giovedì 11 marzo 2021

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Luna nera

Sembrava proprio che i mostri preferissero parlare con me, piuttosto che con gli sbirri. E se vi state chiedendo perché diavolo i mostri si sentono così maledettamente a loro agio con me... be', me lo sono chiesta anch'io.
Dopotutto, resuscito gli zombie ed elimino i vampiri. Chi sono, io, per scagliare la prima pietra?

 - Laurell K. Hamilton, Luna nera, 192

TITOLO: Luna nera
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
TRADUTTORE: Alessandro Zabini
EDITORE: Tea Due
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy, Urban Fantasy
TRAMA: La relazione con Richard è la piacevole novità che attraversa la vita di Anita Blake, anche se conciliare il lavoro di risvegliante, la paura di legarsi a una persona e il fatto che quella persona è un licantropo non è poi così semplice. D'altra parte, la Sterminatrice di vampiri è abituata alle situazioni estreme e, per lei, le insidie sono sempre in agguato. In un bosco poco fuori St. Louis, infatti, viene scoperto il cadavere di un uomo mutilato. Convinta che sia colpa di un orso, la polizia vorrebbe archiviare il caso, ma per Anita è evidente che l'assassino è un lupo mannaro e che quella morte è collegata alla serie di sparizioni che sta sconvolgendo la comunità di licantropi. Non a caso, quella stessa notte, Anita viene convocata dal capobranco, Marcus ­ che è anche l'avversario più determinato di Richard ­, il quale le ordina di scoprire il responsabile dei rapimenti. Anita, suo malgrado, viene così coinvolta in un'indagine pericolosa, fitta di personaggi inquietanti e con troppi segreti da nascondere.

RECENSIONE:
Tutto sembra prendere una nuova piega nella vita di Anita Blake, potente Risvegliante e temuta sterminatrice di vampiri.

La sua relazione con Richard comincia a farsi sempre più seria, tanto che l'idea di un eventuale fidanzamento non è completamente da escludere. 
Il solo pensiero, però, le mette i brividi, e a confronto sarebbe meno spaventoso fronteggiare una mandria di vampiri inferociti. 
L'ordinarietà e la stabilità di un rapporto come questo stravolgerebbe radicalmente la sua vita, fatta di pericoli e oscure disavventure. 

Eppure la normalità non è propriamente il punto forte di questa coppia
Cosa potrebbe nascere tra una donna che resuscita morti e un lupo mannaro? 
Sì, gente. Richard è proprio un lupo mannaro, e neppure uno qualunque! 

L'ipotetico fidanzato di Anita, infatti, potrebbe diventare presto il nuovo maschio alfa, un ruolo ancora conteso e mantenuto dall'attuale capo branco, Marcus. 

Oltre il dissidio tra i più forti e potenti lupi mannari, nell'universo dei licantropi qualcosa di molto inquietante sta avendo luogo... E, come sempre, Anita si trova coinvolta in questa macabra e intricata vicenda. 

Otto licantropi sono scomparsi nel nulla,  spariti senza lasciar traccia, e questa situazione non fa altro che alimentare il sospetto che qualcuno abbia aperto una caccia per il loro sterminio. 

Contemporaneamente, un cadavere squartato viene rinvenuto dalla polizia
Anita, che in veste di consulente della  Regional Preternatural Investigation Team (squadra speciale per crimini soprannaturali) collabora alle indagini, è sicura che non si tratti dell'opera di un semplice animale selvaggio, bensì di un qualcosa di più feroce e mostruoso. 

Per completare in bellezza, ad aggiungersi agli infiniti problemi di Anita è la presenza del potente, sensuale e affascinante Master della città, il vampiro Jean-Claude
Perennemente convinto che la sua petit non resisterà a lungo all'attrazione fatale che prova per lui. 

« [...] Lo ami?» 
«In una regione recondita, tenebrosa e perversa del mio cuore, sì» 
- Laurell K. Hamilton, Luna nera, 262

Luna nera (Lunatic Cafe, 1996) è il quarto volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e anche questa volta ci ritroviamo catapultati in una nuova e allucinante disavventura. 

Differentemente dai romanzi precedenti (Nodo di sangue e Resti mortali), nei quali l'attenzione è rivolta prettamente al mondo oscuro dei vampiri, degli zombie e dei necrofagi, in questo capitolo si fa luce sulla complessa società dei licantropi.
Bisogna sottolineare che il termine licantropo non include esclusivamente i lupi mannari, bensì assume un significato più ampio, divenendo una categoria più eterogenea che ingloba diverse tipologie di mutaforma (ratti mannari, leopardi mannari, ecc...). 

Durante la narrazione scopriamo molti intrugli di questo fosco universo, non meno selvaggio e malvagio di quello dei vampiri che popolano la città di St. Louis. 
Ci viene presentata una comunità estremamente gerarchica, nella quale chi occupa i piani alti possiede il diritto di imporre il proprio potere e dominio sui più deboli, anche nei modi peggiori e impensabili. 

Una maledizione è come un estremo atto di volontà. Raccogli tutto il tuo potere, la tua magia o quello che è, e lo concentri su una sola persona; poi, imponendole la tua volontà, la convinci di essere maledetta. Lo fai sempre di persona in modo che l'altro sappia che la maledizione è stata effettivamente lanciata.
- Laurell K. Hamilton, Luna Nera, 73

Una considerazione che mi viene da fare in merito a questo volume è il fatto che l'azione si concentri maggiormente nelle ultime pagine, lasciando particolare spazio alla vita privata di Anita. 

Per la prima volta conosciamo una Anita combattuta a causa dei propri sentimenti... i suoi veri punti deboli. 

Si può amare un mostro e convivere con la sua parte più bestiale e primordiale? 
Troppi dubbi e timori si frappongono tra lei e Richard, il quale possiede l'amara consapevolezza della pericolosità della sua natura animalesca, e sa fin troppo bene come reagirebbe senza controllo a certi impulsi.
Aggiungerei che la presenza del diafano vampiro dagli occhi profondamente blu non aiuta molto Anita nel districarsi nella sua confusione, anzi. 

Sono molto curiosa di scoprire come andrà a finire questa tormentata vicenda amorosa, anche se spero di ritrovare nel prossimo volume un po' più di movimento e azione.

Lo stile della Hamilton anche in questo caso è sempre ben riconoscibile: lineare, scorrevole, diretto e coinvolgente. 
La narrazione segue un ritmo che tende ad accelerare verso gli ultimi capitoli, creando una sorta di tensione nel lettore che non lo abbondona fino alla fine.
Le descrizioni dell'ambientazione e dei personaggi mantengono quel loro tipico carattere macabro e grottesco, ed evocano un'atmosfera molto dark e urbana. 

Concludo dicendo che, nonostante l'inizio un po' lento e ripetitivo, Luna nera riesce ad essere intrigante e coinvolgente, con un finale esplosivo alla Hamilton maniera. 

Vedremo cosa mi riserverà questa lunga saga per il futuro.

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lunedì 1 marzo 2021

La via della trasmutazione alchemica OBLIVIUM /RUBENS /LUX di M.M. Judas

Se l'oscurità per te è mistero, e se è il mistero ad aver governato la tua vita da quando ti ricordi, allora vieni con me. Vieni con me. Ma ricorda: un mistero, per definizione, non va svelato.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica

TITOLO: La via della trasmutazione alchemica OBLIVIUM /RUBENS /LUX 
AUTORE: M.M Judas 
EDITORE: Edizioni Spazio Interiore 
COLLANA: Talismani
SINOSSI: Gli alchimisti usavano formule ed espressioni segrete per mascherare le loro attività volte alla ricerca della perfezione e soprattutto le loro identità. L’autore, occulto come da tradizione alchemica, conduce con sé il lettore in un viaggio attraverso l’oscurità delle tenebre alla conquista della luce. Una narrazione sospesa tra sogno, visione, confessioni personali e riflessioni stimolanti che, con la forza dell’allegoria, si rivela un vero manuale di discesa e risalita dall’ombra in quel processo di trasmutazione alchemica umana che conduce alla luminosa consapevolezza di sé. Il lettore verrà coinvolto e condotto attraverso tre distinte tappe – corrispondenti agli stadi di trasformazione alchemica – vivendo in prima persona quella trasmutazione interiore che dall’oscurità della notte lo condurrà ad assistere all’alba della propria luce vitale. Con prefazione di Claudio Marucchi.

RECENSIONE:
La nostra società ci insegna a temere l'oscurità e a starle il più lontano possibile, considerandola una portatrice di male, ignoranza e ombre minacciose. 
Aver paura di quello che apparentemente non è visibile e, di conseguenza, incontrollabile, non è un buon motivo per ignorarlo. 
In un certo senso si ha la sensazione di essere ancora condizionati dalle considerazioni del buon vecchio Freud: mantenersi sempre a debita distanza da quel fosco universo rappresentato dall'inconscio, un universo da sottomettere al volere dell'Io. 
Ma è mai possibile che la ragione conquisti un qualcosa di immensamente più grande e potente? 

Personalmente ho sempre trovato conforto nel buio e nel suo isolamento, ed è dal suo silenzio che spesso provengono le risposte alle mie domande più intime. 

Questo libro, però, mi ha mostrato una parte d'ombra che non conoscevo. 
Mi ha invitato a seguire un percorso fatto di discesa, risalita e unificazione. Un percorso costruito sulle parole, ma non semplici parole! D'altronde il significante non è che una porta per giungere al significato. 
In questo viaggio ci trasformiamo di pagina in pagina, e alla fine, quando volteremo l'ultima, sarà difficile ricordare in che modo e con quale intenzione abbiamo intrapreso questa lettura.
 
Il fine ultimo non è trasformarsi in qualcosa di definito. Il fine ultimo è imparare a trasformarsi continuamente, senza smettere mai. Il fine ultimo è trasformare la fine in un inizio, sempre. 
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 47

La via della trasmutazione alchemica (2020) di M.M Judas non è un libro che facilmente può essere descritto a parole. 
Sarebbe bello potervi mostrare in un qualche modo le sensazioni e le emozioni che ho provato leggendolo, in quanto il linguaggio verbale può andarci vicino ma non renderebbe fedelmente l'idea di ciò che vorrei trasmettere.
Inoltre, sono certa che ogni lettore coglierebbe sensazioni ed emozioni ben diverse dalle mie, dando vita alle più personali e intime riflessioni.
Per questi motivi definirei questa lettura singolare e sorprendente, una lettura da intraprendere almeno una volta nella vita. 

[...] il mistero più grande è anche, come sempre, il più inaspettato.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 49

Il primo mistero in un libro di misteri è proprio il suo stesso artefice. 
L'autore/autrice, che conosciamo con lo pseudonimo di M.M Judas, è un'identità oscura e ignota, la quale vive proprio nel messaggio insito nell'opera.
Ci dice, infatti, che non è importante concentrare la nostra attenzione sul suo nome, bensì sull'ascolto della sua voce e sull'insegnamento che intende trasmetterci in questo viaggio.

Il libro si struttura in tre parti, tre momenti: OBLIVIUM, RUBENS e LUX.

Iniziamo con lo scendere nell'ombra, tappa indispensabile per cominciare un processo di rinascita, e come afferma la nostra intima guida: solo chi ha sondato le tenebre può governare la luce.
La discesa rappresenta il momento di confrontarci con i nostri grandi demoni e di dimenticarli, ma è anche il momento di morire.

Nella seconda parte siamo i benvenuti nella rosseggiante Terra di Mezzo, un "luogo" nel quale avremo la possibilità di osservare il mondo da diverse prospettive, riscoprendone le più infinite e meravigliose sfumature. Tutto assume un nuovo e inaspettato significato qui, e scopriamo come quei parametri fissi che ci permettevano di giudicare e definire non sono poi così saldi come credevamo. 
In questa terra, poi, avviene un evento straordinario: la luce e l'ombra si fondono, tornando finalmente a riunirsi.

Alla fine del nostro percorso c'è Lux, il comandante bianco dell'armata nera.
Una luce inaspettata, diversa... e, naturalmente, lascio a voi la sorpresa e l'emozione di scoprirla.

Parlando ora dello stile di scrittura, esso è lineare, semplice e diretto
La chiarezza della prosa rende la lettura davvero scorrevole e coinvolgente, e ho apprezzato tantissimo il modo in cui tematiche importanti e profonde, che richiedono una particolare attenzione per essere interiorizzate, sono state trattate con discorsi naturali e logici.

Non c'è alcun peccato nello smarrirsi. Il vero peccato è non andarsi a cercare.
- M.M Judas, La via della trasmutazione alchemica, 28

Concludo questa recensione col dirvi che leggere questo libricino (non fatevi ingannare dalla sua piccolezza, mi raccomando!) è stata un'esperienza unica e stimolante, mi ha permesso di pormi delle domande e riflettere su alcuni aspetti della mia vita e del mondo che mi circonda.
Sono certa che quando ne sentirò il bisogno potrò tornare tra le sue pagine e trovare una guida pronta a tendermi la mano.
Una lettura che consiglio caldamente a tutti.

Ringrazio, inoltre, Spazio Editore per la splendida opportunità di collaborazione!

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lunedì 22 febbraio 2021

COTTON TALES, Volume uno di Loputyn

Anche tu ti fai beffe di me, non è così?
E allora odierò anche te.
Fino al giorno della tua morte.
- Loputyn, Cotton Tales, 9

TITOLO: Cotton Tales, vol. 1
AUTRICE: Loputyn
EDITORE: Shockdom
COLLANA: Fusion
GENERE: Fumetto
TRAMA: Il giovane Nicholas scopre al risveglio di essere vittima di un incidente le cui conseguenze gli hanno causato un'amnesia: non ricorda più nulla del suo passato. Non riesce nemmeno a riconoscere il padre né il ragazzo che si prende cura di lui. Nella grande villa che scopre essere la propria casa, Nicholas ha strane e inquietanti visioni, come il fantasma di una giovane ragazza che di notte si aggira per i corridoi.  

RECENSIONE: 
Cosa può esserci di più terribile di un incubo a occhi aperti? 
Quando quel mondo allucinato e pericoloso non è più solo nella nostra mente. 
Quando ogni certezza di essere al sicuro svanisce nel nulla.
Quando quelle paure inconsce cominciano a materializzarsi nella realtà.
Sì, nella realtà... non esiste nessuna via di scampo nella realtà.
Ma, infondo, quale incubo può essere peggiore di quello di perdere totalmente la memoria?

Nicholas, al suo risveglio, si ritrova circondato da un numero incalcolabile di conigli bianchi, che l'osservano con fare bizzarro e inquietante.
Ancora più inquietante, però, è il fatto che è disteso in un letto che non riconosce, in una stanza sconosciuta, all'interno di una maestosa villa totalmente estranea.

Nicholas non ricorda perché è in quel luogo sfarzoso, raffinato e al contempo lugubre e minaccioso. 
Non rammenta nulla di cosa sia accaduto prima del suo risveglio. In verità, ogni traccia del suo passato sembra aver abbandonato definitivamente la sua memoria. 
Non riesce a riconoscere nessun abitante della villa, neppure il giovane e seducente Conte Moran, padrone della villa nonché suo padre!

Tuttavia, la questione più stramba rimane una sola: perché ci sono tutti quei conigli che continuano a seguirlo ovunque??

Totalmente destabilizzato da questa assurda situazione, Nicholas viene rassicurato che la sua è solo un'amnesia passeggera, una conseguenza di un brutto incidente a cavallo, e che non ci vorrà molto prima che la memoria ritorni completamente. 

Nessuno, però, è a conoscenza delle macabre e ricorrenti allucinazioni che tormentano quotidianamente Nicholas.

E se queste spaventose visioni non fossero solo delle semplici alterazioni della realtà da parte della sua immaginazione?

Ogni cosa intorno a Nicholas assume, di giorno in giorno, un aspetto sempre più misterioso e tetro, e, invece di diminuire, i segreti sembrano moltiplicarsi a un ritmo incessante: Christopher, un giovane ragazzo che lavora per suo padre, ammette di odiarlo deliberatamente senza un perché; il fantasma di una ragazza dai lunghi capelli bianchi  che infesta la torre della villa comincia a tormentarlo ogni notte; e infine, due ospiti oscuri, due grandi amici di suo padre, il barone Emil Leverkhunn e la marchesa Gabriela Ward, giungono alla villa, pronti per prendere parte all'organizzazione del ballo in maschera che si terrà proprio lì da loro.

Come se non bastasse, un senso di oppressione e malessere continua a perseguitare Nicholas. 
L'ipotesi che possa esistere un lato oscuro e malvagio del suo passato diventa sempre più plausibile, logorandolo lentamente, e il pensiero di doverlo affrontare lo spaventa più di qualsiasi altra cosa. 

Lo so bene che prima o poi dovrò fare i conti con ciò che è sepolto dentro di me.
Lo so bene... ma ora desidero solo che queste notti non finiscano mai, e di poter continuare a fluttuare nel tempo sospeso nella torre.
- Loputyn, Cotton Tales, 105


Cotton Tales Vol. 1 (2015) di Loputyn (Jessica Cioffi) è un fumetto che definirei estremamente ipnotico e coinvolgente, tanto da rimanerne completamente affascinata e divorarlo in un solo pomeriggio!

L'intera opera evoca un'atmosfera sognante e gotica, e ogni singola pagina riesce a trasmettere sensazioni a dir poco contrastanti, che oscillano tra dolcezza e inquietudine.

Lo stile è davvero elegante e ricercato, e la sua raffinatezza è accentuata da una strabiliante e minuziosa attenzione per i dettagli
L'impiego di colori tenui e delicati, accompagnati da un tratto fine e leggero, donano all'intero fumetto un sapore antico, romantico e nostalgico, richiamando alla mente la fisionomia di una vecchia fotografia sbiadita. 
L'inserimento di elementi che rievocano l'epoca vittoriana, inoltre, non fanno altro che accentuare questa impressione. 

I personaggi, così come alcuni aspetti dell'ambientazione, mi hanno inaspettatamente ricordato i soggetti dei dipinti di Mark Ryden
Questo mio collegamento non è dovuto tanto alla somiglianza in sé, poiché sono due stili completamente diversi, ma quanto per le comuni emozioni ambivalenti che mi hanno suscitato.

Questa ambiguità risiede in primo luogo nello sguardo dei personaggi

"The eyes are the window of the soul", ed è proprio vero! 
In Cotton Tales gli occhi possiedono un potenziale espressivo sbalorditivo, e comunicano più di quello che vorrebbero. 
Dietro quell'ingannevole aspetto innocente e delicato, infatti, si nascondono segreti pericolosi e controversi. 

In conclusione, il mio giudizio complessivo è estremamente positivo, e se siete alla ricerca di una storia misteriosa, malinconica e dalle sfumature dark, ricca di personaggi affascinanti e ambigui, questo è il fumetto che fa per voi.
Vi rivelo che non vedo l'ora di continuare questa macabra vicenda nel secondo e ultimo volume.
Ci sono ancora tanti misteri da risolvere!!


Caro FANTASMAGORICO LETTORE
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martedì 16 febbraio 2021

IL GRANDE CERCHIO di Henry S. Whitehead

Un brivido freddo mi percorse la schiena come un presagio, un monito. Tutt'a un tratto provai la sensazione che lassù, fra i rami, vi fosse qualcosa di minaccioso, di letale.
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 36


TITOLO: Il grande cerchio
AUTORE: Henry S. Whitehead
EDITORE: Edizioni Arcoiris
COLLANA: La Biblioteca di Lovecraft 
TRADUTTORE: Diego Bertelli
GENERE: Weird, Dark Fantasy
TRAMA: "Le opere migliori di Whitehead sono fra i capolavori più efficaci dei nostri tempi" (Lovecraft). Il suo grande cerchio viene proposto per la prima volta in italiano. In edizione illustrata.

RECENSIONE:
Chi avrebbe mai immaginato che una tranquilla escursione in aereo si sarebbe trasformata in una disavventura senza precedenti? 
Che l'affascinante idea di scorgere le antiche rovine Maya dall'alto dei cieli avrebbe condotto i nostri tre protagonisti verso un'esperienza incredibile e sconvolgente?

Sicuramente non Gerald Canevin e i suoi compagni di viaggio, il dottor Pelletier e il pilota Wilkes, che di fronte a quell'insolito scenario non hanno potuto non pensare a una cosa sola, che quel luogo non è un luogo come tanti... un luogo che cela segretamente una forza malvagia.  
Tale sgradevole sensazione non deriva tanto dal fatto di situarsi nel bel mezzo della giungla del Quintana Roo, ma quanto per l'inusuale e bizzarra conformazione di quella zona.

Sotto i loro occhi, infatti, si estende una vasta area perfettamente circolare e priva di qualsivoglia forma di vegetazione, eccetto per un'imponente e maestoso frassino, che si erge precisamente al centro di quel grande cerchio
Sì, un vero e proprio grande cerchio di desolazione!

Un'angosciante atmosfera vige in quel luogo dalle peculiari caratteristiche topografiche: l'aria immobile e un silenzio minaccioso danno vita a un'opprimente sensazione di staticità e inquietudine che sconcerta i tre viaggiatori, ma non tanto da convincerli ad abbandonare quel posto.

A rompere definitivamente questa stasi è un inaspettato colpo di vento.
Quale sia l'origine della sua provenienza rimane un mistero. Forse giunge proprio da un angolo dell'inferno... questo a detta di Wilkes, il quale, a causa di quella folata improvvisa, ha visto volar via la sua affezionata giacca di shantung sui rami del frassino.
L'unico modo per recuperarla è quello di arrampicarsi sull'albero e spingersi alla ricerca tra quel fitto fogliame.

Nessuna risposta che somigliasse a una voce umana giunse da lassù; soltanto un fruscio, palesemente beffardo, o almeno così mi parve: una specie di impercettibile cacofonia provocata da quelle foglie maledette che si muovevano benché non ci fosse vento. Perché non c'era, posso giurarlo, un alito di vento. Eppure quelle foglie...
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 47

Il tempo passa e di Wilkes neppure l'ombra. 
Sembrerebbe come sparito nel nulla, sparito senza lasciare traccia! 
Oltre al timore che qualcosa di terribile possa essere accaduto al loro pilota, a mettere in stato di allarme Canevin e Pelettier sono anche la presenza di innumerevoli e inspiegabili stranezze, che lentamente cominciano a circondarli.

A questo punto l'unica soluzione, secondo Canevin, per ritrovare Wilkes e abbandonare definitivamente quel grande cerchio è di salire anche lui sul frassino.

Nulla, però, avrebbe mai potuto prepararlo a ciò che lo attende oltre quelle foglie. 

Qualcosa, o qualcuno, di pericolosamente potente lo ha scaraventato in una dimensione lontana da ogni possibile concezione umana, una dimensione nella quale divinità elementali, culti dimenticati e civiltà scomparse da secoli continuano la loro esistenza, indisturbati e non sottomessi alle moderne scienze dell'uomo civilizzato.
Era ormai certo e incontestabile che eravamo circondati da qualcosa; qualcosa di vasto, di inconcepibile potenza, come solo può essere un dio o una qualsiasi altra divinità; qualcosa di elementale e remoto, che risiedeva lì da prima della comparsa dell'uomo; qualcosa di completamente inumano, inconcepibilmente Ostile e Nemico.
- Henry S. Whitehead, Il grande cerchio, 40 

Il grande cerchio (The Great Circle, 1932) di Henry S. Whitehead è la quinta uscita per la collana weird/horror La Biblioteca di Lovecraft, che finalmente porta nelle nostre macabre librerie un romanzo fino a ora inedito in italiano.  
Anche questa volta ci ritroviamo tra le mani un autentico gioiellino: l'edizione è curata alla perfezione e nei minimi dettagli, e, come nella precedente pubblicazione (Il vampiro di Franco Mistrali), è arricchita dalle fantasmagoriche illustrazioni di Michele Carnielli, caratterizzate da uno stile sinuoso e inconfondibile.

Spostando ora l'attenzione sul racconto vero e proprio, ammetto di essere rimasta piacevolmente colpita dalla sua singolarità dalle sfumature bizzarre e misteriose.
Ho trovato davvero affascinante il modo in cui la situazione di partenza, apparentemente "normale", viene capovolta in una totalmente inimmaginabile. 
Si diventa spettatori di un mondo primordiale e fuori dalle righe, nel quale miti di antiche civiltà estinte e culti misteriosi di divinità dimenticate, ma non scomparse, si intersecano alle strambe vicende di tre uomini di avventura, che di stranezze occulte sembrano saperne abbastanza.

Lo stile di Whitehead, lineare seppur estremamente particolareggiante, in un primo momento potrebbe lasciare un po' scombussolati e confusi. Ma non demordete! 
Vi consiglio di continuare, poiché è necessario qualche piccolo istante per entrare a tutti gli effetti nel suo universo surreale e onirico, che prende vita man mano che la narrazione si evolve. 
Le sensazioni che scaturiscono durante la lettura, al confrontarsi con il mondo arcano creato da Whitehead, sono molto simili a quelle che si provano nel lasciarsi trasportare dai nostri sensi più primordiali, gli stessi che molto probabilmente riprendono vita quando stiamo sognando, quando la nostra parte più razionale lascia spazio a quei sistemi nervosi profondi che regolano le nostre emozioni più inconsce.

Con queste insolite sensazioni hanno dovuto fare i conti anche i protagonisti del romanzo, a partire dal grandioso Gerald Canevin.
Canevin è un personaggio difficile da definire: un avventuriero, un combattente, un conoscitore dell'occulto... Un personaggio che, in un certo senso, non conosciamo realmente a fondo, forse a causa della brevità della storia, eppure risulta essere molto energico e capace di entrare in empatia con il lettore. 
Così come il suo amico e compagno di viaggio: il dottor Pelletier.  
Un vero pozzo di conoscenza, un uomo che ha sempre la soluzione giusta per ogni tipo di problema, anche per il più complesso e intricato. 
Potremmo quasi definirlo il mentore di Canevin, colui che, in qualche modo, conosce già dall'inizio la risposta al labirintico rompicapo del Grande Cerchio, ma che lascia la possibilità anche agli altri di poterci arrivarci con un proprio ragionamento.

Sarebbe davvero interessante poter continuare a leggere gli altri racconti dedicati  alle strabilianti disavventure di questi carismatici personaggi, e immergermi nuovamente in quelle atmosfere esotiche e magiche alle quali Whitehead dona un immancabile tocco oscuro e bizzarro.
Amici de La Biblioteca di Lovecraft ci pensate voi a far tornare di nuovo tra noi il buon Gerald Canevin?? 

Concludo col dire che conoscere questo scrittore e leggere la sua opera mi ha permesso di scoprire un universo sconosciuto e di vivere un'esperienza straordinaria, e come sempre ringrazio La Biblioteca di Lovecraft per la fantasmagorica opportunità.

QUI DI SEGUITO VI LASCIO TUTTE LE USCITE DELLA COLLANA:
1. La Biblioteca di Lovecraft (A. Bierce, E.F. Benson, M.R. James, E. Erckmann e A. Chatrian)
2. I racconti della Bestia (A. Crowley)
3. Il giglio nero (M. Laski, W. Hauff, L. Capuana, F. Hume, P. Norton Swet, H. Walpole)
4. Il vampiro. Storia vera (F. Mistrali)
5. Il grande cerchio (H.S. Whitehead)


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MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...