"Mi parlava, quel libro, come parla un sogno, ma più chiaramente, molto più distintamente del sogno.
Arrivava a toccarmi il cuore, come un'implorazione. Le parole fluivano da una bocca invisibile, prendevano vita, arrivavano fino a me.
Si giravano, volteggiavano, sprofondavano poi nel pavimento dissolvendosi come vapore iridescente nell' aria, lasciando spazio a quelle che seguivano.
Ognuna sperava per un attimo che avrei scelto lei, rinunciando alla compagna che già la incalzava."
TITOLO: Il Golem
AUTORE: Gustav Meyrink
GENERE: Gotico
EDITORE: Bompiani
TRAMA: Un uomo scambia il suo cappello, nel Duomo di Praga, con quello di un certo Athanasius Pernath e rivive come in un sogno l'esistenza di costui. A questo inizio casuale si aggancia la vicenda del Golem, il robot avanti lettera, cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria, ma tanto più violenta perché in lui si concentra una forza che ha solo poche ore per scatenarsi. Quest'esplosione di forze nel mondo segreto e malato in cui si muovono i personaggi di Meyrink, crea una tensione e insieme un incanto che caricano d nuovi significati l'antica leggenda praghese legata al nome di Rabbi Loew.
RECENSIONE
Tutto ha inizio dallo scambio casuale di un cappello con quello che sembra essere di proprietà di un individuo di nome Athanasius Pernath.
Da questo momento in poi l'uomo sconosciuto, che è venuto in contatto con tale oggetto curioso, comincia a rivivere sotto forma di sogno/visione la vita di Pernath , che si scopre essere un'intagliatore di pietre preziose.
La narrazione vede il susseguirsi ininterrotto di inspiegabili avvenimenti accanto ai quali si agitano personaggi più o meno inquietanti e insoliti: troviamo l'oscuro e malevolo rigattiere Aaron Wassertrum, il saggio impiegato del municipio ebraico Hillel, la sua bella e gentile figlia Miriam e il geniale studente di medicina Charousek.
Tutti questi personaggi che ho citato avranno nel corso della storia un ruolo fondamentale per il suo svolgimento, ma di maggiore rilevanza e importanza è la misteriosa entità del Golem, che dona, in circostanze ambigue, al protagonista, un libro molto antico affidandogli il compito di ristrutturare parte della scritta del titolo del capitolo chiamato "Ibbur", cioè "la fecondazione dell'anima".
Per la descrizione di questa figura mitologica della cultura ebraica, Meyrink attinge numerose informazioni sia dall'immaginario collettivo di questo popolo che dalle numerose leggende che alleggiano intorno ad essa.
Infatti, secondo la tradizione della cultura ebraica, il Golem sarebbe un essere artificiale creato dalla magia del rabbino Loew, il quale, per infondergli la vita, pone un biglietto con delle istruzioni in bocca a questo essere antropomorfo e toglierlo poi per bloccarlo.
Meyrink nel suo romanzo, però, non si ferma a riportare la semplice storiella spaventosa di questo essere, ma lo fa divenire l'alter ego del protagonista, il suo doppio, la parte più oscura della sua anima (un po' come accade nel Ritratto di Dorian Gray,in Frankestain e in molti altri romanzi con la presenza del doppio)
Non a caso, date l'esperienze e conoscenze di Meyrink dell'occulto e del mondo esoterico che caratterizzava le società segrete, ordini e fratellanze nelle quali ebbe l'opportunità di prendere parte, gli hanno consentito di inserire nel suo romanzo numerosi riferimenti alla Cabala, ai tarocchi e al simbolismo occulto in generale.
Di conseguenza ogni singola pagina trasporta il lettore in un mondo arcano e recondito colmo di enigmi e mistero e quale ambientazione meglio di Praga è in grado di regalare un'atmosfera così suggestiva che grazie ai suoi numerosi vicoletti nascosti sa farci immergere totalmente nel clima gotico e alchimistico che pervade l'intera città.
Questo libro non si presenta solamente come un classico romanzo gotico, ricco di elementi inspiegabili e misteriosi, ma come una grande metafora del risveglio da un sonno profondo per camminare verso la luce, un viaggio interiore di un uomo che, per la verità, rappresenta l'intera umanità, ognuno di noi, che almeno una volta nella vita affronta la propria crescita interiore.
Lo stile di scrittura è molto poetico e suggestivo, onirico e irreale, delle volte contorto e articolato tanto da far credere di trovarsi all'interno di un sogno ad occhi aperti, come se fossimo in un mondo parallelo e la ricchezza di informazioni e "indizi" tendono inizialmente a confonderci profondamente le idee, ma con lo scorrere del romanzo tutto sembra acquisire un senso e, come un puzzle, tutti i pezzi vanno al loro posto.
Non aspettatevi un libro lineare e semplice da comprendere, insomma non è quello che si può definire una lettura leggera, ma se siete amanti dei misteri e dei rompicapo contorti questo romanzo fa proprio per voi.
Personalmente ho apprezzato molto questo romanzo sia per lo stile, per la caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi tanto che ne potrei parlare all'infinito, però voglio lasciarvi con la sorpresa di scoprire questo universo creato dal grandioso Meyrink e perdervi nell'intricato labirinto di questo romanzo.