giovedì 24 settembre 2020

La Storia Infinita

Fissava il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e di freddo. Questo, ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che sempre aveva desiderato da quando era caduto preda della sua passione: una storia che non dovesse mai avere fine. 
Il libro di tutti i libri.
TITOLO: La storia Infinita
AUTORE: Michael Ende
EDITORE: Longanesi
COLLANA: La Gaja Scienza
TRAMA: Bastiano è un ragazzino goffo, grassoccio, soprattutto molto solo. E ha una grande passione: leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo, ma l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge letteralmente, scoprendo che proprio lui non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato di Fantàsia, con le sue mitiche creature e le sue città sospese. Moderno romanzo di formazione, storia di un'anima, folgorante scoperta dell'amore, indimenticabile avventura, ma anche lungo viaggio nell'immaginario e itinerario nell'arte e nella mitologia, "La storia infinita" è uno dei grandi libri per tutti del nostro tempo che ha conquistato, avvinto e incantato generazioni di lettori.


RECENSIONE:
Scappare. Correre via dai problemi. Rifugiarsi per trovare un riparo temporaneo dal pericolo, solamente per poi ritornare silenziosamente nell'ombra, in attesa di fuggire ancora, e ancora. 
Questa, negli ultimi tempi, è la vita di Bastiano Baldassare Bucci, un piccolo, timido e grassoccio bambino di circa dieci anni.

Rincorso per la strada dai suoi compagni di scuola, i quali si divertono a fargli i dispetti e a prenderlo in giro per la sua goffaggine, Bastiano riesce, per un colpo di fortuna, a trovare riparo nell'inconsueto negozio di antiquariato di un certo signor Carlo Corrado Coriandoli.

Bagnato fradicio a causa del temporale che intemperia, Bastiano irrompe violentemente all'interno di questo posto, e, immediatamente, comprende che non si tratta di una semplice botteguccia come tante altre.
Tra gli innumerevoli scaffali che affollano quel luogo sono riposti e sistemati moltissimi libri, tutti diversi l'uno dall'altro. 
File e file di volumi riempiono tutti gli angoli della stanza, e, solo con molta attenzione, è possibile individuare in questo intricato labirinto di libri il signor Coriandoli, il quale appare infastidito dalla presenza del rumoroso e indisciplinato bambino che interrompe la sua lettura.

Nonostante il suo essere scorbutico, il signor Coriandoli intraprende una conversazione con il piccolo Bastiano, scoprendo il perché della sua irruzione, ma anche che, da qualche tempo a questa parte, è venuta a mancare sua madre e che suo padre non si cura più di lui.

Distratto da un telefonata, il signor Coriandoli abbandona la loro chiacchierata e si allontana. 
Bastiano, a questo punto, si ritrova ad essere magicamente attratto dal libro in lettura del proprietario della botteguccia.
Un volume dalla copertina di seta color rubino cupo con sopra rappresentati due serpenti, uno scuro e l'altro chiaro, che si mordono la coda, formando un ovale, al cui centro è posto il titolo, in strani caratteri. 
L'interno è ancor più straordinario della copertina: il testo è in due colori diversi; non vi sono illustrazioni, ma, in compenso, è completo di splendidi capilettera figurati.
Bastiano non può rifiutarsi all'ardente desiderio di leggerlo, così decide di prenderlo e portarlo via.

Spaventato da questo suo gesto avventato, decide di nascondersi nella soffitta della scuola.
In questo luogo umido e freddo, dove gli oggetti più strambi occupano gli angoli più bui, Bastiano inizia a leggere LA STORIA INFINITA.

Signore, ma tu non sai che Fantàsia è il regno delle Storie? Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.

Un imminente e spaventoso pericolo grava sul Regno di Fantàsia: una terribile forza, il Nulla, si muove sempre più rapidamente e silenziosamente, inghiottendo le numerose terre di Fantàsia e i suoi abitanti nel niente più totale.
Ogni popolo del Regno invia il proprio messaggero per riferire questa catastrofica notizia all'Infanta Imperatrice, la quale dimora unicamente nella maestosa Torre d'Avorio, posta nel centro esatto di Fantàsia.

A giungere in questo luogo, oltre agli strambi messaggeri (Mordipietra, Incubino, Fuoco Fatuo, ...), sono anche i medici più famosi di tutta Fantàsia, poiché l'Infanta Imperatrice è gravemente malata e nessuno lì dentro è in grado di fare una diagnosi precisa sul male che la affligge.
Molti ipotizzano che ci sia una connessione tra la sua malattia e il Nulla che sta distruggendo Fantàsia, ma come fermare tutto ciò?
Solo la stessa Infanta Imperatrice, colei che tutto conosce, può avere la risposta adatta.

Decide, così, di inviare un suo portavoce dal più coraggioso dei coraggiosi, il solo che possiede le capacità per portare a termine la Grande Ricerca, e salvare lei e tutta Fantàsia.
Il suo nome è Atreiu.

Atreiu appartiene a un popolo di cacciatori, i pelleverde, che abitano un immensa e vasta pianura, nota come Mare Erboso.
Diversamente da come tutti immaginano, Atreiu non è un uomo adulto, bensì è un bambino di soli dieci anni, proprio come il piccolo Bastiano. 
Nonostante l'aspetto esteriore, sono indubbie le sue qualità d'animo che gli permetteranno di fronteggiare questo viaggio indefinito nell'ignoto alla ricerca di un qualcosa, o qualcuno, che fermerà l'avanzare del Nulla. 
Nessuno può aiutarlo e nessuno può prevedere cosa si troverà ad affrontare.

Atreiu, però, non sarà solo in questa Grande Ricerca.
Porterà con sé il dono dell'Infanta Imperatrice: AURYN.
Conosciuto anche con i nomi di Pantakel, il Gioiello o lo Splendore, AURYN è un grande medaglione d'oro costituito da due serpenti, uno scuro e uno chiaro, che si mordono la coda vicendevolmente, originando, così, un ovale.
Chiunque fosse il portatore di tale amuleto, nonché emblema dell'Infanta Imperatrice, diviene un suo protetto che agisce per suo incarico.
Inoltre, AURYN conferisce a chi lo indossa poteri misteriosi, utili per portare a termine la missione.

A questo punto della storia, Bastiano si rende conto che la descrizione del medaglione coincide perfettamente con la rappresentazione posta sulla copertina del libro.
Una semplice coincidenza...?

Atreiu, assieme al suo fedele cavallo Artax, si mette subito in viaggio, deciso a salvare il Regno di Fantàsia.
Il cammino che dovrà affrontare sarà ricco di innumerevoli avventure e di inconsueti incontri con personaggi positivi e negativi, curiosi e spaventosi, divertenti e malinconici. 
Si imbatterà in uno splendido Drago della Fortuna, Fùcur, il quale gli sarà per sempre riconoscente per avergli salvato la vita; e si troverà ad essere inseguito da un'ombra silenziosa e oscura, che lentamente assumerà una forma animalesca e feroce... 

A ogni nuova esperienza di Atreiu, Bastiano entrerà sempre di più all'interno della Storia Infinita, tanto che il confine che separa l'universo di Fantàsia e il suo mondo tenderà ad assottigliarsi... se non a svanire del tutto.
La Storia di Bastiano, inevitabilmente, comincerà a far parte del grande ciclo della Storia Infinita, e diventerà fondamentale il suo aiuto per riportare la luce a Fantàsia e salvarla dal Nulla.
Ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontate un'altra volta.
LA STORIA INFINITA  è un romanzo che definirei metaromanzo, una storia nella storia, una storia che parla di un'altra storia.
Bastiano, con lo scorrere della narrazione, comincia, lentamente, a far parte di ciò che sta leggendo, diventando lui stesso il protagonista di quella storia... la sua storia.
In questo senso, La Storia Infinita è il titolo di ben tre libri: il libro che abbiamo materialmente sotto i nostri occhi e stiamo leggendo; il libro che Bastiano ha rubato dalla bottega del signor Coriandoli; e, infine, il libro che si trova a Fantàsia nel quale tutto ciò che accade viene scritto e tutto ciò che viene scritto accade.
Questa, a parer mio, è la caratteristica più distintiva, peculiare e magica di tutto il romanzo. 
Il venir meno del netto confine che separa il mondo reale, quello fuori dal libro, dal mondo fantastico, quello nel libro, crea una sensazione di ciclicità, che è alla base di ogni cosa.
Possiamo ritrovare questo andamento ciclico anche nel potente AURYN
I due serpenti che, mordendosi le code, formano un ovale mi hanno ricordato immediatamente l'antico simbolo dell'Uroboro, il serpente che si morde la coda, raffigurante il concetto dell'eterno ritorno


Perfettamente in linea con la definizione di metaromanzo vi è la scelta innovativa dell'autore di inserire un testo bicolore, utilizzando il rosso e il verde-azzurro.
Questa decisione, assolutamente non casuale, ha l'intento non solo di aiutare il lettore a distinguere la duplice ambientazione (le parti scritte in rosso indicano le vicende nel mondo degli uomini, invece, le in verde-azzurro gli avvenimenti nel Regno di Fantàsia), ma anche di aggiungere una nota magica e giocosa all'intero libro.
Assolutamente Fantasmagorico!!

La Storia Infinita si divide in 26 capitoli, ognuno contrassegnato da una lettera dell'alfabeto, seguendo l'ordine dalla A alla Z.
Nella versione italiana, edita dalla Longanesi, sono utilizzati i capolettera disegnati dal pittore Antonio Basoli
Queste splendide miniature sono davvero raffinate e particolareggiate; dal sapore esotico e romantico, rimandano all'immagine di un mondo perduto e incantato.
L'unico peccato è che non sono gli stessi capolettera inseriti nella versione originale, quella tedesca, disegnate da Roswitha Quadflieg, che ho trovato molto più coerenti e adatti al romanzo (poiché creati appositamente).

Solo il nome giusto dà a tutte le cose la loro realtà. 
Il nome sbagliato rende tutto irreale.
A questo punto è impossibile non notare la grande importanza delle lettere e delle parole ne La Storia Infinita
A loro viene attribuito il potere della creazione, in quanto solo grazie all'esistenza di una parola, di un nome, riusciamo a rendere reale e vivo qualcuno o qualcosa.
Senza nome non c'è creazione e il Nulla prende il sopravvento.

Come abbiamo già visto, in questo romanzo è presente una duplice ambientazione: il mondo degli uomini e il Regno di Fantàsia.

Fantàsia è un terra senza confini, nel quale i concetti di "vicino" e "lontano" e di "tempo"si discostano totalmente da quelli a cui siamo abituati, assumendo una valenza del tutto diversa. 
Tutto è mutevole a Fantàsia, e se si vuole giungere in una determinata località bisogna contare solamente sulla propria volontà e sul desiderio di trovarla. 
L'unica certezza è rappresentata dalla centralità della Torre d'Avorio, il cuore di Fantàsia.
Le numerose descrizioni che delineano questo posto sono sorprendenti e curiosedipingendo nella nostra mente immagini surreali e suggestive di una realtà fantastica e dei suoi inconsueti abitanti.
Impossibile da quantificare sono i luoghi all'interno di Fantàsia, abitati da creature fantasmagoriche che ricordano a tratti gli umani, gli animali o gli esseri mitologici.

Come per le descrizioni dei luoghi, anche quelle dei personaggi sono davvero ben fatte.
Non è stato difficile entrare in empatia con loro, in particolar modo con Bastiano e Atreiu.
Si riesce a percepire perfettamente il dolore, la solitudine e la tristezza di Bastiano; così come il coraggio, la forza d'animo e la determinazione di Atreiu. 
Queste sono tutte emozioni e sensazioni che prendono vita grazie alle parole dell'autore, e penetrano direttamente nel cuore del lettore, che le fa proprie ritrovandosi in esse.
Non posso non citare, infine, il mio personaggio preferito in assoluto: Fùcur, il Drago della Fortuna.
Dal corpo sinuoso, con squame color madre perla che brillano di riflessi bianchi e rosati, si muove leggiadro nel cielo come una nuvola.
Fùcur è una delle creature più rare in tutta Fantàsia, un essere che sprigiona e trasmette tanta felicità e gioia. Fortunato è chi riesce ad ascoltare il suo incantevole e magico canto; poiché la sua voce, bronzea e profonda, ha il potere di trasmettere immensa serenità e pace.

Non so come spiegarlo, ma la grandezza di Ende come scrittore sta non solo nell'aver inventato e creato dei personaggi unici, bensì nell'aver donato loro della vita, infondendo loro un'anima vera e propria. 

In conclusione, La Storia Infinita non è un semplice libro, ma è una vera e propria grande ricerca, un viaggio verso la conoscenza di se stessi, verso la propria consapevolezza del sé. 
Essa diviene un grande specchio che riflette chi si nasconde dentro di noi. 
Bisogna, per questo, percorrere un sentiero non semplice e neppure privo di sofferenze, incertezze ed errori. 

Ma La Storia Infinita è anche un viaggio alla riscoperta della nostra fantasia, soprattutto quando ci troviamo a vivere in un'epoca di grandi disillusioni, dove tutto è ragione e materia.

I desideri giocano un ruolo importante per tutto il romanzo.
Essi insorgono inaspettatamente, spontaneamente e uno per volta. Nessuno può prevederne la loro venuta, che si genera a partire dal desiderio precedente.
Ma dove conducono tutti questi desideri?
Alla scoperta di sé e al desiderio di non essere altro che se stessi
Quindi, possiamo immaginarlo come un percorso di accettazione di sè e del proprio aspetto esteriore; e ciò può realizzarsi solamente quando si è liberi da tutte quelle catene che impediscono la nostra crescita personale. 

Non meno importante è il tema dell'amicizia: il sostegno e l'appoggio reciproco sono fondamentali per il raggiungimento della meta della Grande Ricerca.

Definire La Storia Infinita un bellissimo romanzo è assai riduttivo, ma, come insegna il buon Bastiano, possiamo inventare noi la parola adatta.
Voi che ne dite?


Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
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martedì 8 settembre 2020

LE STORIE DI ANITA BLAKE, CACCIATRICE DI VAMPIRI: Resti mortali

Molta gente ha soltanto una vaga paura del buio, teme quello che ci si può nascondere. Io, che resuscito morti e che distruggo una dozzina di vampiri, so esattamente cosa si nasconde nella tenebra e ne ho il terrore. Si presume che la gente abbia paura dell'ignoto, ma l'ignoranza è una benedizione, mentre la consapevolezza è qualcosa di maledettamente spaventoso.


TITOLO: Resti mortali
SERIE: Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri
AUTRICE: Laurell K. Hamilton
EDITORE: TEA DUE
GENERE: Horror, Mystery, Dark Fantasy
TRAMA: Resuscitare i morti per Anita Blake, la cacciatrice di vampiri più famosa d'America, è diventata un'operazione di routine. E' il suo mestiere. Ed è anche molto comodo quando si vuole far luce in un caso di eredità contesa o di assassinio. Però se il defunto in questione è tale da trecento anni, la faccenda si complica, poiché occorre un sacrificio umano, e Anita non è disposta a uccidere nessuno, neppure per un milione dollari. Tanto infatti le è stato offerto e tanto lei ha rifiutato. Faccenda chiusa? Tutt'altro. Come consulente della squadra investigativa per i delitti soprannaturali, Anita è stata convocata per dare una mano nelle indagini su una serie di efferati omicidi. La polizia brancola nel buio e anche Anita è perplessa: nessuna delle creature che lei ben conosce – vampiri, licantropi, necrofagi – può aver commesso dei delitti tanto spaventosi. Ma poi un'idea si fa strada nella sua mente: e se qualcun altro avesse resuscitato uno zombie pluricentenario e lo avesse trasformato in un killer disumano?

RECENSIONE:
In seguito alla prima macabra disavventura narrata in Nodo di Sangue, Anita Blake, potente risvegliante e temuta cacciatrice di vampiri, ritorna più carica che mai per raccontarci, in prima persona, le sue nuove e raccapriccianti peripezie nel tenebroso universo soprannaturale di St. Louis.

Essere risveglianti ed essere in grado di esercitare tale professione, riconosciuta e autorizzata da ormai cinque anni, significa possedere una profonda e ampia conoscenza di tutti gli stadi e occorrenti indispensabili per attuare il rituale di resurrezione.
La differenza, però, tra un mediocre e un ottimo risvegliante è data dall'innata affinità con il mondo dei morti... e Anita possiede inevitabilmente questa macabra attitudine.
Non a caso, nel suo ambiente lavorativo è la migliore e in molti si rivolgono a lei per le resurrezioni più ardue e pericolose.

Un giorno viene convocata in casa di un nuovo misterioso cliente, che le fa una proposta particolarmente inquietante.
Il signor Harold Gaynord, un invalido sulla sedia a rotelle dal conto in banca stratosferico, è deciso a offrirle un laudo compenso da un milione di dollari in cambio del ritorno alla vita di un suo antenato.
C'è, però, un piccolo problema che non può essere assolutamente ignorato...
Il morto in questione ha più di trecento anni, e ciò significherebbe effettuare un sacrificio umano per realizzare e portare a termine un rituale di tale calibro.
In questo modo, Anita non solo si troverebbe a remare contro la legge, ma, soprattutto, contro i propri e incorruttibili principi morali. Così, decisa a non sottostare al volere di quest'uomo senza scrupoli e dall'aura malevola, non si lascia intimorire dai suoi imponenti scagnozzi e, con molta nonchalance (tipica della nostra protagonista), saluta tutti alla buona e va via.
Qualcosa in quell'addio, però, le lascia presagire che è solo questione di tempo prima che si ripresenti nuovamente questa offerta... rimasta, per così dire, in sospeso.

Subito dopo questo spiacevole incontro, Anita riceve un'allarmante chiamata da Rudolph "Dolph" Storr, capo dell'unità investigativa la Regional Preternatural Investigation Team, per gli amici semplicemente Spook Squad, con la quale collabora da qualche anno come consulente.
Il compito principale della Spook Squad è quello di occuparsi prettamente di crimini soprannaturali, e, dal sopralluogo della scena del crimine, è impossibile dubitare che non si tratti di una qualche pericolosa creatura della notte.

Uno spettacolo raccapricciante e grottesco si apre sotto gli occhi increduli di di Anita: ci troviamo nella casa della famiglia Reynolds, e brandelli di carne umana, simili a pezzi da macello, sono sparsi per tutta l'abitazione e chiazze di sangue fresco impregnano intere pareti.
Dal modus operandi così violento e distruttivo del killer, Anita esclude a priori il coinvolgimento di vampiri e lupi mannari, ipotizzando, invece, che vi sia lo zampino di uno zombie molto forte. 
Seppure improbabile che un morto vivente usi una tale estrema violenza contro qualcuno, può verificarsi che un risvegliante molto potente possa ordinargli di ubbidire ai suoi ordini, morali o non morali che siano.

L'unica persona che possiede le potenzialità per dar vita ad una macchina della morte del genere è la più temuta sacerdotessa vudù di St. Louis: Dominga Salvador.

Dallo sguardo minaccioso e beffardo, la sacerdotessa accoglie restia Anita in casa sua per essere interrogata in merito alle sue ultime resurrezioni, affermando di non aver mai compiuto un rito simile... negli ultimi mesi.
In quella casa orribili sacrifici sono stati compiuti in passato, e stanze buie chiuse a chiave nascondono qualcosa, o qualcuno, di sbagliato... contro natura.
Anita riesce a percepire la presenza del male, e uno strano stato di sconforto e malessere comincia a pervaderla da capo a piedi.
Perché continua a rimanere soggiogata da quel potere così immenso e oscuro che, in un certo senso, in parte le appartiene?
E' sicura che la sacerdotessa celi un terribile segreto in grado di condurla alla verità sul caso Reynolds, eppure la donna non si rivela essere così collaborativa, e Anita, impulsiva e diretta qual è, la minaccia senza peli sulla lingua.
Per questo si lascia in pessimi rapporti con Dominga, così da aggiungere alla già lunga lista un altro nemico che intende farle del male e dominarla.

Contemporaneamente, Peter Burke, suo collega Risvegliante, è stato assassinato in una situazione non totalmente chiara.
Il colpevole è ancora in libertà, eppure la coincidenza di questa morte con tutti gli eventi che rincorrono Anita le lascia presagire che non sia proprio un caso fortuito.
Assieme a John Burke, fratello del defunto nonché il più grande cacciatore di vampiri, risvegliante e sacerdote vudù di New Orleans, cercano di racimolare possibili indizi, rivolgendosi persino a un chiaroveggente, che possono far luce su questa vicenda ingarbugliata.

Come se non bastasse, ad aggiungersi a tutti problemi e casini di Anita è il bellissimo e affascinantissimo Master della città, il vampiro Jean-Claude, che la reclama come sua schiava mortale... 
Ma, insomma, questi succhiasangue non smettono mai di starti addosso!


Resti mortali è il secondo volume della saga Le storie di Anita Blake, cacciatrice di vampiri, e, proprio come il primo, l'atmosfera macabra e gotica fa da padrone, avvolgendo e catapultando il lettore negli oscuri meandri della città di St. Louis.
Pagina dopo pagina, la narrazione, scorrevole e incalzante, tende a infittirsi sempre di più, creando una matassa quasi indistricabile e impenetrabile.
Ogni singola azione si sussegue ad un ritmo sempre più lesto e ansiogeno, culminando alla fine dove, dopo non aver respirato per capitoli interi, si può tirare un quasi sospiro di sollievo.

Lo stile della Hamilton è ben riconoscibile, riconfermandosi fresco ed elegante con quel tocco retrò che rimanda silenziosamente al passato e ai classici della letteratura fantastica e dell'orrore.

I personaggi, anche qui, sono ben caratterizzati: i cattivi della situazione sono davvero degli “stronzi” psicopatici senza scrupoli, ed è impossibile non odiarli per le loro azioni crudeli e riprovevoli.
In questo capitolo il personaggio di Anita, che già abbiamo conosciuto per la sua determinazione, franchezza, lealtà e forza d'animo, viene approfondito, svelando alcune parti del suo misterioso passato familiare e del suo particolare rapporto con sua nonna Flores.
Schietta, diretta e apparentemente impulsiva (dico apparentemente, poiché ogni suo gesto e piano è studiato fino all'ultimo dettaglio), rimane quasi impossibile non sorridere alle sue battute puntualmente inopportune e pungenti, che la mettono sempre nei guai.
L'odio che prova verso i vampiri è onniscente, eppure il suo rapporto con Jean-Claude lascia sempre della certa perplessità.
Le motivazioni per evitare questo affascinate e fighissimo vampiro sono infinite ed evidenti, tuttavia, tra i due si percepisce palesemente una sorta di attrazione reciproca... un'attrazione che va oltre il legame forzato che Jean-Claude ha instaurato con la nostra risvegliante in seguito all'aver ricevuto i primi due marchi per diventare la sua schiava umana.

Spero vivamente di fiutare nel prossimo volume, Il circo dei dannati, una qualche evoluzione in questa ambigua e insolita relazione.

Vorrei, inoltre, sottolineare una delle differenze più evidenti con il romanzo precedente: in Resti mortali i vampiri non occupano una posizione di rilevo, e non si affermano come i personaggi principali della storia, ma fanno semplicemente da sfondo alla vicenda e dando maggiore spazio alle figure degli zombie; infatti, assistiamo allo sviluppo di elementi che richiamano il vudù e la negromanzia.
Ammetto che, da grande appassionata dell'argomento, non ho potuto non apprezzare il modo in cui la Hamilton è riuscita a inserirlo nel romanzo, ricordandomi vagamente Merrick la strega di Anne Rice.

Continuerei a disquisire all'infinito, ma concludo dicendo che anche questa volta sono rimasta piacevolmente sorpresa per gli sviluppi della trama e dei personaggi, e non vedo l'ora di continuare questa saga davvero darkettosa e accattivante.

Caro FANTASMAGORICO LETTORE, 
se sei giunto fin qui sei il mio eroe del cuore e ti ringrazio!
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MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...