domenica 26 settembre 2021

LOLLY WILLOWES O L'AMOROSO CACCIATORE di Sylvia Townsend Warner

Era nelle cose che non si vedevano che lei sentiva la propria inadeguatezza.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 43.

TITOLO: Lolly Willowes o L'amoroso cacciatore
AUTRICE: Sylvia Townsend Warner 
EDITORE: Adelphi Edizioni
TRADUZIONE: Grazia Gatti
SINOSSI: Lolly Willowes è una donna amabile e solitaria, «benestante e con tutta probabilità destinata a non sposarsi». Va a Londra dal fratello maggiore. Ma rimane sempre un essere a parte rispetto alla famiglia, dove a poco a poco diventa una «zia Lolly» che tutti pensano di conoscere come un soprammobile. Intanto la mente di Lolly vaga, si allontana, si estrania in modo irrevocabile dal perbenismo bonariamente coercitivo dei suoi parenti. Lolly, in verità, cova da sempre in sé qualcosa, che è una vocazione: la vocazione della strega. Nella sua vita, osservata dall'esterno, sembra che non accada mai nulla. E invece in lei si tesse «un complotto di tenebra». Così, un giorno, Lolly si scrolla di dosso ogni vincolo e va a vivere da sola, in campagna. Ancora non sa che lì è andata per offrirsi come preda al Principe delle Tenebre. Che sarà puntuale ad aspettarla. Con impavida naturalezza, con ironica euforia, Lolly scopre una notte di trovarsi in mezzo a un Sabba e riconosce negli altri accoliti molti fra i suoi paciosi compaesani. Ma più che al Sabba, che finisce sempre per somigliare un po' a un ballo di beneficenza, Lolly è incline al colloquio con il Demonio, si presenti egli come un gatto irsuto o come un guardacaccia o come un paesaggio (e rare volte il paesaggio ha parlato come in questo romanzo). Allora si accende una superba esaltazione amorosa. Lolly, la «vergine negletta», ormai irraggiungibile dalla tediosità del mondo («No! Non mi avrete. Non tornerò indietro»), ha scoperto quanto vi è di esplosivo in lei («Ma le donne lo sanno di essere dinamite, e non vedono l'ora che si verifichi l'esplosione che renderà loro giustizia»). Di quella deflagrazione farà dono al suo «amoroso cacciatore», dallo sguardo «che non desidera e che non giudica», con il quale Lolly intreccia il suo dialogo, capriccioso e sottile, fra l'amante e l'amata: «Tu sei oltre, i miei pensieri sprizzano da te come nella teoria della forza centrifuga». Lolly Willowes apparve nel 1926.

RECENSIONE:
Laura Willowes ha sempre saputo di essere diversa.
Fin da bambina la sua indole introversa l'ha spinta a coltivare passatempi insoliti e solitari, primi tra tutti la lettura e la botanica. 
Laura, infatti, ama trascorrere le sue giornate immersa nel silenzio rassicurante della sua libreria e nella quiete misteriosa della campagna.
La natura, così splendida e oscura, non può che attrarre la sua fantasia, tanto che ogni giorno si mette sulle tracce di nuove piante ed erbe da utilizzare per le più bizzarre misture, dando vita a infusi singolari. 
La famiglia di Laura, una rispettabile famiglia inglese di campagna, al contrario suo, è tutto fuorché eccentrica. Anzi, la parola giusta è tradizionalista.
Nonostante ciò, accetta e comprende la particolare personalità di Laura, soprattutto suo padre, che farebbe di tutto per lei.

Le cose, però, iniziano a cambiare con la morte di Mrs. Willowes
Laura si ritrova ad essere l'unica donna in famiglia, avendo solo due fratelli, e come tale deve assolvere le svariate mansioni di padrona di casa. 

Nello stesso periodo cominciano a bussare alla sua porta numerosi pretendenti, ma Laura non prova il minimo interesse per loro. 
In generale, l'idea di diventare moglie non la sfiora neppure. 
Laura si trasforma così in zia Lolly, un nomignolo apparentemente affettuoso ma che nasconde una catena che la lega saldamente a un ruolo ben preciso nella famiglia e nella società. 

Alla morte del padre, Lolly abbandona la campagna per trasferirsi a Londra assieme alla famiglia di suo fratello Henry. 

Quel turbamento non aveva attinenza con la sua vita. Saliva dal terreno con l’odore delle foglie morte: la seguiva per le strade all’imbrunire, sorgeva innanzi a lei alla vista della luna alta nel cielo.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 60.

Proprio durante la sua permanenza in città, Laura inizia ad essere pervasa da uno strano stato d'animo, una sorta di inquietudine che giunge puntuale ogni autunno.
Non è la nostalgia della campagna a turbarla, ma una sempre più lucida consapevolezza della sua condizione.
Vive da troppo tempo in una casa dalle consuetudini monotone e convenzionali, in cui è diventata un soprammobile inutile eppure imprescindibile: la buona e docile zia Lolly.
L'immaginazione non basta più per evadere da questa prigione... Laura vuole andare via.
Laura vuole andare a Great Mop

In questo piccolo villaggio sperduto tra le colline e le campagne, lontano dalla frenesia dell'umanità e dalle restrizioni della società, qualcuno la sta aspettando... come un cacciatore che attende paziente la sua amata preda.
Laura non sa che è stato proprio lui a condurla lì, e lentamente una nuova consapevolezza sorge in lei. Inizia a comprendere chi è veramente: una strega.

Quando penso alle streghe mi sembra di vedere in tutta l'Inghilterra, in tutta Europa, tante donne che vivono e invecchiano, diffuse come le more selvatiche e altrettanto trascurate.
- S.T. Warner, Lolly Willlowes o l'amoroso cacciatore, 167.

Lolly Willowes o L'amoroso cacciatore (Lolly Willowes or the Loving Huntsman, 1926) è la storia di una strega, ma, badate bene, non di una qualsiasi.
Essere una strega nel romanzo della Warner non significa possedere particolari poteri magici, saper volare su una scopa o fare incantesimi.
Essere una strega significa essere una donna libera e indipendente; poter vivere da sola, contare sulle proprie capacità e non sul sostegno di un uomo.
Essere una strega significa poter decidere da sé, seguendo il proprio istinto e le proprie inclinazioni, senza sottostare alle regole di una società patriarcale.

Laura è una strega, ma ancora non lo sa. 
E' consapevole della sua diversità, ma non riesce a dare un nome all'irrequietezza che si agita in lei.
Ama la solitudine, la notte, le lunghe passeggiate nei boschi e l'arte della fermentazione. 
Se la sua famiglia accetta in parte le sue peculiarità, la società londinese degli anni '20 no, e cerca in ogni modo di relegarla al triste ruolo di "angelo del focolare".
Così Laura, ancora nubile dopo la morte del padre, si ritrova ad essere succube del volere degli uomini della famiglia e a sottostare tacitamente alla rigida e monotona routine della casa di suo fratello, nella quale si trasforma nell'amabile e accondiscendente zia Lolly.
Una strega però non può vivere in questo modo.
Lolly desidera essere indipendente: avere i suoi spazi, poter fare liberamente le sue scelte e lasciarsi alle spalle ogni legame che impedisce la sua realizzazione personale.
Per far ciò, però, è necessario un cambiamento radicale... e un piccolo villaggio chiamato Great Mop è la soluzione perfetta.

Il suo arrivo era stato previsto, la sua via spianata. Great Mop era indiscutibilmente parte della sua vita e lei era parte della vita di Great Mop.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 123.

In questo luogo isolato e selvaggio, sperduto nelle Chiltern Hills, Laura è certa di trovare le risposte a quel mistero che la insegue e la turba.
In effetti sarà così. Scoprirà la sua vocazione di strega e incontrerà il detentore della sua anima: Satana.
Il diavolo dipinto dalla Warner si discosta completamente dall'immagine mostruosa tipica del cristianesimo, diventando invece un affascinante gentiluomo di campagna.
Il diavolo è, infatti, l'amoroso cacciatore citato nel sottotitolo.
Appellativo dovuto al fatto che le streghe trovano in lui un interlocutore capace di ascoltarle pazientemente, di farle sentire preziose e di regalare loro la libertà al costo della loro anima.
Un personaggio delineato straordinariamente in pochissime pagine: ambiguo e oscuro, amorevole con le sue prede e deciso a consapevolizzarle della loro intelligenza e unicità. 

«Oh, Satana! Perché mi spingi a parlare quando conosci già tutti i miei pensieri?» 
«Lo faccio perché li conosca tu». 
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 171.

Leggendo questo romanzo sono rimasta incantata dallo stile della Warner
La sua è una scrittura evocativa, elegante e a tratti onirica.
Le soavi descrizioni della natura, dei boschi e della campagna inglese, riescono ad immergere il lettore in un'atmosfera misteriosa e magica. 
Inoltre, la capacità dell'autrice di dipingere con delicate pennellate l'animo della protagonista è magistrale. Mai mi sono sentita così vicina a un personaggio! 
Seguiamo passo passo il risveglio interiore di Laura, che riscopre il suo essere strega. 
Questa nuova consapevolezza le permetterà di rifiutare tutte quelle tipiche aspettative familiari e sociali sulle donne.
In Lolly Willowes la Warner, attraverso la vicenda della protagonista, denuncia con sottile ironia la situazione delle donne single negli anni '20, donne che solo attraverso la stregoneria possono riappropriarsi dell'indipendenza negata.
Laura riflette inevitabilmente lo spirito ribelle della stessa scrittrice, una donna fuori dagli schemi dell'epoca. Musicista, giornalista, biografa e traduttrice, si unì al Partito Comunista Inglese assieme alla sua compagna Valentine Ackland, una giovane poetessa, per poi lavorare nella Croce Rossa durante la guerra civile spagnola.

Passerei le ore intere a scrivere di Lolly Willowes, ma concludo brevemente consigliandovi caldamente questo affascinante, spiritoso e magico libro, nonché classico della letteratura femminista.


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venerdì 17 settembre 2021

LE NOTTI DI SALEM di Stephen King

Tutto attorno, su ali tenebrose si leva la ferinità della notte. Il tempo dei vampiri è venuto.
- Stephen King, Le notti di Salem, 358.

TITOLO: Le notti di Salem
AUTORE: Stephen King
EDITORE: Bompiani
GENERE: Horror
SINOSSI: Una casa abbandonata, un paesino sperduto, vampiri assetati di sangue. Quando il giovane Stephen King decise di trapiantare Bram Stoker nel New England sapeva che la sua idea, nonostante le apparenze, era buona, ma forse neanche la sua fervida immaginazione avrebbe saputo dire quanto. Era il 1975 e, da allora, il racconto dell'avvento del Male a Jerusalem's Lot, meglio conosciuta come 'salem's Lot, non ha mai cessato di terrorizzare milioni di lettori, consacrando il suo autore come maestro dell'horror. 

RECENSIONE:
Provate a immaginare una piccola e tranquilla cittadina del Maine meridionale trasformarsi, da un giorno all'altro, in una città fantasma.
Strade desolate, case abbandonate, negozi chiusi,... e il tutto nel giro di pochissimo tempo!
I giornali ne parlano come di un fenomeno molto frequente e in aumento in quelle zone, eppure nella città di Salem's Lot qualcosa di davvero insolito e spaventoso è accaduto: le persone sono scomparse nel nulla.
Leggende e strane supposizioni aleggiano attorno a questo posto “stregato”. Nessuno ha la minima idea di cosa sia realmente accaduto, ad eccezione di uno scrittore e un ragazzino... gli unici sopravvissuti alle terribili notti di Salem.

Ben Mears era tornato a Salem's Lot per scrivere il suo libro, o meglio, per esorcizzare i demoni del passato e trovare delle spiegazioni a un terrificante episodio vissuto da bambino in Casa Manster.
Questa abitazione, situata nel punto più alto della città, nasconde dentro le sue mura una macabra storia di omicidio e suicidio.
Dopo essere stata disabitata per anni, Ben scopre con sorpresa che Casa Manster è ora la proprietà di due signori, Straker e Barlow, giunti in paese per aprire un negozio di antiquario.
Se del signor Straker si vocifera che sia un uomo dall'eleganza retro e dai modi cordiali, di Barlow non si sa proprio nulla, tranne che è a New York per affari ignoti.

Dal giorno del loro arrivo, però, misteriosi eventi cominciano a verificarsi a Salem's Lot: morti inconsuete, cadaveri scomparsi, inquietanti apparizioni demoniache...
In aggiunta, alcuni abitati iniziano ad avere comportamenti bizzarri e a cambiare aspetto, impallidendo visibilmente e mostrando un paio di canini affilati davvero minacciosi.

Cosa sta succedendo a Salem's Lot? 
Quale terribile male si sta impossessando della città e dei suoi cittadini?

Ben, assieme al professor Burke, al dottor Cody, al reverendo Cahalan, alla giovane Susan e al piccolo Mark, sono decisi a fronteggiare e sconfiggere l'influenza maligna che voracemente si sta insidiando e espandendo tra loro.

Come in un terribile film dell'orrore sui vampiri, i protagonisti, muniti di croci, acqua santa e paletti acuminati, saranno coinvolti nella lotta contro le più temibili e millenarie creature della notte.

Penso che sia relativamente facile per la gente accettare la telepatia, o la precognizione, o gli apporti. Nel caso di queste manifestazioni ESP, la scelta di crederci non ti fa correre alcun pericolo. Non ti impedisce di dormire la notte. Ma, per esempio, l'idea che il male compiuto da determinati individui possa sopravvivere loro è di gran lunga più sconvolgente.
- Stephen King, Le notti di Salem, 150.

Le notti di Salem (Salem's Lot, 1979) di Stephen King rappresenta un magnifico esempio di romanzo in cui anche una leggenda arciconosciuta come quella del vampiro può dar vita a una storia coinvolgente che sa rapirti fin dalle prime pagine.

Come accennato prima, King non inventa nulla di nuovo riguardo alla figura del vampiro; al contrario, si serve dello stereotipo per eccellenza del revenant: un mostro assetato di sangue e allergico all'aglio, che riposa in una bara nascosta nel seminterrato di una vecchia dimora maledetta e che può essere eliminato solo grazie alla luce del sole e a un paletto ben appuntito.
Eppure, è proprio il contesto in cui è inserito a porlo sotto una luce nuova, e questo è fondamentalmente il motivo per cui ho trovato geniale l'idea di un vampiro che si insidia segretamente in un piccolo e dimenticato paesino del New England per trasformarlo in un covo di creature del male.

Innamorarsi dei personaggi in un libro di King è una prerogativa a cui raramente ci si può sottrarre.
La grande capacità dell'autore di caratterizzazione ci permette di empatizzare con loro e di avere la netta sensazione di conoscerli da sempre.
King scava nel profondo del loro animo, soffermandosi in quelle zone d'ombra dove risiedono le fobie e ossessioni più ancestrali.

Tra le numerose personalità che affollano queste pagine c'è un personaggio che raramente in altri libri può essere definito tale: il paese, ovvero Salem's Lot.

Il paese si cura poco delle attività del Maligno, non più di quanto s curi di quelle di Dio o dell'uomo. Conosce la tenebra, e tanto gli basta.
- Stephen King, Le notti di Salem, 227.

Salem's Lot sembra avere una vita propria, costruita nel tempo di generazione in generazione. Ha scorto l'evolversi dell'umanità e ha accumulato in sé tutti i suoi segreti... specialmente i più terrificanti e pericolosi.

Casa Mastern appare come il cuore pulsante della cittadina.
Una misteriosa abitazione che richiama alla mente la famosa Hill House nata dalla penna di Shirley Jackson.
Una dimora infestata da qualcosa di inumano e indefinibile, che fa leva sulle paure più recondite dell'uomo, quei demoni che ci portiamo dietro dall'infanzia e ci fanno temere il buio e quello che nasconde dietro il suo manto oscuro.

Lo stile di King si riconferma spettacolare: attraverso un linguaggio semplice e diretto riesce a narrare una vicenda ricca di suspense che a un ritmo incalzante ci attanaglia alle pagine, spingendo la nostra curiosità a voler scoprire di più.

Un bel libro davvero, che finisce immediatamente nei miei preferiti dell'autore.


mercoledì 8 settembre 2021

STORIA DI UNA PASSIONE lettere 1932-1953 di Anais Nin e Henry Miller

Non puoi capire quanto io ami scrivere queste lettere pazze, scoordinate, credo che la spinta a farlo mi sia venuta da te.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 138.

TITOLO: Storia di una passione. Lettere 1932-1953
AUTORI: Anais Nin, Henry Miller
EDITORE: Bompiani
SINOSSI: Un dialogo tra due scrittori che mette a nudo, oltre ogni pudore, un rapporto sentimentale che si rivela ben più carnale e terreno di quanto ci si potesse immaginare. L'incontro tra Anais Nin e Henry Miller non è un semplice incontro culturale, basato solo su affinità intellettuali: Storia di una passione racconta dichiarazioni d'amore, ricatti, gelosie e tenerezze del resoconto di un'appassionante amicizia che rimase intatta per tutta la vita tra due scrittori profondamente innamorati della scrittura.

RECENSIONE:
Quello tra Anais Nin e Henry Miller è stato uno scambio epistolare tra i più coinvolgenti e appassionati che abbia mai letto.
Ci ritroviamo tra le mani ventun anni di ininterrotta corrispondenza, un vero e proprio intimo resoconto di un rapporto che va oltre la semplice amicizia e comuni interessi intellettuali, sfociando invece in una passione viscerale, talvolta dolce e talvolta dolorosa.

Attraverso le loro parole ripercorriamo la vita privata di due degli autori più anticonformisti e affascinanti del Novecento, l'ipersensitiva donna-bambina spagnola e lo squattrinato ragazzo di Brooklyn, gli stessi che hanno rivoluzionato il genere della letteratura erotica.

Per te e per me il momento supremo, la gioia massima, la proviamo non quando le nostre menti dominano, ma quando la nostra mente la perdiamo - e tu e io la perdiamo entrambi allo stesso modo, nell'amore.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 45.

Il nostro viaggio comincia con le prime lettere datate 1932, anno successivo al loro casuale incontro, quando entrambi erano scrittori promettenti più che autori veri e propri.

Questo è il periodo in cui i due amanti sono separati: Anais è in Svizzera per riprendere in mano la sua vita dopo il rivoluzionario incontro con June (la seconda moglie di Miller), mentre Henry è a Digione per guadagnarsi qualche spicciolo e sostenere il suo lavoro di scrittore. 
Le loro lettere sono ricche di ricordi nostalgici che richiamano i tranquilli giorni a Clichy (luogo in cui risiedeva Henry), dove i due scrittori si incontravano per confrontare e perfezionare le loro opere, ma anche per consumare il loro incontrollabile amore.

Se questi primi anni di corrispondenza sono caratterizzati da un'intensità travolgente, in quelli successivi ci saranno numerosi ostacoli che cercheranno di mitigare e mettere fine a questo rapporto.
In primis la guerra.
Anais è costretta ad abbandonare la Francia per stabilirsi in America, a New York, dove lavorerà presso lo studio dello psicanalista Otto Rank, mentre Henry rimarrà ancora per un po' a Parigi.
Questa lontananza alimenterà sentimenti di gelosia da parte di Miller, che mal sopporta l'idea di una possibile relazione con Rank.
D'altra parte, Anais ha bisogno di passare un po' di tempo con se stessa, viaggiando e allontanandosi per un po' da tutti gli uomini che fanno parte della sua vita sentimentale, compreso Miller.

In questo senso le lettere iniziano a prendere una nuova inclinazione: la scottante passione iniziale si trasforma lentamente in un sentimento di affetto molto più vicino all'amicizia, nonostante l'amore non abbia mai cessato di unirli.

Perché siamo scrittori e trasformiamo la nostra realtà in arte.
- Anais Nin e Henry Miller, Storia di una passione, 170.

Questo scambio epistolare non rappresenta solo la testimonianza di un amore che supera ogni convenzione, ma ci conduce anche nei retroscena che riguardano il lavoro di scrittore.
Dalle loro parole comprendiamo quanto sia difficile e duro vivere di letteratura, e quanto sia importante il sostegno reciproco, lo scambio di consigli e suggerimenti.
E' pur vero che sia Anais che Henry non accettavano le critiche molto facilmente (la Nin per il suo stile troppo surreale e Henry per la sua propensione a caricaturare la realtà), ma riuscivano sempre a scambiarsi ottime dritte per migliorarsi costantemente.

Scoprire la genesi e l'evoluzione di alcune delle opere fondamentali della Nin mi ha appassionato tantissimo, e in questo ho trovato fondamentale la presenza di Miller, che la incoraggiava costantemente a rivedere e pubblicare i suoi diari. 
Lo stesso discorso vale per il grande supporto economico che Anais dava a Henry, nonostante anche lei non nuotasse nell'oro, senza il quale non avrebbe mai potuto dedicarsi alla carriera di scrittore.

Concludo consigliandovi caldamente questo volume, nonostante possa non risultare una lettura immediata per coloro che non conoscono e non hanno letto nulla dei due autori. 
Lo reputo però un libro indispensabile per tutti i fan Anais Nin che desiderano approfondire la sua relazione con Miller.

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lunedì 30 agosto 2021

MEMENTO MORI di Stella Azzini

La guardai allontanarsi e mi lasciai cadere a peso morto sulla panchina, maledicendo il demone che si era impossessato di me nel momento in cui avevo deciso di voltare le spalle alla ragazza che amavo.
- Stella Azzini, Memento Mori.

TITOLO: Memento Mori
AUTRICE: Stella Azzini
EDITORE: Lis Aganis Publishing House 
GENERE: Paranormal Romance

Un'antica e macabra leggenda abruzzese narra che nelle notti più oscure, quando a risplendere nel cielo vi è solamente la luna piena, una spaventosa figura sbuca dall'oscurità per tormentare il sonno della sua vittima addormentata. 
Il dormiente non può nulla davanti a questo essere che si posiziona sul suo stomaco, immobilizzandolo e sottomettendolo alle torture più terrificanti.
Pandafeche è il nome di questa creatura da incubo, una creatura che un tempo veniva chiamata in causa per spiegare il fenomeno della paralisi del sonno.
Ma quanto può esserci di vero in una così oscura credenza popolare? 
E se ad aggiungersi vi fosse anche una terribile maledizione, cosa potrebbe accadere?

Il giovane Declan sa bene cosa significa essere condannati ad assistere a orribili manifestazioni notturne. Conosce il dolore, la paura e l'impotenza di fronte all'incapacità di mettersi in salvo dalla Pandafeche.
La sua famiglia, o meglio i suoi parenti italiani, sanno che questo mostro non c'entra nulla con delle semplici paralisi notturne, bensì con un qualcosa di molto malvagio: un tormento che si ripresenta in ogni generazione, perseguitando i figli maschi dopo il compimento dei tredici anni.  
Oltretutto Declan possiede l'innata capacità di vedere le anime dei morti e di poter comunicare con loro.

Per gli amici lui è lo strambo; il ragazzo che sembra uscito direttamente da una rock band in stile Black Veil Brides, pieno di tatuaggi macabri e inquietanti, e che vaga silenzioso per i vicoli solitari dei cimiteri.
D'altra parte, la sua fama di bello e dannato non può che attrarre l'interesse di molte ragazze, in particolare quella di Hope.
 
Fin dal loro primo incontro, non propriamente casuale, i due perdono la testa l'uno per l'altra, innamorandosi senza riserve.
La sensazione di entrambi è quella di conoscersi da sempre, forse in un'altra vita avevano già avuto modo di creare un legame così profondo.

Per la prima volta in molti anni, Declan riesce a vedere uno spiraglio di luce illuminare la propria esistenza di ombre, e Hope è stata l'unica capace di zittire i suoi demoni. Almeno per un po'.
Le apparizioni della Pandafeche, infatti, non cessano di perseguitarlo, iniziando a coglierlo anche in pieno giorno e in situazioni del tutto inaspettate.

Per di più una misteriosa donna dai lunghi capelli neri e con un corvo posato sulla spalla si insinuerà  nelle sue visioni, divenendo la portatrice di una qualche ignota verità.
Perché è proprio questo che Declan e Hope cercano disperatamente: la verità.

Avevo capito che ognuno di noi indossa delle maschere, che ognuno di noi ha i suoi demoni interiori. Delle volte nemmeno ci accorgiamo che i veri mostri su nascondono nelle persone che sembrano più normali.
- Stella Azzini, Memento Mori.

Memento mori (2021) di Stella Azzini è un romanzo che si inserisce perfettamente nel genere paranormal romance.
Il fulcro narrativo è rappresentato dalla storia d'amore, a tratti travagliata, tra Declan e Hope, alla quale si intreccia la leggenda abruzzese della Pandafeche.

Ammetto che la love story è la parte che ho apprezzato meno, non condividendo alcune delle scelte e modi di fare dei giovani protagonisti, però questo è un mio giudizio soggettivo, in quanto sono consapevole di non essere molto affine al romance, anzi per nulla.
Nonostante ciò, ci sono numerosi elementi all'interno del romanzo degni di nota.

In primo luogo, la maledizione della Pandafeche. Grazie ad essa la vicenda assume una sfumatura oscura e intrigante, e in più ci catapulta in un mondo in cui le credenze popolari sono ancora ben radicate e vive.
Questo mondo è rappresentato dalle verdi terre d'Abruzzo. 
Non ho potuto non amare le descrizioni che dipingono questo luogo dalla natura incontaminata e dagli infiniti segreti e magie. 
Eppure l'aspetto più affascinante del romanzo è vedere come i personaggi istaurano un rapporto diretto e profondo con l'ambiente circostante, lasciandoci riflettere su quanto noi uomini e donne moderni tendiamo a dimenticare la sua importanza e il suo valore.

La struttura narrativa è caratterizzata da continui spostamenti temporali, grazie ai quali, man mano che la vicenda prosegue, riusciamo a ricostruire il passato e a dare un senso agli eventi presenti.
Questo andirivieni, inoltre, unito allo stile di scrittura lineare e conciso, crea un senso di dinamismo abbastanza coinvolgente.

Vorrei complimentarmi per la splendida estetica del libro, curata fin nei minimi dettagli.
Al suo interno sono presenti anche delle illustrazioni create dalla stessa autrice, che valorizzano ancor di più il romanzo.
In aggiunta, ho adorato l'idea di inserire alla fine di ogni capitolo il titolo di una canzone, che nel complesso andranno a creare la colonna sonora dell'intero romanzo.

Soffermandoci sui personaggi, primari e secondari, li ho trovati sbarazzini, e a modo loro sanno come arricchire il romanzo. Ognuno di loro seguirà una propria crescita interiore, confrontandosi con le proprie paure più profonde.
Come spesso mi accade, alcuni mi sono piaciuti più di altri, che invece mi hanno dato una sensazione di bidimensionalità. 
Fisicamente sono tutti ben caratterizzati (anche se un po' troppo perfetti esteriormente) e non è difficile immaginarli; tuttavia avrei preferito scavare ancora più a fondo nella loro psicologia, così da conoscerli a tutto tonto. 
Naturalmente questo mio piccolo appunto è del tutto personale e conforme ai miei gusti di lettrice.

Infine, a chi mi sento di consigliare questo libro? 
A tutti coloro che sono alla ricerca una storia romantica ben scritta e ricca di elementi folcloristici e misteriosi, e che nasconde tra sue pagine una controversa storia di vendetta, tradimento e passioni proibite.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
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MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...