e dei Dottori delle Anime, abitanti di Altieres che hanno superato gli oscuri confini degli inferi e sono riuscite a tornare indietro.

Non vorrei sembrare ripetitiva, ma anche questa volta lo stile di scrittura si riconferma raffinato e curato, sempre contraddistinto da quel suo sapore antico. 
L'alternanza di parti dalla poeticità macabra, che evocano atmosfere romantiche e gotiche, ad altre più ricche di azione e colpi di scena rendono la narrazione incalzante, coinvolgente e intricante. 
Senza tralasciare uno spiccato senso dell'umorismo che riesce sempre a far scappare un sorriso.

Concludo dicendo che il mio giudizio su questa saga continua a essere fantasmagoricamente positivo, e vi assicuro che al solo pensiero di leggere l'ultimo volume mi piange il cuore... mi sono troppo affezionata all'universo di BLACK FRIARS.

In ultimo, se siete appassionati di dark fantasy e amanti delle atmosfere gotiche e medievaleggianti, e se vi incuriosiscono le storie labirintiche, misteriose e macabre, nelle quali intrighi, passioni e magia si fondono... allora vi consiglio questa lettura!

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.

giovedì 17 dicembre 2020

IL VAMPIRO. Storia vera di Franco Mistrali

Io mi propongo puramente e semplicemente di narrare una vicenda alla quale ho assistito, e di cui non mi uscirà mai dalla mente la dolorosa ricordanza: è un istoria vera che parrà a molti un romanzo, e non è: la storia di un dramma intimo, terribile, spietato.
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 16
TITOLO: Il vampiro. Storia vera
AUTORE: Franco Mistrali
EDITORE: Edizioni Arcoiris
COLLANA: La Biblioteca di Lovecraft
GENERE: Gotico, Storico, Giallo
TRAMA: Il vampiro (1869) è il primo romanzo italiano sul tema dei revenant. Sette segrete, complotti, stregoneria, eros e thanatos sono gli ingredienti di un giallo gotico da riscoprire.

RECENSIONE:
Un misterioso narratore, un'identità oscura eppure estremamente presente, ci rende partecipi di una vicenda straordinaria, al limite tra il reale e il fantastico; un intricato labirinto di segreti e di eventi inspiegabili, legati tra loro dalle più arcane superstizioni, che ha percorso in prima persona.

È l'anno 1862 quando la nostra voce narrante si trova nella sfavillante città di Monaco. Una permanenza, la sua, atta ad affievolire una terribile sofferenza: la perdita della donna amata. 

Gli effetti di questo suo soggiorno non tardano a influire positivamente sul suo animo: trascorrere gran parte del suo tempo al Casino gli ha permesso di distrarsi e di fare  nuove e interessanti conoscenze, nonché di poter instaurare curiose amicizie, in particolar modo con il Conte Alfredo Kostia.

Discendente di una delle più ricche e nobili famiglie della Polonia russa, il Conte Kostia si presenta immediatamente come una persona affabile ed educata che, una volta stretta una ferrea e intima amicizia con il nostro narratore, decide di ospitarlo nella sua dimora.

In questo luogo, elegante e accogliente, il narratore nota con curioso interesse la presenza di uno splendido dipinto nella biblioteca, che il suo amico tende a contemplare in silenzio per lunghe ore.
Il quadro rappresenta una giovane donna dai morbidi capelli biondi, che con leggiadria muove i passi in direzione delle acque di un lago. 
Alcuni suoi particolari lasciano presumere che il pittore si sia ispirato al personaggio di Ofelia dell'Amleto di Shakespeare, eppure, dietro quell'immagine dalla bellezza irreale sembra nascondersi un segreto.
È innegabile che tra il Conte Kostia e il dipinto vi sia un'intesa misteriosa che il nostro narratore stenta a cogliere, e che troverebbe sconveniente domandare a riguardo.

Il mistero del dipinto, però, inizia a infittirsi ancor di più dopo un'incontro inaspettato.

Nel mentre di una loro passeggiata nei boschi, scorgono in lontananza un gruppo di stranieri tra i quali spicca una bella giovane dalla bellezza veramente ideale, che il narratore percepisce aver già incontrato in precedenza... ma in quale altra occasione?
Alla sua vista, però, la reazione del Conte Kostia desta forte preoccupazione nel suo amico, che nota il suo repentino cambio di umore.

Pallido come una fantasma, Alfredo comincia a sollevare insolite questioni che ruotano attorno alla veridicità di alcune superstizioni e alla possibilità che i morti possano ritornare tra i vivi.

I morti tornano e fra il mondo visibile e il mondo invisibile esiste una indissolubile catena, come esiste tra il passato e il presente. 
- Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 16
Un'insana superstizione prende il sopravvento nei discorsi irrazionali del conte, ma egli ci tiene a puntualizzare che dietro queste sue considerazioni stravaganti vi sia una spiegazione coerente e attendibile. 

Dieci anni prima Pia Ludowiska, nome della donna dipinta nonché della donna amata da Kostia, morì in circostanze non del tutto chiare. 
Ancora più misterioso e inquietante, però, è il fatto che il suo cadavere non si trovi più nel luogo destinato al suo eterno riposo. Kostia sostiene l'ipotesi che sia diventata una revenant, un vampiro, e lo perseguiti.

Di lì a breve, entrambi ricevono l'invito per partecipare a una serata organizzata dalla principessa Metella di Schonenberg, la bella straniera incontrata pochi giorni prima nel bosco.
Signora di mondo dal fascino conturbante, Metella desta un certo turbamento nel narratore e nel Conte Kostia, poiché non sfugge loro un'inconfutabile somiglianza con la defunta Pia.

La superstizione comincia a impossessarsi anche dei pensieri razionali della voce narrante e a guidare la sua fervida immaginazione verso leggende lontane, lasciandolo sempre più sconcertato davanti alle bizzarre coincidenze tra le due donne
Qualcosa gli dice, però, che la macabra vicenda nasconde in realtà un segreto ancora più oscuro e intricato, un enigma che è disposto a scoprire per aiutare il suo caro amico. 

Da questo momento in poi una serie di infinite peripezie accompagneranno le indagini del nostro protagonista, il quale si troverà a districarsi in ricerche che riguarderanno vicende storiche relative alla Russia zarista, occulte e pericolose società segrete, vendette di sangue, arcane religioni e inquietanti alchimisti.
Il sangue diventa il potente motore che muove gli ingranaggi di questo complesso ingranaggio, diventando, in un certo senso, la chiave che apre la porta della verità... una verità avvolta in fitte tenebre.

Il sangue non è soltanto vita, ma è voce; il sangue è l'ago magnetico di quell'immenso mondo ignoto che chiamano la vita.
                                                                                                    - Franco Mistrali, IL VAMPIRO. Storia vera, 266

Il vampiro. Storia vera (1869) di Franco Mistrali, pubblicato tre anni prima Carmilla di Le Fanu e ben ventotto anni prima Dracula di Stoker, fu il primo romanzo della letteratura italiana a inserire al suo interno la leggendaria figura del vampiro.

La storia di Mistrali è rimasta per lungo tempo nell'ombra, soprattutto a causa della sua difficile reperibilità. 
Fortunatamente, oggi abbiamo la possibilità di leggere quest'opera grazie alla nuovissima edizione curata da La Biblioteca di Lovecraft, la quale è arricchita dalle ipnotiche e conturbanti illustrazioni di Michele Carnielli.

Nonostante il titolo possa richiamare alla mente una determinata categoria di romanzi, questo libro inserisce il tema del vampirismo in un modo tutto particolare e interessante: non si avrà direttamente a che fare con la tipica creatura assetata di sangue, bensì alle sue più curiose e inaspettate declinazioni. 
Il termine vampiro, in questo senso, si collegherà a una misteriosa società segreta caratterizzata da un vero e proprio culto del sangue, e che, per una serie di intricate vicende, si avvilupperà alla macabra storia del Conte Kostia e della sua amata.
Qualcosa di oscuro ha superato la soglia che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, poiché una vendetta di sangue guida da anni uno spirito inquieto, una vendetta che svanirà solamente nel suo adempimento.

In questa atmosfera onirica, nella quale la verità tende a confondersi con la mera superstizione, Mistrali  non si sottrae dall'inserire una parte storica, essenziale per attestare la veridicità delle parole del nostro narratore.  

Amico lettore, tu dirai che fu un sogno di mente inferma ma: io ti dico che fu tremenda realtà: storia vera.
- Franco Mistali, Il vampiro. Storia vera

In tal senso, durante la narrazione il lettore si trova a viaggiare avanti e indietro nel tempo e in diversi luoghi dell'Europa e non solo: da Monaco a San Pietroburgo, da Mosca alla Siberia, da Varsavia a Parigi,...
Una fitta e intricata rete di vicende, apparentemente scollegate tra loro, si incastrano alla storia dell'Impero Russo di Nicolò Romanoff.
Un amore impossibile, contrastato dal volere dei più potenti, diventerà il punto di partenza di un labirinto senza via di fuga, nel quale un susseguirsi quasi infinito di personaggi renderà il torbido mistero del Conte Kostia ancora più impenetrabile e spaventoso.

Alla complessità dell'intreccio si affianca quella dello stile di Mistrali.
Nella prefazione del libro si spiega la volontà da parte dei curatori di rimanere fedeli al testo originale, correggendo esclusivamente evidenti refusi tipografici e uniformando i nomi propri e i luoghi.
Per questo motivo, il lessico e la sintassi risultano essere molto lontani dal nostro quotidiano: l'impiego di alcuni termini caduti in disuso e di un'inusuale punteggiatura potrebbero destare dell'iniziale confusione nel lettore non abituato ad approcciarsi a questo tipo di letteratura.
Personalmente ho trovato davvero piacevole questo stile raffinato, retro ed evocativo, ritenendolo interessante e curioso nella sua singolarità, senza esserne in nessun modo infastidita. La narrazione possiede una sua scorrevolezza, e quel tocco di poeticità presente nelle descrizioni rende il tutto estremamente coinvolgente.
 
L'atmosfera che pervade l'intero romanzo ci riporta indietro nel tempo, in un universo lontano ma non troppo, quando il confine tra scienza e magia non era così netto e chiaro e la superstizione era capace di appropriarsi facilmente delle menti più razionali.

Tutti i personaggi sono estremamente conturbanti ed enigmatici: avvolti da oscuri e cruenti misteri, non si è mai totalmente certi della loro vera identità e della loro storia. 
Il narratore anonimo è l'unico ad avere le possibilità di districarsi in questo contorto gioco di maschere, e scoprire una verità assolutamente inaspettata.

Riscoprire oggi questo romanzo è stata un'esperienza unica e un'ottima opportunità per avvicinarmi alla letteratura ottocentesca italiana che, per mia colpa, tendo a trascurare preferendo quella straniera.
Il vampiro. Storia vera è la prova che nel nostro paese il gotico non ha nulla da invidiare ai più noti romanzi anglosassoni.

In conclusione, mi sento di consigliarvi questa lettura, in particolare a tutti gli amanti del genere gotico, storico e giallo. 

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se deciderai di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.




MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...