Non trovavo spiacevole l'aroma della morte. Era come quello dei fiori recisi lasciati troppo a lungo nell'acqua stagnante, una dolcezza pesante e malata che riempiva le narici e si raccoglieva sul fondo della gola a ogni respiro.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 9
TITOLO: Cadavere squisito
AUTORE: Poppy Z Brite
EDITORE: Independent Legions Publishing
TRADUZIONE: Francesca Noto
SINOSSI: Evaso dalla prigione di Painswick, nel Regno Unito, il serial killer Andrew Compton parte alla ricerca di un nuovo posto in cui vivere e poter appagare la sua sete di sangue, che non si è mai placata. Il suo viaggio lo conduce a New Orleans, fra le braccia di Jay Byrne, un fotografo dal fascino oscuro che risveglia il suo istinto omicida, ma si rivela tutt’altro che una vittima sacrificale.È l’incontro fra due anime oscure, che ben presto finirà per coinvolgere Tran, ragazzo vietnamita, ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e in fuga da un amante psicotico. Sullo sfondo del decadente Quartiere Francese, sferzato dalle invettive della radio illegale WHIV, ha inizio così una macabra danza d’amore e morte, di necrofilia, cannibalismo e solitudine. Un’autopsia spirituale che affonda il bisturi nella carne viva per darci in pasto il lato più buio dell’anima.
RECENSIONE:
Londra, fine anni ottanta.
Nella prigione di Painswick risiede uno dei detenuti più pericolosi di tutta l'Inghilterra: Andrew Compton.
Famoso nel mondo della cronaca nera come "l'ospite eterno di Londra" o "il killer gay", per circa undici anni Compton ha ucciso indisturbato più di venti ragazzi.
Ma non è il numero delle vittime a renderlo uno dei peggiori predatori in circolazione, quanto il suo inquietante modus operandi.
Compton non si limita a uccidere i malcapitati, solitamente abbordati in qualche squallido locale, ma ama conservare i loro cadaveri per compiere su di essi atti disgustosi e morbosi.
Questo finché la decomposizione non prende il sopravvento, costringendolo a liberarsi del corpo e a cercarne uno nuovo.
Non sorprenderà sapere che, dopo il suo arresto, Andrew è risultato positivo all'HIV.
Ed è proprio così che il più grande corteggiatore della morte si è lasciato travolgere da questa macabra passione.
Compton, però, coglie quest'occasione per realizzare un tetro stratagemma che gli permetterà di sfuggire dalla reclusione a vita: simulare il proprio decesso.
La messa in scena riesce alla perfezione, e Andrew è nuovamente libero, pronto ad assumere una nuova identità e ha riprendere le sue vecchie abitudini.
Ma "mostro" è un termine medico, che descrive un essere troppo deforme per appartenere ad alcun altro luogo che non sia la tomba. Gli assassini, che invece sanno essere parte di qualsiasi posto, seminano il mondo.
- Poppy Z Brite, Cadavere Squisito, 65
New Orleans, Stati Uniti.
Un misterioso fotografo si aggira per i vicoli scuri del Quartiere Francese alla ricerca del suo spacciatore preferito.
Il suo nome è Jay Byrne, erede di una storica e agiata famiglia di New Orleans.
Se per molti ragazzi del Quartiere la presenza di Jay risulta essere inspiegabilmente inquietante e in qualche modo sgradevole, la stessa cosa non vale per Tran.
Di origine vietnamita, Tran è un bellissimo ragazzo poco più che ventenne, il quale arrotonda lo stipendio da cameriere con la vendita di droga.
Per qualche enigmatico motivo, forse dettato dalla recente e dolorosa rottura con il fidanzato Luke, Tran è attratto dal fascino oscuro del suo acquirente migliore.
Ma se solo sapesse quali terribili segreti si celano oltre i cancelli dell'elegante proprietà Byrne...
Jay nasconde un'insaziabile dipendenza, che soddisfa attraverso un sadismo morboso e torbido, rendendolo uno dei più pericolosi cacciatori in circolazione.
Una persona viva aveva sempre la possibilità di abbandonarlo. Teste mummificate e ossa sbiancate non avrebbero mai potuto compiere un simile atto di slealtà. Tutti i suoi ragazzi diventavano parte di lui. Sarebbero rimasti per sempre con lui, carne della sua carne, ad amarlo dall'interno.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 108
Cosa potrebbe mai accadere se, per un perverso scherzo del destino, due dei più spietati serial killer della storia avessero modo di incontrarsi?
Quale tipo di relazione malsana ed esplosiva potrebbe mai nascere?
Quanto lo amai, in quel momento! Gli abissi privi di coscienza dei suoi occhi, le ciocche lisce di capelli biondi sul collo, il carnai di segreti contenuto all'interno della nobile volta del suo cranio.
- Poppy Z Brite, Cadavere squisito, 172
Cadavere squisito (Exquisite Corpse, 1996) è un romanzo estremamente crudo, violento, ma allo stesso tempo oscuramente poetico e malinconico.
Specifico che non è un libro adatto a tutti, soprattutto per coloro che si impressionano facilmente, poiché per certi versi potrebbe risultare eccessivo.
Il lettore, infatti, è coinvolto in una storia in cui i protagonisti sono degli efferati killer, nonché necrofili e necrofagi, totalmente inibiti e senza scrupoli.
Nessun tipo di violenza ci viene risparmiata, e non mancano scene esplicitamente cruente e splatter.
Il romanzo è ambientato simultaneamente a Londra e a New Orleans, due città completamente diverse che condividono però la presenza di un lato oscuro e perverso.
L'autore riesce magistralmente a delineare e a dare tridimensionalità a questi luoghi, in particolare alla decadente e incandescente New Orleans (città natale dello stesso Brite), inserendoli con altrettanta accortezza in un background storico davvero controverso.
Sono gli anni in cui imperversa e si diffonde l'AIDS, una malattia senza cura che sembra colpire maggiormente gli omossessuali, che cominciano a essere identificati come la causa scatenante.
Tutti i personaggi del libro sono omosessuali, e condividono, ognuno a suo modo, un profondo disagio sociale, dovuto principalmente a questa condizione di emarginazione e al crescente senso di solitudine.
Da una parte troviamo le figure disturbanti di Andrew e Jay, due killer totalmente opposti che finiscono per intessere una folle relazione amorosa; dall'altra ci imbattiamo in una serie di personalità che, attraverso le loro vicende, riescono a fissarsi indelebilmente nella memoria del lettore.
La narrazione si costruisce su una duplice prospettiva.
L'autore, infatti, gioca sull'alternanza del punto di vista.
Da una parte abbiamo un narratore onnisciente, che ci permette di avere un quadro completo dell'intera vicenda; dall'altra, invece, è lo stesso Compton a raccontare la sua storia, immergendoci completamente nel suo mondo morboso ma spaventosamente coerente.
La logica malsana che è dietro le sue azioni depravate è molto più sconcertante del comportamento stesso.
Senza dubbio il suo è un atteggiamento patologico, ma a un certo punto cominciamo quasi a comprendere le pulsioni immonde che lo spingono ad agire in quel modo.
Questo utilizzo della prospettiva interna permette di entrare in profondità nella psiche del killer, così da svelare cosa genera quel desiderio insano di uccidere e violare i cadaveri.
L'attrazione sessuale si accende solo al sopraggiungere della morte, che trasforma quei bellissimi corpi in amanti perfetti.
La loro passività è un qualcosa che eccita il protagonista, ma che lo rassicura che per un po' di tempo non sarà più solo.
Infatti è proprio la solitudine ad accomunare Andrew e Jay.
Questo sentimento di vuoto lacerante, unito a un'ossessiva paura di abbandono, li legherà visceralmente in una relazione intensa ed estremamente morbosa, nella quale entrambi potranno finalmente condividere la loro macabra passione per la morte.
La solitudine è fondamentalmente uno dei temi centrali del romanzo, dal quale poi si diramano altre questioni molto delicate.
La paura dell'abbandono e della perdita, il senso di emarginazione e trascuratezza, la droga come medicina dell'anima.
Attraverso questa storia esploriamo il mondo della dipendenza, conosciamo le problematiche legate alla comunità gay degli anni ottanta (l'espandersi incontrollato dell'AIDS, gli abusi delle autorità nei loro confronti,...), il tutto avvolto in un clima di degrado morale.
Ho amato immensamente lo stile di scrittura, tagliente come la lama di un bisturi.
Poppy Z Brite è riuscita grandiosamente a dar vita a un romanzo poeticamente violento e morboso, divino nel suo orrore: riesce a scuotere nel profondo per la crudezza e la violenza delle immagini che crea, ma ha l'abilità di narrarle con un sensuale lirismo.
Concludo consigliandovi calorosamente questo romanzo, però eviterei di proporlo a chi è particolarmente sensibile e impressionabile, perché potreste imbattervi in disturbanti scene sanguinose e ricche di sadismo che pullulano in queste pagine.