domenica 26 settembre 2021

LOLLY WILLOWES O L'AMOROSO CACCIATORE di Sylvia Townsend Warner

Era nelle cose che non si vedevano che lei sentiva la propria inadeguatezza.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 43.

TITOLO: Lolly Willowes o L'amoroso cacciatore
AUTRICE: Sylvia Townsend Warner 
EDITORE: Adelphi Edizioni
TRADUZIONE: Grazia Gatti
SINOSSI: Lolly Willowes è una donna amabile e solitaria, «benestante e con tutta probabilità destinata a non sposarsi». Va a Londra dal fratello maggiore. Ma rimane sempre un essere a parte rispetto alla famiglia, dove a poco a poco diventa una «zia Lolly» che tutti pensano di conoscere come un soprammobile. Intanto la mente di Lolly vaga, si allontana, si estrania in modo irrevocabile dal perbenismo bonariamente coercitivo dei suoi parenti. Lolly, in verità, cova da sempre in sé qualcosa, che è una vocazione: la vocazione della strega. Nella sua vita, osservata dall'esterno, sembra che non accada mai nulla. E invece in lei si tesse «un complotto di tenebra». Così, un giorno, Lolly si scrolla di dosso ogni vincolo e va a vivere da sola, in campagna. Ancora non sa che lì è andata per offrirsi come preda al Principe delle Tenebre. Che sarà puntuale ad aspettarla. Con impavida naturalezza, con ironica euforia, Lolly scopre una notte di trovarsi in mezzo a un Sabba e riconosce negli altri accoliti molti fra i suoi paciosi compaesani. Ma più che al Sabba, che finisce sempre per somigliare un po' a un ballo di beneficenza, Lolly è incline al colloquio con il Demonio, si presenti egli come un gatto irsuto o come un guardacaccia o come un paesaggio (e rare volte il paesaggio ha parlato come in questo romanzo). Allora si accende una superba esaltazione amorosa. Lolly, la «vergine negletta», ormai irraggiungibile dalla tediosità del mondo («No! Non mi avrete. Non tornerò indietro»), ha scoperto quanto vi è di esplosivo in lei («Ma le donne lo sanno di essere dinamite, e non vedono l'ora che si verifichi l'esplosione che renderà loro giustizia»). Di quella deflagrazione farà dono al suo «amoroso cacciatore», dallo sguardo «che non desidera e che non giudica», con il quale Lolly intreccia il suo dialogo, capriccioso e sottile, fra l'amante e l'amata: «Tu sei oltre, i miei pensieri sprizzano da te come nella teoria della forza centrifuga». Lolly Willowes apparve nel 1926.

RECENSIONE:
Laura Willowes ha sempre saputo di essere diversa.
Fin da bambina la sua indole introversa l'ha spinta a coltivare passatempi insoliti e solitari, primi tra tutti la lettura e la botanica. 
Laura, infatti, ama trascorrere le sue giornate immersa nel silenzio rassicurante della sua libreria e nella quiete misteriosa della campagna.
La natura, così splendida e oscura, non può che attrarre la sua fantasia, tanto che ogni giorno si mette sulle tracce di nuove piante ed erbe da utilizzare per le più bizzarre misture, dando vita a infusi singolari. 
La famiglia di Laura, una rispettabile famiglia inglese di campagna, al contrario suo, è tutto fuorché eccentrica. Anzi, la parola giusta è tradizionalista.
Nonostante ciò, accetta e comprende la particolare personalità di Laura, soprattutto suo padre, che farebbe di tutto per lei.

Le cose, però, iniziano a cambiare con la morte di Mrs. Willowes
Laura si ritrova ad essere l'unica donna in famiglia, avendo solo due fratelli, e come tale deve assolvere le svariate mansioni di padrona di casa. 

Nello stesso periodo cominciano a bussare alla sua porta numerosi pretendenti, ma Laura non prova il minimo interesse per loro. 
In generale, l'idea di diventare moglie non la sfiora neppure. 
Laura si trasforma così in zia Lolly, un nomignolo apparentemente affettuoso ma che nasconde una catena che la lega saldamente a un ruolo ben preciso nella famiglia e nella società. 

Alla morte del padre, Lolly abbandona la campagna per trasferirsi a Londra assieme alla famiglia di suo fratello Henry. 

Quel turbamento non aveva attinenza con la sua vita. Saliva dal terreno con l’odore delle foglie morte: la seguiva per le strade all’imbrunire, sorgeva innanzi a lei alla vista della luna alta nel cielo.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 60.

Proprio durante la sua permanenza in città, Laura inizia ad essere pervasa da uno strano stato d'animo, una sorta di inquietudine che giunge puntuale ogni autunno.
Non è la nostalgia della campagna a turbarla, ma una sempre più lucida consapevolezza della sua condizione.
Vive da troppo tempo in una casa dalle consuetudini monotone e convenzionali, in cui è diventata un soprammobile inutile eppure imprescindibile: la buona e docile zia Lolly.
L'immaginazione non basta più per evadere da questa prigione... Laura vuole andare via.
Laura vuole andare a Great Mop

In questo piccolo villaggio sperduto tra le colline e le campagne, lontano dalla frenesia dell'umanità e dalle restrizioni della società, qualcuno la sta aspettando... come un cacciatore che attende paziente la sua amata preda.
Laura non sa che è stato proprio lui a condurla lì, e lentamente una nuova consapevolezza sorge in lei. Inizia a comprendere chi è veramente: una strega.

Quando penso alle streghe mi sembra di vedere in tutta l'Inghilterra, in tutta Europa, tante donne che vivono e invecchiano, diffuse come le more selvatiche e altrettanto trascurate.
- S.T. Warner, Lolly Willlowes o l'amoroso cacciatore, 167.

Lolly Willowes o L'amoroso cacciatore (Lolly Willowes or the Loving Huntsman, 1926) è la storia di una strega, ma, badate bene, non di una qualsiasi.
Essere una strega nel romanzo della Warner non significa possedere particolari poteri magici, saper volare su una scopa o fare incantesimi.
Essere una strega significa essere una donna libera e indipendente; poter vivere da sola, contare sulle proprie capacità e non sul sostegno di un uomo.
Essere una strega significa poter decidere da sé, seguendo il proprio istinto e le proprie inclinazioni, senza sottostare alle regole di una società patriarcale.

Laura è una strega, ma ancora non lo sa. 
E' consapevole della sua diversità, ma non riesce a dare un nome all'irrequietezza che si agita in lei.
Ama la solitudine, la notte, le lunghe passeggiate nei boschi e l'arte della fermentazione. 
Se la sua famiglia accetta in parte le sue peculiarità, la società londinese degli anni '20 no, e cerca in ogni modo di relegarla al triste ruolo di "angelo del focolare".
Così Laura, ancora nubile dopo la morte del padre, si ritrova ad essere succube del volere degli uomini della famiglia e a sottostare tacitamente alla rigida e monotona routine della casa di suo fratello, nella quale si trasforma nell'amabile e accondiscendente zia Lolly.
Una strega però non può vivere in questo modo.
Lolly desidera essere indipendente: avere i suoi spazi, poter fare liberamente le sue scelte e lasciarsi alle spalle ogni legame che impedisce la sua realizzazione personale.
Per far ciò, però, è necessario un cambiamento radicale... e un piccolo villaggio chiamato Great Mop è la soluzione perfetta.

Il suo arrivo era stato previsto, la sua via spianata. Great Mop era indiscutibilmente parte della sua vita e lei era parte della vita di Great Mop.
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 123.

In questo luogo isolato e selvaggio, sperduto nelle Chiltern Hills, Laura è certa di trovare le risposte a quel mistero che la insegue e la turba.
In effetti sarà così. Scoprirà la sua vocazione di strega e incontrerà il detentore della sua anima: Satana.
Il diavolo dipinto dalla Warner si discosta completamente dall'immagine mostruosa tipica del cristianesimo, diventando invece un affascinante gentiluomo di campagna.
Il diavolo è, infatti, l'amoroso cacciatore citato nel sottotitolo.
Appellativo dovuto al fatto che le streghe trovano in lui un interlocutore capace di ascoltarle pazientemente, di farle sentire preziose e di regalare loro la libertà al costo della loro anima.
Un personaggio delineato straordinariamente in pochissime pagine: ambiguo e oscuro, amorevole con le sue prede e deciso a consapevolizzarle della loro intelligenza e unicità. 

«Oh, Satana! Perché mi spingi a parlare quando conosci già tutti i miei pensieri?» 
«Lo faccio perché li conosca tu». 
- S.T. Warner, Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore, 171.

Leggendo questo romanzo sono rimasta incantata dallo stile della Warner
La sua è una scrittura evocativa, elegante e a tratti onirica.
Le soavi descrizioni della natura, dei boschi e della campagna inglese, riescono ad immergere il lettore in un'atmosfera misteriosa e magica. 
Inoltre, la capacità dell'autrice di dipingere con delicate pennellate l'animo della protagonista è magistrale. Mai mi sono sentita così vicina a un personaggio! 
Seguiamo passo passo il risveglio interiore di Laura, che riscopre il suo essere strega. 
Questa nuova consapevolezza le permetterà di rifiutare tutte quelle tipiche aspettative familiari e sociali sulle donne.
In Lolly Willowes la Warner, attraverso la vicenda della protagonista, denuncia con sottile ironia la situazione delle donne single negli anni '20, donne che solo attraverso la stregoneria possono riappropriarsi dell'indipendenza negata.
Laura riflette inevitabilmente lo spirito ribelle della stessa scrittrice, una donna fuori dagli schemi dell'epoca. Musicista, giornalista, biografa e traduttrice, si unì al Partito Comunista Inglese assieme alla sua compagna Valentine Ackland, una giovane poetessa, per poi lavorare nella Croce Rossa durante la guerra civile spagnola.

Passerei le ore intere a scrivere di Lolly Willowes, ma concludo brevemente consigliandovi caldamente questo affascinante, spiritoso e magico libro, nonché classico della letteratura femminista.


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