sabato 27 marzo 2021

VENERE IN PELLICCIA di Leopold von Sacher-Masoch

Susciti incendi, e sei di ghiaccio. Avvolgiti nella tua pelliccia da despota, che a nessun'altra si addice come a te, crudele Dea della Bellezza e dell'Amore!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 24

TITOLO: Venere in pelliccia
AUTORE: Leopold von Sacher Masoch
TRADUTTORE: Giulio De Angelis e Maria Teresa Ferrari
EDITORE: SE
COLLANA: Testi e documenti
TRAMA: "Sia principessa o contadina, sia che indossi l'ermellino o il mantello foderato di pelo d'agnello, sempre questa donna con la pelliccia e la frusta, che rende l'uomo suo schiavo, è una mia creatura". Con queste parole lo scrittore galiziano Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895) ha tratteggiato l'ossessivo fantasma della propria esistenza e della propria fantasia artistica, quell'immagine di donna - preludio alle dispotiche e crudeli figure femminili della letteratura fin de siècle - che ha possentemente ispirato la più nota delle sue opere, la "Venere in Pelliccia", qui presentata nella seconda e definitiva edizione del 1878. Con uno scritto di Gilles Deluze.

RECENSIONE:
Severin von Kusiemski è un aristocratico galiziano, un giovane dal carattere inusuale e dall'animo sensibile, che, per una bizzarra coincidenza, comincerà a narrare una storia eccezionale, al limite della follia... la storia di come una donna è riuscita ha sconvolgere totalmente la sua vita.

La prima volta che Severin posò gli occhi sulla principessa Wanda Dunajew non poteva credere a quello che vedeva.
Davanti a lui non vi era una semplice donna stupenda, seducente e irresistibile, ma si ergeva una vera e propria divinità: una bellissima Venere.

I suoi morbidi e diabolici capelli rossi e suoi luminosi e violenti occhi verdi sono di una magnificenza ultraterrena, che soggioga senza riserve il cuore di Severin.

Nasce in lui un irrefrenabile desiderio: Severin brama il dolore e la sofferenza che solo questa dea, crudele e tirannica, può provocargli, e vuole ad ogni costo diventare il suo schiavo.

Se non posso godere interamente delle gioie dell'amore, voglio gustare sino alla feccia i suoi dolori e i suoi tormenti; voglio essere maltrattato, tradito dalla donna che amo, e più crudele sarà, tanto meglio. Anche questo è un piacere!
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 49

Ecco che viene stipulano un contratto.
D'ora in avanti Severin non sarà altro che Gregor, lo schiavo della principessa Wanda, la quale avrà il diritto di fare di lui ciò che vuole: di punirlo, di umiliarlo, di picchiarlo e, addirittura, di ucciderlo se è questo il suo desiderio. E sarà solo lei che potrà decidere quando rendergli la libertà.
Sorge, così, la Venere in pelliccia: la glaciale despota distesa sull'ottomana e avvolta nella morbida pelliccia scura, colei che prova soddisfazione e piacere nello sferzare le più dure frustate sul corpo sofferente del suo martire.

È una potenza dolce, dolorosa e arcana a sospingerci, e noi smettiamo di pensare, di sentire, di volere, ci lasciamo sospingere senza chiedere dove.
- Leopold von Sacher-Masoch, Venere in pelliccia, 53

Venere in pelliccia (Venus im Pellz, 1878) viene considerato uno dei più importanti capolavori della letteratura tedesca, e non posso che essere completamente d'accordo.

Lungi dall'essere un romanzo erotico incentrato esclusivamente su una relazione masochista, termine che non a caso deriva dal cognome dell'autore, la storia di Severin e Wanda pullula di interessanti e profondi spunti di riflessione, in primis sul concetto di bellezza e di arte

Il nostro protagonista è un vero e proprio esteta: un uomo che tende a concepire la sua stessa esistenza come arte. 
Difatti, il piacere che ricerca non deriva tanto dalla sofferenza inferta da Wanda e dalle sue frustate, ma quanto nel godere della visione di una donna bellissima e crudele, con indosso la sua pelliccia, che sta per infliggergli dolore. Un'immagine che diventa a tutti gli effetti un'opera d'arte per Severin. 

Come se non bastasse, il romanzo è ricco di riferimenti ad artisti, statue e dipinti famosi, e importanti città d'arte, come Firenze, fanno da sfondo alla vicenda.

L'autore, inoltre, indaga in un modo tutto particolare il rapporto uomo-donna, delineandolo fondamentalmente tramite la metafora per eccellenza del martello e dell'incudine... c'è sempre nella coppia chi prevarrà sull'altro e chi, invece, dovrà sottomettersi al suo volere. 
 
I personaggi sono straordinari e dinamici, e, attraverso le loro parole e le loro azioni, Masoch mostra al lettore alcuni conturbanti aspetti psicologici dell'essere umano.

Tutta la vicenda è narrata dal punto di vista di Severin, che altro non è che l'alter ego dello stesso Masoch, il quale ebbe una vita privata molto curiosa, costellata da relazioni amorose che ricalcano quella tra Severin e Wanda.   
Grazie alle sue parole riusciamo a esplorare una dimensione psichica controversa e affascinante, finendo per trascinarci nel suo costante struggimento e desiderio.
Wanda è sicuramente un personaggio affascinante, singolare e imprevedibile, una figura complessa da descrivere e dalle molteplici sfaccettature.
Ci appare come una divinità pagana, fredda, crudele e lussuriosa, eppure sotto queste vesti c'è qualcosa di più, un qualcosa di inaspettato e diverso dal ruolo che le affida in un primo momento Severin.

Lo stile di Sacher-Masoch è incantevole: elegante, sinuoso e, aggiungerei, baroccheggiante
Nel narrarci questa vicenda turbolenta, intrisa di perversioni e sentimenti di bramosia, non è mai volgare o brutale
Persino nel descrivere le scene più "cruente" e forti non viene meno questa sua raffinatezza. 

Concludo, a mal in cuore, dicendo che Venere in pelliccia è stata una lettura straordinaria e indimenticabile, e le cose da dire a riguardo sarebbero tantissime, ma spero che questa piccola e umile recensione abbia destato la vostra curiosità.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
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Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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mercoledì 17 marzo 2021

COTTON TALES, Volume due di Loputyn

Nelle ore più buie e silenziose, quando non ci sono più distrazioni, l'illusione crolla.
Questo posto si mostra per ciò che è, terrificante e sospeso nel silenzio.
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 6
TITOLO: Cotton Tales, vol. 2
AUTRICE: Loputyn
EDITORE: Shockdom
COLLANA: Fusion
GENERE: Fumetto
TRAMA: Alla Villa dei Moran è palpabile l'eccitazione per l'imminente evento, il più atteso dai nobili delle città vicine: il ballo in maschera che si prospetta uno sfarzoso successo. Nicholas, Letizia e Cristopher, ora uniti, si aspettano che la festa sia un'occasione di divertimento che gli permetta di lasciarsi alle spalle preoccupazioni e dolori, ma nella vita dei tre non sembra esserci posto per la tranquillità: alle porte della villa busseranno per Nicholas i fantasmi del passato che, ormai, non possono più aspettare.

RECENSIONE:
I giorni passano e Nicholas continua a non ricordare nulla del suo passato
I segreti all'interno di villa Moran si infittiscono ancora di più, e il mistero che ruota attorno ai bizzarri conigli bianchi, i Sylvilagus, continua a rimanere irrisolto. 
Cosa sono? Perché non tutti possono vederli? Quali sono i loro poteri? 
Nonostante provi a celare la sua sofferenza, Nicholas non riesce a non cadere in un tetro sconforto.
Ad attenuare questa tortura, però, è la profonda amicizia che lo lega a Cristopher e Letizia, i suoi due migliori amici. 
Il loro rapporto così sincero, leale e puro, non solo impedisce a Nicholas di precipitare nell'oblio della follia, ma aiuta ciascuno di loro a prendere coraggio e affrontare i propri demoni, interiori e non solo.

Nel frattempo, l'atmosfera ambigua e minacciosache solitamente regna a villa Moran, sembra mitigarsi dietro l'imminente ballo in maschera
La villa risplende più che mai in questo clima festoso e gioioso, ma, purtroppo, è solo una tetra e triste illusione. 

«Perché non ti vuoi mostrare?» 
«Perché non credo tu sia pronto per vedere il volto di un fantasma».
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 12

A villa Moran ogni cosa è finzione. 
Nulla è ciò che appare, e la verità si nasconde in luoghi che non possono essere visibili, o per lo meno, non a tutti. 

La presa di questa consapevolezza da parte dei protagonisti non sarà semplice, e una lenta e amara discesa nel buio li attenderà... Ma sarà indispensabile per ritrovare la luminosa e inaspettata verità. 

Siamo conigli in un mondo di cacciatori. 
E tu ti sei gettata dritta tra le fauci del peggiore. 
- Loputyn, Cotton Tales Vol. 2, 83
Cotton Tales Vol. 2 (2019) di Loputyn (Jessica Cioffi) è il capitolo conclusivo di questo splendido e macabro fumetto. 

In questo volume entriamo nel vivo della storia, una storia che incuriosisce e stupisce costantemente il lettore.
L'imprevedibilità degli sviluppi della trama impedisce ogni tipo di previsione e costringe a una lettura incentrata sul momento: si possono costruire ipotesi, ma non si è mai certi di quello che potrebbe accadere nella pagina successiva.
Questo aspetto, che ho apprezzato moltissimo, non fa altro che rendere la storia ancora più coinvolgente e misteriosa.

Inoltre, l'importanza attribuita ai piccoli dettagli è affascinante: essi diventano i portatori di profondi significati. E non vi dico quanto mi abbia colpito questo mondo nascosto. 
È percepibile la presenza costante di forze contrapposte: luce e oscurità; bianco e nero; visibile e invisibile; bene e male. Concetti in eterno contrasto tra loro, sebbene inscindibili. 

Dal punto di vista stilistico si possono notare delle importanti differenze con il precedente capitolo.

I colori, nonostante mantengano una sostanziale tendenza a tonalità  delicate e tinte pastello, sono più intensi e scuri.
Il blu, con tutte le sue sfumature, diventa il protagonista indiscusso del novantanove per cento delle tavole.
Non a caso buona parte della storia si svolge nelle ore notturne, nelle quali solo la luce pallida della luna rischiara e attenua l'intensità di questo colore.
L'uso di queste tonalità evocano un'atmosfera tetra e sognante, che genera contrastanti sensazioni di tranquillità e inquietudine.
Inoltre, gli stessi disegni hanno subito una notevole trasformazione.
Considerando che tra la pubblicazione del primo volume e il secondo sono trascorsi quattro anni, credo sia normale che lo stile dell'autrice abbia subito un'evoluzione in questo arco di tempo.

Una vita rinchiusa in una torre di bugie. "Per proteggermi", dice.
Le menzogne e le illusioni sono diventate il mio mondo, la mia realtà.
Una gabbia le cui sbarre ho rafforzato io stessa.
- Loputyn, Cotton Tales, Vol.2, 95


Anche questa volta la caratterizzazione grafica dei personaggi è strabiliante, e non  ho potuto non amarli tutti. 
In questo volume, però, si sposta l'attenzione da Nicholas alla vera protagonista del volume: Letizia.

Letizia è un personaggio affascinante, magnetico ed estremamente dinamico.
La crescita interiore che compie nel corso della narrazione è davvero interessante e toccante. 
Fin da bambina, Letizia si è nutrita di bugie e illusioni per proteggersi dalla solitudine e dall'isolamento in cui è costretta, trasformandole in una vera gabbia.
Si è sempre aggrappa all'ideale di un amore corrisposto... un amore che la ferirà come la più affilata delle lame.
Qualcosa, però, cambierà in lei, e una nuova e profonda consapevolezza la porterà a distinguere la verità dalla menzogna.
Questa trasformazione è da attribuire anche alla presenza e al sostegno di Cristopher e Nicholas. Assistiamo, infatti, a scene di dolce intimità tra i tre protagonisti, e a momenti in cui lacrime e parole non dette si intersecano a sentimenti di vera amicizia

Spendo un ultima parola per il finale: perfetto!
La storia non si conclude veramente, ma ci lascia con un senso di sospensione. Non sappiamo realmente cosa capiterà ai tre protagonisti, e in questo modo si è liberi di immaginare e fantasticare sul loro futuro e sulla loro vita.

Che altro aggiungere se non che ho amato Cotton Tales e che lo consiglio agli amanti del genere e non solo. 

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
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giovedì 11 marzo 2021

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Luna nera

Sembrava proprio che i mostri preferissero parlare con me, piuttosto che con gli sbirri. E se vi state chiedendo perché diavolo i mostri si sentono così maledettamente a loro agio con me... be', me lo sono chiesta anch'io.
Dopotutto, resuscito gli zombie ed elimino i vampiri. Chi sono, io, per scagliare la prima pietra?

 - Laurell K. Hamilton, Luna nera, 192

TITOLO: Luna nera
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
TRADUTTORE: Alessandro Zabini
EDITORE: Tea Due
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy, Urban Fantasy
TRAMA: La relazione con Richard è la piacevole novità che attraversa la vita di Anita Blake, anche se conciliare il lavoro di risvegliante, la paura di legarsi a una persona e il fatto che quella persona è un licantropo non è poi così semplice. D'altra parte, la Sterminatrice di vampiri è abituata alle situazioni estreme e, per lei, le insidie sono sempre in agguato. In un bosco poco fuori St. Louis, infatti, viene scoperto il cadavere di un uomo mutilato. Convinta che sia colpa di un orso, la polizia vorrebbe archiviare il caso, ma per Anita è evidente che l'assassino è un lupo mannaro e che quella morte è collegata alla serie di sparizioni che sta sconvolgendo la comunità di licantropi. Non a caso, quella stessa notte, Anita viene convocata dal capobranco, Marcus ­ che è anche l'avversario più determinato di Richard ­, il quale le ordina di scoprire il responsabile dei rapimenti. Anita, suo malgrado, viene così coinvolta in un'indagine pericolosa, fitta di personaggi inquietanti e con troppi segreti da nascondere.

RECENSIONE:
Tutto sembra prendere una nuova piega nella vita di Anita Blake, potente Risvegliante e temuta sterminatrice di vampiri.

La sua relazione con Richard comincia a farsi sempre più seria, tanto che l'idea di un eventuale fidanzamento non è completamente da escludere. 
Il solo pensiero, però, le mette i brividi, e a confronto sarebbe meno spaventoso fronteggiare una mandria di vampiri inferociti. 
L'ordinarietà e la stabilità di un rapporto come questo stravolgerebbe radicalmente la sua vita, fatta di pericoli e oscure disavventure. 

Eppure la normalità non è propriamente il punto forte di questa coppia
Cosa potrebbe nascere tra una donna che resuscita morti e un lupo mannaro? 
Sì, gente. Richard è proprio un lupo mannaro, e neppure uno qualunque! 

L'ipotetico fidanzato di Anita, infatti, potrebbe diventare presto il nuovo maschio alfa, un ruolo ancora conteso e mantenuto dall'attuale capo branco, Marcus. 

Oltre il dissidio tra i più forti e potenti lupi mannari, nell'universo dei licantropi qualcosa di molto inquietante sta avendo luogo... E, come sempre, Anita si trova coinvolta in questa macabra e intricata vicenda. 

Otto licantropi sono scomparsi nel nulla,  spariti senza lasciar traccia, e questa situazione non fa altro che alimentare il sospetto che qualcuno abbia aperto una caccia per il loro sterminio. 

Contemporaneamente, un cadavere squartato viene rinvenuto dalla polizia
Anita, che in veste di consulente della  Regional Preternatural Investigation Team (squadra speciale per crimini soprannaturali) collabora alle indagini, è sicura che non si tratti dell'opera di un semplice animale selvaggio, bensì di un qualcosa di più feroce e mostruoso. 

Per completare in bellezza, ad aggiungersi agli infiniti problemi di Anita è la presenza del potente, sensuale e affascinante Master della città, il vampiro Jean-Claude
Perennemente convinto che la sua petit non resisterà a lungo all'attrazione fatale che prova per lui. 

« [...] Lo ami?» 
«In una regione recondita, tenebrosa e perversa del mio cuore, sì» 
- Laurell K. Hamilton, Luna nera, 262

Luna nera (Lunatic Cafe, 1996) è il quarto volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e anche questa volta ci ritroviamo catapultati in una nuova e allucinante disavventura. 

Differentemente dai romanzi precedenti (Nodo di sangue e Resti mortali), nei quali l'attenzione è rivolta prettamente al mondo oscuro dei vampiri, degli zombie e dei necrofagi, in questo capitolo si fa luce sulla complessa società dei licantropi.
Bisogna sottolineare che il termine licantropo non include esclusivamente i lupi mannari, bensì assume un significato più ampio, divenendo una categoria più eterogenea che ingloba diverse tipologie di mutaforma (ratti mannari, leopardi mannari, ecc...). 

Durante la narrazione scopriamo molti intrugli di questo fosco universo, non meno selvaggio e malvagio di quello dei vampiri che popolano la città di St. Louis. 
Ci viene presentata una comunità estremamente gerarchica, nella quale chi occupa i piani alti possiede il diritto di imporre il proprio potere e dominio sui più deboli, anche nei modi peggiori e impensabili. 

Una maledizione è come un estremo atto di volontà. Raccogli tutto il tuo potere, la tua magia o quello che è, e lo concentri su una sola persona; poi, imponendole la tua volontà, la convinci di essere maledetta. Lo fai sempre di persona in modo che l'altro sappia che la maledizione è stata effettivamente lanciata.
- Laurell K. Hamilton, Luna Nera, 73

Una considerazione che mi viene da fare in merito a questo volume è il fatto che l'azione si concentri maggiormente nelle ultime pagine, lasciando particolare spazio alla vita privata di Anita. 

Per la prima volta conosciamo una Anita combattuta a causa dei propri sentimenti... i suoi veri punti deboli. 

Si può amare un mostro e convivere con la sua parte più bestiale e primordiale? 
Troppi dubbi e timori si frappongono tra lei e Richard, il quale possiede l'amara consapevolezza della pericolosità della sua natura animalesca, e sa fin troppo bene come reagirebbe senza controllo a certi impulsi.
Aggiungerei che la presenza del diafano vampiro dagli occhi profondamente blu non aiuta molto Anita nel districarsi nella sua confusione, anzi. 

Sono molto curiosa di scoprire come andrà a finire questa tormentata vicenda amorosa, anche se spero di ritrovare nel prossimo volume un po' più di movimento e azione.

Lo stile della Hamilton anche in questo caso è sempre ben riconoscibile: lineare, scorrevole, diretto e coinvolgente. 
La narrazione segue un ritmo che tende ad accelerare verso gli ultimi capitoli, creando una sorta di tensione nel lettore che non lo abbondona fino alla fine.
Le descrizioni dell'ambientazione e dei personaggi mantengono quel loro tipico carattere macabro e grottesco, ed evocano un'atmosfera molto dark e urbana. 

Concludo dicendo che, nonostante l'inizio un po' lento e ripetitivo, Luna nera riesce ad essere intrigante e coinvolgente, con un finale esplosivo alla Hamilton maniera. 

Vedremo cosa mi riserverà questa lunga saga per il futuro.

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lunedì 1 marzo 2021

La via della trasmutazione alchemica OBLIVIUM /RUBENS /LUX di M.M. Judas

Se l'oscurità per te è mistero, e se è il mistero ad aver governato la tua vita da quando ti ricordi, allora vieni con me. Vieni con me. Ma ricorda: un mistero, per definizione, non va svelato.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica

TITOLO: La via della trasmutazione alchemica OBLIVIUM /RUBENS /LUX 
AUTORE: M.M Judas 
EDITORE: Edizioni Spazio Interiore 
COLLANA: Talismani
SINOSSI: Gli alchimisti usavano formule ed espressioni segrete per mascherare le loro attività volte alla ricerca della perfezione e soprattutto le loro identità. L’autore, occulto come da tradizione alchemica, conduce con sé il lettore in un viaggio attraverso l’oscurità delle tenebre alla conquista della luce. Una narrazione sospesa tra sogno, visione, confessioni personali e riflessioni stimolanti che, con la forza dell’allegoria, si rivela un vero manuale di discesa e risalita dall’ombra in quel processo di trasmutazione alchemica umana che conduce alla luminosa consapevolezza di sé. Il lettore verrà coinvolto e condotto attraverso tre distinte tappe – corrispondenti agli stadi di trasformazione alchemica – vivendo in prima persona quella trasmutazione interiore che dall’oscurità della notte lo condurrà ad assistere all’alba della propria luce vitale. Con prefazione di Claudio Marucchi.

RECENSIONE:
La nostra società ci insegna a temere l'oscurità e a starle il più lontano possibile, considerandola una portatrice di male, ignoranza e ombre minacciose. 
Aver paura di quello che apparentemente non è visibile e, di conseguenza, incontrollabile, non è un buon motivo per ignorarlo. 
In un certo senso si ha la sensazione di essere ancora condizionati dalle considerazioni del buon vecchio Freud: mantenersi sempre a debita distanza da quel fosco universo rappresentato dall'inconscio, un universo da sottomettere al volere dell'Io. 
Ma è mai possibile che la ragione conquisti un qualcosa di immensamente più grande e potente? 

Personalmente ho sempre trovato conforto nel buio e nel suo isolamento, ed è dal suo silenzio che spesso provengono le risposte alle mie domande più intime. 

Questo libro, però, mi ha mostrato una parte d'ombra che non conoscevo. 
Mi ha invitato a seguire un percorso fatto di discesa, risalita e unificazione. Un percorso costruito sulle parole, ma non semplici parole! D'altronde il significante non è che una porta per giungere al significato. 
In questo viaggio ci trasformiamo di pagina in pagina, e alla fine, quando volteremo l'ultima, sarà difficile ricordare in che modo e con quale intenzione abbiamo intrapreso questa lettura.
 
Il fine ultimo non è trasformarsi in qualcosa di definito. Il fine ultimo è imparare a trasformarsi continuamente, senza smettere mai. Il fine ultimo è trasformare la fine in un inizio, sempre. 
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 47

La via della trasmutazione alchemica (2020) di M.M Judas non è un libro che facilmente può essere descritto a parole. 
Sarebbe bello potervi mostrare in un qualche modo le sensazioni e le emozioni che ho provato leggendolo, in quanto il linguaggio verbale può andarci vicino ma non renderebbe fedelmente l'idea di ciò che vorrei trasmettere.
Inoltre, sono certa che ogni lettore coglierebbe sensazioni ed emozioni ben diverse dalle mie, dando vita alle più personali e intime riflessioni.
Per questi motivi definirei questa lettura singolare e sorprendente, una lettura da intraprendere almeno una volta nella vita. 

[...] il mistero più grande è anche, come sempre, il più inaspettato.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 49

Il primo mistero in un libro di misteri è proprio il suo stesso artefice. 
L'autore/autrice, che conosciamo con lo pseudonimo di M.M Judas, è un'identità oscura e ignota, la quale vive proprio nel messaggio insito nell'opera.
Ci dice, infatti, che non è importante concentrare la nostra attenzione sul suo nome, bensì sull'ascolto della sua voce e sull'insegnamento che intende trasmetterci in questo viaggio.

Il libro si struttura in tre parti, tre momenti: OBLIVIUM, RUBENS e LUX.

Iniziamo con lo scendere nell'ombra, tappa indispensabile per cominciare un processo di rinascita, e come afferma la nostra intima guida: solo chi ha sondato le tenebre può governare la luce.
La discesa rappresenta il momento di confrontarci con i nostri grandi demoni e di dimenticarli, ma è anche il momento di morire.

Nella seconda parte siamo i benvenuti nella rosseggiante Terra di Mezzo, un "luogo" nel quale avremo la possibilità di osservare il mondo da diverse prospettive, riscoprendone le più infinite e meravigliose sfumature. Tutto assume un nuovo e inaspettato significato qui, e scopriamo come quei parametri fissi che ci permettevano di giudicare e definire non sono poi così saldi come credevamo. 
In questa terra, poi, avviene un evento straordinario: la luce e l'ombra si fondono, tornando finalmente a riunirsi.

Alla fine del nostro percorso c'è Lux, il comandante bianco dell'armata nera.
Una luce inaspettata, diversa... e, naturalmente, lascio a voi la sorpresa e l'emozione di scoprirla.

Parlando ora dello stile di scrittura, esso è lineare, semplice e diretto
La chiarezza della prosa rende la lettura davvero scorrevole e coinvolgente, e ho apprezzato tantissimo il modo in cui tematiche importanti e profonde, che richiedono una particolare attenzione per essere interiorizzate, sono state trattate con discorsi naturali e logici.

Non c'è alcun peccato nello smarrirsi. Il vero peccato è non andarsi a cercare.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 28

Concludo questa recensione col dirvi che leggere questo libricino (non fatevi ingannare dalla sua piccolezza, mi raccomando!) è stata un'esperienza unica e stimolante, mi ha permesso di pormi delle domande e riflettere su alcuni aspetti della mia vita e del mondo che mi circonda.
Sono certa che quando ne sentirò il bisogno potrò tornare tra le sue pagine e trovare una guida pronta a tendermi la mano.
Una lettura che consiglio caldamente a tutti.

Ringrazio, inoltre, Spazio Editore per la splendida opportunità di collaborazione!

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MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...