martedì 8 settembre 2020

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Resti mortali

Molta gente ha soltanto una vaga paura del buio, teme quello che ci si può nascondere. Io, che resuscito morti e che distruggo una dozzina di vampiri, so esattamente cosa si nasconde nella tenebra e ne ho il terrore. Si presume che la gente abbia paura dell'ignoto, ma l'ignoranza è una benedizione, mentre la consapevolezza è qualcosa di maledettamente spaventoso.


TITOLO: Resti mortali
SERIE: Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
EDITORE: TEA DUE
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy
TRAMA: Resuscitare i morti per Anita Blake, la cacciatrice di vampiri più famosa d'America, è diventata un'operazione di routine. E' il suo mestiere. Ed è anche molto comodo quando si vuole far luce in un caso di eredità contesa o di assassinio. Però se il defunto in questione è tale da trecento anni, la faccenda si complica, poiché occorre un sacrificio umano, e Anita non è disposta a uccidere nessuno, neppure per un milione dollari. Tanto infatti le è stato offerto e tanto lei ha rifiutato. Faccenda chiusa? Tutt'altro. Come consulente della squadra investigativa per i delitti soprannaturali, Anita è stata convocata per dare una mano nelle indagini su una serie di efferati omicidi. La polizia brancola nel buio e anche Anita è perplessa: nessuna delle creature che lei ben conosce – vampiri, licantropi, necrofagi – può aver commesso dei delitti tanto spaventosi. Ma poi un'idea si fa strada nella sua mente: e se qualcun altro avesse resuscitato uno zombie pluricentenario e lo avesse trasformato in un killer disumano?

RECENSIONE:
In seguito alla prima macabra disavventura narrata in Nodo di Sangue, Anita Blake, potente risvegliante e temuta cacciatrice di vampiri, ritorna più carica che mai per raccontarci, in prima persona, le sue nuove e raccapriccianti peripezie nel tenebroso universo soprannaturale di St. Louis.

Essere risveglianti ed essere in grado di esercitare tale professione, riconosciuta e autorizzata da ormai cinque anni, significa possedere una profonda e ampia conoscenza di tutti gli stadi e occorrenti indispensabili per attuare il rituale di resurrezione.
La differenza, però, tra un mediocre e un ottimo risvegliante è data dall'innata affinità con il mondo dei morti... e Anita possiede inevitabilmente questa macabra attitudine.
Non a caso, nel suo ambiente lavorativo è la migliore e in molti si rivolgono a lei per le resurrezioni più ardue e pericolose.

Un giorno viene convocata in casa di un nuovo misterioso cliente, che le fa una proposta particolarmente inquietante.
Il signor Harold Gaynord, un invalido sulla sedia a rotelle dal conto in banca stratosferico, è deciso a offrirle un laudo compenso da un milione di dollari in cambio del ritorno alla vita di un suo antenato.
C'è, però, un piccolo problema che non può essere assolutamente ignorato...
Il morto in questione ha più di trecento anni, e ciò significherebbe effettuare un sacrificio umano per realizzare e portare a termine un rituale di tale calibro.
In questo modo, Anita non solo si troverebbe a remare contro la legge, ma, soprattutto, contro i propri e incorruttibili principi morali. Così, decisa a non sottostare al volere di quest'uomo senza scrupoli e dall'aura malevola, non si lascia intimorire dai suoi imponenti scagnozzi e, con molta nonchalance (tipica della nostra protagonista), saluta tutti alla buona e va via.
Qualcosa in quell'addio, però, le lascia presagire che è solo questione di tempo prima che si ripresenti nuovamente questa offerta... rimasta, per così dire, in sospeso.

Subito dopo questo spiacevole incontro, Anita riceve un'allarmante chiamata da Rudolph "Dolph" Storr, capo dell'unità investigativa la Regional Preternatural Investigation Team, per gli amici semplicemente Spook Squad, con la quale collabora da qualche anno come consulente.
Il compito principale della Spook Squad è quello di occuparsi prettamente di crimini soprannaturali, e, dal sopralluogo della scena del crimine, è impossibile dubitare che non si tratti di una qualche pericolosa creatura della notte.

Uno spettacolo raccapricciante e grottesco si apre sotto gli occhi increduli di di Anita: ci troviamo nella casa della famiglia Reynolds, e brandelli di carne umana, simili a pezzi da macello, sono sparsi per tutta l'abitazione e chiazze di sangue fresco impregnano intere pareti.
Dal modus operandi così violento e distruttivo del killer, Anita esclude a priori il coinvolgimento di vampiri e lupi mannari, ipotizzando, invece, che vi sia lo zampino di uno zombie molto forte. 
Seppure improbabile che un morto vivente usi una tale estrema violenza contro qualcuno, può verificarsi che un risvegliante molto potente possa ordinargli di ubbidire ai suoi ordini, morali o non morali che siano.

L'unica persona che possiede le potenzialità per dar vita ad una macchina della morte del genere è la più temuta sacerdotessa vudù di St. Louis: Dominga Salvador.

Dallo sguardo minaccioso e beffardo, la sacerdotessa accoglie restia Anita in casa sua per essere interrogata in merito alle sue ultime resurrezioni, affermando di non aver mai compiuto un rito simile... negli ultimi mesi.
In quella casa orribili sacrifici sono stati compiuti in passato, e stanze buie chiuse a chiave nascondono qualcosa, o qualcuno, di sbagliato... contro natura.
Anita riesce a percepire la presenza del male, e uno strano stato di sconforto e malessere comincia a pervaderla da capo a piedi.
Perché continua a rimanere soggiogata da quel potere così immenso e oscuro che, in un certo senso, in parte le appartiene?
E' sicura che la sacerdotessa celi un terribile segreto in grado di condurla alla verità sul caso Reynolds, eppure la donna non si rivela essere così collaborativa, e Anita, impulsiva e diretta qual è, la minaccia senza peli sulla lingua.
Per questo si lascia in pessimi rapporti con Dominga, così da aggiungere alla già lunga lista un altro nemico che intende farle del male e dominarla.

Contemporaneamente, Peter Burke, suo collega Risvegliante, è stato assassinato in una situazione non totalmente chiara.
Il colpevole è ancora in libertà, eppure la coincidenza di questa morte con tutti gli eventi che rincorrono Anita le lascia presagire che non sia proprio un caso fortuito.
Assieme a John Burke, fratello del defunto nonché il più grande cacciatore di vampiri, risvegliante e sacerdote vudù di New Orleans, cercano di racimolare possibili indizi, rivolgendosi persino a un chiaroveggente, che possono far luce su questa vicenda ingarbugliata.

Come se non bastasse, ad aggiungersi a tutti problemi e casini di Anita è il bellissimo e affascinantissimo Master della città, il vampiro Jean-Claude, che la reclama come sua schiava mortale... 
Ma, insomma, questi succhiasangue non smettono mai di starti addosso!


Resti mortali è il secondo volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e, proprio come il primo, l'atmosfera macabra e gotica fa da padrone, avvolgendo e catapultando il lettore negli oscuri meandri della città di St. Louis.
Pagina dopo pagina, la narrazione, scorrevole e incalzante, tende a infittirsi sempre di più, creando una matassa quasi indistricabile e impenetrabile.
Ogni singola azione si sussegue ad un ritmo sempre più lesto e ansiogeno, culminando alla fine dove, dopo non aver respirato per capitoli interi, si può tirare un quasi sospiro di sollievo.

Lo stile della Hamilton è ben riconoscibile, riconfermandosi fresco ed elegante con quel tocco retrò che rimanda silenziosamente al passato e ai classici della letteratura fantastica e dell'orrore.

I personaggi, anche qui, sono ben caratterizzati: i cattivi della situazione sono davvero degli “stronzi” psicopatici senza scrupoli, ed è impossibile non odiarli per le loro azioni crudeli e riprovevoli.
In questo capitolo il personaggio di Anita, che già abbiamo conosciuto per la sua determinazione, franchezza, lealtà e forza d'animo, viene approfondito, svelando alcune parti del suo misterioso passato familiare e del suo particolare rapporto con sua nonna Flores.
Schietta, diretta e apparentemente impulsiva (dico apparentemente, poiché ogni suo gesto e piano è studiato fino all'ultimo dettaglio), rimane quasi impossibile non sorridere alle sue battute puntualmente inopportune e pungenti, che la mettono sempre nei guai.
L'odio che prova verso i vampiri è onniscente, eppure il suo rapporto con Jean-Claude lascia sempre della certa perplessità.
Le motivazioni per evitare questo affascinate e fighissimo vampiro sono infinite ed evidenti, tuttavia, tra i due si percepisce palesemente una sorta di attrazione reciproca... un'attrazione che va oltre il legame forzato che Jean-Claude ha instaurato con la nostra risvegliante in seguito all'aver ricevuto i primi due marchi per diventare la sua schiava umana.

Spero vivamente di fiutare nel prossimo volume, Il circo dei dannati, una qualche evoluzione in questa ambigua e insolita relazione.

Vorrei, inoltre, sottolineare una delle differenze più evidenti con il romanzo precedente: in Resti mortali i vampiri non occupano una posizione di rilevo, e non si affermano come i personaggi principali della storia, ma fanno semplicemente da sfondo alla vicenda e dando maggiore spazio alle figure degli zombie; infatti, assistiamo allo sviluppo di elementi che richiamano il vudù e la negromanzia.
Ammetto che, da grande appassionata dell'argomento, non ho potuto non apprezzare il modo in cui la Hamilton è riuscita a inserirlo nel romanzo, ricordandomi vagamente Merrick la strega di Anne Rice.

Continuerei a disquisire all'infinito, ma concludo dicendo che anche questa volta sono rimasta piacevolmente sorpresa per gli sviluppi della trama e dei personaggi, e non vedo l'ora di continuare questa saga davvero darkettosa e accattivante.

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mercoledì 19 agosto 2020

Le avventure di Tom Sawyer

Proprio allora fece una scoperta, cioè che promettere di non fare una certa cosa è il modo più sicuro per farsi tornare la voglia di farla.


TITOLO: Le avventure di Tom Sawyer
AUTORE: Mark Twain
EDITORE: Giunti Junior
COLLANA: Classici tascabili
GENERE: Avventura, Romanzo di formazione
TRAMA: Tom vive con la zia. E' un vero combinaguai: imbroglia, disubidisce, non studia, ma in compenso è intelligente, coraggioso e vivace. Un giorno, però, si trova coinvolto in un'avventura molto rischiosa: assiste a un omicidio, di cui viene accusato l'innocente Muff...


RECENSIONE:
Nella piccola e tranquilla cittadina di St. Petersburg, situata vicino le rive del Mississipi, il giovane e irrequieto Thomas, “Tom”, Sawyer trascorre le sue esuberanti giornate intento a far divertire e impazzire chiunque gli ronzi attorno, in particolar modo sua zia Polly.

Non passa secondo senza che la sua mente vivace e giocosa escogiti qualche improbabile piano per farla esasperare.

Quante volte lo ha colto con le mani nel sacco mentre rubava di nascosto la sua intoccabile marmellata o marinava la scuola? E quante volte è riuscito a farla franca senza beccarsi neppure una punizione come si deve, sfoderando il suo più grande repertorio di bugie?

La povera zia Polly, donna buona dall'animo gentile, non riesce proprio ad essere severa con suo nipote senza sentire un peso sulla coscienza, essendo consapevole, in fondo, che il piccolo Tom è un diavolaccio burlone, bugiardo e impulsivo, ma, allo stesso tempo, è un monello dal gran cuore e tutto quello che compie è in buona fede... o forse...

Tom si diverte troppo nel prendere in giro le persone e pensare di essere più furbo di loro; è convinto di non avere punti deboli, proprio come i pirati, gli indiani o i banditi delle sue storie preferite, eppure perde completamente la testa per una bambina che frequenta la sua classe: Becky Thatcher.

In ogni modo possibile e immaginabile cerca di attirare la sua difficile attenzione, finché, un bel giorno, Becky ricambia tutti i suoi pavoneggiamenti lanciandogli un fiore.

Il suo cuore batte solo per lei, ma, nonostante questo, Tom è stato capace di dar vita a inconvenienti davvero esilaranti.

Il piccolo Tom è un diavoletto imperterrito, ma insieme a lui conosciamo il suo migliore amico: Huckleberry Finn, protagonista indiscusso del successivo romanzo Le avventure di Huckleberry Finn.

Diversamente da Tom, Huck non frequenta la scuola e vive da solo, come un animale selvaggio, dentro una grande botte vuota, campando alla giornata e in totale libertà. Suo padre, infatti, è un tremendo ubriacone che sperpera tutti i suoi soldi in alcool senza preoccuparsi minimamente di suo figlio.

I due ragazzi, seppur di due classi sociali differenti, condividono lo stesso status di orfani e di scapestrati, e questo legame li unisce indissolubilmente.

Insieme hanno preso parte a numerose ed esilaranti peripezie: la fuga segreta nelle terre più selvagge e incontaminate dell'isola di Jackson per diventare dei veri pirati, facendo credere, senza volerlo, a tutti i paesani di essere morti; la ricerca forsennata di un tesoro nascosto nelle vicinanze di una casa ritenuta stregata; una terribile gita all'interno di una grotta labirintica... 

Eppure l'avventura più intensa e spaventosa ha inizio nel buio e silenzioso cimitero di St. Petersburg.

Tutto nasce dalla proposta di Huck di recarsi soli nel cimitero per provare una magia atta a combattere i porri.

Le uniche precauzioni che non possono essere assolutamente ignorate sono: trovare un gatto morto per il rito, giungere al cimitero al chiaro di luna e, infine, recitare la formula magica.
L'importante, però, è non farsi beccare dai diavoli che si aggirano tetri tra le lapidi, altrimenti lì sono guai.

Tutto è pronto per il loro piano, ma, all'improvviso, tra le fredde e immobili tombe del cimitero, vedono spuntare tre figure oscure.

Saranno i diavoli che tanto temevano di incontrare?
Lentamente, al loro avanzare sotto la luce lunare, i tre soggetti cominciano a prendere una forma più definita e... umana.

Finalmente, Tom e Huck riescono a riconoscerli.

Difficile giudicare da così lontano quali fossero i reali scopi di quella visita notturna al cimitero, ma, sicuramente, si tratta di un'azione losca che, purtroppo, non andò per il verso giusto...

I due ragazzi, in men che non si dica e senza volerlo, sono diventati i soli e gli unici testimoni oculari di un OMICIDIO.

Il terrore di essere scoperti gli attanaglia, e promettono solennemente di non farne parola con nessuno e di mantenere il segreto per salvarsi la pelle.

Purtroppo, però, qualcun'altro ci sta per rimettere la propria al posto del reale colpevole: un innocente sarà presto processato e condannato a morte.

Tom e Huck sono decisi a restare alla larga da questa brutta storia, eppure... non riescono a smettere di pensare come incastrare il colpevole.

Ma il cuore dei giovani è molto elastico e non si lascia comprimere a lungo 

Le avventure di Tom Sawyer è un romanzo scritto nel 1876, e, seppur considerato da molti come un classico della letteratura per ragazzi, esso incorpora e unisce diversi generi letterari.

Leggendolo ricorda molto un romanzo di formazione, poiché seguiamo lo sviluppo del protagonista nel corso dell'intera narrazione.

Tom è un personaggio estremamente dinamico e in continua evoluzione: lo osserviamo nelle prime pagine intento ad elaborare giochi e scherzi infantili, per poi giungere, verso la fine, alla maturazione di una nuova consapevolezza, frutto delle esperienze fatte nelle sue innumerevoli avventure.
Allo stesso tempo, però, viene da considerare il libro come un romanzo picaresco, in quanto Tom si muove da un episodio avventuroso all'altro.
Inoltre, Le avventure di Tom Sawyer si avvicina al genere della satira, della narrativa popolare e alla commedia.

Twain utilizza un linguaggio semplice e colloquiale che riflette e si adatta ai pensieri di un ragazzo come Tom.
Molto interessante è il modo in cui l'autore ricrea dei dialoghi adatti alla mentalità dei piccoli personaggi, così da regalargli quel tocco di genuinità e realismo.

Inizialmente, proprio per questa sua caratteristica, ho incontrato delle difficoltà nell'entrare completamente nella narrazione (aggiungendo il fatto che solo dopo ho scoperto di possedere un'edizione riadattata), trovandola piatta e noiosa.

Solo con il susseguirsi delle vicende buffe e fantasiose attorno a Tom e ai suoi amici, ho ripreso lentamente interesse, e non mi è dispiaciuto continuare a leggere il romanzo.

La parte che ho apprezzato maggiormente dell'intero romanzo è l'atmosfera cupa e macabra che l'autore è riuscito a creare attorno alla vicenda dell'omicidio nel cimitero.

Non sono mancati, inoltre, alcuni momenti nella storia che mi hanno portato a riflettere su quanto possa essere diversa la vita di un ragazzo come Tom Sawyer (vissuto, più o meno, nel periodo successivo alla guerra di secessione) da quella di un ragazzo di oggi.

In passato per divertirsi bisognava ingegnarsi con quel che si aveva (bottoni colorati, tappi di sugheri, monetine, pezzi di vetro colorato...) unito a tanta buona fantasia e immaginazione.

Il contatto con la natura era onnisciente, lo spirito di avventura esuberante e sottintesa era la condivisione di un nuovo gioco con i propri coetanei.
Invece, oggi assistiamo alla scomparsa quasi totale di questi divertimenti così genuini e salutari, che tristemente lasciano il posto alla sempre più invadente tecnologia.
Gli schermi sono ormai i migliori amici dei bambini, accompagnandoli ovunque e cancellando ogni legame con il mondo circostante.

Un sentimento di nostalgia per un tempo passato e quasi del tutto perduto è stato il mio compagno di viaggio nel mondo dimenticato di Tom Sawyer.

Avventuroso e divertente, Mark Twain da vita a un dei personaggi inconfondibili, che, inevitabilmente, ci riportano indietro nel tempo... a quando bastavano piccoli oggetti inutili e uno spazio aperto per essere felici, e seguire instancabilmente l'immaginazione per la creazione delle nostre avventure.

Questo è un romanzo che consiglio particolarmente ai piccoli lettori, ma sono sicura che anche i grandi lettori dall'animo ancora bambino possono apprezzare.


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venerdì 14 agosto 2020

Affinità

Ho paura di guardare la notte che preme contro il vetro. Poiché la notte racchiude Millbanks, con le sue ombre fitte; e in una di quelle ombre giace Selina... mi fa scrivere il suo nome qui, diventa sempre più reale, più forte e viva a ogni movimento del pennino sulla carta... Selina.
In una di quelle ombre giace Selina. Ha gli occhi aperti e mi sta guardando.

 

TITOLO: Affinità
AUTRICE: Sarah Waters
EDITORE: TEA
COLLANA: Le Rose di TEA
GENERE: Mystery, Thriller, Ghost Story
TRAMA: Londra, 1874. Margaret Prior, giovane donna di buona famiglia, decide di prestare opera di volontariato nella prigione femminile di Millbanks e portare conforto alle detenute costrette a una vita dietro le sbarre. Tra queste incontra la bellissima e conturbante Selina Dawea, una medium dal volto d'angelo, dotata di poteri soprannaturali. L'attrazione tra le due donne è palpabile, ma a mano a mano che le visite di Margaret alla prigione s'infittiscono, misteriosi eventi le accadono: un lucchetto sparito dalla sua stanza, fiori che appaiono dal nulla, quella donna che sembra sapere tutto di lei e del suo passato e che, soprattutto, sembra innamorata di lei. Sullo sfondo della Londra vittoriana, un romanzo di potere e passione, denso di erotismo, ma oscuro e inquietante, dove mystery e atmosfere gotiche si fondono con esito avvincente. 

@thecovenofphantasmagoricalbook

RECENSIONE:
Margaret Prior è una docile e sensibile ragazza, segnata profondamente dalla prematura morte dell'amato padre.
Tutto il periodo successivo alla scomparsa dell'unica persona che le voleva bene, Margaret precipita in un terribile stato di depressione, una situazione emotiva che, lentamente, la conduce verso una morte certa.
Contrariamente alla sua volontà di dipartire e trovare finalmente la pace, i suoi familiari riescono a metterla in salvo ed evitare per un pelo questo cupo destino.
Seguono mesi e mesi di estenuanti cure, sottoponendo Margaret all'assunzione di dosi massicce di cloralio, con l'effetto di renderla più mansueta.

Dopo essersi finalmente ristabilita, Margaret decide di dedicare parte del suo tempo all'occupazione di visitatrice nelle carceri femminili di Millbanks.
 
In questo luogo sinistro e spettrale, dove la luce filtra debolmente attraverso le spesse e sconfortanti sbarre, la missione di Margaret consiste nel recarsi nelle squallide celle delle detenute per conversare assieme a loro. 
L'obiettivo finale, che le è stato destinato dai suoi superiori, è quello di far riflettere queste peccatrici sulla loro vecchia e malevola condotta, sui loro sbagli, e ricordare loro che esiste una forma di redenzione e che possono ancora apprendere il comportamento di una vera signora.
In nessun modo, però, deve far trapelare informazioni riguardo la vita al di fuori di Millbanks, le condizioni della loro famiglia o dei loro conoscenti; e,neppure,devono saltar fuori parole di conforto e di pietà per i terribili misfatti compiuti dalle detenute.

Le condizioni di vita di queste donne sciagurate sono davvero pessime e impensabili.
Esse sono divise per reparti, e, in base alla loro condotta, possono ricevere delle agevolazioni o dei piccoli privilegi (una cella leggermente più spaziosa, un lavoro meno faticoso da svolgere, una maggiore razione di cibo, ...)
Le guardiane, donne dall'aspetto ancora più cupo della stessa prigione, sono distaccate e intransigenti, e non ammettono sgarri alle regole.
C'è chi, però, silenziosamente, riesce ancora a trattare queste donne come esseri umani e non come animali.

Margaret percepisce un'ostinata e forte sensazione di oppressione, e non è totalmente sicura che questo sia un incarico adatto al suo mite temperamento; ma, la vista di una peculiare detenuta le fa cambiare idea.
Immobile, con il viso rivolto verso il pallido spiraglio di luce e con le mani intente ad accarezzare un piccolo fiore, vi è una giovane ragazza dalla bellezza inconsueta e inquietante.

Perché si trova a Millbanks? Quali crimini le sono stati attribuiti? Ma, soprattutto, come è riuscita a ottenere un fiore in questo luogo arido e brullo?

Queste sono le domande senza risposta che assillano la mente agitata di Margaret, e la curiosità inizia ad aumentare a dismisura, finché non le resta che chiedere informazioni sul suo conto.

Il suo nome è Selina Dawes, e dovrà scontare quattro anni a Millbanks per il reato di truffa e aggressione.

A destare l'interesse di Margaret, però, non è tanto la sua pena, bensì la sua carriera passata: Selina è una SPIRITISTA... una medium.
Si vocifera che nel suo campo è una delle migliori, una vera e propria celebrità nel mondo dell'occulto, dalle capacità straordinarie in grado di evocare gli spiriti e metterli in contatto con i loro cari.

Qualcosa, però, andò storto durante la sua ultima seduta.
Da qualche mese gli incontri con gli spiriti si svolgevano nella dimora della signora Brink, protettrice e grande sostenitrice del lavoro di Selina, e quella sera dell'agosto del 1873 doveva partecipare  una giovane ragazza, Madeleine Silvester.
Lo spirito guida di Selina, Peter Quick, però, pare non essersi comportato bene, secondo la testimonianza della medium, spaventando la ragazza, che venne travolta da una crisi isterica, e la signora Brink, morta per infarto.
Naturalmente, in assenza di testimoni oculari a favore di Selina, le accuse caddero tutte su di lei, la sola che avrebbe potuto scatenare questo inferno, danneggiando le sue ospiti e prendendosi gioco della loro ingenuità.

Tra infanticide, prostitute, assassine, borsaiole... esattamente come un fiore nel deserto, c'è Selina. 
Il suo aspetto angelico e innocente richiama un qualcosa di arcano e singolare, destando un profondo interesse in Margaret, che a stento riesce a non portare a casa la sua immagine.

Ogni visita alla prigione viene accuratamente appuntata e descritta nelle pagine di un diario segreto, l'unico confidente di Margaret... il solo a cui può confessare i suoi pensieri e sentimenti più intimi senza essere giudicata.
A fine giornata, prima di coricarsi e di aver preso la medicina che la aiuta a prendere sonno, Margaret racconta dei suoi incontri con le detenute, marcando e dirigendo la sua attenzione sempre sulla misteriosa e impenetrabile Seline.

Al di fuori dalla tetra prigione, Margaret conduce un'esistenza non molto diversa dalle recluse di Millbanks.
L'apparente libertà si annulla completamente al suo rientro a casa, dove è costretta a sottostare alle seccanti consuetudini della madre, una donna estremamente soffocante e irascibile, che le ricorda costantemente quanto sia fragile e inconcludente. In aggiunta, non manca mai nel rammentarle quanto sia una perdita di tempo il suo vagare tra le buie e anguste celle di una prigione, invece di cercare un uomo che può offrirle una buona sistemazione.
In effetti, Margaret è l'unica, tra suo fratello maggiore e sua sorella minore, che non ancora riesce a organizzare un proprio matrimonio; e giungere a quasi trent'anni senza nessun fidanzamento imminente significa solo, in una società come quella vittoriana, essere considerata una zitella.

Amareggiata da tutto ciò che la circonda, Margaret riesce a trovare un briciolo di conforto solamente nel rivolgere i propri pensieri a Selina.

La determinazione nel voler scoprire il suo passato da spiritista e del perché effettivo della sua condanna finisce per trasformarsi in una sorta di ossessione tormentosa, che la porta a spendere gran parte del suo tempo nella cella di Selina oppure in ricerche sul suo conto.
Il fascino enigmatico e struggente della detenuta, in aggiunta alle sconcertanti rivelazioni sul mondo parallelo degli spiriti, non fa altro che accrescere in Margaret un'attrazione sempre più incontrollabile.

Nonostante un apparente scetticismo davanti alle strette confidenze riguardo le misteriose entità invisibili, Margaret rimane sconcertata da fatto che Selina è a conoscenza delle sue vicende personali. Inoltre, iniziano a presentarsi sempre con maggiore frequenza inspiegabili sparizioni di alcuni suoi oggetti, accompagnate dalla comparsa improvvisa di splendidi fiori nelle sue stanze.

Selina le spiega che sono i suoi amici spiriti a fare questo, perché è lei che glielo ordina.

Ma come possono, degli eventi del genere, verificarsi realmente?

Tutto questo la spaventa, ma, allo stesso tempo, la scuote dal torpore che ormai da anni l'accompagna. Una nuova consapevolezza comincia a farsi strada nel cuore di Margaret, la speranza di poter ricominciare a provare dei sentimenti nuovi, e superare il lutto per il padre.

Gli incontri tra Selina e Margaret iniziano a moltiplicarsi, e il legame che le unisce diventa, man mano, sempre più stretto e profondo.
Sarà difficile, a questo punto, mantenere nascosta questa nascente passione agli occhi indiscreti delle guardiane, che potrebbero riferire tutto ai loro superiori, distruggendo il loro rapporto.

La morte è muta quando la vita è sorda 

Affinità è un romanzo che riporta una storia singolare, struggente e spaventosa, avvolta dal cupo mistero della morte.
Una storia, infine, nella quale nulla è realmente ciò che appare

La narrazione non è lineare, e procede andando avanti e indietro nel tempo. 
Si vanno ad alternare, infatti, eventi presenti, riportati nelle pagine del diario di Margaret, e passati, in quelle di Selina.
In questo modo, assistiamo all'intervallarsi continuo di due punti di vista differenti, che regalano al lettore una visione più ampia, seppur non più chiara, dell'intera vicenda.

Ho apprezzato molto questo aspetto del romanzo; in particolar modo, è eccezionale la capacità dell'autrice di evitare il rischio di creare un effetto di "confusione" e di dar vita a due stili di scrittura completamente differenti, in grado di rappresentare distintamente i due personaggi principali.

Molto importante è considerare l'ambientazione e il periodo storico in cui la vicenda prende piede.
Ci troviamo, infatti, a Londra in piena epoca vittoriana, un'epoca caratterizzata da profonde e sconcertanti contraddizioni.
Viene descritta una società ipocrita, divisa in due: da una parte contempliamo un pericoloso perbenismo di facciata, dall'altra cogliamo il lato marcio e oscuro delle persone.
La spontaneità e i sentimenti vengono soffocati e schiacciati sotto il peso di una rigida morale (ben rappresentata dalla madre di Margaret).
L'importanza di apparire perfetti, di nascondere la propria natura sotto una maschera, accompagnata dalla tendenza a condannare il diverso, credo siano gli aspetti del romanzo che più mi hanno fatto rabbrividire.

Sarah Waters, inoltre, è stata davvero brava nel riportare fedelmente e vividamente questa epoca, descrivendone anche la parte che più oscura e interessante: il fenomeno dello spiritismo.
L'attrazione segreta per il mondo dei morti è talmente in netto contrasto con le idee razionali e scientifiche del tempo che è impossibile non rimanerne affascinati e turbati allo stesso tempo.

Centrale ed evidente è l'amore saffico  tra le due protagoniste, Margaret e Seline.
La loro è una relazione che va oltre il pregiudizio, che si ribella alle convezioni sociali e che si nutre della speranza di una futura libertà.
Entrambe sono imprigionate in una gabbia, che le soffoca e tenta di uniformarle a un qualcosa che non appartiene alla loro natura. 

Leggendo i loro diari entriamo completamente nella psiche di Margaret e Seline: viviamo i loro tormenti e angosce, le loro passioni e speranze...
Ci si ritrova ad essere coinvolti personalmente. La rabbia, il dolore, la rassegnazione rinchiusi a Millbanks ci avvolgono e ci risucchiano dal profondo, e si percepisce una sensazione di impotenza davanti a un simile spettacolo grottesco... la stessa che attanaglia Margaret e non la lascia stare.

Concludo con il dire che è stata una lettura forte, struggente e appassionante, che saprà tenervi con il fiato sospeso fino alla fine.
Io, intanto, sono già pronta per avventurarmi in altri romanzi di Sarah Waters.

mercoledì 5 agosto 2020

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Nodo di sangue

Resuscitavo i morti e dispensavo l'eterno riposo ai non-morti: era quello che facevo, era quello che ero. Se mai avessi cominciato a indagare sulle mie motivazioni, avrei smesso di annientare i vampiri. 
Era semplice.
@thecovenofphantasmagoricalbook

TITOLO: Nodo di sangue
SERIE: Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
EDITORE: TEA DUE
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy
TRAMA: Anita Blake. Occhi e capelli neri, carnagione chiare, fisico atletico. il suo lavoro è quello di Risvegliante presso la Animators Inc. di St. Louis: dietro compenso - e per un breve periodo - resuscita i morti (cosa molto utile, ad esempio nei processi per omicidio...). Ma Anita ha anche un secondo "impiego": è una cacciatrice di vampiri autorizzata. Da qualche tempo, infatti, i vampiri sono stati legalmente riconosciuti: possono vivere, lavorare e avere contatti con gli umani, però, se qualcuno sgarra, ci pensa lei a sistemarlo con la sua Browning, caricata a proiettili placcati in argento. Non per nulla i vampiri la chiamano la Sterminatrice... Eppure è proprio un vampiro quello che, in una calda mattina di luglio, si presenta nel suo ufficio e le fa una strana proposta: occuparsi di un serial killer che sta terrorizzando la città e si accanisce esclusivamente sui vampiri. Anita non ci pensa nemmeno, però, quella sera stessa, incontra Jean-Claude, un potentissimo e affascinante vampiro che, senza mezzi termini, la ricatta: o lei accetta l'incarico oppure la sua amica Catherine morirà. La caccia è aperta: Anita dovrà penetrare in un universo oscuro, popolato da esseri sfuggenti e mutevoli, sfoderando tutto il suo coraggio (oltre che il suo crocifisso) per sopravvivere. chi, o che cosa, l'aspetta in fondo alla notte più nera e rovente?


RECENSIONE:
Alla fine non ho resistito alla succulenta tentazione di iniziare una nuova saga dedicata alle mie creature della notte predilette: i vampiri.
Reduce dalle splendide Cronache dei Vampiri di Anne Rice, non nego di aver temuto per molto tempo l'evenienza di incappare in romanzi trash e scontati sul tema; eppure ho voluto seguire il mio istinto e tentare la sorte con Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri.

Nodo di sangue è il primo volume della saga, e come punto di partenza, devo ammetterlo, davvero niente male.

La protagonista, nonché narratrice della storia, Anita Blake, è un'inarrestabile e caparbia ragazza di ventiquattro anni che da qualche tempo collabora con la squadra investigativa di St. Louis. 
La peculiarità, però, di questo personaggio è strettamente legato al suo inconsueto e duplice lavoro "notturno": Anita esercita la professione di risvegliante e di cacciatrice di vampiri.
Se un'attività è strettamente legata alla resurrezione di morti, l'altra, invece, è incentrata sullo sterminio di non-morti, ovvero di vampiri.
La morte, in entrambi i casi, sembra proprio seguirla ovunque... ma Anita non le da peso, considerandola ormai una sua fedele conoscenza.

Il mondo nel quale Anita vive riconosce apertamente l'esistenza di creature fuori dall'ordinario.
Vampiri, licantropi, zombie, necrofagi... si relazionano costantemente con gli esseri umani, e questo fatto va a sottolineare l'urgente bisogno dello Stato di istituire delle norme da rispettare e che, al contempo, tutelino i loro diritti. 
Nonostante ciò, l'oscurità e il mistero che avvolgono tali esseri sembra non volerli mai abbandonare, nascondendo alla luce macabre e inquietanti questioni.
Per questo motivo il compito di Anita, mantenere una pacifica convivenza tra umani e creature soprannaturali,  è di vitale importanza. Tutti i vampiri che trasgrediscono alle leggi vanno inevitabilmente incontro alla loro distruzione.

Anita, però, sembra essere spinta, nel perseguire i suoi doveri, da altre occulte e personali ragioni.

Sennonché, un evento bizzarro altera la sua solita e insolita routine: le viene proposto da un vampiro, mandato da lei dai suoi superiori, di indagare su chi, o che cosa, si nasconde dietro una serie di terribili massacri di non-morti.

Anita rifiuta categoricamente l'incarico, ma... un intricato piano crudele è pronto a scattare per farla collaborare senza nessuna esitazione.
Tutte le persone a lei care saranno in grave pericolo se solo prova a non ubbidire agli ordini della Master più antica e sadica della città: Nikolaos, una vampira dal tenero e dolce volto da ragazzina.

In questo libro facciamo la conoscenza di alcuni Master che sono sopravvissuti ai massacri,  meno antichi di Nikolaos ma altrettanto molto potenti. 
Primo tra tutti, il più particolare e misterioso, è Jean-Cleaude
Vampiro dal fascino estremamente sensuale e magnetico, enfatizzato dai suoi grandi occhi blu e dalla sua pelle eburnea, in netto contrasto con i morbidi capelli neri, è il proprietario di uno strip-club, il Guilty Pleasures, nel quale lavorano sia vampiri che umani, i così detti junkie.
La relazione che intercorre tra Jean-Cleaude e Anita, inoltre, è davvero intrigante: il lettore, dalla narrazione, percepisce un legame oscuro e profondo che unisce segretamente i due personaggi, benché nessun dettaglio riguardo il loro passato viene mai apertamente rivelato. 
Si rimane costantemente immersi nel mistero, e una inarrestabile curiosità cresce di pari passo allo spasmodico susseguirsi delle pagine.

Contemporaneamente, si verificano una serie di violente profanazioni di cimiteri: alcune bare sono state distrutte e aperte, e i cadaveri che le occupavano giacciono dilaniati e sparsi per tutto il cimitero.
L'ipotesi più evidente è che si tratti di un gruppo di necrofagi; ma ci sono troppe incongruenze e fatti inspiegabili che rendono questa supposizione poco plausibile.

Sembrerebbe che questi episodi siano legati all'emergere di un'inquietante setta, la Chiesa della Vita Eterna, che, già da qualche anno, diffonde instancabilmente le proprie ideologie e il proprio credo tra gli esseri umani, incitandoli ad abbandonare le loro umili vesti mortali per trasformarsi in eterni vampiri, gli eternali.
Nonostante le idee pacifiste di questo gruppo di fedeli, Anita percepisce qualcosa di pericoloso e allarmante, che la spinge a scavare più a fondo in questioni sconcertanti.

Anita è certa dell'esistenza di una connessione, un filo conduttore, che lega impercettibilmente tutti questi fatti inspiegabili.
Bisogna solo scovare il ragno che ha dato vita a una tale intricata e fitta ragnatela. 

La nostra risvegliante sa di trovarsi sola in un enorme e ingarbugliato labirinto. 
L'unica persona su cui può fare realmente affidamento è se stessa e nessun altro. 
Non può rischiare di mettere in pericolo le persone a cui vuole bene, e neppure di fidarsi ciecamente di chi le sta attorno. Chiunque può essere il terribile killer che sta mettendo a soqquadro la città.
Non ci sono più certezze su cui può contare, ma, allo stesso tempo, è consapevole di avere le capacità per vincere questa battaglia, una battaglia anche interiore... e non sarà certo l'oscurità a fermare Anita Blake.


Nodo di sangue è un romanzo coinvolgente, macabro, piacevole... capace di lasciare il lettore sempre con il fiato sospeso.
L'intera vicenda è davvero ben costruita e studiata fin nei dettagli; ogni piccolo tassello, apparentemente insignificante, alla fine combacia alla perfezione con il resto del puzzle. 

La narrazione risulta lineare, scorrevole e incalzante; infatti, non sono presenti mai momenti di stallo, e il tutto si sussegue ad un ritmo galoppante.
Fin dalle primissime pagine si viene introdotti nel cuore della storia, così si ha la precisa impressione di partecipare in prima persona agli eventi, senza esserne mai estranei. 

Le descrizioni, dei luoghi e dei personaggi, sono ben calibrate. 
Ho particolarmente apprezzato il modo in cui la Hamilton è riuscita a dar vita a un'atmosfera raffinatamente macabra e gotica, che si realizza proprio a partire dal suo stile elegante e moderno. Inoltre, la capacità dell'autrice di tratteggiare l'ambiente che fa da sfondo all'intera vicenda (i cimiteri, le chiese, lo strip-club...) è straordinaria, e si percepisce vividamente una sensazione di cupezza e sensualità, alle quali va ad aggiungere quel sapore antico e romantico che, inevitabilmente, ci trasporta in un universo assolutamente dark che rimanda ai capisaldi della letteratura del terrore

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e si delineano senza difficoltà nella nostra immaginazione.
I vampiri si discostano dai malinconici ed eruditi Figli dei Millenni di Anne Rice. In Nodo di sangue ritornano i tradizionali requisiti dei non-morti (esseri della notte assetati di sangue, tendenzialmente cattivi ed estremamente belli) assieme ai vecchi metodi per distruggerli (la luce del sole, il paletto nel cuore, l'acqua santa, l'argento..). 
 
Anita Blake è un personaggio a dir poco singolare. Testarda, ironica, brusca, sincera e leale, è una delle poche protagoniste donna (insieme a Lisbeth Salander della trilogia Millennium di Stieg Larsonn) che veramente ho trovato molto interessante e piacevole. 
Una ragazza indipendente che non ha bisogno di essere soccorsa da nessun uomo, e che sa farsi rispettare in un mondo di lupi feroci, non solo nel senso stretto del termine.

Jean-Cleaude mi ha ricordato a tratti il caro Lestat delle Cronache dei Vampiri. Molto probabilmente per i suoi modi di fare un po' istrionici ed eleganti, così come le sporadiche uscite in francese e la predilezione per abiti sofisticati. 
Nonostante questo, non ho potuto non apprezzare questo vampiro peculiare e stuzzicante. 

Ci sarebbero ancora tanti altri personaggi di cui vorrei parlarvi in questa recensione, ma eviterò per non fare assolutamente nessuno spoiler.

In conclusione, mi sento di consigliare questo romanzo a tutti i lettori appassionati di vampiri, di urban/dark fantasy e di letteratura horror, o a chi è alla di un libro ricco di azione e e colpi di scena inaspettati.

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