venerdì 16 luglio 2021

IL DELTA DI VENERE di Anais Nin

Mi chiamerò la madame di una casa di prostituzione letteraria, la madame di un gruppo di scrittori affamati che producevano letteratura erotica per venderla a un "collezionista". Io fui la prima a scrivere per lui, e ogni giorno davo il mio lavoro da battere a macchina a una giovane donna.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 83.

TITOLO: Il delta di Venere
AUTRICE: Anaïs Nin
EDITORE: Bompiani
TRADUZIONE: Delfina Vezzoli
SINOSSI: Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l'incarico all'amica Anaïs Nin che aveva bisogno di soldi. “Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità,” ricorda Anaïs Nin. “Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici... Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia...” Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: “Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso.” Nacquero così questi racconti che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

RECENSIONE:
Tutto ebbe inizio nel 1940, quando un misterioso collezionista di libri offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere racconti erotici.
Inizialmente l'autore del Tropico del Cancro trovò quasi divertente l'idea di scrivere pornografia per dilettare un cliente ignoto, tanto da riferire alla sua cara amica Anaïs Nin di considerare questa opportunità una sorta di esperimento bizzarro.
Alla lunga però Miller ne ebbe abbastanza, stufo di dover piegare la sua arte al piacere di un anonimo patrono, e propose ad Anaïs Nin (in quel periodo in difficoltà economiche) di prendere il suo posto.

La Nin cominciò con l'abbozzare una serie di vicende davvero esagerate e stravaganti, a tratti grottesche, traendo ispirazione dalle avventure sessuali dei suoi amici o attingendo materiale da opere famose come il Kama Sutra. 
Il collezionista apprezzò il suo lavoro fantasioso, però le fece un appunto: avrebbe preferito che si concentrasse maggiormente sul sesso, lasciando da parte la poesia e altre descrizioni superflue.
Questa critica irritò molto Anaïs Nin, che non poteva concepire di dover estirpare il sentimento dal sesso.
Nonostante questo, però, continuò imperterrita con la realizzazione di altri racconti erotici, racconti in cui conduceva un'esplorazione della sessualità veramente a trecentosessanta gradi. 

Con il passare dei mesi altri scrittori squattrinati si unirono a lei nella creazione di queste gioie perverse destinate al tanto odiato committente, colui che impediva a tutti loro di "operare una fusione tra sessualità e sentimento, sensualità ed emozione".
In questo senso, Anaïs Nin diede vita ad una vera e propria casa di malaffare letteraria, nella quale tutti si davano un gran da fare per la produzione di storie estremamente dissolute e lussuriose.

Raccolsi i poeti intorno a me e tutti insieme scrivemmo della bellissima pornografia. Condannati come eravamo a insistere solo sulla sensualità, ci furono esplosioni violente di poesia. Scrivere pornografia divenne una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza.
- Anaïs Nin, Il delta di venere, 10

Alla fine, stufa di sentirsi ripetere dal committente sempre la stessa seccante lamentela, Anais prese coraggio e decise di scrivergli una bella lettera minatoria (e poi ditemi come non posso adorarla!).
Vi riporto qui di seguito un piccolo estratto.

Caro collezionista, noi la odiamo. Il sesso perde ogni suo potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di chiunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne abbiano il colore, il sapore, i ritmi e l'intensità. [...]

La raccolta Il delta di Venere (Delta of Venus, 1977) vide la luce solamente molti anni dopo.
Consapevole del fatto che le costrizioni del collezionista avessero snaturato il suo stile e messo a tacere il suo io femminile, Anaïs Nin reputava inizialmente i suoi racconti come un prodotto di intrattenimento omologato al tradizionale modello maschile della letteratura erotica, e non volle pubblicarli.
Eppure, rileggendoli dopo tanto tempo, l'autrice si rese conto che in molti passaggi si percepiscono i primi sforzi di considerare l'esperienza sessuale dal punto di vista di una donna (esclusiva degli uomini all'epoca) e che il suo stile non era stato completamente zittito.
In effetti, non è poi così difficile ritrovare quella raffinatezza, sinuosità e sensualità tipiche della scrittura di Anaïs Nin, che la rendono unica, irripetibile e surreale.

Analizzando nello specifico la raccolta, essa contiene quindici racconti di lunghezza variabile
Alcuni sono più articolati e complessi di altri più lineari e concisi, presentando una trama più fitta e con un'ampia gamma di personaggi.
Delle volte gli stessi personaggi ricompaiono in più racconti, creando una sorta di continuità all'interno della raccolta. Alcuni di loro sono palesemente ispirati ai conoscenti della Nin (se avete letto i suoi diari non sarà difficile trovare i relativi corrispondenti), altri invece sembrano provenire da un universo parallelo e fantasmagorico.
Naturalmente, come spesso avviene nelle raccolte, ci sono racconti più coinvolgenti e appassionanti di altri, ma ammetto di aver apprezzato anche le storie più fantasiose e morbose. 
Vorrei aggiungere inoltre che la Nin descrive le scene più spinte in maniera molto accurata, senza risparmiare i dettagli più focosi.
Il linguaggio che usa è esplicito, inebriante e diretto, ma sempre poetico e ipnotico.
Ed è proprio questo che ammiro e amo della Nin: l'abilita di saper fondere magistralmente la carnalità al sentimento e all'emozione.

Come ogni libro nato dalla penna magnetica di Anaïs Nin, non posso che consigliarvelo, in particolare se siete alla ricerca di storie piccanti e originali che non cadono nello squallido o nel volgare.


TUTTI I DEMONI SONO QUI di Venus Marion

Gli uomini non sapevano cos'era l'inferno. Non l'avevano provato. Ma l'avevano creato, senza neppure saperlo. E ora avrebbero dovuto fare i conti con il fatto che ogni fossa oscura aveva i propri demoni, e se avevano trasformato l'intero pianeta in una fossa - tutti i demoni erano lì.
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 69.

TITOLO: Tutti i demoni sono qui
AUTRICE: Venus Marion
EDITORE: Independently published 
SINOSSI: Nel continente di Kherida, la razza umana ha soggiogato quella dei gula, demoni necrofagi antropomorfi dai poteri sovrannaturali. Usata e ghettizzata, la stirpe dei gula si è fatta pavida al punto da accettare i soprusi degli uomini e la condizione perenne di schiavitù. Ma quattro demoni sono a un passo dall'appiccare il focolaio della ribellione che soverchierà l'umanità. Solo che ancora non lo sanno. L'unica certezza per Tamina, Dimitri, Serpil-Eda e Branden è che l'inferno non esiste, e se esiste è vuoto: tutti i demoni sono qui.

RECENSIONE:
In un mondo in cui umani ed entità demoniache - i così detti gula, demoni necrofagi antropomorfi - convivono da tempi immemori, assistiamo alla completa distruzione dell'equilibrio secolare vigente tra le due specie.
Il comando è detenuto dalla Confederazione, un gruppo di uomini decisi a soggiogare e piegare al loro volere il potere di tutti gli esseri demoniaci esistenti, schiavizzandoli, seviziandoli, studiandoli e logorandoli lentamente.
I gula, oppressi e spogliati di ogni loro libertà, hanno perduto il loro status di esseri superiori, la loro inconfondibile essenza divina; eppure, non tutto è ancora perduto.
Quando sono la sofferenza, la rabbia e la paura ad alimentare un sentimento di pura distruzione e ribellione, non può che nascere la più esplosiva delle vendette. 
Quattro demoni, ognuno con una propria dolorosa storia alle spalle, sono decisi a non soccombere al governo della Confederazione e a  riprendersi tutto ciò che spetta loro di diritto... a costo di dover ridurre in cenere l'intera umanità.

"La parola demone viene da una lingua antica. Sai cosa significa?"[...]
"Essere divino."
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 12.

Tutti i demoni sono qui di Venus Marion è un romanzo breve davvero piacevole e coinvolgente, che ha saputo rapirmi non solo per la sua trama dalle sfumature macabre e truculente, ma anche per quel tocco di leggerezza che mi ha fatto sorridere non poco.

Leggere questo libro è come intraprendere un folle viaggio senza sapere realmente quale sia la destinazione e, soprattutto, come arrivarci.
Ogni capitolo è una sorpresa, il più delle volte inaspettata e imprevedibile, ed è proprio questo aspetto che alimenta la curiosità e spinge a continuare imperterriti fino alla fine.
A contribuire alla scorrevolezza del romanzo, inoltre, vi è lo stile di scrittura dell'autrice.
Semplice, lineare, diretto e caratterizzato da periodi brevi, esso da vita a un ritmo spezzato ma molto incalzante. Non ci sono momenti di stasi all'interno della narrazione, ma il tutto procede rapido senza interruzioni, tanto da giungere all'ultima pagina senza accorgersene.

I personaggi rappresentano un altro punto forte del libro, ed è stato facile entrare in empatia con loro e rimanere coinvolti nelle loro tragiche vicende.
Tamina è il primo gula che incontriamo. 
Per colpa della Confederazione ha perduto per sempre una parte importante della sua vita, divenendo la cavia per un controverso esperimento: cibarsi della carne di altri demoni per trasformarsi in un gula potenziato. Questo tipo di alimentazione, però, l'ha portata a sviluppare una tremenda dipendenza da carne di gula, che diventa di giorno in giorno più difficile da gestire.
La sola cosa che ancora la spinge a resistere è la voglia di vendicare tutto il male subito e sterminare la specie umana.

Ma la vendetta è un sentimento che pervade anche un altro demone, forse uno dei più forti ancora in circolazione: Dimitri.
Nato schiavo nel ghetto dei gula, Dimitri ha sempre tentato di celare il suo immenso potere, dato il brutale destino dei demoni potenzialmente pericolosi per gli umani. 
Ma può un qualcosa di così immenso rimanere a lungo nell'ombra?
Per indebolirlo gli sono state mutilate le tipiche protuberanze cartilaginee simili ad ali che ogni demone possiede. Questa mancanza, però, viene compensata da una rabbia vendicativa che, unita ad una elettrostimolazione sperimentale, riesce a trasformarlo in una forza distruttrice.
Tutto questo è possibile grazie alla genialità di Zelda Pasco (il mio personaggio preferito in assoluto), un'eccentrica dottoressa piena di risorse che ha preso a cuore la causa di Dimitri e il suo piano di polverizzare l'intera umanità.

Un altro gula che dopo anni di sottomissione ha deciso di risorgere dalla sua collera è Serpil-Eda
Un tempo ministra dell'antico culto di Gihtuna, è stata costretta ad assistere alla distruzione di tutto ciò in cui credeva per essere rinchiusa in un bordello di demoni.
Dopo tanta attesa e infinite preghiere a Gihtuna, Sepil-Eda è finalmente pronta per scatenare la sua vendetta.

Se siete curiosi di imbarcarvi in questa folle disavventura demoniaca alla volta della distruzione della specie umana, non posso che consigliarvi questo breve romanzo dalle ottime capacità intrattenitive (vi assicuro che si legge in un soffio) e perfetto per questi caldi pomeriggi estivi.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto che il romanzo fosse stato un po' più lungo, così da poter approfondire meglio alcune dinamiche molto intriganti... ma, con mia grande gioia, ho scoperto che l'autrice progetta un sequel! 
Quindi, non mi resta che attendere.









martedì 13 luglio 2021

ANAIS NIN. NEL MARE DELLE MENZOGNE di Léonie Bischoff

Devo tuffarmi dove non si tocca, per trovare le parole... Nel mare delle menzogne.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 40

TITOLO: ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne
AUTRICE: Léonie Bishoff
EDITORE: L'ippocampo
TRADUZIONE: Giovanni Zucca
SINOSSI: In questo graphic novel di grande potenza onirica e sensuale, bello quanto un'opera Arte déco, ipnotico quanto un quadro di Klimt, con l'aiuto di una magica matita dalla mina multicolore Léonie Bishoff illustra la relazione passionale di Anais Nin con Henry Miller, rivelandone la personalità frammentata, in cerca di emancipazione e di assoluto.

RECENSIONE:
Ebbene sì. Alla fine non ho resistito alla tentazione di leggere questa splendida graphic novel dedicata interamente ad Anais Nin, ormai una delle mie scrittrici preferite in assoluto.

ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne (ANAIS NIN. Sur la mer des mensonges, 2020) di Léonie Bishoff è un graphic novel dallo stile unico e coinvolgente, che riprende e illustra le pagine del diario senza censura della Nin, per la precisione quelle tratte da Henry & June (vi lascio il link della mia recensione a riguardo) con l'aggiunta di ulteriori avvenimenti ripresi da altri suoi scritti.

La Bishoff è riuscita con straordinaria abilità a cogliere e a trasmettere la vera essenza delle parole di Anais Nin, trasformandole e animandole in tavole mozzafiato
Esse tratteggiano con grande delicatezza una donna dalla personalità intricata e seducente, in continua evoluzione, che ha scelto di sviscerare la parte più nascosta di sé servendosi dell'immaginazione.

Mi appellerò sempre alla magia e al mistero per esprimere ciò che sento.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 73

In queste pagine ci scontriamo con una Anais divisa, frantumata, che involontariamente ha seminato vari pezzetti di sé nelle mani di persone molto importanti per lei.
Il caro e dolce Hugo, suo marito, il suo amore intramontabile e sicuro; Eduardo, il suo bizzarro cugino, con il quale condivide una sofferta relazione incestuosa; Allendy, lo psicoanalista di suo cugino, un uomo brillante che l'ha aiutata ad osservarsi da una prospettiva diversa, una prospettiva insidiosa e dolorosa: quella di una bambina che non ha mai superato un trauma lontano e nascosto.
Come dimenticare poi l'enigmatica June, la moglie di Henry Miller. Una donna che ha costruito tutta la sua vita su un'infinità di bugie e tanta finzione, dimenticando e distruggendo ogni rimasuglio di verità. 
Infine c'é Henry Miller.

E' un artista non c'è dubbio. Sensibile, curioso e anche allegro.
Strizza gli occhi come un vecchio saggio, e sembra inebriarsi di vita.
E' solido, spontaneo. Intenso.
Henry è come me.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

La relazione che intessono è intrisa di arte, intensa passione e scrittura. 
Le loro personalità e la loro visione della letteratura così opposte si completano vicendevolmente, dando vita ad un'unione unica e irripetibile. 

Non scriverò mai come un uomo. Voglio scrivere come una donna. Scrivere ciò che è indicibile, le intuizioni, i brividi.
Farò della mia vita un'opera d'arte, e inventerò una lingua per raccontarla.
Io credo nella magia.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

Fin da subito ho amato lo stile inconfondibile dell'illustratrice, contraddistinto dall'impiego peculiare di matite dalla mina multicolore
Questa tecnica singolare riesce a creare un'atmosfera molto suggestiva, rarefatta e onirica (una scelta che ho trovato davvero interessante e in linea con la figura di Anais).
Tutte le tavole sono caratterizzate da un tratto morbido, sinuoso, essenziale e minimale, che richiama enormemente la fluidità e l'eleganza della scrittura della Nin.
L'aspetto onirico dell'opera, inoltre, è amplificato dall'inserimento di alcuni disegni chiaramente ispirati al romanzo surrealista per eccellenza dell'autrice, La casa dell'incesto, che Léonie rende meravigliosamente nel suo stile multicolore. 
Questi intervalli surreali si inseriscono di tanto in tanto al defluire dei pensieri e delle vicende racchiuse nella graphic novel, generando una sorta di sospensione del tempo e dello spazio che personalmente ho trovato fantastico.

Concludo consigliandovi sentitamente questa graphic novel, perché saprà come introdurvi, coinvolgervi e appassionarvi alla vita di una donna che non ha mai smesso di credere nella magia, nell'amore e nella forza dell'immaginazione. 

giovedì 1 luglio 2021

CADAVERE SQUISITO di Poppy Z Brite

Non trovavo spiacevole l'aroma della morte. Era come quello dei fiori recisi lasciati troppo a lungo nell'acqua stagnante, una dolcezza pesante e malata che riempiva le narici e si raccoglieva sul fondo della gola a ogni respiro.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 9

TITOLO: Cadavere squisito
AUTORE: Poppy Z Brite
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUZIONE: Francesca Noto
SINOSSI: Evaso dalla prigione di Painswick, nel Regno Unito, il serial killer Andrew Compton parte alla ricerca di un nuovo posto in cui vivere e poter appagare la sua sete di sangue, che non si è mai placata. Il suo viaggio lo conduce a New Orleans, fra le braccia di Jay Byrne, un fotografo dal fascino oscuro che risveglia il suo istinto omicida, ma si rivela tutt’altro che una vittima sacrificale.È l’incontro fra due anime oscure, che ben presto finirà per coinvolgere Tran, ragazzo vietnamita, ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e in fuga da un amante psicotico. Sullo sfondo del decadente Quartiere Francese, sferzato dalle invettive della radio illegale WHIV, ha inizio così una macabra danza d’amore e morte, di necrofilia, cannibalismo e solitudine. Un’autopsia spirituale che affonda il bisturi nella carne viva per darci in pasto il lato più buio dell’anima.

RECENSIONE:
Londra, fine anni ottanta.
Nella prigione di Painswick risiede uno dei detenuti più pericolosi di tutta l'Inghilterra: Andrew Compton.
Famoso nel mondo della cronaca nera come "l'ospite eterno di Londra" o "il killer gay", per circa undici anni Compton ha ucciso indisturbato più di venti ragazzi.

Ma non è il numero delle vittime a renderlo uno dei peggiori predatori in circolazione, quanto il suo inquietante modus operandi.
Compton non si limita a uccidere i malcapitati, solitamente abbordati in qualche squallido locale, ma ama conservare i loro cadaveri per compiere su di essi atti disgustosi e morbosi.
Questo finché la decomposizione non prende il sopravvento, costringendolo a liberarsi del corpo e a cercarne uno nuovo.

Non sorprenderà sapere che, dopo il suo arresto, Andrew è risultato positivo all'HIV.
Ed è proprio così che il più grande corteggiatore della morte si è lasciato travolgere da questa macabra passione.

Compton, però, coglie quest'occasione per realizzare un tetro stratagemma che gli permetterà di sfuggire dalla reclusione a vita: simulare il proprio decesso.
La messa in scena riesce alla perfezione, e Andrew è nuovamente libero, pronto ad assumere una nuova identità e ha riprendere le sue vecchie abitudini.
Ma "mostro" è un termine medico, che descrive un essere troppo deforme per appartenere ad alcun altro luogo che non sia la tomba. Gli assassini, che invece sanno essere parte di qualsiasi posto, seminano il mondo.
- Poppy Z Brite, Cadavere Squisito, 65

New Orleans, Stati Uniti.
Un misterioso fotografo si aggira per i vicoli scuri del Quartiere Francese alla ricerca del suo spacciatore preferito.
Il suo nome è Jay Byrne, erede di una storica e agiata famiglia di New Orleans.

Se per molti ragazzi del Quartiere la presenza di Jay risulta essere inspiegabilmente inquietante e in qualche modo sgradevole, la stessa cosa non vale per Tran
Di origine vietnamita, Tran è un bellissimo ragazzo poco più che ventenne, il quale arrotonda lo stipendio da cameriere con la vendita di droga.

Per qualche enigmatico motivo, forse dettato dalla recente e dolorosa rottura con il fidanzato Luke, Tran è attratto dal fascino oscuro del suo acquirente migliore.
Ma se solo sapesse quali terribili segreti si celano oltre i cancelli dell'elegante proprietà Byrne...

Jay nasconde un'insaziabile dipendenza, che soddisfa attraverso un sadismo morboso e torbido, rendendolo uno dei più pericolosi cacciatori in circolazione.

Una persona viva aveva sempre la possibilità di abbandonarlo. Teste mummificate e ossa sbiancate non avrebbero mai potuto compiere un simile atto di slealtà. Tutti i suoi ragazzi diventavano parte di lui. Sarebbero rimasti per sempre con lui, carne della sua carne, ad amarlo dall'interno.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 108

Cosa potrebbe mai accadere se, per un perverso scherzo del destino, due dei più spietati serial killer della storia avessero modo di incontrarsi?
Quale tipo di relazione malsana ed esplosiva potrebbe mai nascere?

Quanto lo amai, in quel momento! Gli abissi privi di coscienza dei suoi occhi, le ciocche lisce di capelli biondi sul collo, il carnai di segreti contenuto all'interno della nobile volta del suo cranio.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 172

Cadavere squisito (Exquisite Corpse, 1996) è un romanzo estremamente crudo, violento, ma allo stesso tempo oscuramente poetico e malinconico.
Specifico che non è un libro adatto a tutti, soprattutto per coloro che si impressionano facilmente, poiché per certi versi potrebbe risultare eccessivo.
Il lettore, infatti, è coinvolto in una storia in cui i protagonisti sono degli efferati killer, nonché necrofili e necrofagi, totalmente inibiti e senza scrupoli.
Nessun tipo di violenza ci viene risparmiata, e non mancano scene esplicitamente cruente e splatter.

Il romanzo è ambientato simultaneamente a Londra e a New Orleans, due città completamente diverse che condividono però la presenza di un lato oscuro e perverso.
L'autore riesce magistralmente a delineare e a dare tridimensionalità a questi luoghi, in particolare alla decadente e incandescente New Orleans (città natale dello stesso Brite), inserendoli con altrettanta accortezza in un background storico davvero controverso.
Sono gli anni in cui imperversa e si diffonde l'AIDS, una malattia senza cura che sembra colpire maggiormente gli omossessuali, che cominciano a essere identificati come la causa scatenante.

Tutti i personaggi del libro sono omosessuali, e condividono, ognuno a suo modo, un profondo disagio sociale, dovuto principalmente a questa condizione di emarginazione e al crescente senso di solitudine.
Da una parte troviamo le figure disturbanti di Andrew e Jay, due killer totalmente opposti che finiscono per intessere una folle relazione amorosa; dall'altra ci imbattiamo in una serie di personalità che, attraverso le loro vicende, riescono a fissarsi indelebilmente nella memoria del lettore.

La narrazione si costruisce su una duplice prospettiva.
L'autore, infatti, gioca sull'alternanza del punto di vista.
Da una parte abbiamo un narratore onnisciente, che ci permette di avere un quadro completo dell'intera vicenda; dall'altra, invece, è lo stesso Compton a raccontare la sua storia, immergendoci completamente nel suo mondo morboso ma spaventosamente coerente.
La logica malsana che è dietro le sue azioni depravate è molto più sconcertante del comportamento stesso.
Senza dubbio il suo è un atteggiamento patologico, ma a un certo punto cominciamo quasi a comprendere le pulsioni immonde che lo spingono ad agire in quel modo.
Questo utilizzo della prospettiva interna permette di entrare in profondità nella psiche del killer, così da svelare cosa genera quel desiderio insano di uccidere e violare i cadaveri.

L'attrazione sessuale si accende solo al sopraggiungere della morte, che trasforma quei bellissimi corpi in amanti perfetti.
La loro passività è un qualcosa che eccita il protagonista, ma che lo rassicura che per un po' di tempo non sarà più solo.

Infatti è proprio la solitudine ad accomunare Andrew e Jay.
Questo sentimento di vuoto lacerante, unito a un'ossessiva paura di abbandono, li legherà visceralmente in una relazione intensa ed estremamente morbosa, nella quale entrambi potranno finalmente condividere la loro macabra passione per la morte.

La solitudine è fondamentalmente uno dei temi centrali del romanzo, dal quale poi si diramano altre questioni molto delicate.
La paura dell'abbandono e della perdita, il senso di emarginazione e trascuratezza, la droga come medicina dell'anima.
Attraverso questa storia esploriamo il mondo della dipendenza, conosciamo le problematiche legate alla comunità gay degli anni ottanta (l'espandersi incontrollato dell'AIDS, gli abusi delle autorità nei loro confronti,...), il tutto avvolto in un clima di degrado morale.

Ho amato immensamente lo stile di scrittura, tagliente come la lama di un bisturi.
Poppy Z Brite è riuscita grandiosamente a dar vita a un romanzo poeticamente violento e morboso, divino nel suo orrore: riesce a scuotere nel profondo per la crudezza e la violenza delle immagini che crea, ma ha l'abilità di narrarle con un sensuale lirismo. 

Concludo consigliandovi calorosamente questo romanzo, però eviterei di proporlo a chi è particolarmente sensibile e impressionabile, perché potreste imbattervi in disturbanti scene sanguinose e ricche di sadismo che pullulano in queste pagine. 





 





 

 

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...