venerdì 16 luglio 2021

TUTTI I DEMONI SONO QUI di Venus Marion

Gli uomini non sapevano cos'era l'inferno. Non l'avevano provato. Ma l'avevano creato, senza neppure saperlo. E ora avrebbero dovuto fare i conti con il fatto che ogni fossa oscura aveva i propri demoni, e se avevano trasformato l'intero pianeta in una fossa - tutti i demoni erano lì.
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 69.

TITOLO: Tutti i demoni sono qui
AUTRICE: Venus Marion
EDITORE: Independently published 
SINOSSI: Nel continente di Kherida, la razza umana ha soggiogato quella dei gula, demoni necrofagi antropomorfi dai poteri sovrannaturali. Usata e ghettizzata, la stirpe dei gula si è fatta pavida al punto da accettare i soprusi degli uomini e la condizione perenne di schiavitù. Ma quattro demoni sono a un passo dall'appiccare il focolaio della ribellione che soverchierà l'umanità. Solo che ancora non lo sanno. L'unica certezza per Tamina, Dimitri, Serpil-Eda e Branden è che l'inferno non esiste, e se esiste è vuoto: tutti i demoni sono qui.

RECENSIONE:
In un mondo in cui umani ed entità demoniache - i così detti gula, demoni necrofagi antropomorfi - convivono da tempi immemori, assistiamo alla completa distruzione dell'equilibrio secolare vigente tra le due specie.
Il comando è detenuto dalla Confederazione, un gruppo di uomini decisi a soggiogare e piegare al loro volere il potere di tutti gli esseri demoniaci esistenti, schiavizzandoli, seviziandoli, studiandoli e logorandoli lentamente.
I gula, oppressi e spogliati di ogni loro libertà, hanno perduto il loro status di esseri superiori, la loro inconfondibile essenza divina; eppure, non tutto è ancora perduto.
Quando sono la sofferenza, la rabbia e la paura ad alimentare un sentimento di pura distruzione e ribellione, non può che nascere la più esplosiva delle vendette. 
Quattro demoni, ognuno con una propria dolorosa storia alle spalle, sono decisi a non soccombere al governo della Confederazione e a  riprendersi tutto ciò che spetta loro di diritto... a costo di dover ridurre in cenere l'intera umanità.

"La parola demone viene da una lingua antica. Sai cosa significa?"[...]
"Essere divino."
- Venus Marion, Tutti i demoni sono qui, 12.

Tutti i demoni sono qui di Venus Marion è un romanzo breve davvero piacevole e coinvolgente, che ha saputo rapirmi non solo per la sua trama dalle sfumature macabre e truculente, ma anche per quel tocco di leggerezza che mi ha fatto sorridere non poco.

Leggere questo libro è come intraprendere un folle viaggio senza sapere realmente quale sia la destinazione e, soprattutto, come arrivarci.
Ogni capitolo è una sorpresa, il più delle volte inaspettata e imprevedibile, ed è proprio questo aspetto che alimenta la curiosità e spinge a continuare imperterriti fino alla fine.
A contribuire alla scorrevolezza del romanzo, inoltre, vi è lo stile di scrittura dell'autrice.
Semplice, lineare, diretto e caratterizzato da periodi brevi, esso da vita a un ritmo spezzato ma molto incalzante. Non ci sono momenti di stasi all'interno della narrazione, ma il tutto procede rapido senza interruzioni, tanto da giungere all'ultima pagina senza accorgersene.

I personaggi rappresentano un altro punto forte del libro, ed è stato facile entrare in empatia con loro e rimanere coinvolti nelle loro tragiche vicende.
Tamina è il primo gula che incontriamo. 
Per colpa della Confederazione ha perduto per sempre una parte importante della sua vita, divenendo la cavia per un controverso esperimento: cibarsi della carne di altri demoni per trasformarsi in un gula potenziato. Questo tipo di alimentazione, però, l'ha portata a sviluppare una tremenda dipendenza da carne di gula, che diventa di giorno in giorno più difficile da gestire.
La sola cosa che ancora la spinge a resistere è la voglia di vendicare tutto il male subito e sterminare la specie umana.

Ma la vendetta è un sentimento che pervade anche un altro demone, forse uno dei più forti ancora in circolazione: Dimitri.
Nato schiavo nel ghetto dei gula, Dimitri ha sempre tentato di celare il suo immenso potere, dato il brutale destino dei demoni potenzialmente pericolosi per gli umani. 
Ma può un qualcosa di così immenso rimanere a lungo nell'ombra?
Per indebolirlo gli sono state mutilate le tipiche protuberanze cartilaginee simili ad ali che ogni demone possiede. Questa mancanza, però, viene compensata da una rabbia vendicativa che, unita ad una elettrostimolazione sperimentale, riesce a trasformarlo in una forza distruttrice.
Tutto questo è possibile grazie alla genialità di Zelda Pasco (il mio personaggio preferito in assoluto), un'eccentrica dottoressa piena di risorse che ha preso a cuore la causa di Dimitri e il suo piano di polverizzare l'intera umanità.

Un altro gula che dopo anni di sottomissione ha deciso di risorgere dalla sua collera è Serpil-Eda
Un tempo ministra dell'antico culto di Gihtuna, è stata costretta ad assistere alla distruzione di tutto ciò in cui credeva per essere rinchiusa in un bordello di demoni.
Dopo tanta attesa e infinite preghiere a Gihtuna, Sepil-Eda è finalmente pronta per scatenare la sua vendetta.

Se siete curiosi di imbarcarvi in questa folle disavventura demoniaca alla volta della distruzione della specie umana, non posso che consigliarvi questo breve romanzo dalle ottime capacità intrattenitive (vi assicuro che si legge in un soffio) e perfetto per questi caldi pomeriggi estivi.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto che il romanzo fosse stato un po' più lungo, così da poter approfondire meglio alcune dinamiche molto intriganti... ma, con mia grande gioia, ho scoperto che l'autrice progetta un sequel! 
Quindi, non mi resta che attendere.









martedì 13 luglio 2021

ANAIS NIN. NEL MARE DELLE MENZOGNE di Léonie Bischoff

Devo tuffarmi dove non si tocca, per trovare le parole... Nel mare delle menzogne.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 40

TITOLO: ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne
AUTRICE: Léonie Bishoff
EDITORE: L'ippocampo
TRADUZIONE: Giovanni Zucca
SINOSSI: In questo graphic novel di grande potenza onirica e sensuale, bello quanto un'opera Arte déco, ipnotico quanto un quadro di Klimt, con l'aiuto di una magica matita dalla mina multicolore Léonie Bishoff illustra la relazione passionale di Anais Nin con Henry Miller, rivelandone la personalità frammentata, in cerca di emancipazione e di assoluto.

RECENSIONE:
Ebbene sì. Alla fine non ho resistito alla tentazione di leggere questa splendida graphic novel dedicata interamente ad Anais Nin, ormai una delle mie scrittrici preferite in assoluto.

ANAIS NIN. Nel mare delle menzogne (ANAIS NIN. Sur la mer des mensonges, 2020) di Léonie Bishoff è un graphic novel dallo stile unico e coinvolgente, che riprende e illustra le pagine del diario senza censura della Nin, per la precisione quelle tratte da Henry & June (vi lascio il link della mia recensione a riguardo) con l'aggiunta di ulteriori avvenimenti ripresi da altri suoi scritti.

La Bishoff è riuscita con straordinaria abilità a cogliere e a trasmettere la vera essenza delle parole di Anais Nin, trasformandole e animandole in tavole mozzafiato
Esse tratteggiano con grande delicatezza una donna dalla personalità intricata e seducente, in continua evoluzione, che ha scelto di sviscerare la parte più nascosta di sé servendosi dell'immaginazione.

Mi appellerò sempre alla magia e al mistero per esprimere ciò che sento.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 73

In queste pagine ci scontriamo con una Anais divisa, frantumata, che involontariamente ha seminato vari pezzetti di sé nelle mani di persone molto importanti per lei.
Il caro e dolce Hugo, suo marito, il suo amore intramontabile e sicuro; Eduardo, il suo bizzarro cugino, con il quale condivide una sofferta relazione incestuosa; Allendy, lo psicoanalista di suo cugino, un uomo brillante che l'ha aiutata ad osservarsi da una prospettiva diversa, una prospettiva insidiosa e dolorosa: quella di una bambina che non ha mai superato un trauma lontano e nascosto.
Come dimenticare poi l'enigmatica June, la moglie di Henry Miller. Una donna che ha costruito tutta la sua vita su un'infinità di bugie e tanta finzione, dimenticando e distruggendo ogni rimasuglio di verità. 
Infine c'é Henry Miller.

E' un artista non c'è dubbio. Sensibile, curioso e anche allegro.
Strizza gli occhi come un vecchio saggio, e sembra inebriarsi di vita.
E' solido, spontaneo. Intenso.
Henry è come me.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

La relazione che intessono è intrisa di arte, intensa passione e scrittura. 
Le loro personalità e la loro visione della letteratura così opposte si completano vicendevolmente, dando vita ad un'unione unica e irripetibile. 

Non scriverò mai come un uomo. Voglio scrivere come una donna. Scrivere ciò che è indicibile, le intuizioni, i brividi.
Farò della mia vita un'opera d'arte, e inventerò una lingua per raccontarla.
Io credo nella magia.
- Léonie Bishoff, Anais Nin. Nel mare delle menzogne, 31

Fin da subito ho amato lo stile inconfondibile dell'illustratrice, contraddistinto dall'impiego peculiare di matite dalla mina multicolore
Questa tecnica singolare riesce a creare un'atmosfera molto suggestiva, rarefatta e onirica (una scelta che ho trovato davvero interessante e in linea con la figura di Anais).
Tutte le tavole sono caratterizzate da un tratto morbido, sinuoso, essenziale e minimale, che richiama enormemente la fluidità e l'eleganza della scrittura della Nin.
L'aspetto onirico dell'opera, inoltre, è amplificato dall'inserimento di alcuni disegni chiaramente ispirati al romanzo surrealista per eccellenza dell'autrice, La casa dell'incesto, che Léonie rende meravigliosamente nel suo stile multicolore. 
Questi intervalli surreali si inseriscono di tanto in tanto al defluire dei pensieri e delle vicende racchiuse nella graphic novel, generando una sorta di sospensione del tempo e dello spazio che personalmente ho trovato fantastico.

Concludo consigliandovi sentitamente questa graphic novel, perché saprà come introdurvi, coinvolgervi e appassionarvi alla vita di una donna che non ha mai smesso di credere nella magia, nell'amore e nella forza dell'immaginazione. 

giovedì 1 luglio 2021

CADAVERE SQUISITO di Poppy Z Brite

Non trovavo spiacevole l'aroma della morte. Era come quello dei fiori recisi lasciati troppo a lungo nell'acqua stagnante, una dolcezza pesante e malata che riempiva le narici e si raccoglieva sul fondo della gola a ogni respiro.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 9

TITOLO: Cadavere squisito
AUTORE: Poppy Z Brite
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUZIONE: Francesca Noto
SINOSSI: Evaso dalla prigione di Painswick, nel Regno Unito, il serial killer Andrew Compton parte alla ricerca di un nuovo posto in cui vivere e poter appagare la sua sete di sangue, che non si è mai placata. Il suo viaggio lo conduce a New Orleans, fra le braccia di Jay Byrne, un fotografo dal fascino oscuro che risveglia il suo istinto omicida, ma si rivela tutt’altro che una vittima sacrificale.È l’incontro fra due anime oscure, che ben presto finirà per coinvolgere Tran, ragazzo vietnamita, ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e in fuga da un amante psicotico. Sullo sfondo del decadente Quartiere Francese, sferzato dalle invettive della radio illegale WHIV, ha inizio così una macabra danza d’amore e morte, di necrofilia, cannibalismo e solitudine. Un’autopsia spirituale che affonda il bisturi nella carne viva per darci in pasto il lato più buio dell’anima.

RECENSIONE:
Londra, fine anni ottanta.
Nella prigione di Painswick risiede uno dei detenuti più pericolosi di tutta l'Inghilterra: Andrew Compton.
Famoso nel mondo della cronaca nera come "l'ospite eterno di Londra" o "il killer gay", per circa undici anni Compton ha ucciso indisturbato più di venti ragazzi.

Ma non è il numero delle vittime a renderlo uno dei peggiori predatori in circolazione, quanto il suo inquietante modus operandi.
Compton non si limita a uccidere i malcapitati, solitamente abbordati in qualche squallido locale, ma ama conservare i loro cadaveri per compiere su di essi atti disgustosi e morbosi.
Questo finché la decomposizione non prende il sopravvento, costringendolo a liberarsi del corpo e a cercarne uno nuovo.

Non sorprenderà sapere che, dopo il suo arresto, Andrew è risultato positivo all'HIV.
Ed è proprio così che il più grande corteggiatore della morte si è lasciato travolgere da questa macabra passione.

Compton, però, coglie quest'occasione per realizzare un tetro stratagemma che gli permetterà di sfuggire dalla reclusione a vita: simulare il proprio decesso.
La messa in scena riesce alla perfezione, e Andrew è nuovamente libero, pronto ad assumere una nuova identità e ha riprendere le sue vecchie abitudini.
Ma "mostro" è un termine medico, che descrive un essere troppo deforme per appartenere ad alcun altro luogo che non sia la tomba. Gli assassini, che invece sanno essere parte di qualsiasi posto, seminano il mondo.
- Poppy Z Brite, Cadavere Squisito, 65

New Orleans, Stati Uniti.
Un misterioso fotografo si aggira per i vicoli scuri del Quartiere Francese alla ricerca del suo spacciatore preferito.
Il suo nome è Jay Byrne, erede di una storica e agiata famiglia di New Orleans.

Se per molti ragazzi del Quartiere la presenza di Jay risulta essere inspiegabilmente inquietante e in qualche modo sgradevole, la stessa cosa non vale per Tran
Di origine vietnamita, Tran è un bellissimo ragazzo poco più che ventenne, il quale arrotonda lo stipendio da cameriere con la vendita di droga.

Per qualche enigmatico motivo, forse dettato dalla recente e dolorosa rottura con il fidanzato Luke, Tran è attratto dal fascino oscuro del suo acquirente migliore.
Ma se solo sapesse quali terribili segreti si celano oltre i cancelli dell'elegante proprietà Byrne...

Jay nasconde un'insaziabile dipendenza, che soddisfa attraverso un sadismo morboso e torbido, rendendolo uno dei più pericolosi cacciatori in circolazione.

Una persona viva aveva sempre la possibilità di abbandonarlo. Teste mummificate e ossa sbiancate non avrebbero mai potuto compiere un simile atto di slealtà. Tutti i suoi ragazzi diventavano parte di lui. Sarebbero rimasti per sempre con lui, carne della sua carne, ad amarlo dall'interno.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 108

Cosa potrebbe mai accadere se, per un perverso scherzo del destino, due dei più spietati serial killer della storia avessero modo di incontrarsi?
Quale tipo di relazione malsana ed esplosiva potrebbe mai nascere?

Quanto lo amai, in quel momento! Gli abissi privi di coscienza dei suoi occhi, le ciocche lisce di capelli biondi sul collo, il carnai di segreti contenuto all'interno della nobile volta del suo cranio.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 172

Cadavere squisito (Exquisite Corpse, 1996) è un romanzo estremamente crudo, violento, ma allo stesso tempo oscuramente poetico e malinconico.
Specifico che non è un libro adatto a tutti, soprattutto per coloro che si impressionano facilmente, poiché per certi versi potrebbe risultare eccessivo.
Il lettore, infatti, è coinvolto in una storia in cui i protagonisti sono degli efferati killer, nonché necrofili e necrofagi, totalmente inibiti e senza scrupoli.
Nessun tipo di violenza ci viene risparmiata, e non mancano scene esplicitamente cruente e splatter.

Il romanzo è ambientato simultaneamente a Londra e a New Orleans, due città completamente diverse che condividono però la presenza di un lato oscuro e perverso.
L'autore riesce magistralmente a delineare e a dare tridimensionalità a questi luoghi, in particolare alla decadente e incandescente New Orleans (città natale dello stesso Brite), inserendoli con altrettanta accortezza in un background storico davvero controverso.
Sono gli anni in cui imperversa e si diffonde l'AIDS, una malattia senza cura che sembra colpire maggiormente gli omossessuali, che cominciano a essere identificati come la causa scatenante.

Tutti i personaggi del libro sono omosessuali, e condividono, ognuno a suo modo, un profondo disagio sociale, dovuto principalmente a questa condizione di emarginazione e al crescente senso di solitudine.
Da una parte troviamo le figure disturbanti di Andrew e Jay, due killer totalmente opposti che finiscono per intessere una folle relazione amorosa; dall'altra ci imbattiamo in una serie di personalità che, attraverso le loro vicende, riescono a fissarsi indelebilmente nella memoria del lettore.

La narrazione si costruisce su una duplice prospettiva.
L'autore, infatti, gioca sull'alternanza del punto di vista.
Da una parte abbiamo un narratore onnisciente, che ci permette di avere un quadro completo dell'intera vicenda; dall'altra, invece, è lo stesso Compton a raccontare la sua storia, immergendoci completamente nel suo mondo morboso ma spaventosamente coerente.
La logica malsana che è dietro le sue azioni depravate è molto più sconcertante del comportamento stesso.
Senza dubbio il suo è un atteggiamento patologico, ma a un certo punto cominciamo quasi a comprendere le pulsioni immonde che lo spingono ad agire in quel modo.
Questo utilizzo della prospettiva interna permette di entrare in profondità nella psiche del killer, così da svelare cosa genera quel desiderio insano di uccidere e violare i cadaveri.

L'attrazione sessuale si accende solo al sopraggiungere della morte, che trasforma quei bellissimi corpi in amanti perfetti.
La loro passività è un qualcosa che eccita il protagonista, ma che lo rassicura che per un po' di tempo non sarà più solo.

Infatti è proprio la solitudine ad accomunare Andrew e Jay.
Questo sentimento di vuoto lacerante, unito a un'ossessiva paura di abbandono, li legherà visceralmente in una relazione intensa ed estremamente morbosa, nella quale entrambi potranno finalmente condividere la loro macabra passione per la morte.

La solitudine è fondamentalmente uno dei temi centrali del romanzo, dal quale poi si diramano altre questioni molto delicate.
La paura dell'abbandono e della perdita, il senso di emarginazione e trascuratezza, la droga come medicina dell'anima.
Attraverso questa storia esploriamo il mondo della dipendenza, conosciamo le problematiche legate alla comunità gay degli anni ottanta (l'espandersi incontrollato dell'AIDS, gli abusi delle autorità nei loro confronti,...), il tutto avvolto in un clima di degrado morale.

Ho amato immensamente lo stile di scrittura, tagliente come la lama di un bisturi.
Poppy Z Brite è riuscita grandiosamente a dar vita a un romanzo poeticamente violento e morboso, divino nel suo orrore: riesce a scuotere nel profondo per la crudezza e la violenza delle immagini che crea, ma ha l'abilità di narrarle con un sensuale lirismo. 

Concludo consigliandovi calorosamente questo romanzo, però eviterei di proporlo a chi è particolarmente sensibile e impressionabile, perché potreste imbattervi in disturbanti scene sanguinose e ricche di sadismo che pullulano in queste pagine. 





 





 

 

mercoledì 23 giugno 2021

LA CATTIVA STRADA di Sébastien Japrisot

Ininterrottamente, senza desiderio, o forse senza capire il suo desiderio, aspettava che finisse la notte e poi che finisse il giorno. Non esisteva durante la notte. La vita era solo quel momento della sera in cui, in un'aula deserta, due mani gli accarezzavano il viso con un gesto materno. Era soltanto quella tonaca bianca, il fruscio di quella veste quando suor Clotilde camminava, il tepore di una spalla, un profumo di donna.
- Sébastien Japrisot, La cattiva strada, 77

TITOLO: La cattiva strada
AUTORE: Sébastien Japrisot
EDITORE: Adelphi
TRADUZIONE: Simona Mambrini
SINOSSI:

RECENSIONE:
Ogni anno è sempre la stessa storia.
Denis ha ormai quattordici anni, e tutto quello che circonda la sua vita gli appare tristemente immobile e insipido.
La scuola che frequenta, le preghiere della messa, gli austeri professori, i suoi inseparabili amici, le punizioni per il suo carattere esuberante... nulla è cambiato e nulla sembra in procinto di farlo.
Persino i suoi genitori continuano a comportarsi allo stesso modo con lui, e a trattarlo come un ragazzino che non può capire certe cose o, addirittura, che non può conoscerle ancora.
Tuttavia, contrariamente ad ogni sua previsione, un incontro insolito stravolgerà la sua intera esistenza.

Sono i giorni prima delle vacanze di Natale, e la scuola ha organizzato per gli studenti un ciclo di visite in ospedale, con lo scopo di tener compagnia agli infermi. 
Denis non ha particolare interesse in questa iniziativa, tanto da preferire le punizioni a un tedioso pomeriggio tra i malati. 
Tuttavia, alla fine si trova costretto a fare questo sforzo.

Tra le stanze e i corridoi tutti uguali dell'ospedale, Denis è alla ricerca di qualcuno che possa accompagnarlo dai suoi compagni senza perdersi in continuazione.
Ed è proprio qui che incontra suor Clotilde.
Una giovane suora di ventisei anni, dall'aspetto particolarmente bello, che gentilmente gli fa strada nell'intricato ospedale.

Qualcosa, però, lascia particolarmente turbato Denis.
Una sensazione indescrivibile, che non aveva mai sperimentato prima, lo invade.
Un desiderio impetuoso comincia a bruciare dentro il suo corpo, e il volto dolce di suor Clotilde è praticamente marchiato a fuoco nella sua mente
Può mai essere amore quello che prova? 

Da questo momento in poi una trascinante e passionale storia d'amore intrappolerà entrambi i protagonisti in una relazione controversa, che sarà costretta a fare i conti con la rigida morale cattolica, con la legge e con la crudeltà delle persone.

Dio è morto? Esiste qualcun altro oltre a noi? A noi due insieme? Dio è morto. Esistiamo solo noi.
- Sébastien Japrisot, La cattiva strada, 126

La cattiva strada (Les mal partis, 1950) è un romanzo molto potente ed emozionante, drammatico per certi versi, ma davvero coinvolgente.

La trama di per sé è molto semplice e lineare
Tutto si articola attorno all'impossibile storia d'amore tra Denis e suor Clotilde e alla sua evoluzione nel corso della narrazione.
Anche l'ambientazione e gli eventi storici che fanno da background alla vicenda (ci troviamo in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale), seppur siano abbastanza percepibili, rimangono sempre marginali.

Questa semplicità emerge anche nello stile di scrittura dell'autore, che definirei estremamente essenziale.
La prosa è pulita e sobria, quasi scarna; ma sono proprio queste qualità a renderla particolarmente incisiva e d'impatto.

Infatti, il giovanissimo Japrisot (all'epoca diciottenne) è riuscito a gestire alla perfezione questi pochi elementi a sua disposizione, sprigionandone un potenziale espressivo non indifferente.
In particolar modo, dimostra una grande bravura e dimestichezza nel cambio di punti di vista, che permette al lettore di seguire la vicenda da due prospettive diverse.

La caratterizzazione dei personaggi è uno degli aspetti più riusciti di tutto il romanzo.
L'autore scava nel profondo dei protagonisti, sviscerando quel turbinio di pensieri, emozioni e sensazioni contrastanti che affollano la loro interiorità.
La sua abilità di sondare la psicologia dei personaggi permette al lettore di approfondire questa relazione fuori dalle righe.

Sia Denis che suor Clotilde, per la prima volta, si confrontano con un sentimento nuovo: un amore travolgente e del tutto incontrollabile
Denis è in piena adolescenza, e vive ogni esperienza con la massima intensità.
Questo vale anche per l'affetto che prova per suor Clotilde, un affetto passionale, irruento, incontenibile e... tormentato. 
L'idea che questo innamoramento non sia sano, sbagliato agli occhi di Dio, lo angoscia terribilmente. 
Così come tortura l'animo di suor Clotilde, la quale tenta invano di reprimere questa attrazione, cercando di trasformarla in un sentimento più materno e ammissibile per il suo ruolo. 
Denis è riuscito a mandare per l'aria quella precaria accettazione che si era costruita a fatica negli anni, la stessa che la aiutava a sopportare una scelta non sua.

A un certo punto ho dovuto scegliere. Ma non ho scelto io. E' stato il nulla che ero a scegliere per me. io non ero ancora nata. E adesso, a ventisei anni, mi accorgo all'improvviso che mi sto muovendo, che vedo una luce in fondo al tunnel.
- Sébastien Japrisot, La cattiva strada, 99

La cattiva strada, in fondo, non è altro che un libro di scelte, buone o cattive che siano agli occhi degli altri. 
Ciò che conta veramente è intraprendere una strada, quella strada che è il risultato di una propria decisione.

Nel corso del romanzo assistiamo ad una commovente e incredibile evoluzione da parte di entrambi i personaggi, che si lasciano alle spalle la rigida e bigotta morale religiosa e i pregiudizi del pensiero comune, e si abbandonano alla naturalezza del loro amore, nonostante questo significhi apparire agli occhi della società come degli irresponsabili o dei poco di buono.

In conclusione, non posso che consigliarvi questo romanzo straordinario dal sapore tragico e malinconico.









MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...