domenica 24 maggio 2020

I FANTASMAGORICI POTERI DELLE PIANTE - Uomini, erbe e magia nella storia...

Nei giorni passati, costretta a dover passare molto del mio tempo chiusa in casa,  ho approfittato per avventurarmi alla scoperta di libri sconosciuti che popolano le varie librerie della mia dimora.
Tante sono state le piacevoli e inaspettate scoperte che mi sono capitate sotto mano, libri di cui ignoravo totalmente l'esistenza e che si sono rivelati davvero curiosi e bizzarri.
Tra i tanti, però, ci sono stati alcuni volumetti di erboristeria che hanno accesso in me un grande interesse verso il mondo magico e immenso dell'erbe. 
Senza indugio, la mia mente squilibrata ha partorito l'idea di dar vita ad una piccola e fantasmagorica rubrica sui segreti e sulle potenzialità curative di erbe e piante che quotidianamente ci circondano. Basti pensare che molte di queste le utilizziamo spesso e volentieri in cucina per donare un particolare aroma o profumo ad una determinata pietanza.
Concludendo la mia breve premessa, posso assicurarvi che la storia, le leggende e i principi benefici nascosti dietro queste semplici erbe hanno la capacità di aprire un universo infinito che non può non apparire intrigante.


Uomini, erbe e magia nella storia... 

Nelle epoche più remote dell'umanità e nelle più antiche civiltà del mondo, quando l'uomo viveva a strettissimo contatto con la natura e beneficiava di tutti i suoi effetti terapeutici, il ricorrere alle virtù delle erbe, per curare le ferite e le falle del corpo, era considerato un comportamento normalissimo, così come lo era l'individuare istintivamente la pianta giusta per quel male preciso.
Un po' come quando ci ritroviamo ad osservare curiosi il nostro gatto o il nostro cane che, spontaneamente, si dirige verso l'erba perfetta per porre sollievo al suo malessere.

L'importanza di queste erbe medicinali è testimoniata dal loro proficuo e attivo commercio nel bacino del Mediterraneo sin dai tempi della Civiltà Minoica.
I fenici, inoltre, abili navigatori e commercianti, dedicavano gran parte delle loro spedizioni alla ricerca e alla vendita di erbe curative e non solo.
Un ruolo decisivo, però, nello sviluppo dell'erboristeria, lo ebbe una tra le più grandi e importanti civiltà della storia: i misteriosi antichi egizi
La dedizione con cui si dedicavano alla medicina era strettamente legata alla religione e al largo numero di divinità preposte alla salvaguardia della salute. Tra le più celebri troviamo la dea Iside, fine conoscitrice dell'arte erboristica, il dio Thot, il medico degli dei che è raffigurato nei templi alla guida di una barca ricolma di erbe, e gli dei Ptah e Imhotep, al cui influsso è soggetta la medicina in generale.
Non a caso tutti i medici e i detentori dei segreti delle erbe godevano di un'altissima considerazione, e a loro era affidato il delicato compito di preparare decotti, unguenti e confezionare pastiglie.
Inoltre, il famoso e misterioso metodo dell'imbalsamazione coinvolgeva molte erbe aromatiche come il Timo e il Rosmarino.
Tutta l'immensa tradizione fitoterapica egiziana è racchiusa nel Papiro di Erbes, una vera e propria enciclopedia medica, che cita al suo interno più di settecento droghe vegetali e ricette atte alla creazione di rimedi di vario genere, pozioni e filtri d'amore.
Davvero affascinante!!

Volgendo lo sguardo verso Oriente, il maestoso impero cinese dava vita a impressionanti forme di metodiche di cura, la cui farmacopea è qualcosa di infinitamente sconfinato.
La più antica monografia in merito esistente è Il classico di erboristeria del Divino Agricoltore, di epoca Qin-Han (221 a.C-  220 d.C.), in cui più medici raccolsero i ricchi materiali della farmacopea a partire dall’epoca pre-Qin. Il testo comprende 365 tipi di medicinali ed è ancora usato e studiato in clinica medica.
Parallelamente alla medicina cinese si andava sviluppando quella popolare indiana, l'Ayurveda, che indirizzò parte della sua sfera di interesse ai principi inebrianti (Oppio, Aconito, Betel) e a quelli afrodisiaci (Fior di Loto, semi di Senape).
I rimedi ayurvetici arrivarono nel tempo a essere dei veri e propri composti, realizzati con decine di erbe in modo da estrarne solo i principi attivi d'interesse.

Erede in Occidente delle nozioni mediche e fitoterapiche egizie e orientali fu la medicina greca.
Infatti, proprio nella Grecia antica la visione teurgica della malattia trovò la sua fine, sostituita da una concezione più analitica e scientifica.

Con il passare dei secoli e con l'evolversi di nuove culture, le conoscenze teoriche e pratiche erboristiche cominciarono, lentamente, a disperdersi e a nascondersi in luoghi impenetrabili.
Nell'Alto Medioevo l'erboristeria divenne appannaggio della chiesa, in particolar modo dei monasteri.
In questi luoghi di mistero, silenzio e preghiera, i monaci continuarono a studiare e approfondire le nozioni mediche relative a erbe curative, andando per boschi e foreste alla ricerca di ogni sorta di pianta utilizzabile in ogni periodo dell'anno.
Si diffuse, inoltre, l'usanza di tenere all'interno di ogni monastero un Hortus Simplicium, un orto balsamico, nel quale coltivare erbe a scopo medicinale; così, iniziarono a figurarsi i primi monaci-farmacisti.
Il popolo, però, trasformò il coltivare una sana passione erboristica in una pratica mal vista, e, a partire dalla fine del Trecento, con l'istituzione della Santa Inquisizione, ebbe inizio la terribile e sanguinosa caccia alle streghe.

Fortunatamente, nel X secolo il sapere medico tornò a laicizzarsi, e, in seguito alla grandiosa invenzione della stampa e alla conseguente diffusione di numerosi libri, esso venne ampiamente divulgato.
Grazie Gutenberg!

Con la scoperta dell'America molte cose cambiarono, e molti missionari, esploratori e botanici, tornati entusiasti dalle terre del Nuovo Mondo, introdussero in Europa migliaia di nuove piante.
Molte idee nacquero riguardo la creazione e la produzione di nuove droghe e medicinali. Verranno introdotti nella farmacologia la Coca e la Cocaina, il Mate e la Noce di Cola, che dà la Caffeina...
All'inizio dell'Ottocento verrà prodotta la Morfina, ricavata a partire dall'Oppio dei papaveri.

Il trionfo della chimica del Novecento porterà fino alla possibilità di riprodurre sinteticamente molti principi attivi delle piante, conquista, questa, che susciterà decenni di ubriacatura chimico sintetica e che porterà ad una momentanea messa in ombra della fitoterapia.

Negli ultimi decenni una lenta e difficile riscoperta del mondo naturale comincia a prendere piede... forse, un giorno, riusciremo finalmente a riconquistare quel legame perduto, genuino e autentico che i nostri antenati avevano con la natura.


5 commenti:

  1. Ancora oggi i monaci si adoperano nella realizzazione di questi arcani rimedi... ogni volta che vado nei monasteri benedettini mi perdo tra i misteri dei loro preparati. Fanno anche dell'ottima cioccolata ��. Questa rubrica è meravigliosa ♥️. Tutto molto interessante, complimenti. P.s. Anche io ultimamente mi sono imbattuta in Iside... strane coincidenze.

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    1. Ma che meraviglia!! Appena questa situazione un po' difficile si sistemerà andrò sicuramente alla scoperta dei segreti di questi luoghi magici... e prenderò anche una bella cioccolata ahahah. Grazie di cuore veramente! mmm... direi stranissime coincidenze!

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  2. Argomento davvero interessante, la ricostruzione storica davvero affascinante infatti mi sono sempre chiesta come si curassero nell'antichità non pensavo che le erbe potessero essere un rimedio valido... invece a quanto pare devo ricredermi 😊

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  3. Non sai quante altre cose interessanti si trovano in giro. Purtroppo sono informazioni immense e infinite e avrei dovuto scrivere un libro per raccoglierle tutte! Ti ringrazio di cuore per essere passata ��

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  4. Una ricerca davvero accurata e molto interessante, davvero preziosa, anche sotto il profilo storico, davvero brava, complimenti!

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