martedì 4 maggio 2021

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA di H.P. Lovecraft

Certe cose, ne convenimmo, era meglio non raccontarle alla gente, ed io non avrei mai parlato di tutto questo, se non fosse  stato per l'esigenza di fermare la spedizione Starkweather-Moore, o qualsiasi altra, a tutti i costi. E' assolutamente necessario, per la pace e la salvezza dell'umanità, che quegli angoli oscuri e morti della terra e quelle profondità inesplorate vengano lasciate tranquille. Questo per evitare che quelle anormalità dormienti si risveglino a nuova vita, e che incubi blasfemi, ancora oggi sopravvissuti si contorcano e striscino fuori dalle loro tane nere verso conquiste nuove e più vaste.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154
TITOLO: Le montagne della follia
AUTORE: Howard Phillips Lovecraft
EDITORE: RBA Italia
COLLANA: I primi maestri del fantastico
TRADUTTORE: Gianni Pilo, Sebastiano Fusco

RECENSIONE:
Cosa può spingere un uomo a rivelare un terribile segreto, una storia che, se non fosse per la sua accurata e realistica ricostruzione, parrebbe il delirio di un folle?
Il narratore stesso scrive che il suo racconto è un autentico avvertimento; infatti, l'unico modo per distogliere altri imperterriti studiosi dal tentativo di esplorare le fredde terre dell'Antartide è quello di mettere nero su bianco la terribile vicenda che ha vissuto.

1930. La nostra voce narrante, un geologo della Miskatonic University, è alla guida di un'ambiziosa spedizione nel continente antartico.
Il loro scopo principale è quello di riportare alla luce quanto più materiale fossile possibile, per poterlo successivamente studiare e analizzare.
Un ritrovamento inconsueto, però, lascia interdetti alcuni studiosi: un'impronta dalle dimensioni e forme sconosciute.
Tuttavia, la vera peculiarità di questa scoperta risiede in una strana contraddizione tra l'età primitiva della roccia che racchiude l'orma e l'elevato grado evolutivo dell'organismo a cui appartiene.
Un'incongruenza che accende la curiosità di tutti e spinge una parte di studiosi a spostarsi più in là con le ricerche, avvicinandosi maggiormente alle imponenti Montagne della Follia.

Non potevo fare a meno di pensare che quelle cime fossero perverse, vere montagne della follia, il cui opposto versante si affacciava di fronte all'ultimo abisso maledetto. Lo sfondo nuvoloso in fermento e quasi luminoso insinuava l'ineffabile immagine di un altrove incerto e quasi etereo molto più vicino al vuoto cosmico che alla terra, e forniva un ammonimento spaventoso alla distanza assoluta, dell'isolamento, della desolazione e della morte eterna di quel mondo australe smisurato e solitario.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 47

Definire sensazionali le scoperte fatte in quei luoghi sinistri e solitari è davvero riduttivo: singolari e inquietanti esemplari alieni vengono rinvenuti nel ghiaccio.
Un nuovo capitolo della storia sta per essere riscritto,  ma un destino crudele è pronto ad attenderli.

Tutti i membri della squadra nei pressi delle Montagne della Follia vengono ritrovati morti, e, cosa ancor più spaventosa, gli inusuali ritrovamenti sono scomparsi nel nulla. 
Chi o cosa li abbia brutalmente uccisi nessuno lo sa, o meglio... nessuno osa immaginarlo.
Le uniche persone che verranno a conoscenza della verità dietro il raccapricciante massacro sono lo stesso geologo e il pilota Danforth. 
Una verità pagata a caro prezzo...

Bisogna stare attenti alla propria immaginazione, all'ombra di quelle montagne della follia.
- H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, 154

Con questo romanzo Lovecraft ci catapulta nel suo immenso, straordinario e terrificante universo.

Ci troviamo nel bel mezzo dell'Antartide, nella desolazione più totale. 
Tutto è ghiaccio e roccia, e nulla di umano (ad esclusione degli studiosi) cammina tra queste terre.
Un senso di inquietudine e oppressione si muove con noi durante tutta la narrazione, inevitabilmente generato dalla costante tensione alla prospettiva di scoprire quale oscuro segreto tormenta il povero geologo.

Lo stile di Lovecraft è estremamente descrittivo: ogni minimo dettaglio, anche il più insignificante, viene tratteggiato con minuziosa attenzione; non a caso, la sensazione che si ha leggendo questo macabro resoconto è quella di essere stato effettivamente scritto da un reale geologo, richiamando il modo di esprimersi, schematico e minuzioso, di uno studioso.
Questa particolare caratteristica tende a rallentare il ritmo della narrazione, e, nel mio caso, ad aumentare l'ansia  e la voglia di scoprire cosa si nasconde dietro le morti degli esploratori.

Leggendo questo libro si ha la percezione di discendere nelle profondità della terra, sondando i segreti di civiltà aliene (citate immancabilmente nel mitico Necronomicon) che hanno lasciato la loro enorme testimonianza su spaventose e misteriose sculture.
Allo stesso tempo, in questa discesa siamo costantemente accompagnati da un senso crescente di smarrimento e terrore: una paura sottile, che si insidia silenziosa nelle profondità dal nostro animo,  turbandoci inspiegabilmente.

Una lettura splendida, e se anche voi amate i romanzi in cui terrore si costruisce passo dopo passo, ad un ritmo non sempre lesto, non potete farvi mancare questo libro.




   



mercoledì 28 aprile 2021

IL CIMITERO DEI VIVI di Poppy Z. Brite

Morire: il sussulto finale di dolore e dissoluzione nel nulla che è il prezzo che paghiamo per ogni cosa. Non potrebbe essere l'emozione più dolce, l'unica salvezza che ci spetta...
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 134
TITOLO: Il cimitero dei vivi
AUTRICE: Poppy Z. Brite
GENERE: Splutterpunk
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUTTORE: Francesca Noto e Alessandro Manzetti
SINOSSI: Dalla Regina dello Splatterpunk, una selezione dei suoi racconti più celebri, molti dei quali tradotti in Italiano per la prima volta: La Palude delle Lanterne (Lantern Marsh, 2000); La Sesta Sentinella (The Sixth Sentinel, 1992); Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord of Nerves, 1992); Mussolini e il Jazz dell’Uomo con l’Ascia (Mussolini and the Axeman’s Jazz, 1995); La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990); Il Cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002); Risvegli (Self-Made Man, 1996).Tra spettri, fantasmi, voodoo, cannibali, creature, cimiteri e cadaveri, amanti e musei di morte che animano la sua dark New Orleans spesso protagonista, scenario e madre delle storie, l'autrice, vero e proprio cult del genere, canta il suo innovativo, malinconico, brutale e poetico horror dal sapore di assenzio, dipingendolo con decadente e magnetico splendore.

RECENSIONE:
Difficilmente rimango in disparte quando un libro chiama in causa la fantasmagorica New Orleans (e come ben sapete ho una piccola ossessione per questa città).
Di conseguenza non ho potuto assolutamente rinunciare alla lettura de Il cimitero dei vivi di Poppy Z. Brite: una raccolta di sette racconti (la maggior parte inediti in Italia) dal sapore macabro e orrorifico, che mescolano elementi del genere Southern Gothic a quelli dello Splatter più estremo.

Nonostante il carattere eterogeneo delle storie - diverse tra loro per scenari, tematiche e atmosfere - è percepibile un evidente fil rouge che le lega indissolubilmente, suggeritoci direttamente dal titolo della raccolta.  
In questo volume, infatti, la vita e la morte si intersecano, sovrapponendosi e scambiandosi di significato. 
Il netto confine che le separa svanisce, lasciando il posto a una nuova concezione delle due.
I vivi che affollano il romanzo vagano nel mondo senza uno scopo preciso, senza meta, proprio come se fossero dei corpi senz'anima; al contrario, sono proprio i morti (spettri, fantasmi, entità non specificate) che si riappropriano di una ragione di esistere.
Un altro aspetto che ricorre in tutti i racconti è la straordinaria fusione tra elementi soprannaturali e fantastici ad aspetti estremamente quotidiani e nella norma.
Il terzo e ultimo punto di contatto, presente nella maggior parte delle novelle, è l'ambientazione: New Orleans
Una città singolare, eccentrica, folle... dal fascino misterioso e decadente. 
Un luogo che riesce a vestire contemporaneamente i colori più festosi e sgargianti del Mardì Gras e le tinte più tetre e occulte legate alle tradizioni voodoo e alla radicata criminalità. 
Come se non bastasse, a invadere costantemente le sue strade è una soave melodia, un motivo che unisce il sound caldo delle brass band agli inspiegabili e suggestivi suoni delle paludi.

Ma addentriamoci ora nel cuore dei racconti.
 
Rosalie era giunta a New Orleans perché era il posto più a sud dove era riuscita ad arrivare, o almeno, così diceva lei. Stava scappando da un amante a cui si riferiva con indifferenza, soltanto con il nome di Joe Coffespoon. Il ricordo di lui la faceva rabbrividire molto più delle mie dita ectoplasmatiche, e allora cercava il bacio umido delle notti tropicali.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sesta sentinella, 7

La sesta sentinella (The Sixth Sentinel, 1992) narra la bizzarra vicenda di Rosalie "Sfortunata" Smith, che giunge a New Orleans per dimenticare un passato fosco e doloroso.
Non sa, però, che il suo nuovo appartamento, uno degli edifici più vecchi del Quartiere Francese, e già occupato da un altro inquilino... un fantasma!
Nonostante questo, tra la ragazza e Jean (l'entità ectoplasmatica) si instaura una pacifica convivenza.
Questo finché una strana idea non prende il sopravvento nella fantasia del fantasma.
Spinto da un opprimente senso di solitudine e dal ricordo di antichi tesori nascosti, Jean comincia ad intessere un piano contorto per raggiungere il suo macabro scopo.
Un racconto malinconico e nostalgico, una storia di fantasmi e di magia nera, che, grazie a un colpo di scena finale inaspettato, è stato capace di lasciarmi senza parole.

Di giorno, la palude era un luogo di macchie marezzate di luce, cipressi e querce coperti di mucchio spagnolo, punte marroni e vellutate di tifa che scoppiavano in nuvole bianche come neve se le si schiacciava contro la nuca di un amico, e leggende di sabbie mobili piene di scheletri e tesori.
Ma di notte, le lanterne prendevano il sopravvento.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La palude delle lanterne, 33

Uno strano fenomeno prende vita la notte nella palude di Lantern Marsh: le lanterne, scintillanti globi di luce che fluttuano sopra gli acquitrini.
I più razionali ritengono che siano degli innocui fuochi fatui, dovuti ai gas della palude; mentre, i più superstiziosi credono che siano dei fantasmi scintillanti.
Quale che sia la loro reale origine, Phil e Bronwen continuano a non comprendere perché il loro strambo amico Noel ama osservarle durante la Notte di Ognissanti.

Halloween è un vero e proprio giorno di festa nella città di Lantern Marsh. 
Tutti i bambini non aspettano altro che uscire per le strade, orrendamente travestiti, e fare "dolcetto o scherzetto".
Anche per Phil e Bronwen è sempre stato così, ma non per Noel, che per la ricorrenza si reca da solo nella palude deciso a cantare per le lanterne.
Quale segreto lega così profondamente un bambino di dieci anni a delle fiammelle misteriose?
La palude delle lanterne (Lantern Marsh, 2000) potrebbe essere un'ottima storia da leggere durante il periodo autunnale, in particolar modo nella notte di Halloween.
Una vicenda dall'atmosfera sognante e misteriosa, che, attraverso le avventure dei tre piccoli amici, sa come farci scappare dei piccoli brividi. Per non parlare della bellezza del finale, un finale che è allo stesso tempo dolce e amaro.
Calcutta? voi direte. Uno strano posto dove andare, quando i morti avevano già iniziato a camminare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Calcutta, Signora delle Impudenze, 56

Con Calcutta, Signora delle Impudenze (Calcutta Lord od Nerves, 1992) abbandoniamo la nostra New Orleans per spostarci nelle povere e squallide strade di Calcutta.
Una città che emana un terribile odore di carne putrefatta, di corpi in decomposizione.
Be', non c'è da stupirsi di questo visto che Calcutta è invasa dai MORTI VIVENTI.
Un numero illimitato di defunti tornati in vita, forse - secondo la teoria più accreditata - a causa di un microbo geneticamente modificato, si nutrono voracemente di carne umana.
Le vittime di questi zombie, però, non sono tutti gli umani, ma solo quelli che hanno smesso da tempo di credere nella vita.
Il protagonista-narratore ci accompagna in un viaggio putrido e disgustoso, alla scoperta di una città, o meglio di un umanità, che sta lentamente abbandonando questo mondo.
Un racconto forte, con descrizione estremamente crude, disgustose per certi versi, e raccapriccianti.
Sicuramente non lo consiglio ai deboli di stomaco.

Non mi hanno mai arrestato, e non lo faranno mai. Non mi hanno mai visto perché sono invisibile, come l'etere che circonda la Terra. Non sono un essere umano, ma uno spirito e un demoe dei più profondi gironi dell'inferno. Io sono colui che voi abitanti di New Orleans e la vostra stupida polizia avete chiamato l'uomo con l'ascia.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia,110

Può mai esistere un collegamento tra la morte dell'Arciduca Francesco Ferdinando, l'ascesa di Mussolini e il terribile assassino, noto come l'uomo con l'ascia, che gettò nel panico New Orleans nel 1919?
Ebbene, sì.
Il suo nome è Cagliostro (vi dice nulla?). 
Un uomo controverso, un mago che ha scoperto il segreto dell'immortalità, ed ora è deciso a ricostruire una nuova umanità, mettendo in atto un piano folle e contorto.

In tutto questo delirio dobbiamo inserire la figura di Joseph D'Antonio, un ex detective del dipartimento di polizia di New Orleans.
D'Antonio di routine trascorre le giornate affogando i suoi ricordi nell'alccol, questo finché lo spettro dell'Arciduca Ferdinando non si materializza nella sua stanza, chiedendogli aiuto.
L'artefice del suo assassinio si trova proprio a New Orleans. Non sa che volto abbia, ma lo spettro necessita di un corpo per poterlo uccidere  una volta per tutte.

Uno dei racconti più intriganti e adrenalinici della raccolta.
L'intreccio è strabiliante e inaspettato, e il legame che unisce grandi personaggi storici, che apparentemente non hanno nulla in comune, a uomini sconosciuti entrati brutalmente nell'immaginario collettivo è assolutamente fuori dalle righe.
Mussolini e il jazz dell'uomo con l'ascia (Mussolini and the Axeman's Jazz, 1999) possiede tutti i requisiti per aggiudicarsi il primo posto nella mia classifica personale, ma c'è stata un'altra storia che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Stiamo parlando de La sua bocca saprà di assenzio (His Mouth Will Taste of Wormwood, 1990).

Ogni tomba ha il suo particolare aroma, proprio come ogni corpo vivente. 
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, La sua bocca saprà di assenzio, 126

Louis e Howard sono due amici, due sognatori cupi e irrequieti che condividono la medesima insoddisfazione per la vita intera.
Droghe strane, alcool puro, sesso estremo... nulla di tutto questo riesce a placare la loro tragica insaziabilità.
Ritiratisi per disperazione nella villa di famiglia di Louis, situata in un luogo deserto al confine con la palude, nella noia più totale un'idea perversa inizia a stuzzicare la loro fantasia: saccheggiare tombe per creare un loro personale museo di morte.
La nuova attività di profanatori si rivela essere davvero eccitante: scheletri, bottiglie di assenzio, reliquie e ritrovamenti di ogni genere cominciano rapidamente ad affollare la loro macabra galleria di morte.
A questo punto manca solo un oggetto alla loro collezione per essere perfetta. 
Un amuleto, per la precisione. 
Secondo varie leggende, è nascosto nella tomba di un potente sacerdote voodoo bianco, situata in un vecchio cimitero.
I due amici, però, non sanno che quel misterioso amuleto voodoo è portatore di una terribile maledizione.

Un racconto macabro, allucinante, sensuale, poetico... una storia dal sapore di assenzio, lo stesso che i due protagonisti scovano in una vecchia cripta di New Orleans. 
Sicuramente la mia preferita in assoluto di tutta la raccolta!
I personaggi di Louis e Haward possiedono quel fascino decadente da artisti maledetti, e ricordano molto due bohemien che vivono la vita sul filo della morte. Soprattutto Louis, il più intrigante tra i due, con la sua personalità tenebrosa e alternativa.
Amanti del macabro non potete perdervi questa sublime lettura!

Il cuore di New Orleans (The Heart of New Orleans, 2002)
Matthew Stubbs non era un bambino come tanti. A cinque anni già sognava di diventare un grande scrittore, ma ora il suo cadavere si trova in obitorio per essere sottoposto all'autopsia della coroner. 
Non c'è nulla di strano o violento nella sua morte, se non per la triste e banale causa.
Eppure, qualcosa di assolutamente bizzarro risalta sotto gli occhi della coroner: il suo cuore, infatti, possiede delle incisioni del tutto innaturali.
Cosa significa tutto questo? E per quale il piccolo Matthew era un bambino speciale?

Non sapeva se uccidere fosse definibile come arte, ma era l'unica cosa creativa che sapesse fare.
- Poppy Z. Brite, Il cimitero dei vivi, Risvegli, 160

Risvegli (Self-made Man, 1996) è il racconto conclusivo, e direi che non poteva esserci un finale migliore.
La storia appare come una rielaborazione ancora più perversa e soprannaturale del caso dell'efferato serial killer Jeffrey Dahmer, colui che adescava giovani ragazzi per poi ucciderli e ricreare con le parti dei loro corpi degli zombie.
In questa storia truculenta troviamo temi come il cannibalismo, la necrofilia, violenze di vario genere e non mancano descrizioni crude e scene di squartamenti. 
Non è una lettura leggera, per cui la sconsiglio a chi è facilmente impressionabile.
Personalmente lo reputo un bel racconto nel suo genere.











sabato 17 aprile 2021

STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca

Le menti perverse creano le storie più intriganti.
- Michela Mosca, Stories from the other side
TITOLO: Stories from the other side
AUTRICE: Michela mosca
EDITORE: Independently published
GENERE: Gotico, splatter, weird, thriller psicologico
SINOSSI: Una scrittrice diventa famosa grazie a un racconto sulle fate, un bambino narra il suo trasferimento nella nuova città, un giovane riceve una misteriosa videocassetta, un'adolescente ci parla dei suoi primi amori. Tutte storie molto leggere, tranquille. O forse no... la realtà non è oggettiva, tutto dipende da quale prospettiva guardiamo le cose. Stories from The Other Side è una raccolta di racconti dell'orrore, weird, assurdi, allucinanti. Un viaggio nel labirintico mondo della psiche umana, delle ossessioni e della follia. Tra scenari apocalittici e visioni distorte, queste storie vi porteranno dritte dall'altra parte del velo. Ma a pensarci meglio, forse non siete pronti. Fareste meglio a non leggerle.

RECENSIONE:
Dodici racconti
Dodici storie situate al limite estremo della realtà, un luogo dove la quotidianità si scontra violentemente con lo straordinario, l'inspiegabile e l'oscuro.
Follia, delirio, orrore pervadono queste misteriose vicende, e, seppur la scienza e la moderna psicologia vantano le più affermate teorie per spiegarle razionalmente, qualcosa di più "superstizioso", primigenio, ambiguo, che calpesta la logica umana, ci induce a credere nell'esistenza di forze invisibili e, il più delle volte, maligne.
In queste storie siamo indotti ad oltrepassare un confine, a valicare l'ostacolo della ragione, per perderci in un universo in cui le fobie più recondite diventano realtà.
Sta solo a voi lettori decidere quale strada intraprendere, ma se siete squilibrati quanto me, non ci sono dubbi sulla vostra scelta finale.

Parlando di sanità mentale... cosa possono mai avere in comune una nota scrittrice e una malata psichiatrica?

Un legame c'era, il filo rosso che univa due giovani così diverse eppure così unite, e quel filo sarebbe ritornato presto alla sua matassa.
- Michela Mosca, Stories from the other side, La promessa delle fate inquiete, 4

Ophelia Cartwrigh ha riscosso un inaspettato successo con la pubblicazione del suo primo libro Il sentiero delle fate inquieteuna splendida fiaba illustrata dai fini pedagogici.
In realtà all'interno di queste pagine si nasconde un macabro segreto, un segreto connesso ad una promessa firmata col sangue tanti anni addietro.
Quel che appartiene al passato deve rimanere al passato, così vuol credere Ophelia; eppure la notizia del tentato suicidio di Olga Taylor, la famosa malata mentale del massacro di Rain Forest, la riporta inevitabilmente indietro nel tempo, a quando era ancora la giovane e già tormentata Ophelia Atwood, colei che aveva stretto un folle patto con la regina delle fate.

La promessa delle fate inquiete è il racconto di apertura della raccolta, ed è sicuramente uno dei miei preferiti in assoluto.
Un inizio esplosivo, carico di inquietudine e orrore.
La narrazione ci trasporta magicamente in una storia torbida, dalle sfumature macabre e fiabesche, che, grazie alla sua costante ambiguità, ci fa tentennare sulla veridicità di alcuni episodi.

E se la malattia mentale può essere una risposta alle nostre perplessità, un modo per aggrapparci solidamente alla realtà senza incappare in bizzarre teorie, come possiamo spiegarci l'esistenza di hotel infernali, di sette che venerano divinità crudeli e che mettono in atto riti di iniziazione cruenti  e spietati? 
Il nostro buon senso ci suggerisce che potrebbe trattarsi solamente di soggetti perversi e depravati, che pianificano azioni davvero raccapriccianti.

E se vi dicessi, invece, che cosa può celarsi dietro il cancello di un cimitero al calar della notte, voi ci credereste? 

Vendette perfette che prendono alla lettera il detto "dente per dente, occhio per occhio"; popolazioni arcane e dimenticate che continuano a sopravvivere nel bel mezzo del nulla; amori che superano la barriera della morte; sacerdoti che nascondono il male in casa propria; sogni che sembrano trasformarsi in realtà... 
Queste sono solo alcune delle tante conturbanti situazioni a cui ci troviamo ad assistere nel corso della nostra tetra lettura.

Tra un racconto e l'altro, purtroppo giungiamo alla fine.
Ad aspettarci, però, c'è una vicenda estremamente avvincente, che ha come protagonista una sinistra VHS.

Il bibliotecario Tyler Logan conduce una vita tranquilla, fin troppo ordinaria, finché non trova una misteriosa VHS davanti casa sua.
Il mittente è sconosciuto, e l'unico messaggio che reca è SCAVA.
Non passa molto tempo che Tyler è già di fronte al televisore, e inorridito capisce che il video impresso sulla videocassetta non è altro che la ripresa di un atroce omicidio.
La pellicola è davvero troppo realistica per trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto. 
In aggiunta, Tyler ha la sensazione di conoscere la giovane vittima, ma non riesce a ricordare dove l'abbia vista prima...
Enigmi, agghiaccianti verità, forme di intrattenimento perverse,... in questo racconto dai toni forti ci inoltriamo nel mondo oscuro dei film snuff, ma non solo.
Anche qui la psicologia umana entra in gioco, lasciandoci increduli e spaventati davanti al livello di depravazione e crudeltà che viene raggiunta dall'uomo.

Il diavolo non esiste, ma è stato creato dall'uomo, a sua immagine e somiglianza.
- Michela Mosca, Stories from the other side, Il primo figlio, 144

Concludo consigliandovi caldamente la lettura di STORIES FROM THE OTHER SIDE di Michela Mosca
Lasciatevi trasportare in questo viaggio oscuro, perturbante ed estremamente coinvolgente, che saprà destare in voi le paure più primordiali e indicibili.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
Sono affiliata ad Amazon, per cui se decidessi di acquistare il libro da questo link io ne ricaverò qualche fanta-monetina che dissiperò amaramente nella compera di altri libri.


 





   


mercoledì 14 aprile 2021

LA CASA DELL'INCESTO di Anais Nin

Ascoltava una musica che non potevamo sentire, mossa da allucinazioni che non potevamo vedere.
- Anais Nin, La casa dell'incesto, 79

TITOLO: La casa dell'incesto
AUTRICE: Anais Nin
EDITORE: Universale Economica Feltrinelli
SINOSSI: "La casa dell'incesto" è la storia della dolorosa situazione di una donna divisa, incapace di trovare un collegamento tra il corpo e la propria vita emotiva. "Ho scritto le prime due pagine del mio nuovo libro in uno stile surrealista," annota nel suo diario la Nin nell'aprile del 1932. E in effetti si tratta di un testo audacemente sperimentale, sospeso tra il romanzo e la prosa lirica, che rappresenta il felice punto d'incontro tra i due momenti fondamentali dell'ispirazione di Anais Nin: da una parte, la ricerca di una totale e potente naturalezza nell'esprimere la vita e l'emozione dei sensi; dall'altra, il proposito di "procedere dal sogno per entrare nel dato sensibile", cioè di immergere l'esperienza onirica nel flusso della vita quotidiana, accostandosi alle ricerche del gruppo surrealista. Nasce così quello che è, forse, il libro letterariamente più elaborato e intenso della Nin: un racconto allucinato, "stratosferico", caratterizzato da una prosa sontuosa e musicale, da una ragnatela sottile ma fortissima di immagini e di suoni, "la mia stagione all'inferno", come ebbe a definirlo l'autrice stessa. "Tutto quello che so è contenuto in questo libro scritto senza testimoni, un edificio senza dimensioni, una città appesa al cielo."

RECENSIONE: 
Provate a immaginare di poter trasformare un dipinto di Dalì in un romanzo, trasferendo nelle parole tutte quelle sensazioni oniriche evocate dalle immagini. 
Ecco, questo è proprio ciò che ho provato leggendo La casa dell'incesto (House of Incest, 1936) di Anais Nin.

Un romanzo breve scritto in uno stile surrealista, caratterizzato da una prosa poetica, sinuosa, fatta di visioni variopinte che si susseguono con una fluidità meravigliosa, che lascia senza fiato.
Questo libro si addentra nella dimensione più profonda e nascosta dell'inconscio, partendo proprio dall'esplorare l'affascinante universo dei sogni.

Una sonnolenza. Amavo la facilità, la cecità e la soavità di viaggiare sull'acqua che mi trasportava oltre gli ostacoli. L'acqua era lì a trasportarti come un enorme ventre; c'era sempre acqua su cui riposare e l'acqua trasmetteva le vite e gli amori, le parole e i pensieri.
- Anais Nin, La casa dell'incesto, 19

Un viaggio onirico, enigmatico, esotico e senza interruzioni. 
Siamo trasportati da un flusso ininterrotto di immagini, muovendoci da un luogo a un altro, da un mondo a un altro, con estrema facilità. 
In apparenza appaiono come sposamenti senza senso, perché è questo che ci suggerisce la nostra razionalità; eppure percepiamo un filo sottile che lega tutto quanto indissolubilmente. 
Atlantide, Bisanzio, una mansarda, la casa dell'incesto...  diventano tutti portavoce di simboli. 
Così come i misteriosi personaggi che incontriamo nel corso della lettura, i quali prendono ispirazione dai conoscenti reali della Nin.
Ogni cosa era fatta per restare immobile nella casa dell'incesto, perché tutti avevano una grande paura del movimento e del calore, una così grande paura che tutto l'amore e tutta la vita potessero scorrere via e disperdersi.
- Anais Nin, La casa dell'incesto, 59

Il tempo in questo universo surreale si misura nel qui ed ora: non c'è un prima o un dopo, ma tutto avviene nell'istante stesso in cui leggiamo, senza ritornare al passato o prevedere il futuro. 
Una percezione del tempo che si accorda perfettamente con quella del nostro inconscio.
Spazio e tempo perdono la loro oggettività ne La casa dell'incesto, e diventano due dimensioni mutevoli e sfuggenti, proprio come avviene nel sogno.

Sentivo battere le pulsazioni del cuore, udivo i passi dei miei sogni e il battere del tempo si perdeva tra loro come il volto della verità.
- Anais Nin, La casa dell'incesto, 61


Mi fermo qui nel parlarvi di questo libro perché non saprei come descrivere ancora la sua immensa bellezza.
Poesia, delirio, amore, solitudine, dolore, verità, menzogne, immaginazione si mescolano all'interno di queste pagine, dando origine ad un esplosione di sensazioni violente e d'impatto.
Che dire... super consigliato!!
Sicuramente io recupererò altri libri di Anais Nin, e approfondire tutte le sfumature di questa autrice dalla personalità davvero affascinante.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
Inoltre, se il libro recensito ti ha incuriosito e provi una perturbante e insana voglia di leggerlo, puoi agevolmente cliccare QUI.
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MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...