martedì 17 marzo 2020

L'incubo di Hill House

"Siamo cresciuti con una cieca fiducia nell'equilibrio e nella ragione, e mi pare verosimile che la mente possa lottare strenuamente per mantenere i propri schemi consueti anche di fronte all'evidenza della stortura" 

TITOLO: L'incubo di Hill House
AUTORE: Shirley Jackson
EDITORE: Adelphi
TRAMA: In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa "che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendente dai muratori" un edificio che "drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità"; una costruzione immune da ogni esorcismo; una casa che rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità.

RECENSIONE:
Un silenzio innaturale percorre gli intrigati e labirintici corridoi di Hill House; un'aria fredda si propaga rapidamente da una stanza all'altra, benché tutte le porte siano costantemente chiuse; tutti i mobili e gli oggetti dispersi nell'abitazione sono fissi in una spaventosa mobilità, seppur vigili nell'ascoltare e nell'osservare tutti i movimenti estranei alla casa; e ogni essere umano, che si trova di fronte all'imponente Hill House per la prima volta, viene travolto all'improvviso da un malessere incontrollabile, una disperazione inconscia, perché Hill House è una casa disumana, non certo concepita per essere abitata, un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza.
Che cos'altro si potrebbe dire di Hill House?
Con il passare del tempo, essa ha assunto l'immagine di casa "stregata": un luogo infestato da presenze soprannaturali, da fantasmi.
La sua fama spettrale giunge alle orecchie del professore John Montague, il quale non è uomo da lasciarsi sfuggire una casa del genere.
Laureato in antropologia, il professor Montague consegue il dottorato solo per avere un titolo rispettabile e riconosciuto, poiché le sue indagini non possiedono alcun tipo di valore scientifico.
Le sue analisi di fenomeni paranormali, però, sono ben lontane dalle banali superstizioni riguardo gli spiriti e le loro apparizioni, benché le sue intenzioni riguardo Hill House si ispirano ai metodi dei cacciatori di fantasmi ottocenteschi: soggiornare nell'abitazione per assistere personalmente alle stranezze della casa.
Purtroppo, il professor Montague si trova costretto a dover assumere degli assistenti, questo per poter disporre di una documentazione il più possibile obiettiva, senza inciampare in suggestioni e sensazioni soggettive non vagliate in modo razionale.
Dopo aver stilato un'accurata lista di possibili canditati, solo tre accettano la proposta.
Eleanor Vance - donna di trentadue anni, timida e schiva - ha passato gli ultimi undici anni della sua vita ad assistere la madre invalida, finché, dopo la sua recente scomparsa, si è stabilita dalla sorella e la sua famiglia. Avendo trascorso molto tempo immersa nella solitudine in relazione solo con la madre, senza avere nessun legame con il mondo esterno, le rimane assai difficile interagire con le altre persone senza sentirsi impacciata e ridicola.
Eleanor è finita nella lista del professore perché da bambina, assieme alla sorella, assistette ad un fenomeno di poltergeist: dopo la scomparsa del padre, sulla loro casa si abbatté una violenta tempesta di pietre. Il ricordo di quella vicenda si riduce ad un puntino sbiadito nella memoria di Eleanor, ma quella strana sensazione di terrore e di ansia continua a permanere in lei.
Accettare l'invito del professore Montague rappresenta l'unica occasione di fuggire, una volta per tutte, da questa vita amara e triste, e poter incominciare ad essere una donna felice.
Theodora - Theodora e basta - o, semplicemente, Theo, è un'artista nel vero senso della parla ed è l'esatto contrario di Eleanor: espansiva e spiritosa; colorata e divertente; impulsiva e anticonformista.
Vive assieme ad una sua amica (molto probabilmente la Jackson allude ad una relazione omosessuale) con la quale, però, ha avuto un terribile litigio proprio prima di abbandonare l'appartamento e dirigersi verso Hill House.
Theo viene scelta dal professore perché ha manifestato in molte occasioni una percezione extrasensoriale sbalorditiva.
Luke Sanderson - nipote della proprietaria di Hill House - è un giovane e brillante ragazzo dal buon gusto e dalle buone maniere; unica pecca e difetto è che possiede una particolare inclinazione al rubare e al dire bugie.
Sua zia, Mrs. Sanderson, si è adoperata con tutte le sue forze per far inserire nel gruppo di ricerca suo nipote e, con l'aiuto dell'avvocato di famiglia, è riuscita a costringere il professor Montague alla presenza obbligatoria di almeno un membro della famiglia. In questo modo la zia sarebbe stata molto più tranquilla nel saperlo recluso in un luogo dove non avrebbe potuto continuare i suoi indiscreti passatempi.
Il giorno prefissato per l'arrivo a Hill House, i tre giovani si presentano all'entrata, dove sono accolti dal professore, e tutti e tre restano intimoriti dall'aspetto solenne della dimora; una strana e cupa sensazione viene percepita nel mettere piede al suo interno, un inconscio avvertimento che incita alla fuga immediata.
Intricata e bizzarra, Hill House ama turbare i suoi ospiti e lasciarli disorientati e confusi sulle sue vere fattezze; infatti, come si appresta a narrare il professor Montague, il suo costruttore e primo padrone di casa, Hugh Crain, ha ideato personalmente la particolare pianta dell'abitazione: gli angoli della casa, per quanto possano sembrare retti, in realtà non lo sono, e variano di una frazione di grado in una direzione o nell'altra; gli scalini non sono orizzontali come appaiono; i vani delle porte sono scentrati… ma il tutto è ben occultato agli occhi delle persone che, però, percepiscono il depistaggio architettonico e vengono travolte da uno stato confusionario tremendo. Perdersi per sempre negli infiniti corridoi, alla ricerca della propria stanza, non è affatto qualcosa da escludere.
Che sia questa la causa della perdita del senso dell'equilibrio di chi si trovi ad abitare a Hill House, che genera i tanto noti fenomeni paranormali?
In aggiunta, il professor Montague informa i suoi assistenti del reale motivo della loro permanenza e della storia della prima famiglia di proprietari di Hill House, coloro che le diedero vita: i Crain. Un racconto agghiacciante, ricco e straripante di innumerevoli disgrazie, follie e suicidi.
Eleanor, Theo e Luke, nonostante quel terrore di fondo che la casa regala, cercano di non pensarci e di godersi tranquillamente questa "vacanza", e stringono tra loro un inconsueto legame di amicizia, in particolar modo, Eleanor e Theo: Nell è completamente attratta dalla personalità eccentrica dell'amica, e, un po' maldestra e imbarazzata, tenta in ogni modo di essere accettata da Theo e di piacerle per forza. Questo atteggiamento lentamente comincia a trasformarsi in una sorta di ossessione e i suoi pensieri diventano sempre più cupi e inquietanti.
Non a caso, la prima ad essere maggiormente impressionata dalle ostili influenze della casa è Eleanor.
I primi rumori notturni, l'arrivo di un freddo innaturale e la presenza di strane scritte sul pavimentano cominciano a far esasperare i quattro che temono per loro e per la salute mentale di Nell, che va peggiorando di giorno in giorno.
L'incubo di Hill House è un romanzo straordinario, dallo stile suggestivo e allusivo, che evoca nel lettore una sottile inquietudine e lo avvolge, per tutta la durata del libro, in un clima di ansia e tensione.
La notte a Hill House si trasforma in un vero e proprio delirio: il mondo reale scompare nel buio spaventoso della casa; tutto ciò che alla luce del giorno ha senso ed è normale, nell'oscurità diventa allucinazione pura senza alcuna spiegazione logica razionale e tutte quelle superstizioni, che l'uomo tenta di sopprimere con la verità, emergono dall'inconscio e spiazzano quelle certezze sulle quali reggono le nostre teorie.
In conclusione mi sento di dire che è un bellissimo romanzo che mi ha permesso di scoprire un'autrice dalle capacità fantastiche.


sabato 7 marzo 2020

LA TRILOGIA DEI COLORI: Il Violino Nero

“Per diventare virtuosi del violino occorre possedere due qualità: saper ascoltare e saper sentire.”



TITOLO: Il Violino Nero
AUTORE: Maxence Fermine
EDITORE: Bompiani
TRAMA: Il violino nero è la seconda storia, nera come le note del pentagramma, inquietante come l'atmosfera di una Venezia silenziosa ma percorsa da echi della coscienza e dei desideri. Un giovane genio coltiva l'ambizione di "mutare in musica la propria vita". Una donna misteriosa esprime in un canto dalle divine sonorità la profonda innocenza della sua anima. Un anziano liutaio ha creato uno splendido violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna…
RECENSIONE:
Johannes Karelsky è un violinista, ma non appartiene assolutamente a quella categoria di bravi esecutori o bravi compositori. Egli possiede l'innata capacità di mutare in musica qualsiasi aspetto della vita e, in particolar modo, della propria anima.
Dalla più tenera età fino al compimento dei trentun anni, il suo talento ha sempre avuto la capacità di abbagliare chiunque lo ascoltasse, divenendo ben presto una grande celebrità conosciuta e acclamata in ogni angolo del mondo.
Questa vita di successi, però, si conclude prematuramente.
Dopo la tragica scomparsa della madre, Johannes perde ogni interesse per la vita pubblica e, stanco di essere solo un ludico passatempo nelle corti d'Europa, decide di stabilirsi a Parigi e di guadagnarsi da vivere impartendo lezioni di musica.
In questo preciso momento Karelsky si convince che è giunta l'ora di dar vita alla sua tanto sognata opera, seguendo la sua vocazione di compositore. Purtroppo, la guerra irrompe violenta nella sua esistenza, costringendolo ad arruolarsi nell'esercito di Napoleone per prendere parte alla campagna d'Italia.
Johannes è costretto a dire addio alla musica, alla gloria e al successo per abbracciare la morte e il dolore di quella che sarà un'incessante e crudele carneficina.
I giorni passano e le battaglie si susseguono ad un ritmo estenuante; le perdite di uomini sono ingenti e non passa secondo senza interrogarsi su quando giungerà il suo momento, quando toccherà a lui rimanere disteso in quel campo di morte.
Privo di ogni preavviso, arriva furiosa su Johannes la lama di una sciabola che lo ferisce attraversandolo da una parte all'altra e un solo pensiero martella la mente del violinista: è giunto il momento di arrendersi, di abbandonarsi completamente al tragico destino della mia esistenza.
Chiusi gli occhi, forse per sempre, li riapre quasi immediatamente incuriosito da uno strano e innaturale fruscio: l'immagine di una donna appare davanti a lui e prende a cantare una melodia celestiale.
Lentamente, rivolgendosi al ferito, gli avvicina una borraccia di acqua fresca e lo lascia bere, infondendo in lui nuova vita. 
Al risveglio l'ufficiale medico dello stato è intento a medicare le sue ferite: il violinista è salvo.
Dopo questo terribile incidente in battaglia, Karelsky è costretto ad abbandonare l'esercito rimanendo nel presidio d'occupazione nella città di Venezia.
Silenziosa e tranquilla, appare al violinista il luogo ideale per poter ritrovare la sua musica e comporre la sua opera.
Il musicista trova alloggio presso la grande casa di un vegliardo, Erasmus, vicino piazza San Marco.
In questo luogo antico e un po' magico, Johannes trascorre molto del suo tempo con il proprietario e, discorrendo, viene a conoscenza del suo passato di un liutaio presso la bottega del famoso Stradivarius. Ben presto si accorge anche che il suo amico possiede tre cose eccezionali in casa: una scacchiera magica, una grappa senza età e un violino nero dal suono strano.
Quel violino così tetro, inevitabilmente, inizia ad ossessionare Johannes tanto da condizionare e inasprire la sua vena creativa e rallentare la stesura della sua opera; in più, ogni notte, la donna che lo salvò dalla morte gli fa visita accompagnando i suoi sogni con le melodie più dolci e soavi. 
Nei giorni seguenti il tormento sembra non volerlo abbandonare, e Erasmus si accorge della sua irrequietezza e decide di narrargli una storia al limite della fantasia.
Una misteriosa vicenda aleggia attorno a quel violino così nero e imponente, e una macabra tragedia è legata alla sua costruzione.
Una voce angelica sarà il filo conduttore di tutto il racconto che svelerà finalmente la verita a Johannas.
Cupo e malinconico, Il violino nero si accomuna a Neve, il primo romanzo della trilogia, per lo stile di scrittura, minimalista ed essenziale, che dona quel tocco leggero e sognante alla narrazione; ma, la differenza più evidente fra le due opere sta in quel velo di ombrosità che si stende su tutta la vicenda del protagonista: il successo indesiderato, la guerra crudele, l'allucinazione della donna, l'ossessione di scrivere l'opera perfetta, la frustrazione di non riuscire a trasferirla su carta e il tormento di un malessere indescrivibile. Tutto questo induce il lettore ad indentificarsi con i sentimenti e le emozioni di Johannes, immergendolo in una sensazione di disagio e tristezza.
Personalmente ho preferito il secondo romanzo proprio per queste caratteristiche, assenti totalmente nel primo, che lo rende meno utopico e perfetto… proprio come la vita reale.


giovedì 27 febbraio 2020

I Racconti della Bestia

Mi sembra di ricordare di essermi chiesto se fossi pazzo e di aver risposto “Certo che lo sono – la sanità è un compromesso. La sanità e qualcosa che ti trattiene”
TITOLO: I Racconti della Bestia
AUTORE: Aleister Crowley
GENERE: Esoterico, Horror, Occulto
EDITORE: Edizione Arcoiris
RECENSIONE:
La Biblioteca di Lovecraft, collana a tema HORROR- GOTICO- WEIRD edita da Edizioni Arcoiris, presenta la sua seconda irresistibile antologia: I Racconti della Bestia di Aleister Crowley, uno dei più famosi occultisti di tutti i tempi.
La raccolta contiene al suo interno ben otto racconti brevi INEDITI in Italia:
  • La Violinista (1910)
  • Al Bivio (1909)
  • Un Ballo in Maschera (2010)
  • Il Cacciatore di Anime (1910)
  • La Volpe (1911)
  • La Faccia (1920)
  • Illusion D'Amoureux (1909)
  • Il Colore dei miei Occhi (2010)
  • Il Furto della Signorina Horniman (1918)
  • Queste Cose sono un'Allegoria (1990)
Immagino che gli appassionati di occultismo ed esoterismo conoscano inevitabilmente la figura alqualto controversa di Crowley (ben noto come Bestia 666), mentre capisco benissimo che per i meno esperti del settore questo nome rappresenti solo un punto interrogativo.
Per cui vi propongo una piccola biografia dello scrittore, così da avere la possibilità di farvi un'idea più chiara di cosa può saltar fuori dalla penna di una personalità tanto singolare ed eccentrica.

Aleister Crowley nacque in una piccola cittadina della Gran Bretagna nel 1875. 
Entrambi i genitori appartenevano ad una setta fondamentalista protestante chiamata Plymouth Brethren, i cui membri credevano fermamente alle sacre scritture e all'imminente venuta di Cristo.
La rigida educazione religiosa, impartitogli fin dal bambino, fece nascere in Crowley una crescente avversione verso tali regole e, con il passare del tempo, i suoi interessi si rivolsero sempre di più verso altre mete, tanto da trasformarsi in un appassionato di esoterismo e tarocchi. Questi eccentrici studi gli costarono il soprannome di “Bestia”, titolo attribuitogli proprio dalla madre.
In seguito entrò a far parte dell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, una società segreta che basava le sue regole sulle tradizioni della Qabalah, che lo porterà a trascorrere un periodo in Egitto dove elaborerà la sua religione/filosofia Thelema e scrisse Il libro della Legge.
Con il passare del tempo la figura di Crowley si arricchì sempre di più di misticismo e magia, divenendo il fondatore del moderno occutismo e figura chiave dei nuovi movimenti magici.

Dal 1909 fino al 1913 portò avanti una serie di pubblicazioni in volumi chiamata The Equinox. Principalmente esse contenevano articoli legati all'occultismo e alla magia, ma erano presenti anche numeri con poesie, opere d'arte, opere teatrali e narrativa.
La Biblioteca di Lovecraft ci offre la preziosa possibilità di entrare, attraverso alcuni dei suoi racconti più significativi, nel mondo inquieto e surreale della Bestia.
Ogni storia ci lascia un attimo interdetti, poiché crea un'atmosfera arcana ricca di simbolismi e metafore che richiamano un mondo nascosto e oscuro. 
Inizialmente questo porta ad identificarci con degli estranei, e non comprendiamo pienamente ciò che lo scrittore tenta di comunicarci ed esprimere; però, proseguendo con la narrazione, egli ci introduce e ci guida passo passo nei meandri della sua mente folle e della sua vita che vediamo filtrata sotto la lente mistica delle sue visioni oscure.
Ispirato dalle sue vicende personali e dagli individui a lui vicini, è riuscito a trasformare la sua esistenza in un universo incredibilmente soprannaturale e irreale.
Lo stile onirico evoca descrizioni di luoghi e personaggi angelici e diabolici, candidi e oscuri, costruiti su immagini simboliche e magiche.
Vorrei spendere, inoltre, due parole per la magnifica grafica del libro: potete subito notare la cura e l'attensione rivolta alle immagini e alle scritte in copertina e alle illustrazioni contenute all'interno, che le rendeno perfette nell'evocare le tenebre e l'inquietudine dell'atmosfera da incubo del libro.
Pur molto diverso dal primo volume, sono rimasta davvero incantata da questa raccolta che mi ha permesso di scoprire lati dell'autore che non conoscevo affatto.
Mi complimento ancora per l'ottimo lavoro e non mi resta che aspettare le prossime uscite!
Infine vi lascio qui il link https://www.edizioniarcoiris.it/la-biblioteca-di-lovecraft/162-i-racconti-della-bestia.html dove potete acquistare questo spettacolare libro e, inoltre, vi consiglio caldamente di seguire labibliotecadilovecraft su Instagram così da rimanere sempre informati e aggiornati su tutte le novità.


mercoledì 26 febbraio 2020

LA TRILOGIA DEI COLORI: Neve

La neve è una poesia. Una poesia di un candore smagliante.”



TITOLO: Neve
AUTORE: Maxence Fermine
EDITORE: Bompiani
TRAMA: Tre colori, tre favole piene di poesia e di emozioni. La prima, Neve, è bianca e riposante, come la neve e l'Asia che la ispirano. Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un ansiano pittore divenuto cieco che vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci. A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagne, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire.
RECENSIONE:
Yuko Akita è un giovane che vive nelle lontane e bianche terre del Giappone del nord.
In questo luogo di lande fredde e desolate, Yuko ha trovato la sua ragione di vita, la sua vocazione: comporre gli haiku (una breve forma di poesia di tre versi e diciasatte sillabe) per poter celebrare attraverso le parole la bellezza e la purezza della neve.
Lo scrivere poesie non è assolutamente un passatempo o un semplice mestiere per Yuko, bensì rappresenta il motivo della sua stessa esistenza, nonché l'unico modo per lasciar trasparire l'essenza vera e la natura divina della neve.
La scelta d'essere poeta, però, non è stata ben accolta dalla sua famiglia, in particolar modo da suo padre, che ha tentato più volte di indirizzarlo verso la tradizionale carriera di guerriero o di monaco.
Tuttavia la perseveranza è così radicata e forte in Yuko che continua imperterrito a rimanere fermo in contemplazione di quel candido manto gelido, ispirato dalla sua forma mutevole e dal suo colore splendente.
Yuko possiede inoltre una particolare ossessione per il numero sette, tanto da considerarlo un numero magico: diciasette sono gli anni in cui è diventato poeta; diciasette sono le sillabe che compongono un haiku; sette sono i gatti che possiede; settantasette sono gli haiku che ogni inverno si propone di scrivere, dimenticando poi la neve per il resto dell'anno.
Ben presto il suo nome acquista sempre più fama, cominciando a viaggiare per tutto il Giappone. Inevitabilmente il mito del suo talento raggiunge le orecchie dell'imperatore, il quale, incuriosito, invia il proprio poeta di corte per valutare le reali ed effettive capacità di questo giovane scrittore di haiku.
Innegabile è la bellezza e la particolarità del suo lavoro poetico, ma la sua arte manca di quell'elemento fondamentale: il colore.
Tutte le sue opere sono meravigliosamente belle, danzanti, musicali, ma sono prive di colore... una scrittura così disperatamente bianca, quasi invisibile.
Al giovane Yuko viene caldamente consigliato di recarsi dal maestro Soseki, un ansiano poeta cieco che possiede l'arte assoluta, poiché è innanzitutto un pittore. Aggiungono che non deve perdere altro tempo, in quanto Soseki è molto anziano e potrebbe morire presto.
Il protagonista si mette in viaggio, ignaro del fatto che ci saranno ben altre rivelazioni oltre la poesia che lo condurranno verso la consapevolezza che essere un poeta è come essere un funambolo: sospeso in equilibrio su un filo instabile, in movimento su una linea retta nel vuoto più assoluto.
Scoprirà cosa significa amare e cosa l'amore produce nell'animo umano e la sua vita inizierà a tingersi di altri mille colori.
Poetico, fiabesco, delicato e soffice, il romanzo di Fermine si delinea in uno stile minimalista e simbolico caratterizzato da frasi brevi e spezzate, capitoli di poche righe, descrizioni essenziali di personaggi e luoghi.
Si potrebbe dire di trovarsi davanti ad una fiaba moderna, che ci instrada verso un mondo ideale e utopico; una storia surreale che ha la capacità di offrirci con semplicità e genuinità piccoli spunti di riflessione. Temi come l'amore, l'arte, la scoperta di sé stessi, la crescita personale sono toccati con delicatezza e sensibilità spirituale, e ci mostrano come lo sviluppo delle emozioni che, partendo da un solo colore, cominciano a tingersi di mille sfumature splendenti.
Un libro molto bello nel suo genere e, nonostante non sia esattamente la mia lettura preferita, lo consiglio a tutti coloro che amano i romanzi introspettivi e, per certi versi, metaforici.

MOONACRE. I SEGRETI DELL'ULTIMA LUNA | Il cavallino Bianco di Elisabeth Goudge

Per te nessun passato, cavallino, né rimpianto, né futuro da temere nella foresta d'argento... Sotto la luna, solo il presente ti aspett...