mercoledì 26 febbraio 2020

LA TRILOGIA DEI COLORI: Neve

La neve è una poesia. Una poesia di un candore smagliante.”



TITOLO: Neve
AUTORE: Maxence Fermine
EDITORE: Bompiani
TRAMA: Tre colori, tre favole piene di poesia e di emozioni. La prima, Neve, è bianca e riposante, come la neve e l'Asia che la ispirano. Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un ansiano pittore divenuto cieco che vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci. A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagne, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire.
RECENSIONE:
Yuko Akita è un giovane che vive nelle lontane e bianche terre del Giappone del nord.
In questo luogo di lande fredde e desolate, Yuko ha trovato la sua ragione di vita, la sua vocazione: comporre gli haiku (una breve forma di poesia di tre versi e diciasatte sillabe) per poter celebrare attraverso le parole la bellezza e la purezza della neve.
Lo scrivere poesie non è assolutamente un passatempo o un semplice mestiere per Yuko, bensì rappresenta il motivo della sua stessa esistenza, nonché l'unico modo per lasciar trasparire l'essenza vera e la natura divina della neve.
La scelta d'essere poeta, però, non è stata ben accolta dalla sua famiglia, in particolar modo da suo padre, che ha tentato più volte di indirizzarlo verso la tradizionale carriera di guerriero o di monaco.
Tuttavia la perseveranza è così radicata e forte in Yuko che continua imperterrito a rimanere fermo in contemplazione di quel candido manto gelido, ispirato dalla sua forma mutevole e dal suo colore splendente.
Yuko possiede inoltre una particolare ossessione per il numero sette, tanto da considerarlo un numero magico: diciasette sono gli anni in cui è diventato poeta; diciasette sono le sillabe che compongono un haiku; sette sono i gatti che possiede; settantasette sono gli haiku che ogni inverno si propone di scrivere, dimenticando poi la neve per il resto dell'anno.
Ben presto il suo nome acquista sempre più fama, cominciando a viaggiare per tutto il Giappone. Inevitabilmente il mito del suo talento raggiunge le orecchie dell'imperatore, il quale, incuriosito, invia il proprio poeta di corte per valutare le reali ed effettive capacità di questo giovane scrittore di haiku.
Innegabile è la bellezza e la particolarità del suo lavoro poetico, ma la sua arte manca di quell'elemento fondamentale: il colore.
Tutte le sue opere sono meravigliosamente belle, danzanti, musicali, ma sono prive di colore... una scrittura così disperatamente bianca, quasi invisibile.
Al giovane Yuko viene caldamente consigliato di recarsi dal maestro Soseki, un ansiano poeta cieco che possiede l'arte assoluta, poiché è innanzitutto un pittore. Aggiungono che non deve perdere altro tempo, in quanto Soseki è molto anziano e potrebbe morire presto.
Il protagonista si mette in viaggio, ignaro del fatto che ci saranno ben altre rivelazioni oltre la poesia che lo condurranno verso la consapevolezza che essere un poeta è come essere un funambolo: sospeso in equilibrio su un filo instabile, in movimento su una linea retta nel vuoto più assoluto.
Scoprirà cosa significa amare e cosa l'amore produce nell'animo umano e la sua vita inizierà a tingersi di altri mille colori.
Poetico, fiabesco, delicato e soffice, il romanzo di Fermine si delinea in uno stile minimalista e simbolico caratterizzato da frasi brevi e spezzate, capitoli di poche righe, descrizioni essenziali di personaggi e luoghi.
Si potrebbe dire di trovarsi davanti ad una fiaba moderna, che ci instrada verso un mondo ideale e utopico; una storia surreale che ha la capacità di offrirci con semplicità e genuinità piccoli spunti di riflessione. Temi come l'amore, l'arte, la scoperta di sé stessi, la crescita personale sono toccati con delicatezza e sensibilità spirituale, e ci mostrano come lo sviluppo delle emozioni che, partendo da un solo colore, cominciano a tingersi di mille sfumature splendenti.
Un libro molto bello nel suo genere e, nonostante non sia esattamente la mia lettura preferita, lo consiglio a tutti coloro che amano i romanzi introspettivi e, per certi versi, metaforici.

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